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  Indagine sulla crocifissione di Slavjansk

Dal blog The Unwashed Brain

parte 1, 31 luglio 2014

parte 2, 1 agosto 2014

Clicca per SCARICARE il documento come PDF file  
Răspândește:

Non posso sapere se la storia della 'crocifissione di Slavjansk' è vera o no, e se per questo non può saperlo nessuno di noi. Fino a quando non ci sarà una vera e propria indagine, quelli che dicono di sapere la verità, o sono testimoni oculari, o sono bugiardi.

Ma non c'è alcun segno che ci sarà mai una indagine, e questo dovrebbe preoccuparci. Sì, più che un'accusa è un'insinuazione – ma da quando rifiutiamo di indagare sui crimini perché questi sembrano troppo orribili? Sì, è la parola di un solo testimone non corroborata da altri – ma questa è una testimonianza perfettamente accettabile in un tribunale. La crocifissione di Slavjansk può essere o una atrocità di guerra oppure una spudorata diffamazione – ma in entrambi i casi si tratta di un crimine, e non deve essere ignorata.

L'unico argomento contrario è che la storia è già stata smascherata on-line, e quindi non sono necessarie ulteriori indagini. Ma è proprio vero? Questo è ciò che questo articolo di blog cercherà di scoprire.

Riassunto breve del racconto: Una 'separatista' di nome Galina Pyshnjak è presumibilmente fuggita dalla Slavjansk 'liberata', ed è stata portata in uno dei campi profughi in Russia. L'11 luglio è stata intervistata sulle sue esperienze, e ha affermato di aver visto le forze ucraine crocifiggere il bambino di un miliziano di fronte a sua madre.

Se questa donna sta mentendo, allora è una fantastica attrice.

È anche una fantastica storia a fini di propaganda, e i giornalisti del Primo Canale russo si sono immediatamente precipitati al campo profughi per una seconda intervista più dettagliata.

La storia è sostanzialmente la stessa, ma ho sottolineato qui sotto i fatti importanti nel racconto di Pyshnjak:

Nel centro della città si trova piazza Lenin. Da un lato c'è il municipio. Questa è l'unica piazza dove tutte le persone possono essere radunate.

Sulla piazza, si erano riunite le donne – questo è perché non rimanevano più uomini. Erano rimaste solo le donne e gli anziani. E c'è stata ciò che si chiama un'esecuzione pubblica.

Hanno preso un bambino di 3 anni. Portava piccoli slip e una t-shirt. Lo hanno inchiodato, come Gesù, al tabellone degli annunci. Uno di loro lo inchiodava, mentre altri due lo tenevano fermo. E tutto questo davanti agli occhi di sua madre.

(comincia a piangere) Tenevano la madre, e la facevano guardare tutto ciò che accadeva – come il bambino sanguinava, urlava, piangeva. E poi hanno fatto tagli [sul suo corpo], in questo modo [mostra con le sue mani] – perché il bambino soffrisse. Era impossibile [restare] lì. La gente stava perdendo i sensi.

E poi, la madre – dopo che il bambino ha sofferto per un'ora e mezza ed è morto, dopo tutto questo – hanno preso la madre, l'hanno legata, priva di sensi, a un carro armato e l'hanno trascinata intorno alla piazza per tre volte. E un singolo giro per la piazza equivale a un chilometro.

(la trascrizione in inglese di Gleb Bazov può essere letta per intero qui).

È una storia devastante, ed è naturale che la mente si ritragga incredula. Vero, Pyshnjak è una testimone convincente, e in tribunale credo che la maggior parte dei giurati le avrebbe creduto, ma quella combinazione di 'crocifissione' e ​​'bambino' sa di un'atrocità inventata su misura per fini di propaganda.

La 'Infermiera Nariyah' al banco dei testimoni

Cose simili sono già accadute. Chi può dimenticare la forte testimonianza emotiva della quindicenne infermiera 'Nariyah', che raccoglieva sostegno per la prima guerra del Golfo, affermando che i soldati iracheni avevano strappato bambini malati dalle loro incubatrici – o che è stato successivamente rivelato che si trattava in realtà della figlia dell'ambasciatore del Kuwait negli Stati Uniti? La 'crocifissione di Slavjansk' potrebbe essere la stessa cosa, e facciamo bene a considerarla con sospetto.

Ma sbaglieremmo a respingerla subito. La propaganda esiste, ma esistono pure le atrocità reali, e se pensiamo che questa sia 'troppo improbabile' abbiamo bisogno di ricordare due cose:

C'è una guerra in corso. I media occidentali hanno la possibilità di minimizzarla con la narrativa del 'giro di vite sui terroristi', ma anche Human Rights Watch ora lo chiama un 'conflitto armato interno', e tutti sappiamo qual è l'altra parola per indicare questo concetto.

E la guerra cambia le cose. Ciò che è inconcepibile in tempo di pace è terribilmente comune in guerra, e le atrocità commesse da americani ordinari sia in Vietnam sia in Corea includono crimini che fanno sembrare la crocifissione di Slavjansk un gesto quasi civilizzato. Prima di dire con fiducia che oggi non potrebbe accadere, suggerirei di domandarlo ai popoli dell'Iraq e dell'Afghanistan, e ai prigionieri di Abu Ghraib.

