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  Il nazionalismo ucraino: le sue radici e la sua natura

dal blog The Vineyard of the Saker

24 febbraio 2014 (giorno del colpo di stato in Ucraina)

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PARTE PRIMA: Un'escursione preliminare nella storia antica

Innocenzo III

1204 - La crociata orientale di papa Innocenzo III

La maggior parte della gente crede erroneamente che le crociate siano accadute solo in Medio Oriente e che fossero dirette solo contro l'Islam. Questo è falso. Infatti, mentre la scusa ufficiale per l'imperialismo occidentale a quel tempo era di liberare la città di Gerusalemme dagli "infedeli musulmani", le crociate erano anche finalizzate a sterminare o a convertire i "greci scismatici", vale a dire i cristiani ortodossi. L'episodio più noto di questa crociata anti-ortodossa è il sacco di Costantinopoli da parte dei crociati nel 1204, durante la Quarta Crociata, in cui la città fu sottoposta a tre giorni di saccheggi assolutamente grotteschi, razzie e massacri da parte dei "cristiani" occidentali che saccheggiarono e incendiarono chiese, monasteri e conventi ortodossi, violentarono monache sugli altari delle chiese e insediarono perfino una prostituta sul trono patriarcale. Questa effusione di odio genocida non fu certo uno scherzo del caso, ma fu una delle prime manifestazioni di qualcosa che sarebbe diventato un elemento centrale della mentalità e dell'ideologia della Chiesa latina.

Vi è, tuttavia, un altro episodio non meno importante nella storia dell'odio latino per la Chiesa ortodossa, che è molto meno conosciuto.

Gregorio IX

1242 - Le crociate del Nord di papa Gregorio IX

A differenza del suo predecessore, che aveva diretto i suoi soldati verso la Terra Santa, papa Gregorio IX aveva un'idea molto diversa: voleva convertire i "pagani" del Nord e dell'Est Europa alla "vera fede". Nella sua mente, la Russia ortodossa era parte di queste "terre pagane" e pure i cristiani ortodossi erano pagani. Il suo ordine ai cavalieri teutonici (i successori spirituali dei franchi che avevano saccheggiato e distrutto Roma) era di convertire o di uccidere tutti i pagani che avrebbero incontrato (questo ordine genocida era molto simile a quello dato da Ante Pavelic alle sue forze contro i serbi durante la seconda guerra mondiale: convertire, uccidere o espellere). Nella maggior parte dei libri di storia papa Gregorio IX si è guadagnato un nome istituendo l'Inquisizione papale (che non è mai stata abolita, tra l'altro), quindi è non sorprende che questo galantuomo non fosse in vena di mostrare alcuna pietà per i "greco-scismatici". Questa volta, però, le orde del papa si trovarono di fronte a un difensore formidabile: il principe Aleksandr Nevskij.

La "scelta di civiltà" di sant'Aleksandr Nevskij

Sant'Aleksandr Nevskij

Anche prima di affrontare i crociati del papa, Aleksandr Nevskij aveva già dovuto respingere una precedente invasione della Russia da parte dell'Occidente – il tentativo di invadere la Russia settentrionale da parte del regno svedese - che sconfisse nel 1240 alla famosa battaglia della Neva. Non meno importante, tuttavia, è il fatto che Aleksandr Nevskij non fu in grado di sconfiggere l'invasione mongola da Oriente e così fu posto di fronte a ciò che può essere definito unicamente come una scelta di civiltà: capì che la Russia non poteva combattere il papato ed i mongoli allo stesso tempo, quindi la scelta era semplice: sottomettersi a uno e resistere all'altro. Ma a chi doveva scegliere di sottomettere la Russia?

Il principe Aleksandr (che in seguito sarebbe stato glorificato come santo dalla Chiesa ortodossa russa) era veramente un uomo profondamente pio, aveva una profonda conoscenza della Sacra Scrittura e ricordava le parole di Cristo, quando gli chiesero se gli ebrei dovevano pagare le tasse ai Romani: "Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio" (Matteo 22:21) e "e non temete coloro che uccidono il corpo, ma non sono in grado di uccidere l'anima: temete piuttosto colui che è in grado di distruggere l'anima e il corpo nella Geenna" (Matteo 10:28). Aleksandr, che era molto ben informato delle politiche dei suoi nemici, sapeva che l'unico obiettivo dei mongoli era di imporre tasse ai russi, ma che essi non avevano alcun desiderio di convertire qualcuno o di perseguitare la Chiesa. Al contrario, i mongoli putativamente "selvaggi" rispettavano la Chiesa e il suo clero e non li perseguitarono mai. Al contrario, i crociati avevano l'ordine specifico di convertire o uccidere tutti i cristiani ortodossi che avrebbero incontrato, come i latini avevano fatto molte volte prima, e come avrebbero fatto molte volte in seguito. Così il principe Aleksandr Nevskij scelse di sottomettersi al khan mongolo e di combattere i crociati, che sconfisse nella famosa battaglia del lago ghiacciato nel 1242.

La Russia occidentale occupata, caduta della seconda Roma, crescita di Mosca

L'Ucraina occupata nel XIV sec.

