Rubrica

 

Informații despre parohia în alte limbi

Mirrors.php?locale=ro&cat_id=35&id=205  Mirrors.php?locale=ro&cat_id=35&id=602  Mirrors.php?locale=ro&cat_id=35&id=646  Mirrors.php?locale=ro&cat_id=35&id=647  Mirrors.php?locale=ro&cat_id=35&id=4898 
Mirrors.php?locale=ro&cat_id=35&id=2779  Mirrors.php?locale=ro&cat_id=35&id=204  Mirrors.php?locale=ro&cat_id=35&id=206  Mirrors.php?locale=ro&cat_id=35&id=207  Mirrors.php?locale=ro&cat_id=35&id=208 
Mirrors.php?locale=ro&cat_id=35&id=3944  Mirrors.php?locale=ro&cat_id=35&id=7999  Mirrors.php?locale=ro&cat_id=35&id=8801  Mirrors.php?locale=ro&cat_id=35&id=9731  Mirrors.php?locale=ro&cat_id=35&id=9782 
Mirrors.php?locale=ro&cat_id=35&id=11631         
 

Calendar Ortodox

   

Școala duminicală din parohia

   

Căutare

 

In evidenza

04/10/2023  Scoperte, innovazioni e invenzioni russe  
14/03/2020  I consigli di un monaco per chi è bloccato in casa  
11/11/2018  Cronologia della crisi ucraina (aggiornamento: 3 febbraio 2021)  
30/01/2016  I vescovi ortodossi con giurisdizione sull'Italia (aggiornamento: 21 dicembre 2022)  
02/07/2015  Come imparare a distinguere le icone eterodosse  
19/04/2015  Viaggio tra le iconostasi ortodosse in Italia  
17/03/2013  UNA GUIDA ALL'USO DEL SITO (aggiornamento: aprile 2015)  
21/02/2013  Funerali e commemorazioni dei defunti  
10/11/2012  Naşii de botez şi rolul lor în viaţa finului  
31/08/2012  I nostri iconografi: Iurie Braşoveanu  
31/08/2012  I nostri iconografi: Ovidiu Boc  
07/06/2012  I nomi di battesimo nella Chiesa ortodossa  
01/06/2012  Indicazioni per una Veglia di Tutta la Notte  
31/05/2012  La Veglia di Tutta la Notte  
28/05/2012  Pregătirea pentru Taina Cununiei în Biserica Ortodoxă  
08/05/2012  La Divina Liturgia con note di servizio  
29/04/2012  Pregătirea pentru Taina Sfîntului Botez în Biserica Ortodoxă
 
11/04/2012  CHIESE ORTODOSSE E ORIENTALI A TORINO  
 



Pagina principală  >  Documente  >  Sezione 11
  Primo rapporto dalla situazione latino-americana

dal blog The Vineyard of the Saker

12 ottobre 2014

Clicca per SCARICARE il documento come PDF file  
Răspândește:

Cari amici,

Come vi ho già accennato, stiamo lavorando alla creazione di un blog latino-americano di Saker. Il responsabile sta organizzando un team internazionale di volontari (se siete interessati, vi prego di inviarmi un'e-mail) e vi dirò che dai miei scambi con questa persona ho grandi speranze per il blog latino-americano di Saker. Non solo questo aggiungerà un pubblico enorme alla nostra comunità, ma, come io credo fermamente, l'America Latina è estremamente importante per il futuro della resistenza anti-imperialista e anche per il futuro del pianeta. Non è un caso che la Russia stia profondendo un enorme e costante impegno nello sviluppo di legami con l'America Latina.

Il blog latino-americano di Saker non è ancora pronto, ma le persone che vi lavorano mi hanno inviato un primo rapporto della situazione latino-americana e spero che questo aspetto possa diventare una caratteristica costante del mio blog. In altre parole, ci sarà un blog latino-americano di Saker e un regolare rapporto della situazione latino-americana in inglese su questo blog. In altre parole, questo sarà una grande mole di lavoro per i volontari che lavoreranno su questo e voglio esprimere il mio entusiasmo e la mia più profonda gratitudine a tutti loro.

Infine, vorrei aggiungere che gli autori di questo rapporto della situazione sono tutti locali, molti di loro con forti opinioni politiche, e sono partecipanti attivi nei processi politici nei loro paesi. Per quelli di voi che potrebbero non condividere le loro opinioni politiche dirò questo: se questa non è la voce con cui vi trovate d'accordo, ricordatevi che è la voce del movimento anti-imperialista locale. Sì, è una voce chiaramente schierata politicamente, e trovo che questo sia un enorme vantaggio e non un problema, perché non credo che ci sia una cosa come "l'oggettività": l'oggettività è un'illusione che impedisce alla gente di vedere la verità. Quando il responsabile del blog latino-americano di Saker mi ha "avvertito" dicendomi: "io sono un chavista impegnato". la mia risposta è stata "fantastico! Questo è esattamente quello che stavo cercando ":-)

Spero che troverete interessante questo primo rapporto della situazione .

