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  La crisi continua a Rue Daru

dal blog del sito Orthodox England

20 agosto 2015

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Ora nell'Esarcato di Parigi ('Rue Daru') c'è una grande insoddisfazione verso il suo nuovo arcivescovo. Nei blog e nei commenti, le critiche non mancano. Qualunque sia la verità dietro le accuse a volte gravi, una cosa spicca. Ciò di cui i critici dell'arcivescovo Job sembrano non avere alcuna idea è che cosa sia un vescovo (o un liturgista). Parte del comportamento criticato è quello di quasi ogni vescovo del patriarcato di Costantinopoli e di altri vescovi in ​​altre Chiese locali. Non riusciamo a sentirci scandalizzati per questo. Un vescovo che cita i canoni e che si fa guidare da loro è un vescovo normale. L'impressione di alcuni di quelli che si lamentano è di un gruppo di persone vissuto senza canoni per un tempo molto lungo. Dopo tutto, i liberali e modernisti che ora si lamentano sono le stesse persone che hanno perseguitato gli ortodossi ordinari per decenni e li hanno cacciati fuori della Chiesa. Ora stanno soffrendo a loro volta e ora sanno come ci si sente. Non c'è davvero nessuno tanto intollerante quanto un liberale.

Il fatto è che la giurisdizione di Rue Daru ha sempre avuto vescovi deboli, nominati da laici in esilio, in un primo momento da aristocratici (che avevano voluto la Rivoluzione anti-ecclesiale e con essa il potere per se stessi), e in seguito da intellettuali. Che si trattasse del metropolita Evlogij, che era così indeciso che continuava a cambiare giurisdizione, o dei santi ma deboli e apertamente derisi metropolita Vladimir e arcivescovo Georgij (Tarasov), oppure dei vescovi nati in Europa occidentale che li hanno seguiti, l'Esarcato di Parigi non ha mai avuto un vescovo che abbia resistito allo strapotere dei suoi laici, meno di tutti l'arcivescovo Georgij (Wagner), che ha ordinato molti di quelli che ora sono in difficoltà. Ora che la giurisdizione ha un arcivescovo nominato dal patriarca Bartolomeo, naturalmente alcuni al suo interno sono molto insoddisfatti. Il problema è che quando il tuo patriarca ha nominato il tuo vescovo, che è un lealista fanariota, c'è un solo modo per evitarlo, ed è lasciare la sua giurisdizione. In sostanza, ciò che sta accadendo è che la giurisdizione si trova finalmente a dover affrontare la realtà, dopo decenni di fantasia.

Dopo tutto, la giurisdizione di Rue Daru è sempre stata una giurisdizione 'protestante', sia nel senso che la sua élite è composta da persone che protestano (i 'frondisti' e i 'sessantottini', come il protopresbitero Alexis Knjazev era solito chiamarli) e anche nel senso che è composta da razionalisti (come i protestanti). Questo è evidente dal codice di parole mimetizzate con le quali la sua élite si definisce. Per esempio, parlano del loro spirito di 'rinnovamento' (= di fatto, modernismo rinnovazionista pseudo-intellettuale ), della loro combinazione di 'Ortodossia con razionalismo occidentale' (= di fatto, desacralizzazione e decadenza spirituale), della loro 'creatività' (= di fatto, orgoglio condiscendente di coloro che immaginano di essere il centro del mondo, quando in realtà è una moda marginale francese di guardarsi l'ombelico, 'du nombrilisme hexagonal') e naturalmente, del loro 'ecumenismo' (= di fatto, apostasia dalla Tradizione). Sotto molti aspetti, sarebbe molto sensato che i cattolici romani creassero un esarcato russo uniata a Parigi, a cui tali soggetti potrebbero unirsi, in quanto i valori cattolici moderni differiscono poco dai valori protestanti razionalisti.