Dopo essere stato sconfitti dalla Russia due volte, i leader occidentali rinunciarono temporaneamente ai loro piani di invasione, ma la vittoria russa chiaramente non rese il popolo russo e la cultura russa cari alle élite occidentali. Com'era prevedibile, la successiva ondata di invasioni da ovest ebbe inizio nei primi anni del XIV secolo e durò fino al 1385, quando l'Unione di Krewo suggellò l'unione di Polonia e Lituania. In quel momento tutta quella che sarebbe stata chiamata in seguito "l'Ucraina" era stata completamente conquistata dai latini.

Nel 1453, la caduta della Roma in Oriente, Costantinopoli, segnò la fine della "seconda Roma" e la fine della civiltà romana, che era sopravvissuta alla caduta di Roma di ben 1000 anni (l'Impero Romano d'Occidente cadde nel 476 d.C., l'Impero Romano d'Oriente cadde nel 1453).

I latini cercarono di sottomettere il mondo ortodosso con un attento mix di minacce e di promesse di aiutare Costantinopoli contro gli ottomani nella cosiddetta falsa unione di Firenze, ma fallirono, e Costantinopoli alla fine cadde per opera degli eserciti di Mehmet il Conquistatore. Così, Mosca divenne la "Terza Roma", l'ultimo regno cristiano ortodosso libero, l'erede della civiltà romana. Mosca da questo momento divenne il punto focale dell'odio papista per il cristianesimo ortodosso. Il prossimo attacco occidentale giunse nel 1595 e fu davvero devastante.

Clemente VIII

1595: papa Clemente VIII concepisce l'Ucraina

Alla fine del XVI secolo, la maggior parte della Russia occidentale era stata ormai occupata dai latini per due secoli (XIV-XVI), un pariodo pari a quello in cui la Russia orientale era stata sotto il giogo mongolo (XIII-XV sec.). Com'era prevedibile, la situazione dei contadini cristiani ortodossi sotto l'occupazione latina era a dir poco terribile. Ai fini pratici, erano schiavi, come spiega Israel Shahak nel suo fondamentale libro, Jewish History, Jewish Religion:

Per molte cause, la Polonia medievale rimase arretrata nel suo sviluppo rispetto a paesi come l’Inghilterra e la Francia; una forte monarchia di tipo feudale – ma ancora senza istituzioni parlamentari – vi si era formata solo nel XIV secolo, in particolare sotto Casimiro il Grande (1333-1370). Subito dopo la sua morte, cambiamenti di dinastia e altri fattori portarono a un rapido sviluppo del potere dei magnati nobili, e quindi anche della piccola nobiltà, tanto che dal 1572 il processo di riduzione del re a figura simbolica e l’esclusione di tutte le altre casate non nobili dal potere politico erano praticamente completi. (…) Questo processo era stato accompagnato da uno svilimento della posizione dei contadini polacchi (che erano stati liberi nel Medioevo), fino al punto della servitù della gleba assoluta, difficilmente distinguibile dalla schiavitù a titolo definitivo e sicuramente la peggiore in Europa. Il desiderio dei nobili nei paesi vicini di godere del potere del pan polacco sui suoi contadini (tra cui il potere di vita e di morte, senza alcun diritto di appello) è stato determinante per l’espansione territoriale della Polonia. La situazione nelle terre 'orientali' della Polonia (Bielorussia e Ucraina) – colonizzate da contadini asserviti di recente – era la peggiore di tutte.

In effetti, le élite locali erano state più che felici di apostatare e di vendersi all'occupante polacco per godere dei privilegi dello schiavismo (prima di allora la Russia non aveva mai conosciuto la servitù della gleba!), mentre i contadini asserviti restavano ostinatamente attaccati alla loro fede (cosa interessante, questo è anche il periodo della storia in cui è nata la giudeofobia ucraina – leggete Shahak per i dettagli). Qualcosa doveva essere fatto per trovare una "soluzione" a questo "problema" e, guarda caso, la trovò un papa (Clemente VIII): la conversione forzata dei cristiani ortodossi locali alla chiesa latina, la cosiddetta Unione di Brest. Iniziò così un lungo periodo di feroce persecuzione dei contadini ortodossi per mezzo degli sforzi combinati della nobiltà polacca, dei loro sorveglianti ebrei e, in particolare, dei gesuiti, che giustificavano qualsiasi atrocità sotto lo slogan "ad majorem Dei gloriam" (per la maggior gloria di Dio ). Un uomo, in particolare, si distinse nella persecuzione dei cristiani ortodossi: Josafat Kuntsevich (la cui biografia si può leggere in questo testo: Il Vaticano e la Russia). Kuntsevich – che fu poi linciato da una folla di contadini – fu sepolto nella basilica di San Pietro a Roma, vicino – non scherzo – alle reliquie di san Gregorio il Teologo e di san Giovanni Crisostomo (!). I latini chiamano ancora questo assassino di massa "martire per Cristo" (leggete qui una tipica agiografia papista di Kuntsevich) ed è ancora molto rispettato e ammirato tra i moderni nazionalisti ucraini. E posso capire perché – è stato durante questi anni di occupazione e di persecuzione che è stata creata la moderna "Ucraina", forse non ancora come territorio, ma sicuramente come entità culturale.