Saluti,

Saker

* * *

Alcuni avvertimenti, saluti e suggerimenti: Premessa

Speriamo che questo sarà il primo di molti rapporti sulla situazione latino-americana. Saker ci ha dato una preziosa occasione di parlare e offrire la nostra visione sulle storie attuali dello sviluppo nel nostro continente.

I media maggioritari, come tutti sappiamo, hanno fatto un lavoro ben noto disinformando, deformando e distorcendo gli ultimi 15 anni di risveglio dell'America Latina, la sua importanza fondamentale e il ruolo fondamentale nella costituzione del Sud del mondo (un'entità globale non-geografica) e negando il soggetto storico che è stato il nervo centrale del cambiamento epocale latino-americano: i poveri della terra, come li ha chiamati il patriota e apostolo cubano José Martí.

Le dinamiche dell'America Latina sono profondamente intrecciate, e qualsiasi situazione in uno qualsiasi dei suoi paesi ha un effetto influente sul resto delle nazioni. Così è stato per secoli: l'effettivo processo di riunificazione spirituale, la costituzione di opinioni politiche comuni in materia di commercio, relazioni esterne, cooperazione militare e di sicurezza; la rinascita di una comune storia del continente e delle presenti sarà sempre legato al primo ciclo di indipendenza e al suo progetto di liberazione rinviato (tradito). E anche la lotta comune (e globale) per la speranza, la dignità, l'uguaglianza e la giustizia nei nostri termini e i mezzi per arrivarci, non sono diversi da quelli dei popoli di qualsiasi altro posto al mondo.

È un processo complesso e squilibrato che implica questioni locali e situazioni diverse e miste; la lotta non è nella stessa fase in posti come il Messico, l'Honduras e la Colombia (con governi pienamente allineati con il diktat imperiale anglo-sionista), in Brasile e in Argentina, o nelle nazioni dell'ALBA dall'altro lato, ma anche a questo livello, per diversi motivi, abbiamo a che fare con una nazione continentale che a causa degli interessi inglesi e nordamericani ha fatto effettivamente causa comune con i "caudillos" locali e con l'egoismo monetario e ha accoltellato alle spalle i progetti politici unificatori del Libertador per tutto il XIX secolo.

Gli ex generali liberatori sono divenuti signori della guerra locali, o proprietari terrieri sotto piccoli appezzamenti mutilati di nazioni "indipendenti" separate, oligarchiche, bipartisan (democrazia "rappresentativa" conservatore / liberale) invece della comunità immaginata latino americana che aveva promesso riforme agrarie: le stesse nazioni che decenni dopo sarebbero diventate fornitori di risorse naturali per potenze capitaliste centrali (soprattutto Stati Uniti e Gran Bretagna). Le nostre ricchezze agiscono ancora come una benedizione e come una maledizione.

Su questi argomenti e sul loro significato nel presente momento storico dell'America Latina ci ritroveremo costantemente nella necessità di tornare al luogo in cui tutto ebbe inizio (ancora una volta).

Ma per il momento, cerchiamo di dare qualche (lungo) caveat "operativo" su alcuni termini, fattori e concetti che ritorneranno sempre alla ribalta:

La caratterizzazione dell'anglo-sionismo fatta da Saker funziona con la stessa precisione in ogni territorio che si identifica con la resistenza all'impero (Russia, Siria, Zimbabwe), ma accanto allo profondo imperiale, l'1% egemone, ci sarà sempre un altro giocatore chiave e alleato subordinato permanente: i burattini oligarchici regionali, con la loro retorica, il loro sfondo storico (eredi diretti degli improduttivi "hidalgos" spagnoli trasformati nell'élite locale creola con le stesse caratteristiche improduttive e parassite, che si sono "evoluti" nel corso dei secoli e sono divenuti la classe medio-alta delle istituzioni politiche ed economiche contemporanei), i complici passivo dell’'occupazione nazionale fino a questo giorno. La classe dirigente che ancora oggi si considera proprietaria delle terre e vive in tutto il continente.

- Non esiste una cosa come il sottosviluppo. Le oligarchie locali non sono state davvero in grado di diventare esse stesse una classe produttiva in grado di passare attraverso le rivoluzioni borghesi capitaliste, ma questo non significa affatto che, in quei luoghi in cui gli interessi stranieri avevano bisogno di costruire infrastrutture di base necessarie per sfruttare le risorse naturali dell'America Latina, non abbia avuto luogo una "riforma capitalista", che si è concentrata solo sull'estrazione, mettendo da parte le manifatture e le industrie, la riforma agraria o le politiche sociali centrate sulla maggioranza.

