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  La "scelta di civiltà" della Russia

Dal blog The Vineyard of the Saker

25 settembre 2015

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Questa settimana, Vladimir Putin e un gran numero di dignitari e ospiti nazionali ed esteri hanno inaugurato la più grande moschea d'Europa: la nuova moschea centrale di Mosca. Questo è stato un grande evento, molto atteso dalle molte decine di migliaia di musulmani russi che vivono nella capitale russa e che, in passato, hanno dovuto pregare per strada a causa della mancanza di una moschea abbastanza grande per ospitarli tutti. Questo evento, tuttavia, ha un significato che va molto al di là del problema locale della mancanza di spazio. La verità è che la maggior parte dei musulmani che pregavano nel centro di Mosca voleva voleva qualcosa più di un edificio più grande – voleva un riconoscimento ufficiale della loro esistenza e della loro importanza per la Russia. Ora questo riconoscimento tanto atteso è finalmente successo e il famoso centro di Mosca sarà caratterizzato da minareti d'oro alti oltre 70 metri che integrano elegantemente le tradizionali cupole ortodosse. Ma direi che questo evento è ancora più grande di un semplice riconoscimento del ruolo che l'islam svolge nella Russia moderna – credo che sia l'espressione di una profonda scelta di civiltà.

Abbiamo sentito parlare molto di "scelte di civiltà" nel contesto della guerra civile ucraina. La macchina della propaganda occidentale ha trasformato quella che era una lotta tra i vari oligarchi ucraini in una "scelta di civiltà", da qui lo slogan "Україна це Європа" (l'Ucraina è Europa). Ciò che è implicito è che l'Ucraina è parte del civilizzato "Occidente" mentre la Russia è una sorta di regno"asiatico", popolato da persone che non capiscono né amano i cosiddetti "valori europei", e contro il quale gli ucraini "civilizzati" hanno bisogno di combattere in difesa dell'Europa. Questo è solo un rimaneggiamento della vecchia nozione russofoba del marchese de Custine, nel suo famoso detto "Grattez le Russe, et vous verrez un Tartare" (grattate il russo, e ci troverete un tartaro). Anche Hitler mise in guardia contro la natura "asiatica" dei "subumani russi". Paradossalmente, mentre questi odiatori della Russia non hanno mai capito la Russia, erano riusciti a capire qualcosa di molto reale: il fatto che, anche se nel passato recente (all'incirca tra il XVIII e il XXI secolo), la Russia è stata governata da élite filo-occidentali, la maggior parte del popolo russo non si è arresa al processo di acculturazione imposto dai loro governanti e pur accettando esternamente questo processo, internamente, a livello del loro ethos, hanno mantenuto le loro antiche radici.

Storicamente, la Russia è stata il prodotto di tre fattori principali: i russi derivano la maggior parte del loro ceppo etnico dagli antichi popoli slavi che vivevano in quella che oggi è chiamata l'Ucraina, hanno ereditato la loro religione e la loro visione del mondo dal cristianesimo ortodosso dell'Impero Romano d'Oriente (erroneamente chiamato "Bisanzio" in Occidente), e la loro statualità dall'occupazione tatara che ha unificato i vari piccoli principati in uno Stato unitario. È vero che dai tempi di Pietro I le élite russe (monarchiche o comuniste) hanno cercato con difficoltà di "occidentalizzare" il popolo russo, ma dal momento dell'avvento al potere di Putin questa tendenza è stata finalmente invertita. È per questo che Putin gode di un supporto di oltre l'80% in sondaggio dopo sondaggio, mentre le élite russe lo odiano. Gli avvenimenti in Ucraina hanno accelerato ulteriormente questo processo: la pseudo "scelta di civiltà" ucraina ha comportato una vera e propria scelta di civiltà russa, che ha troppe implicazioni per essere pienamente discussa qui, ma una di queste è l'inclusione dell'islam come parte integrante della Russia.

Di per sé, questa accettazione dell'islam come parte della Russia non è una novità. Lo tsar Nicola II, che era un cristiano ortodosso estremamente pio e che è stato glorificato come santo dalla Chiesa ortodossa russa, scelse personalmente la posizione centrale di quella che era allora la più grande moschea d'Europa – proprio nel bel mezzo dell'allora capitale della Russia, San Pietroburgo. Ciò che Putin sta facendo ora è solo la diretta continuazione di ciò che è stato fatto prima di lui.

Eppure, meno di 20 anni, dopo due guerre nei Balcani (Bosnia, Kosovo) e due guerre interne in Russia (entrambe in Cecenia) ben pochi avrebbero previsto che i ceceni musulmani avrebbero combattuto in difesa dei cristiani ortodossi nel Donbass, mentre Putin avrebbe inaugurato la più grande moschea d'Europa solo a un miglio di distanza dal Cremlino. La realtà, naturalmente, è che queste guerre non hanno contrapposto la Russia all'islam, ma piuttosto la Russia a una forma molto particolare di islam wahabita a sostegno saudita – a sua volta, organizzato e controllato dall'Impero anglo-sionista.