L’etnogenesi della “nazione ucraina”

Le nazioni, come gli individui, nascono, vivono e muoiono. Infatti, come Shlomo Sand ha così brillantemente dimostrato nel suo libro L'invenzione del popolo ebraico, le nazioni sono davvero delle invenzioni, delle creazioni. Di fatto, il XX secolo ci ha mostrato molte nazioni inventate ex nihilo, dal nulla (per evitare di offendere qualcuno o di andare fuori tema, non farò esempi, ma Dio sa che ce ne sono molti). Una "nazione" non ha bisogno di avere profonde radici storiche e culturali, non ha bisogno di avere una storiografia legittima, e di fatto, tutto quello che serve per "creare una nazione" è una certa quantità di persone che si identificano come comunità – tutto il resto può essere creato / inventato più tardi. Così l'argomento di alcuni russi che non esiste una cosa come la nazione ucraina è fondamentalmente sbagliato: se ci sono abbastanza persone che identificano se stesse come "ucraini", allora esiste un distinto "popolo ucraino". Non importa affatto che non vi sia traccia di quella nazione nella storia o che i suoi miti fondatori siano ridicoli, fintanto che un'identità comune e distinta è condivisa dai suoi membri. E da questo punto di vista, l'esistenza di una nazione ucraina fondamentalmente diversa da quella russa è una realtà innegabile. E questo è un immenso successo della Chiesa latina, che è innegabilmente riuscita nel suo desiderio di strappare i russi occidentali dalle loro radici storiche e di creare una nuova nazione: gli ucraini.

Per inciso, ma penso che sia un inciso importante, vorrei sottolineare che i mongoli hanno svolto un ruolo altrettanto cruciale nella creazione della nazione russa moderna. Dopo tutto, quali sono i "pilastri fondatori" della cultura russa? La cultura degli slavi prima della cristianizzazione della Rus' nel X secolo? Sì, ma in minima parte. La continuazione della civiltà romana dopo la caduta della seconda Roma? Sì, in una certa misura, ma non fondamentale. L'adozione della fede cristiana, dopo il X secolo? Sì, sicuramente. Ma lo *Stato* russo, che nasce dal piuttosto piccolo Granducato di Mosca, è stato definitivamente plasmato dalla cultura e dall'arte di governo mongola, non da Bisanzio o dall'antica Rus'. Non sarebbe sbagliato dire che l'antica Rus' di Kiev alla fine ha dato i natali a due nazioni distinte: una ucraina, generata dall'occupazione papista, e una russa, generata dall'occupazione mongola. In questo senso la dichiarazione russofoba del marchese de Custine "Grattez le Russe, et vous verrez un Tartare" (grattate il russo e ci troverete sotto un mongolo) è corretta. Allo stesso modo, però, direi che si potrebbe dire "grattate l'ucraino, e ci troverete sotto un papista".

A questo punto non voglio continuare a delineare la storia dell'Ucraina, perché penso di avere spiegato chiaramente la mia tesi: la nazione ucraina è il prodotto del millenario odio del papato verso il cristianesimo ortodosso. Proprio come il giudaismo rabbinico moderno non è davvero niente di più che un anti-cristianesimo, la moderna identità nazionale ucraina è fondamentalmente incentrata su un timore e un odio rabbioso, assolutamente irrazionale e paranoico, della Russia. Con questo non voglio affatto dire che tutte le persone che vivono in Ucraina partecipino a questa russofobia isterica, ma i nazionalisti hard-core ne partecipano sicuramente. E questo punto è così cruciale che ho sentito di dover fare questa lunga digressione nella storia antica per spiegarlo.

Devo aggiungere una cosa: la Chiesa latina ha subito enormi cambiamenti nel XX secolo e anche i suoi gesuiti si sono da tempo allontanati dalle tradizioni e dalle idee dei loro predecessori della Controriforma. Anche se l'odio dei cristiani ortodossi e dei russo esiste ancora in alcuni ambienti latini, è in gran parte stato sostituito da un desiderio di "incorporare", o di inglobare la Chiesa ortodossa nel papato per mezzo del cosiddetto "dialogo ecumenico". Per quanto riguarda gli ordinari fedeli cattolici romani – questi semplicemente non hanno alcuna idea di questa storia che, ovviamente, non è mai stata loro insegnata.

L'obiettivo finale del papato è sempre lo stesso – la sottomissione al papa. Ma i metodi e le emozioni sono cambiati: un tempo vi erano l'odio e il terrore, ora c'è un "dialogo d'amore". Tra i nazionalisti ucraini e gli uniati, però, la mentalità praticamente non è cambiata. Da persone del calibro di Stepan Bandera al suo successore moderno, Dmitro Jarosh, leader del settore destro, i nazionalisti ucraini hanno mantenuto l'odio omicida di Josafat Kuntsevich, da cui si capiscono alcune delle dichiarazioni folli fatte da queste persone.

Ora dobbiamo fare salto nel tempo di 3 secoli e guardare alle radici del fascismo e del nazionalsocialismo nel XX secolo. Dobbiamo fare questo salto non perché questi secoli non siano stati importanti per l'Ucraina – lo sono stati, e molto – ma per motivi di spazio e di tempo. La caratteristica fondamentale del periodo di tempo che saltiamo è fondamentalmente l'ascesa al potere della Russia, che divenne un impero sotto Pietro I, e il corrispondente indebolimento degli stati polacco e lituano, che finirono per essere completamente occupati dalla Russia in varie occasioni.