Quindi, in un certo senso, il capitalismo periferico ha sviluppato percorsi estrattivi che facilitassero la strada delle risorse verso basi di potere metropolitane. Quindi una versione traumatizzata, malformata, totalmente dipendente del capitalismo ha fatto quello che intendeva fare. Abbiamo avuto un contro-sviluppo. Ci hanno detto che il nostro sarebbe stato solo un destino di fornitori, di miniere – mai di nazioni. Dalle repubbliche oligarchiche del XIX secolo fino alla fine delle riforme neoliberali del XX secolo (e i debiti esteri) così doveva essere. Finché Hugo Chávez in un primo momento ha vinto le elezioni venezuelane nel 1998, e qualche anno più tardi Luiz Inácio "Lula" da Silva in Brasile e Nestor Kirchner in Argentina sono saliti entrambi al potere e hanno iniziato un processo comune per portare i nostri paesi e i nostri popoli fuori dall'inferno neoliberista. Il primo importante passo comune è stato preso a Mar de la Plata (Argentina) nel 2005, dove ha avuto luogo il IV Vertice delle Americhe, e questi tre giocatori chiave hanno contrastato in un terreno comune l'Accordo di libero scambio dell'America latina con gli Stati Uniti.

Questi movimenti politici guidati da Chávez, Lula e / o Nestor Kirchner (e Cristina Fernández); Evo Morales, Rafael Correa o Salvador Sánchez Cerén esprimono un nuovo paradigma sulla strada dell'America Latina verso la reale liberazione e indipendenza: questi sono movimenti di ampia base, movimenti dal basso, con massicce mobilitazioni popolari che hanno coinvolto formazioni politiche con punti di vista differenti e differenti caratteristiche sociali: insieme con le organizzazioni politiche tradizionali come i sindacati (Brasile), i partiti tradizionali di sinistra (con l'eccezione trotskista) i movimenti indigeni, i militanti popolari, la partecipazione e la leadership sovranitaria (Chávez), le comunità organizzate dei quartieri poveri e la cittadinanza comune disgustata dal decadimento politico, hanno consolidato mezzi elettorali per raggiungere il potere senza violenza: vere e proprie rivoluzioni democratiche, rivolte democratiche pacifiche. Un cambiamento epocale. (E anche il trionfo storico di Salvador Allende: una rivoluzione elettorale pacifica).

Dalla metà del XX secolo, il paradigma rivoluzionario latino-americano era quello della Rivoluzione cubana, uno dei più importanti punti di svolta del secolo scorso, in tutto il mondo: fronti di liberazione nazionale di ampia base accanto a movimenti armati che avrebbero preso il potere con mezzi militari impostando le condizioni per radicali (e rapide) trasformazioni politiche ed economiche. L'attuale paradigma politico si è evoluto dall'esperienza cubana fino a questa fase, e ogni paese latino-americane sarà sempre in debito di gratitudine per ciò che la Rivoluzione cubana ha compiuto nel passato e nel presente, dando competenze in vari campi urgenti di necessità umana come i programmi di assistenza sanitaria, la lotta contro l'analfabetismo e così via. L'accordo di cooperazione Cuba-Venezuela del 2004 sintetizza questa continuità storica, confermando un centrale e rinnovato ruolo di Cuba negli eventi reali.

Per coloro che potrebbero trovarsi un po' estranei a ciò che è stato appena detto (soprattutto a causa delle campagne di demonizzazione classiche durate 50 anni), la polemica sulla Cuba di Fidel Castro può essere riassunta in due importanti fatti a livello mondiale (entrambi correlati all'Africa):

- La battaglia di Cuito Cuanavale in Angola nel 1987 dove le truppe (e i mezzi corazzati) di Cuba e del movimento popolare di liberazione dell'Angola hanno dato il colpo militare decisivo al Sud Africa dell'apartheid portato la dittatura sudafricana alla prima grande sconfitta strategica, ponendo le basi per liberazione di tutta l'Africa del Sud (Namibia, Mozambico, Zimbabwe) e il crollo definitivo dell'apartheid.

- Lo scorso 2 ottobre, una brigata medica cubana (165 medici) è arrivata all'aeroporto internazionale di Freetown in Sierra Leone per contrastare la diffusione di Ebola in Africa occidentale. Potete semplicemente notare il contrasto evidente con la "risposta" militarizzata occidentale di ricerca w distruzione per "combattere" il virus Ebola.

