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  La lotta per la santa Ortodossia: secolarismo, nazionalismo e nominalismo

Dal blog del sito Orthodox England, 23 ottobre 2013

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Introduzione

'La lotta per la santa Ortodossia' era una frase del sempre memorabile metropolita Lavr. Non c'è dubbio che i molti che hanno conosciuto questo santo ierarca molto meglio di noi potranno meglio spiegare in quale senso la usava. La frase, però, è molto adatta per descrivere coloro che sembrano essersi schiantarsi sulle rocce intorno alla Chiesa, senza mai raggiungerla. Oggi la santa Ortodossia è minacciata da due minacce esterne, ma soprattutto da una minaccia interna. Solo lottando contro tutte e tre possiamo vincere la lotta. Che cosa sono queste minacce?

Secolarismo

La prima minaccia è simboleggiata dal recente annuncio che l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, un gruppo pan-europeo, ha approvato una risoluzione di condanna della circoncisione dei bambini come una violazione dei diritti umani. La risoluzione è stata approvata pochi giorni fa con 78 voti a favore e solo 13 contrari. 15 si sono astenuti dal voto. Questa ondata di antisemitismo contro tutti i semiti, tanto ebrei quanto musulmani arabi, può sembrare ad alcuni cristiani ortodossi che non sia una nostra preoccupazione. Tuttavia, lo è.

Ora, come si è visto con il clamore intorno alla pratica dell'omosessualità, ogni fede è minacciata dal secolarismo occidentale, diffuso dall'Unione Europea. Questa 'laicità', in realtà solo un altro nome per l'ateismo, minaccia la cattolicità, l'integrità e la libertà della Chiesa ortodossa. Oggi si spinge contro ebrei e musulmani, domani ci sarà la messa al bando del battesimo ortodosso, che significa che la profezia di san Serafino di Vyritsa (+1949), che gli europei saranno costretti ad andare in Russia per il battesimo, si avvererà.

Senza il senso di cattolicità, integrità e libertà le Chiese ortodosse locali sono minacciate dallo sviluppo di culti della personalità, che abbiamo visto svilupparsi quando la Chiesa russa non era libera sotto il giogo sovietico; allora quelli che non volevano la Chiesa russa ridotta a un culto di una personalità, fuggirono per restare liberi. Ma quando la personalità in questione è morta, anche quelli che ne avevano creato il culto sono fuggiti, perché il loro unico attaccamento alla Chiesa era stata la personalità morta che avevano venerato.

Senza il senso della cattolicità, l'integrità e la libertà, le Chiese ortodosse sono minacciate anche dall'omosessualizzazione, il risultato della mancanza di vita monastica. Lo abbiamo visto con il famigerato arcivescovo tedesco Aav in Finlandia negli anni '20 e la conseguente 'finlandizzazione' di molte parrocchie locali, che non si sono ancora riprese. Abbiamo visto problemi simili nel recente passato negli Stati Uniti e oggi gli orribili problemi creati da cospiratori omosessuali nella Chiesa delle Terre Ceche e della Slovacchia, che hanno calunniato ed espulso il loro metropolita.

Nazionalismo

Il nazionalismo è ovunque un pericolo spirituale. Il nazionalismo nella Chiesa porta alla religione etnica del ghetto culturale stretto ed egocentrico, la religione meschina del fariseo e del settario. Appartiene a un mondo primitivo di isolamento, perché dice che il proprio gruppo tribale è al di sopra di Cristo. Il nazionalismo sovietico, che ancora infetta la Russia, ne è un buon esempio. Tuttavia, anche questo è un fenomeno generazionale che non dura, perché è incapace di portare frutto nella prossima generazione, che lo respinge, incapace di sopportare la sua soffocante ristrettezza.

Ricordiamo bene, quando studiavamo alla fine degli anni '70 al St Serge di Parigi, le opinioni del defunto rettore, il protopresbitero Aleksej Knjazev, sul patriarcato di Costantinopoli, lo stesso patriarcato a cui apparteneva. Dopo aver sofferto negli anni '60 per l'abbandono di tre anni della sua diocesi da parte del patriarcato, era stato al Fanar e aveva chiesto una prova che il patriarca avesse davvero autorità universale tra le Chiese ortodosse locali, come egli sosteneva, e non era semplicemente, come diceva padre Aleksej, 'un insignificante vescovo balcanico'.