PARTE SECONDA: fascismo, nazionalsocialismo e le loro diverse radici

Tipicamente ci insegnano che la seconda guerra mondiale ha visto la vittoria delle "potenze alleate" contro le "potenze dell'Asse". Anche se non sbagliate, queste categorie sono spesso confuse. Per esempio, secondo Wikipedia, la Francia e la Jugoslavia erano parte delle Potenze alleate. Questo, naturalmente, dipende da quale regime si considera come legittimo: quello di Pétain o di de Gaulle? Quello di Pavelic, di Tito o di Mikhailovich? Inoltre – ha davvero senso assimilare l'Unione Sovietica all'Impero Britannico e agli Stati Uniti? Che dire di Pétain, Hitler e Hirohito? Beh, erano alleati, senza dubbio, ma erano entità molto diverse e la loro alleanza era soprattutto contro nemici comuni, piuttosto che il risultato di una vera parentela. Ciò è particolarmente vero per gli alleati di Hitler in Europa: Mussolini, naturalmente, ma anche Franco, Pétain o Pavelic. Infatti, mentre sia Hitler sia Mussolini erano atei (e anche rabbiosi anti-clericali), Franco, Pétain e Pavelic erano tutti devoti cattolici romani. E se il papato non si sentì mai a suo agio con le idee laiche, nazionaliste e socialiste di Hitler o Mussolini, diede il suo pieno appoggio a Franco, Pavelic e Pétain. Hitler e Mussolini erano soprattutto l'espressione delle opinioni e degli interessi delle classi piccolo borghesi e dei lavoratori, mentre Franco, Pavelic e Pétain erano in gran parte espressione degli interessi delle élite finanziarie e della nobiltà. In Francia, in particolare, il movimento petainista ha sempre avuto un forte ethos anti-1789, quasi monarchico. Nel profondo, naturalmente, non c'era molto amore tra i gruppi ateo-populista e monarchico-papista. Ma ciò che li univa era un comune odio per gli ebrei, i bolscevichi, i russi e i cristiani ortodossi in generale, combinato con un'ideologia profondamente reazionaria.

I due diversi Drang nach Osten

Entrambe le fazioni, i monarchico-papisti e gli ateo-populisti, avevano in comune un forte "Drang nach Osten" (spinta verso l'Est) ed entrambi si consideravano Kulturträger, letteralmente "portatori di civiltà" ai barbari selvaggi d'Oriente. Il problema di Hitler con l'Unione Sovietica era, naturalmente, il numero molto elevato di ebrei nel partito bolscevico (da qui il suo discorso di giudeo-bolscevismo), mentre il Papato odiava gli ebrei, gli atei e i cristiani ortodossi più o meno equamente (Franco amava parlare della "conspiración judeo masonica pagada con el oro de Moscú" o "complotto giudeo-massonico pagato con l'oro di Mosca"). E mentre Hitler guardava verso est alla ricerca di terreni e schiavi per la sua razza superiore, il papato vide una fantastica opportunità di sottomettere finalmente gli "scismatici foziani" a Roma: già alla vigilia della prima guerra mondiale, Papa Pio X (canonizzato nel 1954) proclamò che "la Russia è il più grande nemico della Chiesa [romana]" e "Se la Russia è vittoriosa, allora lo scisma è vittorioso" (e tenete a mente che – secondo la dottrina latina – queste persone sono infallibili quando parlano ex cathedra, in il nome della Chiesa e su questioni di fede). Così queste due fazioni originariamente molto diverse combinarono le forze e si unirono contro il nemico giurato: la Russia (che fosse atea, ebrea e bolscevica o russa e ortodossa – a loro non importava). Inutile dire che questa miscela tossica di odio ha trovato un brodo di coltura assolutamente perfetto per le sue visioni tra i nazionalisti ucraini, in particolare in Ucraina occidentale.

Ancora una volta, per mancanza di tempo e di spazio, non voglio addentrarmi in una storia dell'Organizzazione dei nazionalisti ucraini, di Stepan Bandera o della SS Division Galizien "ucraina": la potete leggere su Internet. Mi limito a dire che queste forze sono state tra le più crudeli e omicide di tutte quelle della seconda guerra mondiale. In effetti, le atrocità più accaniti della Seconda Guerra Mondiale non sono state commesse dalle forze di Hitler, nemmeno dalle SS, ma da forze completamente ispirate e sostenute dal Vaticano: gli ustashe croati di Ante Pavelic e i nazionalisti ucraini. Alla fine, gli ustashe e i banderisti sono stati sconfitti, ma molti dei loro membri non solo sono sopravvissuti alla guerra, ma hanno prosperato in esilio, principalmente negli Stati Uniti e in Canada, dove l'anglosfera li ha tenuti lontani dalla politica effettiva, ma abbastanza attivi per essere "scongelati" in caso di necessità. E, sicuromente, dopo la fine della guerra fredda, l'Impero anglo-sionista ha visto l'opportunità di sovvertire e di indebolire i suoi nemici: i discendenti degli ustahe hanno avuto il compito di spezzare la Jugoslavia, mentre i discendenti dei banderisti hanno avuto il compito di strappare l'Ucraina quanto più lontano possibile dalla Russia. Nello stesso tempo, sia in Jugoslavia esia Russia, gli anglo-sionisti hanno diretto un altro dei loro concessionari terroristici – l'internazionale wahabita, alias "al-Qaeda" a unirsi ai neo-nazisti e ai papisti in una lotta comune contro gli ortodossi/socialisti jugoslavi e russi. Sappiamo tutti cosa è successo poi in Jugoslavia.