Al momento stiamo attraversando una nuova ondata di tentativi interconnessi di restaurazione oligarchica con un terreno comune con i metodi anglo-sionisti mescolati con le repliche dei fantocci locali. I movimenti di restaurazione dall'interno possono essere riassunte in due tendenze principali (con le loro differenze locali) che si scontrano e possono essere così schematizzate: ex istituzioni politiche bipartisan tradizionali (partiti conservatori e socialdemocratici, aristocrazia dei sindacati: giocatori della realpolitik) e un turbo-capitalismo emergente collegato alla finanza, movimenti anti-politici neofascisti connessi a livello globale con altre forme di potere fattuale (potere mediatico, Chicago Boys / squali di Wall Street, rivoluzioni "colorate", Open Society Foundation di Soros, movimenti di "cittadinanza globale" e ONG di vario genere, per lo più addestrate e finanziate da NED/USAID, ma anche sponsorizzate dall'UE), cosa che descrive anche l'intreccio organico della classe dirigente storica latino-americana (il modello esattamente contrario a quello dell'unità) come serva della potenza egemone anglo-sionista.

Tuttavia, queste mode apparenti o tendenze politiche condividono lo stesso obiettivo e possono concorrere senza troppi problemi fino al punto in cui una delle due ha possibilità o condizioni più favorevoli per rovesciare il campo della liberazione.

Si può dire lo stesso, in parte, sulla composizione interna dei movimenti di resistenza, nessuno dei quali è privo di ogni sorta di contraddizioni politiche.

In ogni caso, entrambi condividono lo stesso programma politico generale: da un lato, come parte dell'opzione multipolare (i BRICS) e dall'altro il Consenso di Washington con la sua dottrina gonfiata di shock e soggezione, capitalismo disastroso, ecc .

Gli oligarchi hanno anche imparato dalle loro diverse e continue sconfitte tattiche, adeguandosi al contesto attuale, mimetizzandosi in movimenti "dal basso" popolari (astroturfing), ipocriti discorsi "progressisti", false preoccupazioni sociali, sviluppo di strategie che copiano comportamenti altrui nel posizionarsi politicamente con un travestimento "pueblo" (popolare). E parallelamente a questo, media a tutto spiano, guerra economica e guerriglie. E questo è il punto in cui ci troviamo adesso.

Un suggerimento finale per i lettori da altre latitudini: il conservatorismo latino americano, convenzionale e generale, non può essere associato automaticamente ad altre forme di posizioni conservatrici in altri luoghi: non ha nulla a che fare con i punti di vista conservatori tradizionalisti, o qualsiasi altra forma che si oppone all'impero e all'oppressione: è per lo più legato allo status quo economico combinato con una falsa morale cattolica (più o meno simile al franchismo) e non ha nulla a che fare con la reale salvaguardia spirituale del meglio dell'anima delle persone. C'è anche una forma popolare (dal basso) che fa appello a papi demagogici, come Giovanni Paolo II e l'attuale efficace narcotico (latinoamericano) Francisco I.

Ma anche, nel corso della storia, un'altra forma di cristianesimo ha trovato terreno fertile assumendo un ruolo indispensabile e indiscutibile nella lotta del popolo per la giustizia, la libertà, l'uguaglianza, la dignità e i diritti della natura: dai gesuiti delle missioni paraguaiane ai teologi della liberazione, come Camilo Torres Restrepo, Elder Cámara , Leonardo Boff come figure di prima linea che rappresentano una miriade di anonimi preti e suore basati tra i bassifondi e i contadini, che partecipano delle sofferenze e delle lotte della gente comune e povera.

La fede sarà sempre correlata con le lotte politiche in America Latina, non c'è questa separazione tra spiritualità e giustizia concreta, terrena. Se, come è a volte detto, Dio è morto in Occidente, questa, al contrario, è la terra del realismo magico, e contro a ciò che è di solito visto come una metafisica di dipendenza tropicale, di fatto lotta proprio per l'opposto, come essenza di ogni vera forma di fonte culturale e spirituale di dignità, identità e resistenza. Abbiamo imparato il rispetto di sé.

E in questo momento ci troviamo in lotta comune per il tempo: il tempo che deve essere utilizzato per la reinvenzione. I paradigmi di sinistra/destra, liberali/conservatori sono insufficienti.

Si spera che ci sia anche il tempo di affrontare tutti questi temi e argomenti. Ma a questo punto abbiamo urgente bisogno di entrare nel cuore della vicenda: il rapporto sulla situazione dell'America Latina basato su fatti diretti del tempo presente. Il rapporto sarà centrato sulla situazione venezuelana e brasiliana. Nel prossimo futuro vi invieremo un altro rapporto basato su Argentina, Ecuador e Bolivia.