La maggior parte dei russi, tra cui lo stesso Putin, è profondamente consapevole della grande differenza tra quello che chiamano "islam tradizionale" e l'islam wahabita/takfiri, e vede quest'ultimo come uno strumento degli Stati Uniti per distruggere i paesi e i regimi che rifiutano di sottoposi all'Impero anglo-sionista.

In Occidente sentiamo per lo più parlare di come i "terroristi islamici" uccidono i cristiani in Siria, gli yazidi in Iraq o anche gli indù in India. In Russia, invece, la gente sente regolarmente di come i terroristi wahabiti uccidono autorità religiose e personalità musulmane (soprattutto nel sud della Russia) e di come i wahabiti considerano tutti gli altri musulmani come infedeli e idolatri. In altre parole, i russi non vedono una "minaccia islamica", ma solo una minaccia "wahabita/takfiri".

Lo stesso vale per la storia. Mentre in Occidente ci viene detto che le crociate hanno visto opporsi "cristianità" e islam, in Russia i cristiani ortodossi ricordano perfettamente che erano insieme ai musulmani sullo stesso lato sbagliato delle Crociate papiste, e molti russi ricordare anche che un papa ha ordinato una "Crociata del nord" per distruggere l'Ortodossia russa. Infine, anche uno sguardo superficiale alla storia dell'Ucraina dice ai russi tutto quello che c'è da sapere su come il Papato ha sempre perseguitato i "foziani scismatici" (il cristianesimo ortodosso) "ad majorem Dei gloriam" (per la maggior gloria di Dio). Al contrario, le relazioni tra cristiani ortodossi e musulmani sono state in maggioranza pacifiche. L'eccezione a questa regola è stato l'impero ottomano, che ha sempre ferocemente perseguitato il cristianesimo ortodosso, ma questo tipo di comportamento è sempre stato una caratteristica ottomana, non musulmana.

Come ha detto il colonnello generale (generale a 3 stelle) Vladislav Achalov, "Православные и Правоверные всегда договорятся!" (Gli ortodossi e i fedeli troveranno sempre un accordo). Aveva ragione. Mentre a livello dogmatico islam e Ortodossia sono fondamentalmente incompatibili (l'islam vede Cristo come uomo, l'Ortodossia come Figlio di Dio e Dio stesso), sul piano culturale e sociale non ci sono affatto incompatibilità. In realtà, le due religioni condividono molti punti di vista comuni, in particolare sulle questioni sociali quotidiane. Non è un caso che la stessa città che ora ospiterà la più grande moschea d'Europa ha anche vietato le sfilate del "gay pride" per i prossimi 100 anni.

I recenti avvenimenti in Medio Oriente stanno avendo il loro impatto sulla Russia. Spesso si può sentire nei media e nella blogosfera russa l'idea che "i siriani stanno uccidendo i terroristi wahabiti a casa loro così non dobbiamo farlo qui" e la maggior parte della gente capisce che il Daesh non è solo un problema per il Medio Oriente, ma anche una minaccia diretta per il Caucaso e l'Asia centrale. Neppure i russi chiamati a prendere decisioni si fanno alcuna illusione su quello che può succedere in Afghanistan. Questo è il motivo per cui hanno trasformato il cosiddetto "ventre molle della Russia" in quello che definirei il "ventre corazzato della Russia".

Tuttavia, mentre i soldati russi e le unità speciali possono uccidere wahabiti a migliaia, nessuna quantità di forza militare può davvero eliminare il wahabismo in sé. Solo l'islam può veramente sconfiggere il wahabismo. L'esempio perfetto di tale realtà è la Cecenia, dove i ​​russi hanno vinto la guerra, ma Akhmad e Ramzan Kadyrov hanno veramente vinto la pace (anche oggi, i ceceni musulmani occupano tutte le funzioni di sicurezza di base in Cecenia, mentre l'esercito federale rimane principalmente come forza di riserva). I russi non hanno alcuna speciale preferenza su quale ramo dell'islam sostenere contro il wahabismo, a patto che si tratti di un ramo tradizionale che non pone una minaccia immediata e grave a tutti gli altri. In Cecenia la maggior parte dei musulmani è  sunnita, gli iraniani e Hezbollah sono sciiti, mentre il regime in Siria è alawi. Per quanto riguarda il paese più vicino alla Russia – il Kazakistan – la maggior parte dei suoi abitanti è costituita da musulmani sunniti. La Russia sta anche esplorando, anche se con difficoltà, la possibilità di forgiare contatti più stretti con la Turchia, anche se gli ottomani sono stati il secondo peggior nemico del cristianesimo ortodosso (dopo il papato, ovviamente).