Si dice che Rue Daru è divisa tra chi vuole rimanere 'russo' e chi è 'aperto' e vuole costruire una 'Chiesa locale'. Che assoluta assurdità! Tutto questo si è già visto 30-40 anni fa sotto l'arcivescovo Georgij (Wagner). Ora è solo autogiustificazione per un'ideologia gerontocratica, che vive su nozioni rimosse dalla realtà (la sobornost, l'essere, la comunione), ed evita costantemente tutto ciò che è praticamente e concretamente ortodosso. Il sogno a occhi aperti della 'costruzione di una Chiesa locale', o meglio, le parole sulla costruzione di una Chiesa locale, puramente secolare e liberale nel suo progressismo, non sta portando da nessuna parte a Rue Daru. Altrove siamo fedeli alla tradizione russa e allo stesso tempo celebriamo nelle lingue locali e veneriamo i santi locali. Non c'è una scelta obbligatoria tra la fedeltà alla tradizione russa e l'essere una Chiesa locale, ma una complementarietà. I modernisti giocano sull'ambiguità dei localismi, appropriandosi di argomenti che richiedono che una Chiesa ortodossa abbia una posizione particolare. E poi abusano di tali argomenti per sostenere che proprio per questo le loro manie laiciste – che sono riusciti a imporre in quella particolare località (Parigi) – dovrebbero essere normative per la Chiesa ortodossa locale.

Tutto questo illustra la crisi d'identità di Rue Daru, una giurisdizione del patriarcato di Costantinopoli, apparentemente di tradizione russa (anche se, come qualcuno mi ha detto, la tradizione russa non è mai rimasta dalla sera alla mattina nella maggior parte dei posti sotto Rue Daru). È greca o è russa? Prima che il suo ex rappresentante in Inghilterra, il vescovo Basil (Osborne), fosse ridotto allo stato laicale, aveva il titolo di vescovo di 'Amphipolis'. Vari burloni hanno presto deformato questo titolo nel vescovo 'anfibio' e nel vescovo della 'ambivalenza'. Scherzi a parte, vi è qui una questione seria. Chi pensiamo di essere? Il clero che conoscevo e con cui ero in contatto a Rue Daru era composto tutto da persone che volevano che Rue Daru tornasse alla Chiesa ortodossa russa, non appena le oscenità politiche in Russia fossero finite. E sono finite da lungo tempo. L'arcivescovo Georgij (Tarasov), l'arcivescovo Sergij (Konovalov), il vescovo Aleksandr (Tian-Shanskij), il vescovo Mefodij (Kulmann), il vescovo Roman (Zolotov), il ​​protopresbitero Alexis Knjazev, l'arciprete Aleksandr Rehbinder, l'arciprete Vsevolod Dunaev, arciprete Igor Vernik, devono rivoltarsi tutti nelle loro tombe di fronte a ciò che sta accadendo oggi. Sarebbero tutti da tempo tornati alla Chiesa madre, insieme con una massa di laici, che non volevano aver parte in alcuna di queste sciocchezze.

Oltre all'ideologia modernista irrimediabilmente antiquata della sua élite (un anacronismo in un mondo post-modernista) Rue Daru ha enormi problemi finanziari. La cattedrale in Rue Daru ha bisogno di due milioni di euro, il Saint Serge sembra essere in bancarotta e la chiesa pre-rivoluzionaria a Biarritz ha bisogno di riparazioni costose. È difficile capire come un tale gruppo sia in grado di mantenere le chiese pre-rivoluzionarie a Firenze e San Remo – anch'esse parte del patrimonio ortodosso russo (non greco) in Europa. Poi c'è il problema di trovare sacerdoti per servire le chiese – sempre più provengono dall'Est Europa e non hanno tempo né comprensione per l'ideologia modernista delle élite o per le sue fantasie liturgiche. Due persone mi hanno detto che un giorno Rue Daru avrà più clero transfuga o spretato che clero in servizio. Ecco il risultato di decenni di semplici ordinazioni non canoniche e di inesperti, inondati di alti riconoscimenti – presumibilmente per aver cacciato e perseguitato fedeli ortodossi. Tutto questo è stato realizzato al fine di costruire un impero giurisdizionale. Per lasciarci con un pensiero, se non otteniamo il vescovo di cui abbiamo bisogno, forse otteniamo il vescovo che ci meritiamo.

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