Questa è l'Ucraina. Il male non ha nulla a che fare con la razza, e ci sono milioni di ucraini gentili, decenti, a sufficienza  per smentire lo stereotipo della 'crudeltà slava', ma c'è sicuramente qualcosa nella cultura del territorio galiziano dell'Ucraina occidentale, che lo colloca a parte.

Molti paesi sono stati costretti a collaborare con i nazisti nella seconda guerra mondiale, ma solo in Ucraina questa partecipazione fu così entusiasta e allegra. I sopravvissuti all'Olocausto hanno ripetutamente testimoniato che le guardie ucraine dei campi erano anche peggio delle SS, e quanto a ciò che i sostenitori di Bandera hanno fatto ai bambini ebrei in Ucraina, ho paura che sia troppo cruento per mostrarlo qui. Mi limito a questa foto relativamente mite di una donna adulta nel massacro di Leopoli, giusto per dare l'idea generale.

Naturalmente questa è storia, e sarebbe sbagliato incolpare per questa gli ucraini moderni, così come incolpare russi moderni per i crimini di Stalin, ma c'è una piccola fazione di minoranza in Ucraina di oggi che ancora considera Bandera, Karpenko e Shukshevich come eroi, e le cui azioni a Odessa dimostrano che ne sono i degni successori. La maggior parte degli ucraini sarebbe inorridita come noi all'idea di crocifiggere un bambino, ma coloro che hanno seguito gli eventi degli ultimi mesi sanno che il Settore destro è più che capace di farlo.

Dunque la cosa è possibile, e dobbiamo accettare che lo sia. Se abbiamo intenzione di respingere la storia della crocifissione di Slavjansk dobbiamo farlo per altri motivi.

Il primo che si getta nella mischia è un giornalista e blogger ucraino altamente rispettato, Anatolij Sharij. Il suo breve video-commento è in russo, ma cercherò di delineare i punti principali qui di seguito.

Shariy è uno dei migliori e più imparziali commentatori sull'Ucraina, e quest'analisi è tipica del suo approccio di buon senso. È chiaro che come essere umano trova la crocifissione difficile da credere, ma offre anche due ragioni molto specifiche per dubitarne:

La stranezza che Pyshnjak sa che il bambino ha 3 anni – ma sembra non conoscere il suo nome. Sono d'accordo che è strano, ma non credo che sia fatale. Se la storia è vera, allora Pyshnjak potrebbe aver preso una decisione consapevole di non fare il nome del bambino, dal momento che il padre sta ancora combattendo a Donetsk e questa intervista sarebbe per lui il modo più spaventoso per apprendere il destino della sua famiglia.

Il fatto che una storia simile era già circolata su Facebook alcuni giorni prima dell'intervista. Sharij riassume in questo modo: 'Ieri, la Guardia Nazionale ha inchiodato un bambino su una tavola degli annunci e lo ha appeso lì finché suo padre, un miliziano, è venuto fuori, poi gli hanno sparato' e suggerisce che la storia sia stata ora leggermente 'modernizzata 'per la TV.

Questo è un punto estremamente valido, con diverse possibili spiegazioni. La somiglianza tra le due storie suggerisce una creazione di propaganda che si è poi deciso di sostenere con una vera e propria 'testimone' dal vivo. Le differenze suggeriscono che si tratti di una diceria selvaggia, un racconto ingarbugliato che passa di bocca in bocca come una sorta di 'leggenda metropolitana'. Una terza (e orribile) possibilità è che ci siano stati in realtà due incidenti separati. Certamente merita ulteriori indagini, e ne parleremo in modo più dettagliato più avanti, quando salterà fuori il testo completo.

Ma intanto si fa avanti il prossimo 'demistificatore', che naturalmente è il governo di Kiev. Da occidentale mi aspettavo una dichiarazione lungo le linee tradizionali di 'Abbiamo fatto indagini in questa storia ridicola e possiamo confermare che è del tutto priva di fondamento', ma Kiev non opera esattamente come gli altri governi, e qui c'è tutto quello che ho potuto trovare:

Il portavoce del ministero degli Interni dell'Ucraina, Natalja Stativko, lunedì ha condannato  la notizia come qualcosa che 'segue le orme di Goebbels,' il ministro della propaganda della Germania nazista.

'Più è grossolana e mostruosa la menzogna, meglio sembrerà alla macchina della propaganda russa', ha detto Stativko.

Nessun fatto, nessuna smentita ufficiale, nessuna pretesa di indagine, solo una piatta accusa di menzogna russa. Niente di più.

Dubito che avrebbero voluto offrire di più. L'unica preoccupazione di Kiev sembra essere il danno alle proprie pubbliche relazioni, e la loro prossima azione sarebbe una cosa illegale nella maggior parte dei paesi dell'UE. Secondo il loro stesso InterpreterMag, il Ministero dell'Interno ha effettivamente messo i dati personali di polizia su Pyshnjak a disposizione del pubblico:

Perché una vittima di violenze domestiche con problemi familiari non potrebbe avere anche assistito a un'atrocità di guerra francamente mi sfugge, ma a Kiev sono meno interessati alla logica di quanto lo siano alla diffamazione. Questa davvero non è niente di più di una 'campagna diffamatoria', come possiamo vedere dall'ultima immagine manipolata dalla regolare selezione di propaganda dell'Ucraina:

L'approccio può forse sembrare un po' immaturo, ma è probabilmente il migliore che possiamo aspettarci da un governo il cui concetto di politica estera è quello di saltare su e giù cantando 'Putin cazzone! La, la, la, la, la'. Kiev ovviamente conosce i propri polli, e per molti in Ucraina occidentale l'argomento è ormai definitivamente chiuso – Galina Pyshnjak è una bugiarda.

