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  Lo scandalo della Trasfigurazione

dell'arciprete Stephen Freeman

Pravmir

19 agusto 2016

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Il mio vescovo ha recentemente condiviso la storia di un giovane a cui aveva insegnato alcuni anni fa. Era un ortodosso dall'Estonia. Era cresciuto in epoca sovietica ed era arrivato a odiare tutte le cose russe, tra cui la Chiesa ortodossa. Tuttavia, aveva visto un giorno una processione ortodossa per le strade della sua città, una processione che comprendeva il vescovo russo (che egli odiava, credendolo un agente del KGB). Tuttavia, vide il vescovo circondato di luce. Fu un'esperienza che lo condusse alla fede ortodossa. Si può odiare un uomo, e perfino la Chiesa. Ma l'innegabile gloria di Dio gli ha rivelato ciò che il suo odio non poteva vedere.

La ragione del mio vescovo per condividere la storia non era quella di esonerare la Chiesa russa da qualsiasi iniquità, o cooperazione con l'iniquità. Né era di scagionare il vescovo coinvolto e dichiararlo santo. Era una storia della gloria di Dio, della sua presenza e della sua opera nonostante i nostri difetti e fallimenti. I 12 apostoli scacciavano i demoni, guarivano i malati e curavano i lebbrosi. Da nessuna pare è detto che Giuda non abbia fatto nessuna di queste cose. Senza dubbio, le ha fatte (il che rende il suo tradimento ancor maggiore).

C'era un'eresia nella Chiesa primitiva, che negava l'efficacia dei sacramenti se se questi erano compiuti da peccatori. Il dibattito riguardava in gran parte quelli che, sotto la pressione della persecuzione, avevano in qualche modo negato la loro fede o ceduto alle esigenze dello Stato pagano. È una linea di pensiero facile da mantenere. Se ci viene comandato di essere santi, sicuramente ci sono conseguenze per il mancato rispetto del comandamento. Ci sono di fatto conseguenze entro i canoni della Chiesa, ma queste conseguenze non comprendono un'inefficacia dei sacramenti.

Lo scandalo dell'Incarnazione, Dio che diviene uomo, è l'apparente contraddizione tra il Dio assolutamente trascendente e la particolarità e i limiti dell'esistenza umana. È uno scandalo i cui errori vanno in due direzioni.

In primo luogo, vi è un presupposto che Dio è così dispiaciuto dal peccato che non può avere nulla a che fare con esso, o che il peccato annulla in qualche modo l'opera di Dio. In secondo luogo, vi è una convinzione altrettanto odiosa che gli esseri umani, nella loro osservanza dei comandamenti, sono sempre abbastanza giusti per essere realmente compatibili con la vera santità. Il primo è un errore riguardo a Dio, il secondo un errore riguardo agli esseri umani.

Io sono sempre turbato nel sentire le parole "non c'è grazia al di fuori della Chiesa." Non riesco a capire che cosa significhi una simile affermazione. Dal momento che l'intero universo è sostenuto dalla grazia di Dio, posso solo supporre una sorta di eresia della laicità in tale dichiarazione – l'idea che qualcosa possa esistere senza la grazia di Dio. Per le sue ragioni misteriose, Dio sostiene anche gli angeli caduti con la sua grazia. Se non fosse così, cesserebbero di esistere. Solo Dio ha esistenza in se stesso e da se stesso.

Posso dire "non c'è grazia al di fuori della Chiesa", solo se dico anche che ogni cosa in tutta la creazione è all'interno della Chiesa. In realtà, credo che questo sia vero. La Chiesa è entrata in esistenza quando Dio disse: "Sia la luce". I sacramenti non ci fanno essere ciò che non siamo, ma ci rivelano ciò che siamo veramente. Il battesimo e cresima sono invero richiesti a chi si accosta alla santa comunione, perché sono realtà fondamentali nella medicina dell'immortalità e nel percorso di vita che Dio ci ha dato. Ma la persona che viene battezzata non diventa in qualche modo diversa da ciò che è. Diventa più pienamente umana, più autenticamente ciò che è stata creata per essere. "Lo Spirito Santo completa ciò che manca", si dice nelle nostre preghiere.

