Рубрика

 

Информация о приходе на других языках

Mirrors.php?locale=ru&cat_id=34&id=205  Mirrors.php?locale=ru&cat_id=34&id=602  Mirrors.php?locale=ru&cat_id=34&id=646  Mirrors.php?locale=ru&cat_id=34&id=647  Mirrors.php?locale=ru&cat_id=34&id=4898 
Mirrors.php?locale=ru&cat_id=34&id=2779  Mirrors.php?locale=ru&cat_id=34&id=204  Mirrors.php?locale=ru&cat_id=34&id=206  Mirrors.php?locale=ru&cat_id=34&id=207  Mirrors.php?locale=ru&cat_id=34&id=208 
Mirrors.php?locale=ru&cat_id=34&id=3944  Mirrors.php?locale=ru&cat_id=34&id=7999  Mirrors.php?locale=ru&cat_id=34&id=8801  Mirrors.php?locale=ru&cat_id=34&id=9731  Mirrors.php?locale=ru&cat_id=34&id=9782 
Mirrors.php?locale=ru&cat_id=34&id=11631         
 

Православный календарь

   

Воскресная школа прихода

   

Поиск

 

Главное

04/10/2023  Scoperte, innovazioni e invenzioni russe  
14/03/2020  I consigli di un monaco per chi è bloccato in casa  
11/11/2018  Cronologia della crisi ucraina (aggiornamento: 3 febbraio 2021)  
30/01/2016  I vescovi ortodossi con giurisdizione sull'Italia (aggiornamento: 21 dicembre 2022)  
02/07/2015  Come imparare a distinguere le icone eterodosse  
19/04/2015  Viaggio tra le iconostasi ortodosse in Italia  
17/03/2013  UNA GUIDA ALL'USO DEL SITO (aggiornamento: aprile 2015)  
21/02/2013  Отпевание и панихиды  
10/11/2012  I padrini di battesimo e il loro ruolo nella vita del figlioccio  
31/08/2012  I nostri iconografi: Iurie Braşoveanu  
31/08/2012  I nostri iconografi: Ovidiu Boc  
07/06/2012  I nomi di battesimo nella Chiesa ortodossa  
01/06/2012  Indicazioni per una Veglia di Tutta la Notte  
31/05/2012  La Veglia di Tutta la Notte  
28/05/2012  Подготовка к таинству Брака в Православной Церкви  
08/05/2012  La Divina Liturgia con note di servizio  
29/04/2012  Подготовка к таинству Крещения в Православной Церкви  
11/04/2012  CHIESE ORTODOSSE E ORIENTALI A TORINO  
 



Главная  >  Сбор текстов  >  Sezione 10
  Domenica 26 novembre 2000 (23a dopo Pentecoste) La parabola del Buon Samaritano (Luca 10:25-37)
Clicca per SCARICARE il documento come PDF file  
Поделиться:

Nel nome del Padre, e del Figlio, e del santo Spirito.

Il Vangelo di oggi ci parla del più grande dei comandamenti, e della storia del Buon Samaritano.

La scorsa domenica, abbiamo letto di due miracoli (la guarigione della donna emorroissa, e la risurrezione della figlia di Giairo), che avevano tanti punti in comune l'uno con l'altro, da poter sostenere che si tratta dello stesso miracolo, per così dire, in due tempi. Anche gli insegnamenti del Vangelo di oggi sono due aspetti della medesima storia. Uno è un aspetto esteriore e morale, che riguarda il nostro comportamento. La parabola del Buon Samaritano ci ricorda come dobbiamo agire da cristiani, provando compassione per chi soffre intorno a noi, di qualunque persona si tratti, perché ciascuno è il nostro prossimo.

C'è un altro aspetto mistico e interiore, accanto a quello che ci insegna la compassione. Che cos'è che ci dà la capacità, la forza di agire con compassione? Com'è che Dio ci permette di vivere una vita cristiana? Possiamo scoprire, studiando attentamente le immagini e i simboli di questo racconto, un significato che i Padri ci hanno spiegato: si tratta niente di meno che del senso e dello scopo della Chiesa

Un uomo della legge (uno di quelli che avrebbero dovuto essere di grande statura morale, ma che spesso andavano dietro alle minuzie della legge più che al suo spirito) cerca di prendere in trappola Gesù. Vuole che Egli dica qualcosa in base alla quale lo si possa accusare. E la domanda "che cosa posso fare per ereditare la vita eterna?" (che di per sé è una delle più nobili domande che un uomo si può porre), in bocca a questo dottore, suona incredibilmente stupida e orgogliosa.