Beh, forse lo è, ma nascosto dietro alla cortina di fango è ancora emerso un fatto unico chiaro e pertinente: Galina Pyshnjak è esattamente chi dice di essere, e viveva davvero nella zona di Slavjansk prima di fuggire in Russia. In realtà è una vera e propria rifugiata.

Non è molto, ma è un inizio, e il prossimo analista a dare il suo contributo ci ha offerto molto di più. Questo è il fotoreporter russo di grande talento, Evgenij Feldman, che aveva i suoi dubbi circa la storia e ha visitato la piazza a Slavjansk per vedere di persona.

In questo video gira intorno alla piazza (mostrando quindi l'assenza di una 'bacheca'), poi chiede alla gente del posto se qualcuno di loro ha visto o ha sentito parlare dell'incidente che Galina ha descritto. Nessuno sa nulla.

Sembra tutto chiaro, ma quando lo guardiamo dalla comodità delle case occidentali abbiamo bisogno di ricordare che questo non è un normale paese europeo. Questa è Slavjansk.

Pensateci. Le persone qui hanno visto le loro case distrutte e i loro amici e vicini di casa uccisi davanti ai loro occhi, e ora sono stati lasciati alla mercé dello stesso esercito ucraino che li aveva bombardati. Le nuove autorità hanno già portato via i giovani per un interrogatorio, e stanno (per loro stessa ammissione) svolgendo ampie indagini per trovare qualcuno che possa avere in qualsiasi modo sostenuto il movimento separatista. Volantini governativi avvertono delle sanzioni per l'assistenza ai "terroristi", e sono state anche poste scatole speciali per consentire alle persone di dare in forma anonima informazioni contro i loro vicini.

Giovani portati a un interrogatorio a Slavjansk

Scatola delle delazioni e volantino del governo a Slavjansk

Queste persone sono fortemente traumatizzate, e vivono in una situazione di straordinaria tensione. Simon Ostrovskij è riuscito a catturare una sensazione di questa situazione nel dispaccio 54 dell'eccellente serie 'Roulette russa' di Vice News, soprattutto quando chiede ai soldati come reagiscono i locali alla loro presenza. La risposta (circa al minuto 6:10) è agghiacciante. Ci ringraziano. Piangono e ci ringraziano. (I soldati si guardano e ridono) Che altro possono fare?

Davvero, che altro?

Guardate di nuovo il video di Feldman, alla luce di tutto questo, ed è impossibile non avere una sensazione di qualcosa di molto sbagliato. Per prima cosa – dove sono gli uomini? Tutte queste donne anziane, ma sembrano esserci solo due uomini su tutta la piazza. Poi ricordiamo Galina che dice 'sono rimaste solo le donne e gli anziani', e sentiamo il primo brivido lungo la spina dorsale.

Poi le interviste. Molte di queste donne sono abbastanza disperate di non essere filmate, si coprono il viso con le mani, le borse, qualsiasi cosa, mentre cercano di cacciare via il giornalista. Quelle che cooperano agiscono come portavoce di interi gruppi, dicendo con fermezza (senza la minima consultazione) che 'noi' non eravamo lì, 'noi' non sappiamo niente, 'noi' non abbiamo visto e sentito niente. Guardate il linguaggio del corpo delle donne sedute accanto a quelle che parlano – i volti girati o gli sguardi ostili.

Guardate quanti avvolgono le braccia intorno ai loro corpi nel segno di reazione universale al pericolo.

Il senso di paura è palpabile. La donna volubile in camicia blu è particolarmente consapevole del pericolo di dire qualcosa contro le autorità – l'episodio di 'Roulette russa' la mostra in piazza, quando Simon Ostrovskij testimoniava la denuncia dei 'separatisti e terroristi'. Allora c'erano anche molti uomini in giro, ed è difficile non chiedersi dove siano tutti ora.

Non è colpa di Feldman - lui è un giovane normale con una vita normale e non si può pretendere che conosca il tipo di atmosfera in cui è capitombolato così allegramente. Ma noi sappiamo, e possiamo anche avere una buona idea di cosa sarebbe successo a queste donne se avessero fatto accuse pubbliche contro gli stessi soldati che stavano occupando la loro città. Onestamente – cosa ci aspettiamo che dicano? Cosa diremmo noi al loro posto? Il filmato mostrato qui è esattamente ciò che ci aspetteremmo di vedere se la storia fosse vera.

Ciò non dimostra ancora nulla, naturalmente, ma è stato quando ho guardato questo video che ho cominciato a sentire i primi segni reali di disagio. Guardare quei volti mi ha fatto chiedere se non ci potrebbe essere qualcosa in questa storia, dopo tutto. Forse non sono stato il solo, dal momento che il racconto della crocifissione di Slavjansk ha continuato a generare reazioni sui social media, e qualcuno da qualche parte ha chiaramente deciso che la storia aveva bisogno seria confutazione.