PARTE TERZA - Ucraina - ritorno al futuro

2014 - Il ventre da cui è uscita la bestia immonda è ancora fertile

A questo punto vorrei dire alcune cose circa la (ormai ex) "opposizione" ucraina. Nel corso degli ultimi mesi, ci hanno detto che la maggior parte di questa era rappresentata da tre uomini: Vitalij Klichko e il suo movimento Udar, Arsenij Jatsenjuk e il suo partito Batkivshchina, e Oleg Tjagnibok, famigerato capo del Partito della Libertà (Svoboda). Naturalmente, il vero leader del partito Batkivshchina è sempre stata Julija Timoshenko, ma da quando era stata imprigionata da Janukovich, non poteva partecipare direttamente ai più recenti eventi. La maggior parte degli osservatori occidentali hanno trascurato di porre la domanda se qualcuno di questi personaggi politici poteva realmente controllare i manifestanti sulla piazza Maidan. Inoltre, hanno anche trascurato di esaminare come una folla armata principalmente di pietre, mazze da baseball, spranghe di ferro e bottiglie molotov sia stata "improvvisamente" sostituita da una forza ben organizzata e ben armata, che può essere solo definita un gruppo di insorti. Il gruppo che in realtà ha contribuito la maggior forza e potenza di fuoco, non era composto da membri di Udar, Batkivshchina o perfino Svoboda – il vero proprietario del Maidan e ora del resto di Kiev è il cosiddetto Settore destro, un'organizzazione terroristica guidata da Dmitro Jarosh:

Dmitro Jarosh e le sue truppe

Se vi sembra la foto qui sopra possa essere stata presa in Cecenia durante la guerra, questo è perché avrebbe potuto essere proprio così: molti nazionalisti ucraini hanno combattuto dalla parte dei wahabiti in Cecenia, spesso sotto la bandiera dell'organizzazione terroristica UNA-UNSO. Hanno anche combattuto in Georgia contro la Russia, cosa che spiega la visita che Saakashvili ha fatto due volte in piazza Maidan.

Sarebbe logico chiedersi quale percentuale della popolazione dell'Ucraina sostenga il signor Jarosh e il suo settore destro. È difficile dirlo, probabilmente una minoranza significativa ma piccola. Secondo la maggior parte delle stime, i leader più popolari del nuovo regime sono Timoshenko e Klichko, seguiti da Tjagnibok – almeno questo era vero prima della rivoluzione di domenica scorsa. Ma questo non è molto rilevante: la maggior parte dei ceceni non era composta da wahabiti, la maggior parte dei croati non era composta da ustashe e la maggior parte degli albanesi del Kosovo non era composta da membri dell'UCK – il che non ha impedito a questi piccoli ma ben armati gruppi da avere un controllo determinante sugli eventi.

Questo mette il nuovo regime in una situazione molto difficile: o si conforma all'ordine del giorno di gente come Jarosh e il suo Settore destro, o rischia di essere spazzato via da un'insurrezione armata. Tenete a mente che l'esercito ucraino esiste praticamente solo sulla carta e che le forze di polizia non sono in condizione di imporre la loro autorità sugli estremisti.

Quel che è peggio, la presidenza di Jushchenko ha dimostrato che i cosiddetti nazionalisti "moderati" si piegano costantemente agli estremisti. Così Jushchenko ha fatto persino di Bandera un"eroe dell'Ucraina" (la decisione è stata poi rescissa) e ha stampato piccoli bei francobolli con la sua faccia. Il problema con questo tipo di gesti apparentemente innocui è che sono in realtà una riabilitazione di un'ideologia genocida e che inviano un messaggio davvero terrificante e rivoltante agli ucraini orientali e ai russi in Ucraina: siamo tornati, e facciamo sul serio.

La cosa è stata per lo più trascurata, ma una situazione simile ha avuto luogo in Croazia al momento della dissoluzione della Jugoslavia: i croati, anche i cosiddetti "moderati", non hanno trovato niente di più intelligente da fare che reintrodurre immediatamente la bandiera a scacchi degli ustashe di Pavelic come un "simbolo nazionale croato". Fino a che punto questo ha incoraggiato i serbi della Krajina a prendere le armi è una questione aperta al dibattito, ma di certo non ha aiutato.

La stessa cosa sta avvenendo anche in Ucraina. Oltre alle bandiere gialle e blu dell'Ucraina occidentale, si può anche vedere una quantità di bandiere nere e rosse, la bandiera del Banderisti, insieme a tutti i tipi di simboli neo-nazisti. E, ancora una volta, non importa quanti ucraini siano affetti da tendenze genocide, ciò che conta è come queste bandiere siano viste in Ucraina orientale o dai 7 milioni di russi che vivono in Ucraina.

La reazione al colpo di stato a Kiev è stata immediata. Date un'occhiata a questa immagine di un video che mostra un raduno di massa nella città di Sebastopoli:

Manifestazione di massa a Sebastopoli

Notate le bandiere? Prima del colpo di stato, ai raduni nell'est erano presenti quasi esclusivamente bandiere ucraine gialle e blu, ora le bandiere sono per lo più russe, intervallate da alcune bandiere della marina russa: la gente è o arrabbiata o spaventata. Probabilmente entrambe le cose. E il potenziale di violenza quindi si intensifica rapidamente.