La risposta di Cristo è semplice: fa riferimento alla legge, perché Egli rispetta la legge. Una risposta del genere avrebbe dovuto essere sufficiente per quest'uomo, come avrebbe dovuto esserla per il ricco e i suoi cinque fratelli, che "avevano Mosè e i profeti". La risposta è utile anche per noi in quanto cristiani ortodossi, perché ci fa notare che possiamo essere dei veri esperti nella Santa Tradizione, conoscere tutto dei Santi, del Tipico, e così via, eppure non essere capaci di mettere il nostro cuore, le nostre forze, la nostra mente all'opera nell'amare Dio e il nostro prossimo.

Il dottore della legge, per ironia, SA la risposta giusta, e la dice come un bambino che recita la lezione: addirittura, dimostra di avere ascoltato in precedenza gli insegnamenti di Gesù, perché in nessun punto dell'Antico Testamento si dice esplicitamente di amare "il tuo prossimo come te stesso". La prima parte è una citazione dal Deuteronomio, ma la seconda viene dalle parole di Cristo stesso. Il dottore conosce la risposta giusta, ma non ci crede, perché non lo vive. E le parole del Signore, "fai questo, e vivrai", lo colpiscono nel profondo dell'animo, e provocano la sua reazione. Invece di ringraziare il Signore per una risposta così semplice e senza doppi fini, fa un'altra domanda stupida e orgogliosa: "E chi è, il mio prossimo?"

La storia che Cristo racconta certamente dice al dottore, senza mezzi termini: "Chiunque è il tuo prossimo." Ma ci apre anche un altro orizzonte, di incredibile bellezza e dolcezza: in questa storia, il Signore presenta se stesso, e ci spiega quanto ci ama. In questo piccolo racconto (circa duecento parole) abbiamo l'insegnamento di Cristo il Guaritore, e della Chiesa che continua questo compito di guarigione, per ricostituire la nostra personalità e reintegrarla in Cristo.

La strada da Gerusalemme a Gerico era molto pericolosa (in quei tempi, così come in questi stessi giorni di violenze e di terrorismo...). Era una discesa nel caldo della valle, in una posizione molto meno confortevole di quella di Gerusalemme, che è immagine di salvezza e di pace (nella Bibbia così come nei Padri). È importante ricordare che era una strada in discesa, immagine dei pericoli, delle passioni, e del nostro coinvolgimento nelle debolezze della carne.

Chi è l'uomo? È Adamo, è l'intera razza umana: è ciascuno di noi, nel suo cammino in discesa verso la Gerico della propria esistenza. E i ladri, sono i demoni, che ci strappano di dosso le vesti (ovvero le nostre virtù: ricordate la storia dell'indemoniato gadareno?) e ci colpiscono con le ferite del peccato. Ma non ci uccidono, perché a ciascuno di noi Dio lascia speranza di salvezza.

Il sacerdote e il levita passano oltre: questo dettaglio doveva avere un significato immediatamente comprensibile per il dottore della legge, visto che gli ebrei non volevano contaminarsi toccando un uomo che poteva essere morto. Avrebbero rischiato di essere considerati impuri, di doversi fare bagni di purificazione, e di non poter entrare nel Tempio per un certo tempo. Per chi dà più importanza alla propria posizione che alla vita di un uomo, la lezione è già chiara e severa. Ma c'è un altro significato profondo che ci svelano i Padri, ed è questo: la legge e i profeti non possono cambiare l'uomo! Il problema è troppo difficile: siamo spezzati, feriti, sanguiniamo da ogni parte. E gli altri uomini non possono salvarci. Possono assisterci (soprattutto quanti nella Chiesa hanno avuto questo mandato, e anche tutti gli altri in qualche misure) ma nessun uomo può salvarne un altro. Solo Dio può salvare.

