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  Per la Russia i problemi attuali sono tattici, non strategici

dal blog The Vineyard of the Saker

8 luglio 2014

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Penso che l'inaspettata caduta di Slavjansk ci abbia colpito tutti molto duramente. Eravamo abituati a pensarla come una nuova Stalingrado, come una versione di Bint Jbeil nel Donbass, e l'improvviso ritiro delle forze di Strelkov è stato una sorpresa per tutti noi. E mi riferisco a tutti noi, compresi gli ucraini (che avevano predetto che Strelkov avrebbe combattuto lì fino all'ultimo proiettile). E questo è esattamente ciò che voleva Strelkov.

Potrei rivedere tutti gli argomenti dell'anonimo generale ucraino, ma tutto quello che potrei aggiungere è che sono d'accordo con loro. Ma perché farlo di nuovo? Ho già parlato della probabile evoluzione della situazione del combattimento nel Donbass e ho espressamente discusso l'unica vera importanza di Slavjansk, un'importanza simbolica. Se qualcuno ancora crede sinceramente che la mossa di Strelkov sia stata qualcos'altro che un ritiro molto intelligente e perfettamente cronometrato da una posizione insostenibile, non ho più argomenti per contestare una tale convinzione. Agli altri, dirò questo: la ritirata è una delle abilità più difficili e importanti in una guerra, completamente sottovalutata e fraintesa dai civili, che costituisce una prova estenuante e quanto mai rivelatrice della qualità delle forze che la eseguono. Sembra che Strelkov abbia compiuto un'operazione quasi perfetta, ordinata e impeccabilmente cronometrata da una Slavjansk già circondata, e che questa sia la migliore prova possibile della sua superba abilità tattica.

Quello che vorrei fare ora, non è guardare alle questioni tattiche, ma alle opzioni strategiche russe. Non a come la Russia dovrebbe cercare di fare questo o quello, ma piuttosto a quello che è probabilmente l'obiettivo finale, l'obiettivo della campagna, della Russia.

Le motivazioni e gli obiettivi di Putin

In primo luogo, devo dire che l'unica ipotesi di lavoro logica su Putin è che lui stia facendo quello che ritiene essere il meglio per la Russia e per il popolo russo. L'idea che egli sia un "codardo" o un "venduto" è prima facie ridicola: se fosse stato così, non avrebbe ordinato alle forze russe di strappare la penisola di Crimea proprio sotto il naso degli Stati Uniti e della NATO. Né avrebbe osato sfidare apertamente gli Anglo-sionisti sulla Siria. No, se Putin non sta inviando le forze russe nel Donbass, questo non ha nulla a che fare con la paura o con una qualche presunta debolezza russa. Ha tutto a che fare con il fatto che Putin è giunto alla conclusione che questa non sarebbe la tattica giusta per raggiungere il suo obiettivo strategico. Questa è l'unica spiegazione logica.

Vorrei far notare che un recente sondaggio mostra anche che il 60% (sessanta per cento!) dei russi sono d'accordo con lui e non vogliono inviare truppe nel Donbass. Questo significa forse che il 60% dei russi sono vigliacchi o sono stati comprati dal Nuovo Ordine Mondiale? Ben difficilmente.

L'invio in forze russe in Novorossija è una tattica, un mezzo per raggiungere qualcos'altro. Questo non è un obiettivo di per sé, giusto? Allora, qual è l'obiettivo?

Penso che la prima domanda che dobbiamo farci è questa: la Russia può accettare il progetto degli Stati Uniti, o in qualche modo conviverci? E ancora una volta, che cos'è quel progetto? Un'Ucraina unitaria (non federale) gestita da nazisti russofobi completamente sotto il controllo degli Stati Uniti, con la NATO all'interno dell'Ucraina e ogni forma di influenza russa gettata fuori. Nella migliore delle ipotesi, ciò significherebbe che la Crimea sarebbe sotto una costante minaccia di attacco e, nel peggiore dei casi, significherebbe un attacco ucraino/NATO/statunitense alla Crimea non appena siano radunate forze sufficienti. Chiedete a voi stessi: è un risultato accettabile per la Russia? C'è qualche possibilità che Putin potrebbe essere convinto ad accettare una cosa del genere? La mia risposta è un enfatico 'no!'. Questo è semplicemente un risultato che la Russia non può accettare, a prescindere da chi sia seduto al Cremlino.