Ma ora è il momento di prendere in considerazione il lavoro dei reali smascheratori di miti. Ecco che fa il suo ingresso l'instancabile crociata americana per la Verità, Julia Davis.

Abbiamo già incontrato Julia Davis attraverso il suo ruolo nella truffa delle false immagini, ma dato che è probabile che sia una figura ricorrente in ogni discussione sulla distorsione dei media, merita alcune parole di introduzione personale.

Julia Davis si definisce una 'informatrice', e lo è effettivamente – ma dove altri hanno difeso la gente comune contro l'oppressione da parte del governo degli Stati Uniti, il contributo della signora Davis è stato quello di dare la colpa al governo degli Stati Uniti per non essere abbastanza oppressivo. Coraggiosa potrebbe esserlo stato, vittima di certo lo è stata – ma certamente non è Daniel Elsberg o Chelsea Manning.

Ciò che è, è una questione di dominio pubblico. È un'impiegata del Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti, e dato che trascorre giorni lavorativi a twittare e bloggare a sostegno di Kiev, non è difficile indovinare che cosa comporta realmente quel lavoro. In tutta onestà dobbiamo anche dire che questo è chiaramente un lavoro fatto per amore. Ucraina di nascita, condivide evidentemente gli ideali nazionalisti di Svoboda e del Settore destro, e quando non gongola sui corpi dei russi morti, ama le battutine sui Moskali e sulle dorifore del Colorado.

Ma il fatto che sia una persona sgradevole non significa necessariamente che sia una bugiarda, quindi dovremmo offrire alla sua 'confutazione' della crocifissione di Slavjansk la cortesia di un'analisi corretta. Ecco come inizia:

Ci sono problemi multipli con questa "storia". Primo e principale, nell'intera città di Slavjansk, non c'è un singolo testimone che possa corroborare questa stravagante storia dell'orrore, che è stata apparentemente ispirata dalla quarta stagione di The Game of Thrones, che trattava della crocifissione pubblica di 163 bambini.

Roba forte! Prendete questo, dorifore!! Ma diamo un'occhiata un po' più da vicino.

Prima affermazione – 'nell'intera città di Slavjansk, non un solo testimone'. Sul serio? Sembra dal suo collegamento che si riferisca al video di Feldman, ma davvero sta dicendo che 'l'intera città di Slavjansk' comprende solo questa dozzina di persone? Anche se ci dimentichiamo del fatto che è probabile che sotto occupazione nessuno confermi questa atrocità davanti a un obiettivo, nessuno si può aspettare di prendere sul serio questa travolgente affermazione.

E di fatto ci sono già voci di un secondo testimone. La fonte è di parte – la pagina delle relazioni pubbliche della Novorossija che posta sotto il nome generico del colonnello Strelkov – ma l'11 luglio un post aveva sostenuto che una ragazza di Slavjansk aveva già scritto per dire che il figlio di un miliziano era stato ucciso e un video dell'omicidio era stato inviato al padre:

Potrebbe essere un omicidio diverso. La ragazza che ha scritto avrebbe potuto mentire. La ragazza potrebbe non esistere nemmeno, e potrebbe essere 'Strelkov' che sta mentendo. Ma è almeno una possibile seconda testimone, e non parlarne sembra piuttosto ingenuo. Per lo meno...

Seconda affermazione – 'ispirata alla quarta stagione di The Game of Thrones'. Hmm. Non condivido personalmente la fiducia della sig.ra Davis che le persone sottoposte a un massiccio bombardamento non abbiano niente di meglio da fare che guardare i polpettoni televisivi americani, ma è per lo meno vero che la quarta stagione di questo spettacolo di intrattenimento truculento è stata effettivamente mandata in onda in Europa nel mese di aprile, e Galina Pyshnjak potrebbe averla vista. Ma potrebbero averla vista anche altre persone. Se c'è davvero un legame tra la violenza televisiva e la criminalità grave, gli studi finora effettuati suggeriscono che questa ispira non le persone che vivono nelle fantasie, ma i veri colpevoli. Magari lo spettacolo ha ispirato alcuni elementi del Settore destro che erano annoiati di bruciare gente viva e volevano provare qualcosa di nuovo? Non ho idea se lo abbia ha fatto o no, ma il collegamento con 'Game of Thrones' rende realmente la crocifissione più probabile, piuttosto che meno.

Passiamo rapidamente ai fatti.

Terza affermazione – 'Non c'è una Piazza Lenin a Slavyansk'. Davvero, signora Davis? Allora che cosa è questo da veeoz?

E questo, dalla stessa fonte americana Getty Images?

O questo, anch'esso da Getty Images?