Venezuela: un'ondata di violenza politica

Durante tutto il 2014, il Venezuela bolivariano ha subito tutte le possibili azioni di destabilizzazione. L'altra faccia dei media egemonici anglo-sionisti si è vista nel primo trimestre dell'anno, specialmente dopo l'opposizione del 12 febbraio, "La Salida" (l'uscita), una mobilitazione guidata dalle figure politiche di Leopoldo López (un esemplare di pura razza oligarchico-anglo-sionista), María Corina Machado (la nostra Julia Timoshenko in versione "creola") e Antonio Ledezma, uno dei (molti) sindaci di Caracas comunemente noto come "il vampiro" o "nonno mostro", un ben nota figura dell'establisment pre-chavista, può quasi essere descritta, in generale, nel modo esattamente contrario: dove CNN & co. Hanno detto che la "dittatura" di Nicolas Maduro ha brutalmente represso angelici studenti liberi, si può perfettamente parlare di violenti tentativi di movimento colorato composti da una facciata di studenti come carne da cannone, infiltrati da elementi della criminalità organizzata e "sicari" paramilitari colombiani, che hanno eseguito un ben preparato e progettato tentativo di cambio di regime basato sulla violenza politica, sulla guerra informativa (ricordate che il Venezuela ha già subito un colpo di stato postmoderno sostenuto dagli USA nel 2002, con una spuria dittatura di 47 ore sconfitta dalla rivolta di strada, che ha riportato il Comandante Chávez a riprendere il suo mandato costituzionale) e sulla guerra economica, con tattiche di guerra irregolare che hanno coinvolto omicidi selettivi, un aumento artificiale dei rapimenti e delle rapine comuni, utilizzando la criminalità organizzata e diverse specie di attività estere.

Laddove i media maggioritari parlano di crisi economica, potreste perfettamente parlare di tensione economica artificialmente prodotta, nell'ambito di un'azione multidimensionale che implica il sabotaggio produttivo, programmi di contrabbando massiccio di beni di prima necessità (che vanno dagli articoli di bellezza ai beni alimentari di base della dieta – deformata – venezuelana) attraverso il confine Venezuela-Colombia direttamente ai supermercati colombiani, speculazioni sui prezzi, accaparramento controllato, svalutazione della moneta, eccessive importazioni di cibo che si oppongono a un apparato produttivo agricolo consolidato, e la maggior parte di queste aree sono sviluppi ipertrofici di veri e propri punti ciechi o punti deboli economici.

L'attività economica del Venezuela fino a oggi è ancora concentrata sul petrolio, e ne è dipendente al 95%. Dalla metà del XX secolo, i proventi del petrolio sono sempre stati il nervo centrale della ben nota ricchezza del Venezuela (che ha anche le più grandi riserve di petrolio greggio al mondo). E gli oligarchi anglo-sionisti sono ancora forti sul fronte finanziario ed economico.

Quindi entrambe le situazioni spiegano la cornice del conflitto su cui avviene la guerra venezuelana per la liquidità.

Il 1 ottobre scorso un rappresentante del partito chavista (Partito Socialista Unito del Venezuela o PSUV, fondato da Chávez), il ventisettenne parlamentare Robert Serra, e la sua compagna e assistente María Herrera, sono stati brutalmente assassinati nella loro casa nella località di La Pastora di Caracas, uno dei quartieri operai (chiamati barrios) e uno dei più noti bastioni politici del chavismo. Sono stati legati e accoltellati più volte, portando una vasta commozione nell'opinione pubblica del Venezuela e dell'America Latina.

Serra era il più giovane deputato dell'Assemblea Nazionale (il parlamento venezuelano) e una stella nascente della politica come rappresentante della nuova generazione chavista (cresciuto e formato durante il chavismo). In quel momento era il capo investigatore legislativo dello scandalo Lorent Saleh: una vasta, rigogliosa cospirazione che coinvolge diverse figure di alto livello politico dell'opposizione "politica" di destra, uomini d'affari e anche un ampio ramo colombiano apertamente correlato all'uribismo (dal nome dell'ex presidente colombiano Álvaro Uribe Velez, strettamente collegato alle politiche militari e transnazionali della Casa Bianca). Il (delirante) Álvaro Uribe è di gran lunga il portavoce internazionale più francamente anti venezuelano, con un ruolo attivo provato in ogni cospirazione che ha tentato di estromettere il chavismo dal potere e dall'esistenza.

Dopo la morte di Serra, l'intossicazione mediatica è aumentata, uccidendo simbolicamente la memoria di Serra e promuovendo la storia di un omicidio interno, un caso di crimine e comune, in alcuni casi celebrando o giustificando apertamente l'assassinio di Serra e di Herrera in un tentativo di "spoliticizzazione" che cerca di imporre la retorica del crimine comune e la favola dello "stato fallito", come unica causa del delitto. La stessa procedura ha avuto luogo lo scorso aprile quando un'altra figura chiave politica e storica è stata brutalmente assassinata: Eliécer Otaiza, uno dei leader militari che hanno partecipato alla prima insurrezione militare di Chávez nel 1992, che è diventato un attivista sociale popolare e consigliere comunale di Caracas quando è stato assassinato. Entrambi gli omicidi si sono verificati nei momenti politici di minore ostilità.

