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  Un appello a essere fedeli all'Ortodossia e all'ellenismo

del sacerdote Ioannis Fortomas

Orthochristian.com, 10 febbraio 2021

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Padre Ioannis Fortomas invita i suoi connazionali greci a essere fedeli a se stessi e alla loro storia, e a non cedere alla pseudo-Ortodossia.

Theodoros Kolokotronis, eroe della guerra d'indipendenza greca. Foto: wikimedia.org

Quando commemoriamo il metropolita nella liturgia, lo facciamo per sottomissione alla sua autorità. La commemorazione del metropolita locale non significa necessariamente le nostre preghiere per la sua salute o longevità, piuttosto è un segno della nostra subordinazione canonica come comunità parrocchiale ed eucaristica a un certo vescovo. I cristiani ortodossi greci devono riflettere attentamente su questo fatto. Continueranno a subordinare se stessi a pastori il cui unico interesse è la dissoluzione dell'ellenismo e dell'Ortodossia e la sua sostituzione con ciò che san Kosmas chiamava "ψευτο ρωμαϊκό" cioè una falsa Ortodossia, un falso cristianesimo, un falso ellenismo? Ora, duecento anni dopo la gloriosa Rivoluzione greca, ancora una volta, siamo chiamati a raccolta a difesa di tutto ciò che è sacro: il nostro cristianesimo, il nostro ellenismo. Lo facciamo armandoci delle armi della fede. A differenza del 1821, queste non sono armi letterali. Sono le armi della pietà, della convinzione, della conoscenza, della verità evangelica. Abbiamo permesso al Patriarcato di Costantinopoli di creare una falsa "Ortodossia" in Ucraina a scapito della Chiesa ortodossa canonica ucraina guidata dal santo metropolita Onufrij. Uno dei falsi "vescovi" [1] riconosciuti da Costantinopoli ha recentemente dichiarato che i fedeli della Chiesa canonica dovrebbero essere "marchiati sull'orecchio" come noi "marchiamo i cani randagi". Quelli della gloriosa generazione del 1821 come Kolokotronis, come Makriyiannis, come Papaflessas non tollererebbero in alcun modo tale ridicolo e tale macchia come questione di principio. Noi abbiamo permesso al Patriarcato di Costantinopoli e ai suoi affiliati di sopravvivere grazie al nostro lavoro e alle nostre fatiche e di creare grazie alle fatiche dei nostri padri e dei nostri nonni una plutocrazia che non ha portato un minimo beneficio all'ellenismo. È mia sincera convinzione che ora i cristiani ortodossi greci debbano votare con i loro piedi [allontanandosi, ndt]. La sottomissione all'ordine del giorno del Patriarcato a Costantinopoli significa solo una cosa: l'Ortodossia ellenica non vivrà abbastanza a lungo da vedere un 300° anniversario della Rivoluzione greca.

In sostanza, il Patriarcato di Costantinopoli, nonostante le sue pretese di persecuzioni da parte delle autorità statali turche, ha goduto di una relativa tolleranza da parte della Turchia negli ultimi tempi. In effetti elogia spesso il governo turco ed è spesso utilizzato dal governo turco come piattaforma di propaganda. La stragrande maggioranza dei fedeli (e quindi del reddito) del Patriarcato sono i greci di Stati Uniti, Australia, Canada, Germania e Regno Unito (greco-ciprioti nel caso di quest'ultimo). Negli ultimi cento anni, il Patriarcato di Costantinopoli ha, in generale, aiutato gli interessi degli alleati occidentali (americani, britannici), dall'occupazione alleata di Costantinopoli fino ai nostri giorni. In cambio, al Patriarcato è stata "garantita" la sua esistenza in Turchia, cioè le potenze occidentali esercitano la giusta pressione sulle autorità turche affinché non facciano quello che hanno fatto nel 1955 (leggete dei "Pogrom d'Istanbul" su Wikipedia) al resto dell'ellenismo di Costantinopoli, i circa 2000 romei rimasti in città: una decimazione ed espulsione.