La piazza è delimitata da Via Lenin e ha un enorme grande statua di Lenin nel mezzo – come altro la potrebbe chiamare la popolazione prevalentemente di lingua russa di Slavjansk? Il governo ucraino contrassegna le proprie mappe con il nome meno politicamente odioso 'Piazza della Rivoluzione d'Ottobre', i cautamente neutrali la chiamano 'la piazza centrale', ma i locali più genuini lo chiamano 'Piazza Lenin' e così fa quasi chiunque altro. Guardate questo, per esempio, dal canadese Star Phoenix:

O questo, dall'americano Business Insider:

Mi dispiace, ma esiste una piazza Lenin a Slavjansk, e la dichiarazione della sig.ra Davis è palpabilmente falsa. Tutto quello che ha dimostrato qui è che lei non sa molto di Slavjansk – ma Galina Pyshnjak invece lo sa.

Quarta affermazione – 'Non ci sono bacheche sulla piazza principale di Slavjansk'. Beh, non sono mai stato a Slavjansk e non posso garantire l'accuratezza di questa affermazione, ma non ho potuto fare a meno di notare la didascalia su questa immagine da una webcam di Slavjansk ora inattiva:

Sì, la 'piazza centrale' è di fatto la stessa Piazza Lenin (vedi qui, per esempio, e qui) e se diamo uno sguardo più da vicino all'oggetto sulla destra, sono tenuto a dire che assomiglia terribilmente a una bacheca.

Ma cerchiamo di essere corretti, e di prendere in considerazione altre opzioni. Il secondo racconto della crocifissione sottolineato più sopra da Anatolij Sharij si riferisce invece a una 'tavola di annunci', un 'cartellone pubblicitario', che non si adatta così bene a questa immagine. Gli unici "annunci pubblicitari" nel video di Feldman sono tanto in alto da essere impraticabili per un simile scopo, e penso che dovremmo andare alla ricerca di un oggetto più simile a quello che si trova in fondo qui.

O qui.

Riconoscerete le panchine e i cestini qui, ma le immagini sono in realtà fotogrammi di quella stessa puntata di 'Roulette russa' di cui abbiamo discusso più sopra, e che mostra queste donne che raccolgono cibo e aiuti umanitari – in Piazza Lenin a Slavjansk.

A tanto ammontano i 'fatti' della sig.ra Davis.

Quinta affermazione – 'La depravazione della storia, che si suppone testimoniata da tutta la città di Slavjansk, è sufficiente per scartarla come pura finzione.' Mi dispiace, ma... no. Naturalmente è difficile da credere, qualsiasi persona decente fa fatica a crederci, ma abbiamo già stabilito più sopra che tutta la storia è piena di depravazioni del genere e sarebbe ostinato far finta che non siano mai esistite. Forse la signora Davis pensa, insieme con il Settore destro che anche l'Olocausto sia una finzione?

Sesta e ultima affermazione – la pièce de resistance della sig.ra Davis da cui deriva il suo titolo: 'L'ideologo pazzo della Russia, Dugin, crea il falso sceneggiato della crocifissione di un bambino in Ucraina '. La sua tesi è che è stato Dugin che ha creato per primo l'idea di una crocifissione di un bambino sulla sua pagina Facebook, e che Galina stia semplicemente seguendo il suo 'copione'.

Un'idea interessante. Aleksandr Dugin è una brutta figura le cui esortazioni a 'uccidere, uccidere, uccidere!' lo hanno messo nella stessa lega omicida di Julia Timoshenko, quindi se la sig.ra Davis lo potesse di fatto identificare come l'istigatore della storia della crocifissione, allora sarebbe certamente molto dannoso.

Purtroppo non può farlo.

Per cominciare, Dugin non è stato il primo a portare la notizia di questa storia, e la sig.ra Davis non è stata la prima a individuare le somiglianze. La versione sulla pagina Facebook di Dugin è la stessa già citata da Anatolij Sharij, ed è il momento di guardarla nei dettagli.

La storia pretende di essere una testimonianza oculare data in modo confuso per telefono. Ecco la sezione chiave, con un ringraziamento a Marcel Sardo per la traduzione della parte un po' complicata nel mezzo:

'Le forze ucraine sono entrate in città, avevano informazioni su chi fa parte della milizia, hanno catturato una donna, e legato un uomo per le gambe a un mezzo di trasporto blindato e lo hanno trascinato vivo intorno alla piazza, poi lo hanno gettato tutto insanguinato nel veicolo e lo hanno portato via da qualche parte. Poi sono entrati in un appartamento, hanno preso un bambino di sei anni, lo hanno portato in piazza e lo hanno inchiodato a una tavola di informazioni e pubblicità, ed è rimasto appeso lì fino a quando il padre, che era un militante, è stato portato lì pure lui. Quando il padre è arrivato hanno sparato al bambino davanti ai suoi occhi. Igor e sua figlia li hanno visti farlo, la ragazza ha avuto uno shock così profondo che ha cominciato a balbettare, ancora non riesce a parlare correttamente, e ha dodici anni...'

Questa versione è apparsa ben tre giorni prima di quella di Galina, ma ci sono entrambi gli elementi principali: qualcuno trascinato dietro un veicolo militare, e un bambino essere crocifisso davanti a un suo genitore. Che cosa significa questo, e quali sono le sue implicazioni?

Qualunque cosa sia, questo è chiaramente NON è un 'copione ripetuto', come sostiene la signora Davis. Qui il ragazzo ha sei anni, mentre quello di Galina ne ha tre. Qui il testimone è il padre, dove per Galina è la madre. Qui sparano al bambino, dove per Galina ci mette un'ora e mezza a morire. Se questa versione Facebook era intesa come un copione di propaganda, allora perché mai Galina racconta una storia così selvaggiamente diversa?