Quest'ultima settimana ha testimoniato anche un confronto armato tra un presunto "colectivo" e la polizia investigativa scientifica del Venezuela. I colectivos, per farla breve, sono organizzazioni sociali popolari emergenti, soprattutto nei barrios principali della città, che combinano quotidianamente l'attivismo sociale locale con (alcune) strutture di autodifesa armate per lo più contro il traffico di droga e altre attività delle bande della criminalità organizzata nei luoghi in cui si svolge la loro attività sociale. Questo può essere fatto risalire agli anni pre-Chávez, dove dovevano anche usare tattiche di auto difesa contro la polizia e la violenza para-poliziesca nel recente passato. Non c'è mai stato un confronto aperto con il governo bolivariano, anche se in certi momenti i rapporti non sono andati così bene. Il pezzo di George Ciccariello-Maher dà una buona descrizione di ciò che sono i colectivos e del loro effetto sulla pasiche terrorizzata degli oligarchi per i lettori di lingua inglese. (Naturalmente, per i media anglo-sionisti, i colectivos sono la forza paramilitare del chavismo e nient'altro).

Colectivos sono una linea fondamentale di difesa della popolazione operaia nei barrios e nelle comunità, ma condividono anche punti deboli e incongruenze in cui gli infiltrati di alcune organizzazioni criminali si travestono da attivisti sociali, cosa che dà loro copertura per attività criminali o infiltrazioni di ogni tipo. Questo tipo di gruppi non è la maggioranza, e "comodamente" è stato questo tipo di colectivos che ha ottenuto il ruolo principale in una copertura mediatica con la sua versione completa, fatta in casa e "definitiva" di quello che stava succedendo. Da diverse fonti, tra cui quelle ufficiali, abbiamo appreso che questo gruppo era in gran parte composto da ex poliziotti legati all'estinta Polizia Metropolitana, simbolo della forza di sicurezza sottoproletarizzata  che ha avuto un ruolo attivo, tra altri atti illeciti, nel colpo di stato dell'aprile 2002.

In un esito tragico, cinque dei suoi membri sono stati uccisi (tre membri della polizia scientifica erano stati precedentemente rapiti, e sono stati salvati in seguito). Ma la copertura mediatica suggerisce altri particolari: 1) il leader e portavoce del colectivo ha dato diverse dichiarazioni avvisando che riterrà responsabile di tutto ciò che è accaduto il ministro degli interni, della giustizia e della pace, 2) i morti erano sotto inchiesta per due casi di omicidio e non avevano alcun rapporto con i reali colectivos, 3) un segretariato di un colectivo ha dichiarato su Twitter di sostenere le azioni che sono state intraprese, 4) quattro immagini pubblicate il 4 settembre 2013 sull'account Twitter del leader del "colectivo"  lo mostrano con alcuni esponenti politici di spicco del governo, cosa che è stata interpretata dai media come un complotto di conflitto interno del governo bolivariano, con la nostra stessa filiale dei "patrioti dell'urrà" che fino a un certo punto estendono il loro sostegno a questa specie. Guerra di informazione a pieno ritmo.

Funzionari di sicurezza hanno informato inoltre che non vi è alcuna relazione tra l'omicidio di Serra e il confronto di giovedì 7. Ma la tempistica era evidente.

Alla sera del 9 ottobre, aggiungendo la beffa al danno, un guerriero da tastiera/Twitter del Sud della Florida @federicoalves (laureato in economia a Harvard e attivista di Amnesty International, il massimo della "civiltà") ha postato "immagini trapelate" dei corpi di Serra e di Herrera presso l'obitorio in un infame tentativo di farne delle immagini del momento. Diversi anonimi e alcuni account conosciuti hanno postato alcune delle immagini prima di essere immediatamente sospesi da Twitter. Un'aggressione simbolica molto suggestiva che implica un ampio messaggio e che dà il tono di come sono disposti a distorcere le cose.

Al funerale di Robert Serra, il presidente Nicolás Maduro ha detto: "Cerchiamo sempre la pace, anche se piangiamo, anche se feriti, ma con la certezza che non ci porteranno alla guerra".

La corsa alle elezioni presidenziali brasiliane e l'ascesa e la caduta della Terza Via

Ancora una volta, come è successo negli ultimi 12 anni, la sinistra e la destra tradizionale brasiliana combatteranno l'una contro l'altra al secondo turno delle elezioni presidenziali, il 26 ottobre. Dalla parte della presidente Dilma Rousseff, ci sono più di 43 milioni di brasiliani (41,59%) che hanno votato per la continuazione dei benefici sociali ed economici che hanno  trasformato completamente il paese – noto in passato per il suo enorme divario sociale e povertà. Da parte di Aécio Neves (33,55%), è il riflesso puro della vecchia oligarchia del Brasile, sostenuta dal mercato e dai media.