Da un tentativo da parte di attivisti pro-regime di tenere una manifestazione nella città di Kerch, si vede quanto rapidamente la situazione esce fuori controllo. La folla inferocita inizia con grida di "andate via!" e "fascisti!" ma ben presto i poliziotti perdono il controllo della situazione e una folla comincia ad aggredire gli attivisti nazionalisti:

 

Proprio come in Croazia e in Bosnia, i politici dell'UE e degli USA hanno ignorato (o per stupidità o deliberatamente) che la paura genera violenza che, a sua volta, genera altra paura, in un ciclo infinito che è quasi impossibile da fermare.

Allora, dove si va?

Francamente, avevo avuto qualche speranza che Julija Timoshenko potesse ancora salvare l'Ucraina. No, non perché mi piace, ma perché riconosco la forza della sua personalità, soprattutto se confrontata con gli stupidi in fase terminale (Tjagnibok, Klichko) o con gli uomini senza spina dorsale (Jatsenjuk, Janukovich) della politica ucraina. Come un giornalista russo ha detto ieri: è bello vedere finalmente un "vero uomo" entrare sulla scena politica ucraina. E infatti, con tutti i suoi altri difetti, Julia ha tre elementi a suo vantaggio: è molto intelligente, ha una forte volontà ed è molto popolare. O, almeno, questi erano i suoi vantaggi prima che Janukovich la mettesse in prigione. Quando ho visto il filmato della sua apparizione sul Maidan, su una sedia a rotelle, il viso gonfio, l'aria isterica e completamente all'oscuro del fatto di essere circondata da neo-nazisti, che ho cominciato ad avere i miei dubbi. Chiaramente, ha passato un gran brutto periodo nelle prigioni di Janukovich. E per quelli che diranno che è in tutto corrotta quanto gli altri oligarchi, direi questo: mentre tutti gli altri oligarchi vedono il potere come un modo per fare soldi, Timoshenko considera il denaro come un modo per prendere il potere. Qui c'è una grande differenza.

Poi, a differenza di Tjagnibok o di Jarosh, Timoshenko non ha un'aria genocida, né ha mai provato a giocare il ruolo di una "Bandera moderna". Inoltre, a differenza dei tipici ucraini neonazisti, Julija è nominalmente ortodossa, non "greco-cattolica" (cioè latina). Non che io creda che alcuno di loro sia particolarmente religioso, no, ma almeno Timoshenko non è stata allevata con il tipo di odio maniacale per tutto ciò che è russo in cui sono in genere allevati i bambini "greco-cattolici".

Infine, Timoshenko è sicuramente abbastanza intelligente per capire che non c'è modo di mantenere l'Ucraina come uno stato unitario se i neo-nazisti sono de facto al potere, sia direttamente sia attraverso una serie di fantocci "moderati".

Quindi forse sono stato ingenuo, ma ho avuto qualche speranza che Julija potesse tenere insieme l'Ucraina. No, non perché io sono un sostenitore tanto genuino di una "Ucraina indipendente", ma perché l'avrei trovata una soluzione preferibile a una spartizione dell'Ucraina che diventerebbe inevitabilmente violenta.

Perché la violenza è inevitabile?

Paradossalmente, la causa principale qui non sono i seguaci di Bandera. Alcuni di loro hanno, infatti, parlato in favore di una separazione dell'Ucraina occidentale dal resto del paese. Per quanto ne so, sono in minoranza, ma è comunque interessante che almeno alcuni di loro sono consapevoli del fatto che la nozione di trasformare tutta l'Ucraina in una gigantesca Galizia è semplicemente ridicola. Per la maggior parte, tuttavia i nazionalisti sono del tutto contrari a ogni spartizione per due motivi.

Prestigio: sanno che la "loro" Ucraina è, in realtà, molto più piccola dell'Ucraina ereditata dall'era sovietica.

Denaro: sanno che tutta la vera ricchezza della Ucraina è in Oriente.

Ultimo, ma non meno importante, i veri burattinai dei nazionalisti ucraini (gli Stati Uniti) vogliono privare la Russia della ricchezza dell'Ucraina orientale e della costa ucraina del Mar Nero. Così se qualcuno si aspetta che i nazionalisti accettino con grazia un divorzio civile tra Nord e Sud sta sognando a occhi aperti: non accadrà, almeno non con un referendum o con qualsiasi altra forma di consultazione.

La storia ci insegna anche che è impossibile forzare due gruppi a coesistere quando si odiano a vicenda e hanno paura gli uni degli altri, almeno non senza *molta* violenza.

La situazione in Oriente è tanto semplice quanto drastica: Janukovich è politicamente morto. Il Partito delle Regioni è praticamente collassato e nuovi politici stanno sorgendo a Kharkov, in Sebastopoli e in altre città. Grandi forze di autodifesa sono state organizzate a livello locale e la popolazione è sostanzialmente pronta a combattere. Considerando le circostanze, questi sono tutti sviluppi positivi. Sul lato negativo c'è il fatto che gli oligarchi orientali sono ancora là, ancora pronti a tradire il proprio popolo a scopo di lucro (come ha fatto l'élite ucraina durante l'Unione di Brest), e che le forze politiche locali sono, per la maggior parte dei conti, organizzate in modo piuttosto dilettantesco. Infine, vi è una grande quantità di incertezza su ciò che la Russia vuole davvero.