Ci sono confini che noi descriviamo come "la Chiesa", ma questo significato si usa per specificare ciò che si identifica con la pienezza della vita in Cristo. La "Chiesa", in questo utilizzo, è "ciò che è riconciliato." San Paolo dice che la fine di tutte le cose è che tutto sia "raccolto in uno in Cristo Gesù." Questa è la Chiesa, alla fine.

Troppo spesso si parla della Chiesa in termini confessionali, si parla di persone che sono riconciliate nella pienezza dell'Ortodossia come se la loro "appartenenza" costituisse la totalità della Chiesa. Ma san Paolo estende la Chiesa a "tutte le cose". Così, l'erba e gli alberi (e certamente la farina e il vino) sono stati riuniti insieme in Cristo. L'eucaristia non è un raduno che intende escludere tutto il resto. Si tratta di un incontro che rappresenta tutto il resto. "Il tuo dal tuo, a te l'offriamo". Che cosa c'è all'interno di tutta la creazione, che non appartenga a Dio? Infatti, i membri della Chiesa che si riuniscono, non lo fanno per sé, ma come "primizie" di Adamo.

E così abbiamo la realtà dei vescovo incandescente che potrebbe essere odiato in Estonia (così come molti altri vescovi potrebbero essere odiati altrove). La trasfigurazione (perché si trattò di questo, in quella processione) della creazione di Dio è semplicemente scioccante per noi. Si tratta di una manifestazione dell'amore di Dio che ignora ogni scandalo, eccetto lo scandalo della mancanza d'amore. È una trasfigurazione che dà luce e che brucia.

Molti provano un certo di conforto nel fatto che la luce trasfigurante di Dio brucia un po'. Tuttavia, il più delle volte brucia gli occhi di coloro che giudicano l'idoneità di chi è trasfigurato. Costoro diventano ciechi proprio in questa maniera.

La trasfigurazione di Cristo potrebbe generalmente essere considerate privo di scandalo. È apparso sul Sacro Monte con Mosè ed Elia – come potrebbero i discepoli non gioire? Ma il testo descrive uno scandalo.

Mentre pregava, l'aspetto del suo volto fu modificato, e la sua veste divenne candida e scintillante. Ed ecco, due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che stava per compiersi a Gerusalemme. (Luca 9:29-31)

Cristo, a sua volta, parlò ai discepoli della sua morte che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme, e Pietro lo rimproverò! Il grande scandalo è sempre lo scandalo della Croce. Non vi è alcun percorso di vera unione con Dio, che non passi attraverso la Croce. Questo è vero, alla fine, per tutti coloro che sono trasfigurati, così come per tutti coloro che sperano di vedere una trasfigurazione.

È degno di nota che il testo greco non dice che Cristo parlava con Mosè ed Elia della sua "dipartita". Il testo la chiama il suo "esodo". Non è una scelta casuale di una parola. Il suo viaggio verso la morte è il grande esodo, il percorso attraverso il Mar Rosso che annega il faraone mistico. È la Pasqua del Signore.

Quella Pasqua è il percorso verso la trasfigurazione. Mosè stesso, dopo la Pasqua, portò il popolo a una diversa montagna sacra. Là ricevette la Legge scritta dallo stesso dito di Dio. Quando scese dal monte, il suo volto era trasfigurato e la gente aveva paura a guardarlo – e gli chiese di indossare un velo.

In Cristo il è viene rimosso, tranne che per coloro che indossano un velo che copre il loro cuore (2 Cor 3). Ma Dio è tanto misericordioso, che a volte toglie il velo in modo che dei giovani arrabbiati per le strade dell'Estonia (ovvero in tutto il mondo) possano vedere la sua gloria e vivere.

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