Ok, che dire allora di un accordo con Poroshenko? Qualcosa di simile, "tu rinunci alla Crimea, e io rinuncio al Donbass"?

Sciocchezze. In primo luogo, non esiste alcun Poroshenko. Beh, sì, c'è un tizio chiamato Poroshenko a Kiev, ma non ha alcun potere. Il vero potere non è nemmeno nelle mani di Obama, ma dello "Stato profondo" degli Stati Uniti: i burattinai di Obama e di Poroshenko. Ora ponetevi una domanda fondamentale: lo "Stato profondo" degli USA ha bisogno del Donbass? Ovviamente no!

Il Donbass – chi ne ha bisogno e chi no?

Cos'è il Donbass? In poche parole, il Donbass è una regione completamente russa che per le assurdità della storia si è trovata a essere parte dell'Ucraina, proprio come la Crimea. Inoltre, il Donbass è una regione incentrata quasi esclusivamente sul commercio con la Russia. Ha carbone e capacità industriali high tech (comprese quelle militari). Gli Stati Uniti, l'Unione Europea o anche l'impero Anglo-sionista nel suo complesso hanno esattamente zero necessità del Donbass. La Russia sì, la Russia potrebbe sicuramente utilizzare gran parte del potenziale del Donbass, ma nessun altro. Ora, se il Donbass viene consegnato all'Ucraina dimezzata sotto controllo nazista (quella che io chiamo Banderastan), sarà così e perderà automaticamente ogni suo valore: tagliato fuori dalla Russia, il Donbass è inutile. Proprio come una chiave è utile solo quando c'è una serratura, il Donbass è utile solo attraverso il suo rapporto con la Russia. Un Donbass tagliato fuori è inutile.

Quindi cosa accadrebbe a un Donbass parte di un Banderastan unitario? Beh, in primo luogo, la Russia dovrebbe tagliarlo immediatamente fuori dalla zona commerciale comune (per proteggere Russia, Bielorussia, Kazakistan, Armenia e futuri membri) da merci comunitarie. Inoltre, i mostri della giunta hanno già annunciato che il Banderastan non rifornirà l'industria militare russa. Inoltre, il Donbass è già in caduta libera – dall'inizio dell'anno, le esportazioni verso la Russia sono diminuite, se non mi sbaglio, di qualcosa come 1/4, o il 25%. Quindi, diciamocelo, se la giunta nazista ottenesse mai il Donbass, questo diventerà un deserto, e non la principale fonte di reddito che è stato dal 1991.

Mettendo da parte i valori "patriottici" di uno stato immaginario (l'Ucraina) che "riprende" le sue terre storiche (almeno nella loro immaginazione), il Donbass ha valore zero e quindi né la giunta, né gli Stati Uniti accetterebbero mai un tale scambio.

Si potrebbe chiedere perché gli ucraini stanno combattendo duramente per mettere le mani su un inutile pezzo di terra. È davvero semplice.

Allora, qual è il senso di questo conflitto?

In primo luogo, ricordate, gli ucraini non decidono nulla. Decide lo zio Sam. E lo zio Sam vuole una nuova Guerra Fredda, lo Zio Sam promuove guerre e crisi in tutto il mondo, perché è fondamentale per giustificare la NATO e per mantenere in vita il dollaro. Per lo zio Sam, una guerra di dieci anni nel Donbass sarebbe perfetta: fargliela pagare ai maledetti russkie per la Siria, portare la NATO vicino al confine della Russia, far sì che gli europei se la facciano sotto, distruggere l'euro nel processo, e giustificare la NATO. Cosa potrebbe esserci di meglio?!

Ma anche la giunta ha bisogno della guerra. Per prima cosa, fornisce il capro espiatorio perfetto: Putin, i moskali, l'onnipotente FSB, ecc. Questo crea anche un clima di paura, che è eccellente per i poteri di polizia, le violazioni dei diritti umani e dei diritti civili, ecc. Consente inoltre ai nazisti di andare a caccia di "sabotatori" e "agenti russi" (chiunque non sia d'accordo con la loro ideologia o politica). Una guerra è anche un modo perfetto per spiegare la crisi. È anche un modo per fare un sacco di soldi: Kolomoiskij ha già fatto milioni vendendo all'esercito ucraino carburante dal prezzo artificialmente gonfiato. Ultimo ma non da meno, le guerre creano caos, e ai teppisti piacciono sempre il caos e l'illegalità: questo è un ambiente in cui prosperano sempre.