Che dire della Russia in tutto questo?

Penso che la Russia voglia davvero evitare una guerra civile in Ucraina e che preferisca un'Ucraina separata a una spartizione. Perché? Pensateci:

Per la Russia un'Ucraina separata e indipendente è prima di tutto un modo per evitare di essere coinvolti in una guerra civile. Se, per esempio, Timoshenko riuscisse a sopprimere i neo-nazisti e a negoziare una sorta di modus vivendi tra, da un lato, l'Ucraina occidentale e Kiev e, dall'altro, l'Ucraina orientale e meridionale non vi è dubbio che lei e Putin potrebbero trovare un modo pacifico e pragmatico per coesistere. Oh, non sto parlando di una festa tra amici, cosa che semplicemente non accadrà, ma si possono immaginare almeno alcune relazioni reciprocamente vantaggiose, civili e pragmatiche. Questa sarebbe sicuramente l'opzione preferita del Cremlino (che va solo a dimostrare quanto siano stupidi e paranoici i nazionalisti ucroidi – e Susan Rice – quando hanno allucinazioni su un'invasione russa dell'Ucraina).

L'altra opzione è quella di avere i nazionalisti che prendono pieno controllo su tutta l'Ucraina. Questo mi sembra estremamente improbabile, ma chi lo sa? Sono stato deluso dai politici ucroidi abbastanza da attribuire loro il peggior risultato possibile. Ciò significherebbe che il confine russo-ucraino si trasformerebbe in una via di mezzo tra il muro che separava le due parti della Germania durante la guerra fredda o la zona demilitarizzata tra le due parti della Corea. Da un punto di vista militare, non è affatto un problema. Come ho scritto in passato, anche se la Nato schierasse truppe in Ucraina, cosa che farebbe, così vicino ai mezzi militari del territorio russo fondamentalmente le trasformerebbe in obiettivi lucrativi: la Russia dislocherebbe abbastanza missili Iskander da coprire la sua lista degli obiettivi, e tutto qui. Per quanto riguarda la Flotta del Mar Nero, questa potrebbe o semplicemente rifiutarsi di andarsene e vedere se la NATO ha il coraggio di scacciarla a forza, oppure impegnarsi in una costosa ma possibile opzione di ritiro e trasferirsi a Novorossijsk (certamente, non è una buona opzione, ma meglio di niente). Ma, ancora una volta, questo è uno scenario estremamente improbabile.

Cosa che ci lascia l'opzione tre: il tentativo nazionalista di sottomettere il sud e l'est e il suo fallimento. La violenza si intensifica e, infine, la Russia è attirata nel conflitto. Ora, in termini puramente militari, la Russia potrebbe molto facilmente sconfiggere qualsiasi esercito ucraino che tenti di combatterla. Per quanto riguarda la NATO e gli Stati Uniti, questi non hanno i mezzi per dislocare qualche "Task force congiunta" per respingere l'esercito russo in Ucraina. Così, a meno di iniziare una guerra nucleare reciprocamente distruttiva, dovrebbero accettare la situazione corrente. Ma immaginate solo l'incubo risultante da un'operazione militare russa in Ucraina orientale! Si tornerebbe a una nuova guerra fredda, ma questa volta con gli steroidi: i politici occidentali si arrampicherebbero l'uno sull'altro per denunciare, dichiarare, minacciare, condannare, proclamare, sanzione, e promettere Dio sa quale genere di sciocchezze. La russofobia isterica diventerà l'ordine del giorno e l'Impero anglo-sionista avrebbe finalmente trovato il tipo di nemico eterno che ha disperatamente cercato sin dalla fine della prima guerra fredda. Se diventassero davvero carogne, e probabilmente lo diventerebbero, anche la Cina molto probabilmente vi sarebbe coinvolta e avremmo esattamente il tipo di pianeta che la plutocrazia dell'1% ha sognato per tanti anni: un'Oceania bloccata in una guerra totale contro l'Eurasia e l'Estasia, proprio come Orwell aveva predetto:

Questo non è sicuramente quello di cui la Russia – o la Cina – hanno bisogno. E tuttavia, questo è un rischio reale se scoppia una guerra civile in Ucraina. Un possibile "male minore" per evitare un tale scenario sarebbe quello di fare in modo che gli ucraini a est e a sud siano abbastanza forti per respingere un'invasione nazionalista da soli, in modo che l'esercito russo possa rimanere fuori dal conflitto.

Così ecco la difficile decisione che il Cremlino ha bisogno di prendere. Il Cremlino deve decidere se:

a) il popolo ucraino orientale e meridionale è disorganizzato, demoralizzato, reso passivo dal dominio di oligarchi corrotti e fondamentalmente incapace di difendersi.

oppure

b) il popolo ucraino orientale e meridionale è abbastanza unito, organizzato e determinato per fare davvero una resistenza e combattere i neo-nazisti fino all'ultimo proiettile.

Nel primo caso, il Cremlino dovrebbe sostanzialmente proteggere i confini russi e prepararsi a gestire il gran numero dei rifugiati che inevitabilmente attraverseranno il confine.

Nel secondo caso, il Cremlino avrebbe un forte incentivo per aiutare gli ucraini orientali e meridionali con tutti i mezzi possibili ad eccezione di un intervento militare aperto e diretto.