Come è ben documentato – ed è stato generosamente commentato negli ultimi tempi – il Patriarcato di Costantinopoli confonde i suoi interessi con quelli dell'Occidente. Certamente, potenze occidentali come l'America hanno fatto causa comune con Costantinopoli e le prove della loro cooperazione, soprattutto per quanto riguarda la nascita della falsa "chiesa" scismatica in Ucraina, sono ampie. In effetti, questa informazione è confermata dalle stesse potenze occidentali. Non c'è bisogno di guardare oltre la dichiarazione dell'ex segretario di Stato (Pompeo): "Ho agito su molti fronti contro la Russia, inclusa la libertà religiosa. Mi sono assicurato che gli Stati Uniti sostenessero il riconoscimento internazionale della Chiesa ortodossa dell'Ucraina, aiutassero il metropolita a sfuggire all'influenza russa", che è stato pubblicato su Twitter.

Le potenze occidentali hanno tentato storicamente un "contenimento" della Russia, utilizzando ogni mezzo possibile per questo risultato. Lo fece Napoleone e lo fece Hitler. Il comunismo è senza dubbio un male supremo e avrebbe dovuto essere contenuto e fermato. Tuttavia, per tutti gli anni della mia vita il comunismo aveva già cessato di esistere in Russia. L'URSS è crollata circa 31 anni fa. Il mondo dovrebbe capire che le prime vittime del comunismo sono state proprio il popolo russo e la Chiesa russa. Comunismo: il male supremo di cui la Chiesa russa è caduta vittima, come testimoniano i Nuovi Martiri e Confessori della Rus', la cui memoria abbiamo recentemente celebrato. La Chiesa russa e i fedeli ortodossi russi si sono guadagnati la "priorità assoluta" nelle persecuzioni guidate dal regime sovietico. Mentre l'Occidente continua il suo tradizionale assalto alla Russia, sembra che il Patriarcato di Costantinopoli abbia confuso i suoi interessi sia politici sia ecclesiastici con quelli delle potenze occidentali, e da questo nasce la sua "guerra" alla Chiesa ortodossa ucraina canonica con l'istituzione di una falsa "chiesa autocefala" in Ucraina.

Cosa c'entra con questi eventi la sopravvivenza dell'Ortodossia e dell'ellenismo, in particolare dell'Ortodossia greca o ellenica? È chiaro che i pastori dell'Ortodossia ellenica e le autorità politiche che governano la Grecia – cioè il governo Mitsotákis – ci stanno guidando verso un naufragio di altissimo livello. Questo è abbastanza appropriato da parte loro, è piuttosto "bizantino". Azioni simili furono seguite in altri tempi dal Patriarcato di Costantinopoli che cooperò con l'Impero bizantino – leggete la vita di san Simeone il Nuovo Teologo e scoprirete come le illustri autorità ecclesiastiche del tempo seppellirono le icone del padre spirituale di san Simeone per estinguere la sua venerazione, che consideravano blasfemia. San Simeone fu infine esiliato per aver ricordato al Patriarcato di Costantinopoli verità eterne. Prima di questo, molti sanno bene che lo stesso san Giovanni Crisostomo morì come ex vescovo caduto in disgrazia di quella che oggi è la Chiesa greco-ortodossa, che promosse il suo esilio, causandone infine la morte. Così, San Simeone il Nuovo Teologo scrisse dei vescovi del Patriarcato di Costantinopoli (come se Cristo stesse parlando loro): essi (i vescovi) maneggiano indegnamente il mio corpo e cercano avidamente di dominare le masse... Appaiono brillanti e puri, ma le loro anime sono peggiori del fango e della sporcizia, peggiori persino di qualsiasi tipo di veleno mortale, questi uomini malvagi e perversi! (Inno 58)