Così sia lo zio Sam sia la sua giunta nazista a Kiev vogliono la guerra, non il Donbass.

Che cosa significa questo per la Russia?

Beh, abbiamo stabilito che la Russia non può permettere che il piano statunitense per l'Ucraina abbia successo. La Russia non può permettere che uno stato unitario nazista e NATO sul suo confine occidentale. Abbiamo anche stabilito che non si può fare nessun accordo, che non c'è nulla da negoziare semplicemente perché né lo zio Sam, né la giunta nazista hanno alcun interesse per qualsiasi forma di negoziati. L'unica conclusione possibile di questo è che la Russia ha una sola opzione rimasta: la vittoria. O, se si preferisce, la sconfitta totale per la giunta di Kiev e per lo zio Sam.

In realtà, la Russia non ha scelta

Voglio sottolineare che questa non è propriamente una "scelta". Pensatela così: se ti punto una pistola al petto e ti dico 'o la borsa o la vita', suppongo che tu abbia una sorta di "scelta", ma in realtà non la chiameremmo una scelta, vero? Qui è la stessa cosa, la Russia non ha, ovviamente, la scelta di mettere la sua stessa esistenza a rischio, e nessun governante russo sano di mente potrebbe mai accettare di lasciare un'Ucraina nazista unitaria sul confine russo. Così la Russia deve resistere a questo risultato. La Russia deve sconfiggere questa alleanza statunitense/nazista e i suoi obiettivi. E per questo la giunta nazista di Kiev deve cadere.

Per dirla in modo semplice: il vero obiettivo della Russia in Ucraina è il cambio di regime.

Niente di meno di questo sarà sufficiente. La Russia deve assolutamente de-nazificare almeno la maggior parte dell'Ucraina, almeno tutta la parte ovest del Dniepr e probabilmente anche Kiev. Se la Russia avesse una frontiera comune con una normale, sana, Ucraina e quest'Ucraina avesse una frontiera comune con una sorta di piccolo Banderastan galiziano, allora la Russia probabilmente potrebbe conviverci. Ma tale mini-Banderastan sarebbe o altamente sovversivo per il resto dell'Ucraina o non autosufficiente. Non riesco a immaginarmelo. Inoltre, è probabile che anche le persone dell'Ucraina occidentale ritorneranno ai loro sensi, prima o poi, e si renderanno conto che il nazismo non è un bene per nessuno, nemmeno per loro.

Lo spettacolo degli orrori ucraini

In questo momento, il popolo ucraino è chiaramente impazzito. L'ultimo sondaggio mostra che il maniaco Ljashko (contro cui la Procura Generale della Crimea ha aperto un'inchiesta per pedofilia) è il più popolare personaggio politico in Banderastan. Seguito da Julia Timoshenko e Vitalij Klichko. Sembra terribile, certo, ma guardate quei numeri ancora una volta: tutti i candidati indicati qui insieme ottengono il 74%. E per quanto riguarda il restante 26%? Chi sceglierebbero?

Quando hai il politico più popolare al 23,1% e i sei più popolari insieme al 74% – sai che hai un paese in una profonda crisi politica. E inoltre, non ci viene detto perché gli ucraini intervistati hanno fatto queste scelte? Va bene, per scegliere Ljashko devi essere un pazzo furioso o un idiota con la bava alla bocca, o entrambe le cose. Ma che dire del resto? Forse non sono stati scelti come migliori, ma come i "meno peggio"? Qualunque sia il caso, ho il sospetto che la maggior parte degli ucraini sia composta da persone decenti, mentalmente sane, e fondamentalmente buone. Certo, c'è tra loro un grande numero di squilibrati, ma questo è normale in un paese che è fondamentalmente in bancarotta e che ha subito 20 anni di lavaggio del cervello da parte di neo-nazisti russofobi. Questo deve cambiare. Prima o poi, questo deve cambiare.