Non ricevette alcuna prova, e così negli anni '70 cercò di riportare la sua giurisdizione indietro nella Chiesa ortodossa russa. La paranoica falsificazione di oggi nell'EU Greek Reporter (http://eu.greekreporter.com/2013/10/21/conflicts-in-the-orthodox-ecumenical-council/) afferma di fatto che il Patriarcato di Costantinopoli ha perso la sua vocazione unitiva durante la guerra fredda attraverso il suo nazionalismo. L'articolo conferma che la meschina gelosia nazionalista da parte del Patriarcato greco guidato dagli USA ritarda la convocazione di una Conferenza inter-ortodossa.

La gelosia politica del Fanar nei confronti dell'Ucraina russa ortodossa, che ha recentemente cercato di prendere in consegna con il sostegno degli Stati Uniti e dell'Unione europea, nei confronti dell'opera missionaria svolta per oltre un secolo dagli ortodossi russi in Giappone, in Cina e negli Stati Uniti (come anche in Polonia e Cecoslovacchia) e per quanto riguarda attuale ruolo vitale della Russia in Medio Oriente, nel sostenere il Patriarcato di Antiochia ormai a guida araba contro l'interventismo americano, non conduce alla cooperazione inter-ortodossa.

Nominalismo

Nonostante gli agenti irritanti esterni del secolarismo e del meschino nazionalismo - non solo greco - il vero nemico della Chiesa è interno. Si chiama nominalismo. Questo è lo spirito che decide che l'appartenenza alla Chiesa è definita da tre visite in chiesa il tutta la vita, per battesimo, matrimonio e funerale. È lo spirito che decide che l'appartenenza alla Chiesa è definita da una visita di quindici minuti alla notte di Pasqua. È lo spirito che decide che l'appartenenza alla Chiesa è definita da una visita di trenta minuti una volta al mese ad 'ascoltare il coro'.

È lo spirito che decide che l'appartenenza alla Chiesa è definita dall'appartenenza all'80% che a volte va in chiesa, ma non contribuisce, e non al 20% che prende parte attiva alla vita della Chiesa e senza il quale la Chiesa non esisterebbe. È anche lo spirito che decide che l'appartenenza alla Chiesa è definita come vivere lo stile di vita consumistico di questo mondo, la Chiesa è un supermercato, in cui il consumatore è libero di scegliere ciò che vuole, cioè, solo 'le parti belle e confortevoli'.

Tale distorsione consumistica della vita della Chiesa, in particolare, colpisce la demografia di qualsiasi paese che è caduto nel nominalismo, inclusi paesi una volta ortodossi. Là, una grande famiglia è considerata un peso, o anche una maledizione, dai consumisti. Dicono: Come si può 'godere' la vita quando si ha una famiglia numerosa? Così il mondo è caduto nel più grande olocausto della storia umana, superiore a quelli di Hitler, Stalin e Mao: l'olocausto dell'aborto, il più grande mix di genocidio e di suicidio nella storia.

Tutti i paesi una volta ortodossi sono stati infettati da questo olocausto. Così, la Russia non può popolare le sue distese; la Cina lo farà al posto suo. È stato calcolato che se la rivoluzione atea non avesse mai avuto luogo, la Russia avrebbe oggi una popolazione di oltre 600 milioni. Come può essere allora che in un paese così le profezie di rinascita si avverino? Chi fa questa domanda dimentica che le profezie sono sempre subordinate al pentimento. Anche così, è vero che la Russia non può avere la quantità, ma può almeno avere la qualità.

Conclusione

Oggi l'Europa ha finito la sua storia. Con la sua scelta non ha più niente da dire: non è più una scelta di civiltà. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, questi hanno, come i loro film, solo la tecnologia, lo 'shock e stupore' degli effetti speciali. Quanto alle altre terre, hanno popolazione e produttività, ma le loro culture, musulmane, indù, buddiste, scintoiste, animiste, hanno perso lo slancio originale fornito dalla fede e hanno solo il nazionalismo o la violenza. Solo la Chiesa multinazionale della Rus' porta ancora una civiltà creativa. Il mondo potrà sceglierla - oppure morire.

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