Ci deve essere un'altra spiegazione, e ce ne sono almeno tre da considerare:

Che nessuna delle storie sia vera. Voci incontrollate sono circolate tra gli abitanti spaventati di Slavjansk, e alcuni (tra cui Galina e la fonte della versione di Facebook) hanno preteso di aver assistito in prima persona. Potrebbero averlo fatto per attirare l'attenzione, o nel tentativo di ottenere la simpatia e l'aiuto della Russia.

Che entrambe le storie nascano dalla stessa fonte, che avrebbe potuto essere una vera e propria atrocità o forse solo una minaccia. In tal caso Galina ho ha deciso in modo autonomo di renderla ancora più straziante, o non conosceva i dettagli e ha dovuto inventare i propri quando ha affermato di averli visti lei stessa.

Che ci siano stati due incidenti separati. In realtà è molto raro trovare un'atrocità isolata di questo tipo, e gli investigatori di crimini di guerra tipicamente si aspetterebbero di trovarne degli altri. Se sembra strano che Galina non abbia parlato del primo incidente nella sua intervista, dobbiamo notare che la sua prima intervista fa una chiara distinzione tra le cose che conosce (le sparatorie) e l'incidente che ha visto lei stessa (la crocifissione).

Sarebbe comunque d'aiuto trovare dove ha avuto origine la versione di Facebook – ma non è stato Dugin. La sig.ra Davis ancora una volta sta trattando la verità in modo economico quando dice che Dugin ha pubblicato l'8 luglio, dato che il timestamp sulla sua pagina Facebook mostra il 9 luglio alle 14.20 – e altre persone che avevano già condiviso la storia prima di lui. Come questo Jurij Golubev, per esempio.

Ma la più grande ironia è che, se la sig.ra Davis si fosse effettivamente presa la briga di fare una vera e propria ricerca invece di gettare fango a casaccio, avrebbe trovato qualcosa di dannoso quanto Dugin. Io l'ho fatto, e visto che sono più interessato alla verità che alla partigianeria, sono felice di presentarglielo come regalo.

Golubev potrebbe essere stato il primo individuo a 'condividere' quella storia su Facebook, ma la fonte che ha citato era questa, inviata 8 minuti prima:

È un'organizzazione russa a beneficio dello Stato, e la sua home page definisce come propria missione 'promuovere un'immagine positiva della Russia'. Si tratta di un ente benefico privato piuttosto che un ente governativo, ma il suo scopo è comunque essenzialmente la propaganda.

Questo è parecchio dannoso – ma se davvero ci pensiamo, ancora non prova che la storia è falsa. I propagandisti russi hanno certamente avuto un enorme gioco con l'attacco aereo di Kiev su Lugansk – ma questo non significa che l'attacco non sia avvenuto. Tali organizzazioni sottolineano, esagerano, distorcono e sfruttano il materiale autentico per tutto il tempo, e ogni storia di questo genere sarebbe finita nelle loro mani in pochi minuti. Possono aver inventato la storia di Facebook, possono averne semplicemente sentito parlare, ma ancora non possiamo esserne sicuri in entrambi i casi.

Quello di cui possiamo essere abbastanza sicuri è che la storia di Galina non ha avuto origine da qui. Se avessero voluto inventare un testimone, sicuramente ne avrebbero hanno allenato uno a dire la storia già trasmessa – non a dare una versione così diversa da gettato l'intera idea in preda al sospetto. Sicuramente avrebbero programmato i tempi – ma la storia di Galina li ha colti così evidentemente di sorpresa che non avevano nemmeno una squadra del Canale 1 sul posto. Tutta quella storia di 'prima intervista, seconda intervista' sa di una cosa amatoriale, e non del tipo di gestione snello che ci aspettiamo dai propagandisti professionali.

Quindi la giuria deve ancora pronunciarsi sulla storia di Galina - ma lo ha già fatto, temo, sul tentativo di smentita di Julia Davis. Quest'ultima può non aver deliberatamente mentito, il suo può essere semplicemente un lavoro di ricerca incredibilmente scadente, ma non una singola delle sue affermazione regge al controllo, e l'effetto di tutto il suo pezzo è compiaciuto, odioso e del tutto disonesto. Merita credito per aver almeno postato le sue opinioni a suo nome, ma il suo lavoro è costantemente inaffidabile e non può essere raccomandato come una fonte affidabile sull'Ucraina.

Ma ho paura che lei non sia la  peggiore.

Ecco arrivare, accetta in mano, Owen Matthews del The Spectator del Regno Unito, che vuole usare la crocifissione di Slavjansk per dare corpo a un articolo con il titolo dalla mentalità molto aperta, 'L'impero delle bugie di Vladimir Putin'. Ecco cosa ne fa.

Oh cielo, oh cielo. Passiamo rapidamente sopra alla sua ripetizione della menzogna 'non esiste Piazza Lenin' e al rigurgito della connessione a 'Game of Thrones' (che almeno ha la decenza di ammettere che è solo una diceria) e diamo uno sguardo alle sue terribili nuove accuse.