Se a questo aggiungiamo il fatto che economicamente l'Ucraina è fondamentalmente alla fine, morta a tutti i fini pratici, e che non importa che cosa succeda, la crisi economica esploderà entro la fine dell'anno, possiamo capire perché un cambiamento di regime potrebbe benissimo accadere anche senza una qualsiasi forma di intervento russo.

L'unico piano di gioco in città

Da quanto sopra esposto possiamo giungere a tre conclusioni semplici e di base:

1) La Russia non può permettere in nessun caso che la Novorossija cada

2) Il cambiamento di regime a Kiev è un obiettivo strategico russo vitale

3) Mosca muoverà le sue forze militari solo come ultima risorsa

Ora il piano di gioco di Putin diventa, credo, chiaro: mantenere la Novorossija in grado di resistere in attesa di un cambiamento di regime a Kiev. Questo, naturalmente, non significa che l'aiuto della Russia diventerà ufficiale, anche se sarebbe possibile, soprattutto se gli ucraini impazzissero e la situazione umanitaria sfuggisse di mano. Inoltre, per quanto cinico possa sembrare, la guerra in Novorossija è un fantastico fattore di mobilitazione psicologica delle persone in Russia e in Novorossija. Anche in questo caso, diciamocelo, quello che io chiamo il "potenziale di resistenza" della Novorossija è lungi dall'essere raggiunto e la maggior parte degli abitanti della Novorossija sta ancora osservando il tutto alla TV. Ma ora che Slavjansk è caduta e sembra che ora tocchi a Donetsk e Lugansk e ora che in centro città si sente già l'artiglieria, potete essere certi che sempre più cittadini della Novorossjia stanno per rendersi conto che questa non è una guerra che possono semplicemente osservare nei loro televisori: hanno votato per l'indipendenza en masse, ora dovranno difendere questa scelta, anche qui en masse.

Quanto alla Russia, vi posso assicurare che la raffica quotidiana di orribili, oltraggiose e irritanti notizie dall'Ucraina ha già avuto un impatto enorme in Russia. Basta considerare queste cifre che un funzionario del Cremlino ha rilasciato ieri. Ufficialmente, ora ci sono 481.268 rifugiati provenienti dall'Ucraina in Russia, 414.726 nella sola regione di confine (Rostov), e 20.461 hanno già presentato domanda per lo status di rifugiato. Così, mentre il Dipartimento di Stato nega la realtà di questo fenomeno o, in alternativa, lo spiega con l'aria fresca delle "montagne di Rostov" (che non esistono) o con persone "che visitano le loro nonne", al pubblico russo sono mostrati enormi aerei da trasporto pesante Il-76 rigurgitanti di famiglie intere, lunghe file di profughi ai posti di frontiera russi (che, tra l'altro, gli ucraini colpiscono regolarmente "per errore"), popolari gruppi musicali (come i DDT) che fanno concerti per raccogliere fondi per l'assistenza, intere tendopoli (di classe mondiale) costruite da EMERCOM e centinaia di profughi ospitati in tutta la Russia in alberghi, famiglie o anche centri appositamente costruiti. Quindi per favore non illudetevi: se gli orrori del Donbass "non si vedono" nei media sionisti occidentali, sono invece una caratteristica quotidiana su tutti i mezzi di informazione russi e questa raffica di eventi sta avendo un effetto profondo e a lungo termine sulla popolazione generale.

La buona notizia per la Novorossija e per la Russia

Il Banderastan è condannato. In questo momento, è mantenuto in vita artificialmente dagli aiuti occidentali, dal gas russo (dirottato illegalmente nelle riserve questa primavera) e, soprattutto, dall'inerzia. Proprio come un grande treno non può fermarsi immediatamente, neppure uno stato grande come la (defunta) Ucraina può bloccarsi dalla sera alla mattina. Ma sta perdendo il suo slancio a una velocità vertiginosa. Mosca ha spento il gas, i prestiti esteri a malapena coprono gli interessi del debito pubblico e la guerra nella parte orientale del paese sta non solo costando miliardi, ma sta distruggendo le infrastrutture della parte più ricca dell'ex-Ucraina. La giunta a Kiev è composta da fanatici incompetenti che non hanno alcuna idea su come affrontare i problemi reali e che, quindi, letteralmente, eseguono solo gli ordini dello zio Sam. Quanto allo zio Sam, non solo non glie ne frega niente degli ucraini e del loro patetico Banderastan – ma è molto felice di aver messo in moto una crisi così enorme proprio tra l'Unione Europea e la Russia.