Ma questo scenario, che in un primo momento appare lo stesso delle altre tre volte (2002, 2006 e 2010) che hanno affrontato il Partito dei Lavoratori (PT) ed i socialdemocratici (PSDB), ha il gusto aggiuntivo della comparsa di ciò che è stato chiamato la "Terza Via" in Brasile, incarnata dalla fuoriuscita dal PT, Marina Silva. Come è accaduto in molte cosiddette "primavere spontanee" e con i politici del "nuovo flusso" in tutto il mondo, e con esempi diretti anche in Venezuela e Argentina, i movimenti "Open Society" di George Soros, un modo per rendere la destra più appetibile, hanno guadagnato terreno in questa recente elezione sudamericana.

E, per capire perché i voti di Marina, più di 23 milioni, e la sua traiettoria durante la campagna, sono così importanti per questo secondo turno, è obbligatorio guardare il non così lontano passato: il giugno del 2013.

Quella che era stata in un primo momento la protesta studentesca contro le alte tariffe degli autobus nella città di São Paulo, ben presto si è sviluppata in dimostrazioni su larga scala in tutto il paese, stimolate da scene di repressione violenta da parte della polizia di Stato, controllata dal governatore Geraldo Alckmin, uno dei principale strateghi del PSDB. Per la cronaca, è stato rieletto ieri al primo turno, anche se c'è una crisi idrica a São Paulo (ha annunciato che il razionamento dell'acqua sta cominciando oggi) e un numero scandaloso di omicidi nella polizia, un organismo di "sicurezza" noto per la sua crudeltà.

Dopo la ferocia a São Paulo, si è sviluppata un'apparente ondata di malcontento, e milioni di persone sono scese in piazza. Mentre i media privati​​, in Brasile e fuori, hanno celebrato il "risveglio" dei brasiliani, si sono aperte le porte dell'inferno. Tutti i pezzi di una reazione molto ben costruita, ancora una volta, ispirata dalle "rivoluzioni" fantoccio di George Soros, si sono collocati al proprio posto. In primo luogo, alcuni video su YouTube hanno iniziato a piantare i primi semi tra il pubblico straniero, insieme a un'intensa attività di social media. Questo video, di nome #ChangeBrazil, ha ottenuto oltre un milione di visualizzazioni.

Quasi immediatamente, slogan di destra come "Abbasso la politica", e "uccidete la sinistra" sono emersi da quei manifestanti "pacifici", la cui divisa ufficiale erano i colori della bandiera brasiliana, un tradizionale codice conservatore. Chiunque indossava abiti rossi o sembrava di sinistra è stato prontamente attaccato. Scene di caos completo sono scoppiate in città come Brasilia, la capitale del Brasile, dove il ministero degli esteri stava per essere bruciato, se non fosse stato per le forze di sicurezza locali.

Più tardi, il presidente Dilma Rousseff ha affrontato la nazione in un discorso aperto in TV, riuscendo a calmare le acque, dopo settimane di distruzione. Ha promesso cambiamenti e ha chiamato il popolo a partecipare a una profonda riforma della struttura politica – l'unico modo per affrontare i principali problemi che il paese deve ancora affrontare. Da allora, molti politici hanno lavorato per legarsi alle proteste di giugno, sostenendo che, più che un dispiacere puro per come stavano le cose, la popolazione voleva mandare fuori il PT. L'ambasciatrice principale di questa ondata è stata Marina Silva.

Leader di un movimento chiamato "Rede" (Rete, o Web), è riuscita a costruire una piattaforma politica sostenuta da elementi apparentemente amichevoli agli ex elettori del PT, delusi dal governo di Dilma. Con un approccio neo-hippie-tecnologico, abbinato all'ambiente, a Internet e alla gioventù, Marina si è presentata come l'unica che potrebbe "rompere" la "polarizzazione" tra PT e PSDB – seguendo rigorosamente la Scuola di Soros. Ha anche avuto il "vantaggio" di essere nata povera, nelle viscere della giungla amazzonica – un perfetto esempio di qualcuno che aveva tutte le ragioni per fallire, ma ha avuto successo.

Ma non è riuscita a formare un partito, a causa della mancanza di firme. Sconfitta, ha accettato di unirsi a Eduardo Campos, un leader politico di primo piano – che, come lei, era una volta parte del governo petista – nella corsa presidenziale. Essere sua vice-presidente era meglio di niente, deve aver pensato. Tuttavia, avevano solo l'8% negli exit poll, molto indietro rispetto a Aécio e Dilma. Nel 2010, quando Marina ha corso come presidente con il Partito dei Verdi (PV), ha ottenuto quasi il 20% dei voti, rimanendo terza. Poi, la mattina del 13 agosto, l'aereo di Campos, con lui e i suoi consiglieri politici, si è schiantato nella città di Santos. Tutti i passeggeri e l'equipaggio sono morti. Successivamente, Marina è stata scelta come capo della candidatura del PSB (il partito di Campos).

