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  "Comunione online": perché no?

di Kirill Aleksandrov

Unione dei giornalisti ortodossi, 15 maggio 2020

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c'è un dibattito in seno alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" su cosa essere o non essere

I "sacerdoti" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" hanno tenuto una "comunione online", "consacrando" il pane e il vino davanti al monitor affinché gli spettatori "si comunicassero". Come dovremmo comportarci di fronte a questo evento?

L'11 maggio 2020, Dmitrij Vajsburd, un "sacerdote" dell'eparchia di Cherkassy della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha tenuto una "liturgia online completa", a cui si sono uniti alcuni altri chierici della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", nonché dei laici di questa organizzazione. Questi ultimi avevano i "doni consacrati" davanti ai monitor e poi si sono "comunicati". Questa è una bestemmia oppure una nuova pratica ammissibile per la Chiesa canonica? Come dovremmo comportarci di fronte a questo evento?

Creatori di una nuova realtà

Per cominciare: chi è Dmitrij Vajsburd?

Secondo il sito web kasparov.ru, è nato nel 1962 a Mosca, ingegnere chimico per istruazione. All'inizio degli anni '90, ha iniziato a impegnarsi in attività politiche nei partiti d'opposizione. È autore di numerosi articoli su varie fonti che criticano l'attuale governo russo. Riferisce della sua vita religiosa su narod.ru.

screenshot del sito vaysburd.narod.ru

Come vediamo, scrive anche di argomenti religiosi. Uno dei suoi articoli è stato persino pubblicato su predanie.ru nella sezione "Blog". Si intitola "Il sacrificio nella storia e nella modernità". Il contenuto dell'articolo è molto controverso, ma termina con le seguenti parole: "È un peccato che non tutti i cristiani siano pienamente consapevoli del fatto che, ricevendo la comunione, prendono parte in tal modo al sacrificio di Cristo, e non a un concerto di musica sacra o a un flash mob raffigurante l'Ultima Cena".

Fino all'autunno del 2019, Vajsburd viveva nel centro di Mosca e faceva riparazioni elettroniche. Tuttavia, alla fine di settembre, ha informato i suoi clienti che sarebbe partito per un tempo indefinito. Alcune settimane dopo, hanno iniziato ad apparire sulla sua pagina Facebook foto di come è stato "ordinato" come "diacono" e "sacerdote" nell'eparchia di Cherkassy della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

screenshot della pagina Facebook di Dmitrij Vajsburd

La liturgia online non è l'unico esperimento di Vajsburd. C'è la sua pubblicazione su ahilla.ru, in cui offre "l'ordine laicale della liturgia di San Giovanni Crisostomo" da lui prodotto.

screenshot di ahilla.ru

Ma Vaysburd non ha avuto la possibilità di sperimentare a lungo. Per il servizio della "liturgia online completa", è stato espulso il giorno successivo, 12 maggio 2020.

uno screenshot della pagina Facebook di Dmitrij Vajsburd

Va sottolineato che una tale reazione del "vescovo ordinario" di Vajsburd, Ioann (Jaremeneko), è apparsa solo dopo che questi esperimenti sono stati notati dalla leadership della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" a Kiev.

Lo stesso Vajsburd ha dichiarato che Jaremenko era a conoscenza delle "comunioni online", ha accettato questo fatto e ne ha dovuto rispondere solo "quando gli sono state poste domande scomode".

screenshot della pagina Facebook di Dmitrij Vajsburd

L'11 maggio 2020 Vajsburd ha "presieduto" la "liturgia online", ma il clamore, o piuttosto il vero scandalo, è stato innescato da un messaggio riguardo al suo "concelebrante", "l'arciprete" Igor' Savva, che era stato accettato nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" dall'ex metropolita Aleksandr (Drabinko) della Chiesa ortodossa ucraina.

foto della "comunione online", sulla pagina Facebook di Igor' Savva

Il portavoce della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" Evstratij Zorja ha scritto sulla sua pagina Facebook: "Il sacerdote Igor Savva di Zaporozh'e, che per qualche motivo ha deciso da solo di condurre tali esperimenti, non appartiene né all'eparchia di Zaporozh'e della Chiesa ortodossa dell'Ucraina (per luogo di residenza) né all'eparchia di Perejaslav della Chiesa ortodossa dell'Ucraina, i cui confini al momento della sua istituzione da parte del Santo Sinodo sono contrassegnati in modo tale da non andare oltre i confini di Kiev e della regione di Kiev". Anche Drabinko ha "rinnegato" Savva, anche se aveva firmato personalmente e pubblicamente un decreto per ammettere Savva nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

il decreto d'ammissione di Igor Savva alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

Argomenti a favore e contro

Persino per la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", la "liturgia online completa" era troppo. Ma questa idea ha catturato l'attenzione di un'altra straordinaria figura religiosa, il diacono di Mosca Andrej Kuraev, che è stato recentemente bandito dal servizio diaconale.