Che dire della cosiddetta "operazione anti-terrorismo" contro la Novorossija? Beh, diciamo solo che il nuovo ministro della difesa de Banderastan ha esattamente zero esperienza militare e che ha già annunciato che la strategia ucraina sarà di circondare e di bloccare Lugansk e Donetsk. Già, proprio così, gli ucraini hanno già annunciato che non cercheranno di prendere queste città. Naturalmente, poiché la giunta ha sempre mentito su tutto, possiamo essere assolutamente certi che proveranno un attacco, ma dal momento che le loro possibilità di successo sono vicine allo zero (le operazioni offensive urbane negano quasi tutti i loro vantaggi), hanno già ha annunciato che questo non è un obiettivo.

[Come variazione sul tema, vorrei notare che è accaduto qualcosa di interessante: dopo la "vittoria" ucraina a Slavjansk, tutta una serie di funzionari di massimo grado della sicurezza ucraina sono stati licenziati e sostituiti. Che cosa vi dice questo circa il vero significato di quanto è successo?]

Non c'è dubbio che il tempo è dalla parte della Russia e che il crollo di tutto lo stato del Banderastan è inevitabile entro i prossimi 4-6 mesi. Ciò che rimane davvero da vedere è se la Novorossija sarà in grado di resistere senza un aiuto russo palese per così tanto tempo. La mia ipotesi è che sì, ce la farà, ma con l'occupazione ucraina di tutta la parte nord-ovest della Novorossija (la grande area attorno a Slavjansk-Kramatorsk), la Novorossija non ha più profondità strategica. Ora è il momento del "non un passo indietro" sia per la Novorossija sia per la Russia stessa. Un altro successo ucraino potrebbe invertire la tendenza, soprattutto psicologicamente. Una cosa è cedere una città indifendibile, un'altra è perdere Gorlovka o Snezhnoe e rischiare di perdere il nodo Krasnyi Luch-Antratsyt. Se questi nodi fondamentali vengono invasi dagli ucraini, la difesa di Lugansk e Donetsk diventerà l'ultima resistenza della Novorossija.

In conclusione – sfatiamo alcuni miti

Ci sono un paio di miti che penso che ci sia bisogno di sfatare come conclusione. Il primo è che la resistenza sia stata inutile, che Strelkov o Putin (o entrambi) abbiano fatto alla Novorossija ciò che papà Bush ha fatto agli sciiti iracheni: dire loro di insorgere solo per farli massacrare. In realtà, quest'idea presuppone che i nazisti possano agire senza terrore e massacri. Quindi mi permetto di ricordarvi qui che non c'è stata una rivolta, né uno Strelkov, a Odessa, che tuttavia ha avuto il suo massacro e che ora vive in un regime quotidiano di terrore. Inoltre, lo stesso regime di terrore si può trovare ora a Kharkov che, inizialmente, ha voluto unirsi alla Novorossija, ma la cui resistenza è stata schiacciata in modo molto efficace dalla SBU e dai teppisti del settore destro. Lo stesso vale per Mariupol. Tutte queste città ora vivono in un clima di paura, governate dagli squadroni della morte e dalle bande di teppisti degli oligarchi locali, a cui queste città sono state letteralmente *regalate* dalla giunta (gente come Kolomoiskij o il suo scagnozzo Palitsa a Odessa). Contro i nazisti è sempre meglio resistere fino all'ultimo proiettile, e la soluzione per la parte della Ucraina occupata dai nazisti è sempre la stessa: resistenza, lotta e cambio di regime a Kiev. Dare la colpa della guerra a Putin e/o Strelkov è semplicemente ridicolo.