Un incidente o un complotto ben progettato per cambiare la maledizione delle elezioni? Non poche persone hanno subito sentito l'odore di Washington e i tentacoli dell'anglo-sionismo nella morte di Campos, come il giornalista investigativo statunitense, Wayne Madsen. "Silva è propagandata come candidata della 'Terza Via' del Brasile. La terza via è un movimento internazionale che è stato usato dai politici aziendali, molti dei quali finanziati da Soros, per infiltrarsi e prendere in consegna i partiti storicamente laburisti, socialisti e progressisti", ha ricordato.

Sergio Massa, candidato in Argentina, e ben note ONG per i diritti umani come Provea in Venezuela potrebbero servire come altri esempi.

In un primo momento, nella campagna presidenziale brasiliana, il piano della Terza Via ha avuto successo. Secondo gli exit poll (un oggetto chiave di manipolazione in questa elezione, che sarà discusso più avanti) Marina sarebbe stata appena dietro Dilma al primo turno e avrebbe battuto il presidente nel secondo. I media e i mercati non hanno potuto nascondere la loro gioia, e allo stesso tempo hanno scaricato tutte le loro armi contro la candidatura del PT.

Tuttavia, mentre la campagna si sviluppava, l'incompetenza di Marina nel camuffare le sue vere intenzioni (oltre alla sua totale sottomissione ai leader delle chiese evangeliche, personaggi conservatori molto influenti nella politica brasiliana), e una forte discussione programmatica delle idee del PT in TV e per le strade, hanno drenato questa bolla artificiale. E ancora, il mercato e i media hanno reagito, facendo quello che sanno fare meglio: le speculazioni. Ritraendo uno scenario caotico, i giornali hanno urlato che il Brasile sta sprofondando in un'inflazione galoppante e in una mancanza di crescita, anche se la disoccupazione rimane a un minimo storico, i 4%, e la crescita del PIL dovrebbe raggiungere lo 0,7% nel 2014.

(Come ha sottolineato Paul Krugman, il "culto dell'inflazione" è molto usato come arma di ricatto da parte del mercato. Prima del primo turno elettorale, il dollaro USA è cresciuto da 2,24 reais ai 2,45 dei primi di settembre. Un giorno dopo il voto, il mercato ha "celebrato" l'ascesa di Aécio restituendo la moneta al suo vecchio valore).

Ben presto, a fine settembre, Marina era fuori dal gioco. Proprio come l'hanno usata, l'hanno scartata. L'unica possibilità praticabile per battere il PT era affidare il lavoro al vecchio socio, il PSDB, che, anche se ha perso forza nel panorama politico brasiliano, incarna un programma conservatore, senza alcun senso di colpa. La maggior parte dei manifestanti di giugno, il cui slogan principale puntava verso il rovesciamento del governo, ha già il proprio candidato preferito.

E poi, ci sono i sondaggi. Ieri, i giornalisti delle principali catene televisive hanno finto sorpresa quando sono stati diffusi i risultati del primo turno. Perché i non sondaggi avevano mostrato un panorama così diverso prima? Come poteva Aécio vincere così tanti voti in un tempo così breve? L'esempio delle elezioni governative a São Paulo è chiaro e simbolico: il candidato del PT è apparso all'8% sui sondaggi, mentre domenica ha vinto il 16% dei voti totali. Che cosa sarebbe successo se la popolazione di São Paulo avesse saputo di questa situazione prima? Certo, il risultato avrebbe potuto essere molto diverso.

Giovedi 2 ottobre, quando ha avuto luogo l'ultimo dibattito televisivo tra i candidati alla presidenza, Aécio ha rilasciato un'intervista allegra e "messianica" dicendo che era sicuro del suo posto al secondo turno. E, appena tre giorni prima delle elezioni, quando ancora nessuno era sicuro al 100% del suo secondo posto, ha previsto che domani, Martedì 7, un sondaggio lo mostrerà in testa per diventare il prossimo presidente del Brasile. Alla fine, non è né fiducia né magia: solo il vecchio modo che attacca di nuovo, con le sue altrettanto vecchie tattiche.

* * *

Domani ci saranno le elezioni presidenziali in Bolivia, ed Evo Morales è il favorito.

* * *

Il 7 ottobre 2012 è stato l'ultimo massiccio trionfo elettorale di Chávez. 13 vittorie su 14 processi elettorali in 14 anni. Pepe Escobar ha scritto un buon pezzo su cosa significassero quelle elezioni. Eccone un altro sulla morte di El Comandante. È di due anni fa.

Chávez vive, la lucha sigue.

 

Răspândește:
Pagina principală  >  Documente  >  Sezione 11