Il 13 maggio 2020, Andrej Kuraev ha pubblicato un messaggio su LiveJournal, in cui ha commentato con approvazione la "comunione online": "Il sacerdote durante una liturgia "virtuale" ha un normale "agnello" sull'altare. Lui stesso prega per questo, ed egli stesso di comunicherà da esso. Ma se il sacerdote con la frase "...e su questi doni qui presentati" prega per il pane che si trova sulle tavole dei suoi fedeli – cosa c'è che cambia radicalmente la situazione? <...> Comunque, questa idea in sé non è teologicamente assurda come sembra all'inizio. Non abbiate fretta a sottoporla ad anatema: la vita è multiforme e ci sono ancora molte pagine di storia ecclesiastica. Ancora una volta: un laico isolato mette un pezzo di pane e una tazza di vino davanti a una videocamera. Allo stesso tempo, il sacerdote nella chiesa (o laddove disporrà il suo antimensio) avvia la Proscomidia, tenendo presente nella sua mente e nella sua preghiera non solo il pane da lui offerto, ma anche quello "a distanza". Il laico sta solo ascoltando le preghiere del sacerdote. Forse, a volte incensa (se ne ha una tale opportunità). E alla fine, sente il sacerdote dire: "con timor di Dio e con fede avvicinatevi". Sono convinto che proverà sentimenti molto più profondi rispetto a una funzione consueta".

Il diacono Andrej Kuraev è un uomo istruito teologicamente, quindi ha dato un esempio storico di "ordinazione" per corrispondenza come argomento per la "liturgia" online. L'incidente avvenne in Cappadocia. Il vescovo Fedro di Amasia desiderava ordinare Gregorio, in seguito chiamato il Taumaturgo, come vescovo di Neocesarea. E poiché quest'ultimo rifiutava risolutamente questo onore, il vescovo Fedro celebrò la cerimonia della sua "ordinazione" in assenza di Gregorio. Tuttavia, il diacono Andrej Kuraev non ha ritenuto necessario menzionare che questa azione era stata percepita da tutti, e principalmente dallo stesso Gregorio il Taumaturgo, solo come un segno di Dio, a testimonianza della chiamata celeste di san Gregorio a vescovo. E la sua effettiva consacrazione fu compiuta poco dopo dallo stesso Fedro di Amasia. Tutto ciò fu descritto in dettaglio da san Gregorio di Nissa.

I sostenitori della "comunione" online pongono le domande giuste per giustificare la loro posizione:

"Preghiamo che questo pane e questo vino diventino il corpo e il sangue di Cristo e ci rendano parte di lui affinché diventiamo il suo corpo. Questa preghiera non "opera" a distanza? Forse le onde radio (WiFi) o l'uso di oggetti elettronici sono un ostacolo alla nostra unificazione intorno a Cristo, al suo corpo e al suo sangue vivificanti?" (Igor Savva).

"La presenza fisica è necessaria per la preghiera e il miracolo?" <...> Se un sacerdote prega "Signore, inviaci il tuo aiuto", questi "noi" per i quali prega dovrebbero essere gomito a gomito con lui? <...> E se il sacerdote prega "Signore, manda il tuo Spirito Santo su di noi", questi "noi" dovrebbero essere non oltre un raggio di cento metri? <...> Il sacerdote può consacrare qualcosa a distanza?" (Diacono Andrej Kuraev).

I critici della "comunione" online per lo più ridicolizzano questa pratica, paragonandola alla "ricarica" ​​dell'acqua attraverso la televisione proposta da Anatolij Kashpirovskij e Alan Chumak nell'era della perestrojka, o semplicemente la chiamano assurda, senza spiegare il perché. Ed è necessario spiegare perché oggi siamo sorpresi dalla "piena liturgia online", e domani potrebbe rivelarsi la prossima finestra di Overton che troviamo aperta. Dopotutto, la Chiesa sta usando abbastanza ampiamente la trasmissione online di servizi di culto e questo non è considerato un falso. Allora perché i sacramenti su Internet dovrebbero essere visti come profanazione? Forse questo sarà solo il prossimo passo nello sviluppo della nostra coscienza religiosa? Perché no? In verità, "lo Spirito soffia dove vuole..." (Gv 3:8).

Perché i sacramenti online sono impossibili

Ora ci sono discussioni sulla "comunione online" principalmente nel mezzo degli scismatici, dei quali tutti i "sacramenti" non sono comunque validi. Ma ci sono persone nella Chiesa canonica che guardano con simpatia a questi esperimenti, specialmente durante il periodo della quarantena, quando non tutti i credenti possono andare in chiesa. Cosa possiamo dire loro?