La maggior parte di queste non sono affatto in realtà accuse – sono solo ripetizioni di fatti noti distorti in modo da sembrare crimini. Galina ha ammesso apertamente in un'intervista che suo marito stava combattendo nella milizia, quindi questo non è certo una scoperta sorprendente. Il fatto che sia anche un ex membro della Berkut proviene direttamente dalla dichiarazione del Ministero degli Interni di Kiev, e l'inclinazione spiacevole data dai termini 'famigerato' e 'disciolto da Kiev' è una parodia di segnalazione onesta. È vero che la Berkut è stata accusata delle uccisioni dei cecchini sul Maidan ed è stata disciolta in disgrazia – ma è anche vero che le indagini successive hanno rivelato i cecchini erano parte dei manifestanti piuttosto che della polizia, e anche il governo di Kiev ha finalmente ammesso che i membri della Berkut sono sempre stati innocenti del crimine.

Ma ciò che è veramente ingiusto è l'elemento centrale di questo straordinario attacco– la rivelazione che Galina Pyshnjak da Skavjansk è in realtà un'attrice di Obukhov chiamata Galina Astapenko, il che implica, naturalmente, che tutta la sua storia è un'invenzione. La cosa brillante di quest'accusa è che al sui interno c'è davvero solo una bugia, ma tutto l'insieme è assolutamente falso, e questo può essere dimostrato.

Il signore Matthews non si è preoccupato di citare tutte le fonti delle sue rivelazioni, ma dopo che non sono riuscito a trovare alcun riferimento, immagine o lista sull'IMDB per 'l'attrice' Galina Astapenko, sono riuscito a recuperare un articolo che potrebbe aver provocato le sue affermazioni fuorvianti:

Passatelo attraverso Google Translate, e vedrete che in realtà non cita alcuna delle rivelazioni denunciate. Galina si chiamava effettivamente 'Astapenko' – perché quello era il nome del suo primo marito. Qualcuno dovrebbe dire al signor Matthews che molte donne cambiano i loro cognomi quando si sposano o si risposano, e in realtà questo non significa che stanno fingendo di essere qualcun altro.

Un sacco di donne cambiano anche casa. Il Ministero degli Interni di Kiev ha già confermato che Galina viveva a Nikolaevka alla periferia di Slavjansk prima di fuggire in Russia, e Galina aveva già detto nella sua intervista che originariamente proveniva da ovest. Tutto ciò che fa questo articolo è confermare dove viveva al tempo del Maidan – e davvero in questo non vedo nulla di sbagliato, criminale o fuorviante.

Ma il colpo assassino sarebbe se Galina fosse davvero un'attrice, in quanto il punto di forza della storia è il potere della sua performance. Ma non lo è. Non c'è traccia di una tale attrice, e ci vorrebbe un vero occhio d'aquila per riconoscere qualcuno che non è mai apparso in alcun film o alla televisione. Letteralmente l'unica combinazione delle parole 'Galina Astapenko' e 'attrice' che sono riuscito a trovare è in questo articolo, e la frase tradotta assomiglia a questa:

E 'diventata' un'attrice per la storia di Julia Chumakova – la donna sospettata di aver inventato la storia della crocifissione. In altri termini, l'articolo dice solo che Galina fa l'attrice nell'intervista con la sua testimonianza, non che lei lo sia di mestiere o che abbia mai fatto una cosa del genere prima. È semplicemente un altro modo di dire 'è una bugiarda'.

I fatti accertati sono dunque questi: Galina era sposata prima con un uomo di nome 'Astapenko' e viveva vicino a Kiev prima di trasferirsi nei pressi di Slavjansk. Cerco di essere caritatevole, ma qualcuno mi può spiegare come un giornalista onesto potrebbe distorcere i fatti in questo modo: 'Ma osservatori acuti hanno riconosciuto la 'rifugiata' come l'attrice Galina Astapenko da Obukhov, nei pressi di Kiev'?

Ma rimane ancora un'affermazione – che 'secondo recenti post sulla sua pagina di social network' Galina si sta godendo l'estate con i suoi figli. Beh, che cosa terribile. Che cosa scioccante portar via dei bambini traumatizzati per mesi dai bombardamenti del proprio governo e cercare di dare loro un momento sereno. Ma anche questo, è vero?

La pagina Vkontakte di Galina è ora inattiva, ma sono riuscito a rintracciare uno screenshot delle ultime voci:

Ha fatto l'ultimo login l'11 luglio, il giorno della sua intervista. L'unica voce leggibile prima di questa era il 25 giugno e mostra solo dell'attività di qualche gioco online. Terribile, ovviamente, per una donna in un periodo di guerra cercare di passare il tempo in qualcosa di così normale, ma io non vedo nulla riguardo al 'godersi l'estate' – e certamente niente dal momento in cui è fuggita in Russia.

Ma Owen Matthews non è l'unico a sfruttare i social media di Galina, come se la sua stessa esistenza fosse in qualche modo sbagliata. Sia l'articolo di Podrobnosti sia il pezzo di Julia Davis hanno saccheggiato le sue fotografie del passato, favorendo l'illusione che Galina Pyshnjak non possa essere la rifugiata mezza morta di fame che sembra essere, perché la vera donna in realtà assomiglia a questa.