Il samaritano, invece, non passa oltre: sembra che il suo viaggio sia stato fatto proprio per salvare l'uomo, e così è. Il samaritano è lo stesso Gesù Cristo, il nostro Signore e Salvatore. Con la sua Incarnazione, Egli scende per la stessa strada che tutti noi percorriamo, e quando ci vede, ha compassione di noi. Il suo compito sulla terra è stato quello di venire a salvarci, e di aiutarci in ogni modo.

Guardiamo come Cristo ha cura di noi: le fasce alle ferite, su cui vengono versati olio e vino, il viaggio sul cavallo, la locanda. Anche qui ci sono significati profondi: che cosa significa fasciare le ferite? Ricordate la donna del Vangelo della scorsa domenica? Tutti abbiamo dei peccati che, come nel caso della donna emorroissa, continuano a farci perdere sangue e forze. Ma Cristo ci cura, ci aiuta, senza imporci la sua volontà, ma donandoci autocontrollo. Quali che siano i peccati che abbiamo, non ce n'è uno solo che dio non ci aiuti a vincere. Non ne troverete UNO SOLO.

L'olio e il vino si riferiscono alla duplice natura di Cristo, e anche ai due modi con cui Egli agisce: uno "morbido", misericordioso e gentile, come l'olio (pensate agli insegnamenti in cui Cristo ci chiama amici, ci assicura che il suo è un giogo leggero, e che c'è un posto preparato per noi nel cielo); un altro è "aspro", come il vino, e ci richiama nei momenti di follia o di pericolo (come quando Cristo ci ricorda che verrà a giudicare le nostre azioni, e che ci rinnegherà davanti al Padre se noi lo rinneghiamo davanti agli uomini). Tutte le Scritture sono piene di questi due tipi di insegnamenti, di "olio" e di "vino", uniti assieme, come le due nature del Signore.

Il giumento del samaritano è l'Incarnazione, il viaggio che il Signore ha fatto sulla terra, raccogliendo con compassione l'umanità ferita e riportandola alla salute. Ma anche questo non è un viaggio che dura per sempre: così come il samaritano deve ripartire, Cristo non può rimanere a vivere per sempre una esistenza terrena: la partenza è la sua ascensione. Ma l'umanità che soffre è stata portata in una locanda: la Chiesa. Il locandiere (che impersona i vescovi, i preti, i diaconi e quanti altri nella Chiesa sono stati chiamati da Cristo a servire chi ha bisogno di assistenza) riceve dal Signore due monete d'argento (erano quelle stampate sui due lati): le Sacre Scritture (con i due lati della moneta, l'Antico e il Nuovo Testamento) e la Santa Tradizione. Questi sono i mezzi con cui l'uomo trova la verità.

Com'è che il locandiere si "prende cura" del malato? Con tutti i mezzi che ci offre la chiesa, la confessione, il consiglio spirituale, l'insegnamento, la predicazione, le funzioni della Chiesa, le benedizioni, le preghiere. E che Dio conceda ai "locandieri" della sua Chiesa di essere buoni esempi per gli altri. Dovranno servire "fino al ritorno" del Signore, e tutto quanto avranno speso in più del minimo che era stato loro richiesto (anche un singolo bicchiere d'acqua dato a un assetato) Dio non lo dimenticherà.

Capite quindi, fratelli e sorelle, che questa parabola è la nostra storia? Noi siamo l'uomo che sanguina al bordo della strada. Il samaritano, il nostro Signore Gesù Cristo, viene a fasciare le ferite dei nostri peccati, e ci aiuta a smettere di sanguinare. Non si limita a darci leggi e comandamenti, che da soli non possono salvarci, ma viene Egli stesso e ci aiuta, talvolta in modo dolce, come l'olio, talvolta in modo severo, come il vino. E ci guida a riprendere le nostre forze nella Chiesa. Tutto quanto abbiamo da fare noi è affidarci alle sue mani, così come facciamo con qualsiasi medico. E non importa se ci metteremo poco oppure un lungo tempo a guarire: se ci affidiamo alle sue cure, Cristo ci salverà.

Amen.

Поделиться:
Главная  >  Сбор текстов  >  Sezione 10