Entrambe queste opzioni sono pericolose e nessuno di loro è preferibile a un'Ucraina unita guidata da un leader più o meno razionale. Questo è il motivo per cui, almeno nella fase iniziale, mi aspetto che la Russia sostenga *davvero* a Kiev qualsiasi regime che sia sano di mente almeno a metà nella speranza di evitare una rottura dell'Ucraina.

Che dire degli Stati Uniti e dell'Unione Europea in tutto questo?

Beh, come ho recentemente scritto, gli Stati Uniti e l'UE hanno un obiettivo molto diverso in Ucraina: l'UE vuole un mercato per i suoi prodotti e servizi, gli Stati Uniti vogliono fare del male alla Russia il più possibile. Abbiamo visto tutti la totale mancanza di efficacia dei burocrati dell'UE e i loro tentativi ingenui di trovare una soluzione negoziata. L'obiettivo della politica estera degli Stati Uniti ha il vantaggio di essere semplice ma chiaro: 'fanculo la Russia e fanculo l'UE! Dal punto di vista degli Stati Uniti, quanto peggiore diventa la situazione, tanto meglio è per lo zio Sam. Quanto meno, questo fa male alla Russia; al meglio, dà agli Stati Uniti un pretesto meraviglioso per "proteggere" l'Europa dal "risorgente orso russo", mentre sostiene la civiltà, la democrazia e il progresso. Un sogno bagnato per i neocon...

E poi, c'è il "fattore S": la stupidità, pura e semplice. Ciò che spesso sembra essere il risultato di qualche piano machiavellico elaborato in qualche profondo sotterraneo della Casa Bianca, della CIA o del Pentagono, è spesso uno strabiliante esempio della veramente fenomenale stupidità, ignoranza e arroganza dei nostri leader. Questi credono di essere così potenti da essere liberi dal bisogno di capire una cultura, una storia o anche una singola lingua straniera. Dopo tutto, se la politica degli Stati Uniti fallisce da qualche parte, la risposta potrebbe essere sempre la stessa: 'fanculo a loro! 'fanculo agli jugoslavi! 'fanculo ai serbi! 'fanculo agli iracheni! 'fanculo gli afgani! 'fanculo ai pakistani! 'fanculo ai libici, e agli egiziani, e ai palestinesi, e 'fanculo ai somali, ai coreani, ai colombiani e ai venezuelani e, naturalmente, 'fanculo ai canadesi, ai messicani, e agli africani, e, naturalmente, 'fanculo ai russi, 'fanculo a cinesi, e 'fanculo a tutti gli altri con loro! Non importa quanto sia stupida o distruttiva una politica degli Stati Uniti verso un'altra parte – o funziona, o 'fanculo! Le parole della signora Nuland potrebbero diventare davvero il motto ufficiale del Dipartimento di Stato o della CIA.

La mia conclusione? Pessimista, ovviamente :-)

Il lettori di lunga data del mio blog non saranno sorpresi di vedere che, ancora una volta, ho raggiunto una conclusione molto pessimista: il futuro dell'Ucraina sembra assolutamente terribile: il paese è in rovina, non ha nessuna economia, è socialmente, culturalmente e politicamente non vitale, sarà molto probabilmente guidato o da imbecilli o da maniaci razzisti e la più grande potenza del pianeta non risparmierà sforzi per aggiungere altra benzina sul fuoco. Tenete a mente che non un singolo politico ucraino ha qualcosa di anche lontanamente simile a un piano per risuscitare l'economia ucraina attualmente morta. L'unica e ultima possibilità per l'Ucraina era quella di sopravvivere con il "respiratore artificiale finanziario russo" – ma ora che questo è stato spento, almeno per il prossimo futuro, gli ucroidi possono avere la loro rivoluzione banderista, ma per questa non devono pagare i russi.

Lo scorso novembre ho scritto un articolo intitolato Le porte dell'inferno si aprono per l'Ucraina, in cui ho praticamente predetto quanto è successo da allora. Ho scritto:

Io parto dal presupposto che gli euro-burocrati e i nazionalisti ucraini finiranno per prevalere, e che Janukovich sarà costretto o a completare la sua apparente "giravolta" e invertire la sua decisione, o a perdere il potere. In un modo o nell'altro credo che gli euroburocrati e i nazionalisti ucraini prevarranno. Ci saranno altre dimostrazioni di gioia, fuochi d'artificio e feste a Kiev, insieme con un sacco di ipocrite pacche sulle spalle e di strette di mano a Bruxelles, e poi le porte dell'inferno saranno veramente aperte per l'Ucraina.

Ora siamo a questo punto: l'Ucraina ha ormai varcato i cancelli dell'Inferno ed è pienamente entrata in un lungo ciclo di tragedia e violenza. Questo è davvero immensamente triste. E la colpa di quello che accadrà in futuro è in primo luogo di quelle forze che hanno incautamente riaperto il vaso di Pandora degli odi medievali e del XX secolo, e che hanno incoraggiato il demonio nazionalista a colpire ancora una volta, sono state a guardare e non hanno fatto nulla: i politici degli Stati Uniti e dell'Unione Europea tra i quali non si è potuto trovare uno solo che dicesse la verità. Possano tutti marcire all'inferno per quello che hanno fatto!

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