I sostenitori della "comunione online" chiedono: "È possibile che una persona riceva la comunione alla Liturgia senza la sua presenza fisica in chiesa?" E rispondono: "Sì, lo è".

Ma andiamo oltre e poniamo la seguente domanda: "È possibile che una persona riceva la comunione senza pane o vino?" Anche a questa domanda dobbiamo rispondere: "Sì, lo è". I resoconti di come gli angeli abbiano dato la santa comunione sono contenuti nella vita di santi antichi (san Pafnuzio) e moderni (san Serafino di Vyritsa).

Proseguiamo quindi nel nostro pensiero e poniamo un'altra domanda: "È possibile unirsi a Cristo (salvezza, eredità del Regno di Dio) senza ricevere affatto i sacramenti?" E anche a questa domanda dobbiamo rispondere in senso affermativo. Per esempio, nella vita dei santi quaranta ,artiri di Sebaste, c'è una storia di come uno tra quei soldati che sorvegliavano i santi martiri nel lago ghiacciato, di nome Aglaio, si tolse le vesti e corse nel lago con un grido: "Anch'io sono cristiano" quando vide corone luminose che scendevano su di loro. Nell'antica Chiesa esisteva persino il concetto di battesimo sanguinis (battesimo di sangue), quando i santi martiri erano persone che credevano in Cristo e accettavano il martirio per la loro fede ma non avevano ricevuto nessuno dei sacramenti. Tali casi sono piuttosto numerosi, per non menzionare il fatto che il primo uomo a rientrare nel paradiso riaperto, il buon ladrone, era anch'egli uno che non aveva ricevuto alcun sacramento.

E qui arriviamo al fatto che, in primo luogo, questi casi eccezionali non possono essere resi una regola generale. In secondo luogo, la salvezza di una persona senza i sacramenti non annulla i sacramenti stessi e non li trasforma in una determinata convenzione, come la "comunione online", in assenza o in altro modo. In altre parole, il sacramento e la salvezza (il fine ultimo di tutti i sacramenti) non sono la stessa cosa. Sì, Dio può salvare una determinata persona senza specifiche condizioni o azioni esterne, ma solo per disposizione del suo cuore. Ma lo stesso Dio ha stabilito i santi misteri come sacramenti che devono essere eseguiti dalle persone appropriate (che hanno la santa ordinazione), nel modo appropriato e usando gli elementi appropriati (pane, vino, olio, acqua, ecc.).

Per esempio, il rito della Liturgia dice: "Il sacerdote prende una prosfora con la mano sinistra, la santa lancia con la mano destra e benedicendola tre volte sul sigillo, dice..." Questo significa che deve letteralmente prendere in mano la prosfora, tenere la lancia con l'altra mano ed eseguirvi sopra il rito. Questo non può essere fatto virtualmente o mentalmente o in altro modo. E senza di questo, il sacramento non può essere compiuto.

In questo contesto, le parole del diacono Andrej Kuraev suonano piuttosto divertenti: "...un laico isolato mette un pezzo di pane e una tazza di vino davanti a una videocamera. Allo stesso tempo, il sacerdote nella chiesa (o laddove disporrà il suo antimensio) avvia la Proscomidia, tenendo presente nella sua mente e nella sua preghiera non solo il pane da lui offerto, ma anche quello "a distanza"."

E cosa accadrà se il sacerdote tiene presente nella sua "mente e preghiera" tutto il pane "a distanza", cioè nei negozi, nelle panetterie, nelle mense e così via? Sarebbe fantastico, tutti "si comunicherebbero"! Magari, lasciamo che un patriarca celebri l'eucaristia mantenendo nella sua "mente e preghiera" tutti coloro che "si uniscono a lui online". Quindi i sacerdoti non sarebbero affatto necessari.

Pertanto, l'affermazione che il Wi-Fi non può essere un ostacolo allo Spirito Santo e simili è solo un esercizio verbale da equilibristi o da giocolieri, con domande retoriche ed esempi storici male interpretati. Come già accennato in precedenza, ogni sacramento dovrebbe essere eseguito solo in quel modo, da quelle persone e in quelle circostanze che Dio stesso ha stabilito. La deroga o l'adattamento alle nostre moderne capacità tecniche trasforma i sacramenti in profanazioni. È positivo che la direzione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", in particolare Evstratij Zorja, lo capisca. Ora i membri di questa organizzazione dovrebbero capire che se il sacramento non può essere compiuto su Internet, non può neanche essere compiuto da una persona che non ha un'ordinazione canonica. Infatti, i motivi dell'impossibilità di entrambi gli atti sono gli stessi.

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