Il contrasto con l'Impero anglo-sionista non potrebbe essere maggiore. Mentre in Occidente la maggior parte dei leader politici ha scelto di negare che il proprio conflitto attuale è un conflitto che contrappone "l'occidente" contro "l'islam", la macchina della propaganda occidentale (Hollywood, TV, carta stampata, ecc) sta chiaramente demonizzando l'islam e i musulmani in generale. Inoltre, la crisi dei rifugiati in corso in Europa è spesso interpretato come una minaccia culturale "islamica" nell'Europa sia laica sia "cristiana" (in realtà pseudo e post cristiana, naturalmente). I razzisti francesi hanno scelto di darne la colpa "all'islam" trascurando del tutto che neanche i cristiani romeni e zingari sono riusciti a integrarsi nella società francese.

Nell'Unione Europea i politici stanno seriamente chiedendo se il hijab è compatibile con i "valori occidentali". Per i cristiani ortodossi è un gioco da ragazzi: entrate in una chiesa ortodossa tradizionale e vedrete tutte le donne con il capo coperto da qualcosa che assomiglia molto a un hijab. Oppure prendete una tradizionale bambola russa – le famose matrioshke – e vedrete ciò che le donne russo erano solite indossare da secoli prima che le élite russe cercassero di occidentalizzarle: lo stesso hijab. Infine, guardate qualsiasi icona ortodossa della Madre di Dio e guardate cosa indossa e, come avrete indovinato, vedrete qualcosa di molto simile a un hijab moderno. Infatti, le regole della modestia sono quasi le stesse nell'islam e nel cristianesimo ortodosso, così come la preferenza per gli uomini a farsi crescere la barba. Ciò che non vedrete mai tra i cristiani ortodossi è un niqab o un burqa, nemmeno per le monache. Ma questa non è neppure la pratica dei musulmani russi. A questo punto qualcuno inevitabilmente chiederà dell'alcool, quindi tanto vale affrontare subito la questione.

I russi ci tengono ancora al loro alcool, in particolare alla loro amata vodka, e la maggior parte non sarà disposta a rinunciarvi. Ma la maggior parte dei russi è anche ben consapevole dell'effetto devastante che l'abuso di alcolici ha avuto sul popolo russo e sulla società. Quindi, se non altro, fintanto che non sono costretti a rinunciare al loro diritto di bere alcolici, i russi rispettano coloro che, come i musulmani, decidono di non bere. Così, mentre questo argomento solleva una buona conversazione sociale, è in realtà un non-problema, perché i musulmani in Russia non hanno mai cercato di imporre un divieto dell'alcol sui non musulmani. Anche in questo caso, il Tatarstan o la Cecenia non sono l'Arabia Saudita (anche se a Groznyj la vendita di alcolici è strettamente regolamentata, non è vietata come in alcune delle "dry counties" degli Stati Uniti).

L'inaugurazione della nuova moschea centrale di Mosca è il simbolo di un fenomeno molto più grande e più profondo – l'avvicinamento lento ma costante tra gli ortodossi e il mondo islamico, ed è l'espressione di una scelta di civiltà russa che ha finalmente abbandonato ogni illusione di essere parte dell’"Occidente", e che si sta volgendo a sud (Medio Oriente), a est (Siberia e Cina) e a nord (Siberia e Artico) e, in tal modo, tornando alle vere radici storiche di quello che io chiamo il "regno della civiltà russa" – quelle parti del continente eurasiatico coinvolte e influenzate dalla cultura e dalla popolazione russa.

Niente di tutto questo significa che la Russia debba necessariamente essere in alcun modo ostile all'Occidente. Naturalmente, fino a quando gli anglo-sionisti continueranno a sostenere i nazisti in Ucraina e i takfiri in Medio Oriente, e finché continueranno costantemente a danneggiare la Russia economicamente e a minacciarla militarmente, i rapporti resteranno tesi. Ma la maggior parte dei russi preferirebbe un rapporto amichevole e reciprocamente proficuo con l'Unione Europea. Il sogno di una casa comune dall'Atlantico agli Urali ha ancora un sacco di sostenitori in Russia. La triste realtà, tuttavia, è che gli europei sembrano completamente incapaci di lottare, anche per i propri pragmatici interessi nazionali. Il modo in cui l'Unione Europea si è sparata sul piede con le sanzioni contro la Russia, o con l'incredibilmente stupida guerra contro Gheddafi dimostra solo al Cremlino che l'Unione Europea è solo una colonia degli Stati Uniti priva di voce. Sono sicuro che la Russia sarà disposta ad avere un partenariato amichevole con l'Europa se e quando l'Unione Europea progettata dagli USA e la NATO saranno finalmente sostituiti con qualcosa di più europeo. Ma fino ad allora tutto ciò che i russi possono fare è aspettare e partecipare ai molteplici rischi e opportunità presentati dal resto del pianeta. Solo il tempo dirà se il cosiddetto "Occidente" può finalmente abbandonare il suo sogno secolare di soggiogare la Russia in un modo o nell'altro. Tutto ciò che la Russia può fare è prepararsi al peggio e sperare per il meglio, aprendo la sua capitale al mondo musulmano, e tenendo allo stesso tempo a distanza le visite papali e le parate del "gay pride".

Saker

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