Poi c'è il paragone tra la Crimea e il Donbass. In poche parole, non c'è nulla da paragonare. Queste sono regioni completamente diverse con una geografia radicalmente diversa e una composizione etnica e ideologica completamente diversa. Dire semplicemente che Putin avrebbe potuto fare nel Donbass quello che ha fatto in Crimea trascura completamente la realtà locale. Non c'è assolutamente alcuna ragione di credere che il popolo della Novorossija sia tutto unito nel desiderio di far parte della Russia come lo era il popolo della Crimea. Certo, hanno votato per la sovranità, ma questa potrebbe significare qualsiasi cosa, da un'entità sovrana in un'Ucraina federale o confederale, a uno status indipendente al diventare parte della Federazione Russa. Non dobbiamo confondere i sentimenti anti-nazisti e i sentimenti anti-ucraini. Uno può odiare la giunta nazista di Kiev e avere ancora voglia di rimanere ucraino nella sua identità. Quindi sì, ci sono chiari segnali che il Donbass non vuole avere niente a che fare con il regime nazista ora al potere a Kiev, ma da questo non possiamo concludere automaticamente che la maggioranza dei cittadini della Novorossija vuole che il Donbass faccia parte della Russia. Questo potrebbe cambiare proprio ora con questa guerra, ma non sappiamo ancora.

Infine, c'è la questione del potere globale russo. Alcuni credono che la Russia sia debole e non possa permettersi una lotta palese e globale contro l'Impero Anglo-sionista. Essi sottolineano, correttamente, che la Russia dipende da molte importazioni straniere (prodotti farmaceutici, chip per computer, ecc.) Altri sostengono che la Russia sia quasi invulnerabile, che potrebbe permettersi un confronto economico frontale con l'Occidente e prevalere. Nessuna di queste due affermazioni è vera.

La Russia è dipendente dalle importazioni estere per molte cose. E ci sono un sacco di soldi russi a bordo, nelle banche del Regno Unito e in conti offshore. L'economia russa va "benino" al meglio, ma con tutta l'Unione Europea in fase di recessione, ci sono segni abbastanza buoni che la Russia stia andando anch'essa in tale direzione. E questo è normale – solo 15 anni fa la Russia era vicina a diventare uno Stato fallito, come l'Ucraina di oggi, e ciò che Putin ha gestito è un quasi-miracolo, ma anche per i quasi-miracoli ci vuole tempo e la Russia è lontana, molto lontana, da avere veramente recuperato la sua salute. Ci sono anche grandi problemi sistemici all'interno della Russia, come la corruzione, la fuga di capitali, una politica folle di tassi di interesse, la maggior parte delle società russe costituite all'estero, un sistema di tassazione sotto la media, ecc. Sì, la Russia sta migliorando, ha enormi riserve di denaro, risorse umane e naturali, e le prospettive a lungo termine sono a dir poco eccellenti. Ahimè, questo è già accaduto nella storia della Russia.

"Date alla Russia 20 anni di pace"

Il brillante riformatore e primo ministro della Russia Pjotr Stolypin una volta ha detto una frase famosa: "Date alla Russia 20 anni di pace interna ed esterna e non la riconoscerete." Fu assassinato da un rivoluzionario nel 1911 e sappiamo tutti cosa è successo dopo. Neanche a Putin sono mai stati dati 20 anni di pace, e di certo non sembra che li potrà mai avere, e neppure la Russia, almeno non fino a quando gli anglo-sionisti occuperanno il pianeta. E questo significa che nemmeno la Russia riprenderà la sua piena salute e il suo pieno potenziale in un qualunque prossimo momento. In altre parole, che la Russia possa in qualche modo sopravvivere a un confronto pieno con l'Occidente non ha importanza – ciò che conta è che la Russia ha un interesse strategico a fare tutto ciò che è in suo potere per evitare tale conflitto. Questo è il motivo per cui Putin è così attento e questo è probabilmente il motivo per cui il 60% dei russi non vuole che l'esercito russo entri in Novorossija: non vogliono compromettere ciò che è stato ottenuto con costo e sforzo tanto grande da parte della Russia di Putin nei passati 15 anni. Ma anche in questo caso, se non c'è davvero un altro modo per salvare la Novorossija da un regime nazista, l'esercito russo molto probabilmente interverrà. Ma penso che il Cremlino abbia un mandato da parte del popolo russo di mantenere tale opzione come extrema ratio (con azioni militari minori o addirittura limitate sempre e per definizione possibili).

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