In che modo il patriarcato russo è diverso, mi chiedete? Il patriarcato russo non ha mai rivendicato diritti e prerogative non suoi. Non ha mai iniziato a insegnare che è il "primo tra i disuguali" – Costantinopoli lo ha fatto. Nel frattempo, la Chiesa ortodossa russa ha liberamente chiesto scusa per i suoi errori storici. Ne sono un esempio la persecuzione dei vecchi credenti, la prigionia di san Massimo il Greco. Anche la Chiesa russa storicamente si è opposta allo Stato russo. La morte (esecuzione) del metropolita Filippo II di Mosca ne è una testimonianza, così come lo è la morte sospetta (un probabile avvelenamento) del patriarca Tikhon. E di cosa si è mai scusata Costantinopoli? In che modo Costantinopoli o la Chiesa di Grecia hanno mai resistito agli interessi dello Stato quando il loro risultato finale è la distruzione del cristianesimo e dell'unità familiare? Fanno eccezione gli arcivescovi Seraphim e Christodoulos di Atene. Il secondo resistette agli intrighi del Patriarcato di Costantinopoli al punto che quest'ultimo escluse il nome (di Christodoulos) dai dittici.

Poiché Costantinopoli guida l'Ortodossia ellenica, io come sacerdote ortodosso greco – sebbene ora sotto la Chiesa ortodossa russa – non smetterò mai di proclamare che sta portando l'Ortodossia e l'ellenismo verso un precipizio, verso la distruzione e la fine definitiva. Non c'è certo disprezzo in me per la sede in sé. C'è solo un giusto disprezzo per le decisioni degli uomini che occupano quella sede. Invocando l'intercessione di Padri come san Giovanni Crisostomo, san Massimo il Confessore e san Simeone il Nuovo Teologo, mi vengono in mente gli antenati dei greci di oggi che hanno combattuto per uscire dalla schiavitù turca e verso la luce della libertà. Guardatevi intorno e almeno nel segreto dei vostri pensieri interiori e della vostra vita siate onesti con voi stessi: sono questi l'ellenismo e l'Ortodossia per cui furono fucilati, bruciati vivi o arrostiti su fuochi di braci all'aperto?

Nota

[1] Questo "vescovo", Adrian (Kulik) di Shepitivskij, che ha fatto questa dichiarazione su Facebook, ha avuto un percorso piuttosto tortuoso verso la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". È nato il 25 marzo 1972 nella provincia di Khmelnits'kij. Ha studiato per due anni nel seminario teologico di Mosca, dal 1991 al 1993, ma ha continuato i suoi studi nel seminario teologico di Leopoli della "Chiesa ortodossa autocefala ucraina", un'organizzazione scismatica di auto-consacrati. Ha servito a Kiev come diacono, e poi nel 1993 si è trasferito negli Stati Uniti, dove è stato accolto nella giurisdizione della Chiesa Ortodossa d'America (OCA), nella quale è stato ordinato sacerdote. Nel 2001 ha lasciato ufficialmente l'OCA in ragione del suo ritorno in Ucraina. Nel 2002, è entrato a far parte della chiesa autocefala ucraina del Nord e del Sud America e della diaspora, dove dopo la sua tonsura come monaco rassoforo con il nome di Bogdan, è stato consacrato vescovo a New York dai vescovi della chiesa autocefala ucraina del Nord e del Sud America. Nel 2004 è tornato alla chiesa scismatica autocefala ucraina, ed è stato accolto in quella chiesa a Kiev, poi nominato vescovo della diocesi di Cherkassy e Kirovograd. Ha continuato a servire come vescovo di quella chiesa in altre diocesi. A causa di un conflitto di opinioni tra due linee della chiesa autocefala ucraina, è stato tonsurato monaco stavroforo, ricevendo il nome di Adrian, e lo stesso giorno è stato riconsacrato vescovo. Nel 2013 ha cambiato nuovamente chiesa, questa volta il patriarcato di Kiev, ed è stato assegnato come rettore della chiesa di san Giorgio nella città di Khmelnits'kij [pagina di informazioni da Wikipedia].

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