È ridicolo, naturalmente - come cercare di screditare un sopravvissuto di un campo di concentramento, mostrando le sue immagini felici di prima della guerra – ma non c'è alcun dubbio che l'effetto subliminale è in qualche modo dannoso, e il 'danno' qui è l'unica cosa che si vuole ottenere.

E questa cosa è scioccante da parte di The Spectator. La sig.ra Davis ha un chiaro ordine del giorno politico, ma The Spectator era solito essere una delle pubblicazioni più rispettate della Gran Bretagna, e Owen Matthews è un eccellente scrittore di cui in precedenza io avrei consigliato il libro 'Stalin's children'. Che cosa sta succedendo qui? Quali possibili pressioni potrebbero ridurli a pubblicare qualcosa di così deliberatamente e palesemente fuorviante?

Forse non si sono semplicemente preoccupati di fare ricerche. Sanno che c'è un mercato per il materiale che demonizza Putin e la Russia, e qualsiasi vecchia spazzatura andrà bene. Nessuno andrà a prendersi abbastanza cura per verificare cosa c'è scritto, e una povera profuga non è in grado di citarli in giudizio in ogni caso. Perché perdere tempo con un'accusa ridicola che tutti sanno essere una bugia?

Ma nessuno lo sa, ed è per questo che la cosa deve semplicemente essere indagata. Una sostanziale confutazione on-line non è riuscita a screditare anche un singolo punto di questa storia, e se qualcosa ne è venuto fuori, è che adesso sembra più credibile rispetto a prima.

Ecco quello che abbiamo stabilito in questo mastodontico post:

• Che Galina Pyshnjak è chi dice di essere, viveva ha dove ha affermato che viveva, e conosce Slavjansk abbastanza bene per avere familiarità con Piazza Lenin – e con la sua bacheca.

• Che suo marito combatteva effettivamente con la milizia, cosa che l'avrebbe messa in pericolo esattamente come lei sostiene.

• Che ha detto la verità sul fatto che solo 'donne e anziani' erano rimasti a Slavjansk. Non era così quando i soldati sono venuti la prima volta (come abbiamo visto nella puntata di Roulette russa), ma sembra essere così ora.

• Che la popolazione di Slavjansk è chiaramente spaventata, e molto riluttante a dire qualcosa sui propri occupanti.

• Che altre persone hanno parlato (apparentemente in modo indipendente) di una crocifissione di un bambino in Slavjansk. Possono avere mentito, ma hanno parlato – e prima che potessero aver visto l'intervista di Galina.

• Che lei non è mai stata un'attrice, ma ha tirato fuori una prestazione del tipo da vincere un Oscar.

Niente di tutto questo dimostra nulla - tranne che c'è sicuramente abbastanza per giustificare delle indagini. Ho il sospetto che l'unico ostacolo sia 'l'improbabilità' intrinseca della storia, ma come ho sostenuto più sopra, sappiamo che ci sono persone in Ucraina più che in grado di fare una cosa del genere. In realtà sappiamo di più: sappiamo che erano lì.

La cosa è stata tenuta molto tranquilla, e mi sono imbattuto solo per caso su questo quando ero alla ricerca di Piazza Lenin. L'8 luglio, la BBC ha pubblicato un rapporto di Steve Rosenberg sulla liberazione di Slavjansk, e verso la fine troverete questo paragrafo rivelatore.

Di nuovo al di fuori della stazione di polizia, noto una bandiera che prima non c'era. È rossa e nera: la bandiera del gruppo ultranazionalista ucraino Settore destro. Questo farà sentire alcune persone profondamente a disagio in questa città prevalentemente di lingua russa.

Questo mi ha fatto rabbrividire. Era sempre difficile credere che l'esercito ucraino ordinario (nel quale molti sono coscritti riluttanti) potesse perfino contemplare una tale atrocità – ma il Settore destro era lì esattamente nel giorno giusto, e questo è proprio il tipo di cosa che mi aspetterei che facciano.

Non mi credete? Date un'occhiata a questo video che hanno pubblicato nel lontano mese di aprile, dove tagliano la gola di un ex capo della polizia di Donetsk nella sua camera da letto – e di fronte a sua moglie. Ma fate attenzione – è un filmato estremamente cruento.

Forse è falso. Forse. Ma la strage di Odessa non è stata falsificata, e hanno fatto anche questa. Hanno persino filmato se stessi mentre lanciavano molotov, abbattevano le porte, scalciavano e sbeffeggiavano i cadaveri – hanno fatto tutto senza paura perché sapevano che nessuno si sarebbe preso la briga di indagare. Il fatto che avessero ragione significa che ora devono essere ancora più fiducioso.

Se ignoriamo la crocifissione di Slavjansk allora li siamo stiamo rendendo ancor più audaci. Stiamo inviando alle forze ucraine un messaggio che possono fare quello che vogliono con le persone che 'liberano', e nessuno li punirà mai per questo. Stiamo dando loro carta bianca per commettere stupri, torture e omicidi.

DOBBIAMO indagare correttamente questa affermazione, anche se sarà dimostrata falsa. Se non lo facciamo – la prossima notizia del genere che sentiamo sarà vera.

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