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  Domenica 12 novembre 2000 (21a dopo Pentecoste) L'indemoniato gadareno (Luca 8:26-39)
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Nel nome del Padre, e del Figlio, e del santo Spirito.

In questa domenica leggiamo l'episodio dell'indemoniato gadareno. Una storia che ci parla di un miracolo, della potenza di Dio e di come una sua singola parola possa scacciare il male dalle nostre vite. Vediamo l'impotenza di fatto dei demoni, e la loro paura del Salvatore. Vediamo quanto essi siano incredibilmente malvagi verso gli uomini, e perfino verso gli animali. Vediamo cose che ci fanno paura nel comportamento di chi è schiavo dei peccati, e come anche un miracolo del Signore possa fare paura a quanti non credono. Abbiamo anche una lezione sulla nostra libertà: Dio ci chiama a conoscerlo, ma non ci forza a seguire i suoi comandamenti. Alcuni scelgono di seguirlo, e altri gli chiedono di andare via. E se noi chiediamo a Dio di andarsene dalla nostra vita, Egli se ne andrà davvero...

Ascoltiamo con attenzione queste parole che ci parlano della salvezza che il nostro Creatore ha preparato per noi. E se siamo qui a partecipare alla Divina Liturgia è perché vogliamo comprendere queste parole di salvezza, vogliamo che diventino parte di noi, che ci trasformino e ci facciano crescere spiritualmente. Tutto il resto, il trovarci assieme regolarmente, la bellezza dei canti, delle icone, la dignità e la solennità del rito, non sono altro che strumenti attraverso i quali queste parole di salvezza entrano a far parte della nostra vita.

La storia inizia quando il Signore e i suoi discepoli arrivano nel paese dei Gadareni, uno dei luoghi al di là del mare di Galilea, ma ancora abitato da membri del popolo di Israele. Qui "al di fuori della città", incontrano un uomo posseduto dai demoni, che da molto tempo non porta vestiti e abita nei sepolcri.

Nelle Sacre Scritture - come più volte vi ho detto nel corso di queste predicazioni - i vestiti indicano spesso le virtù. Pensate per esempio al vestito di nozze, che richiama per noi il battesimo, e la nuova vita che viviamo in Cristo. L'uomo che non aveva il vestito delle nozze, fu gettato fuori con i non credenti, poiché si comportava da non credente: anche se era invitato alle nozze (ovvero appariva nel mezzo dell'assemblea dei fedeli) la sua mancanza di virtù lo tradiva.

Il nostro fratello Paolo, qui presente, ha ricevuto ieri dal nostro vescovo, Vladyka Innokentij, la benedizione per portare il podrjasnik, la tonaca nera che simboleggia la virtù di inizio della vita nel ministero cristiano, ovvero il distacco dalle cose del mondo. Quando il nostro vescovo ci farà visita, Paolo verrà elevato in mezzo a noi ai gradi degli ordini minori: lettore e ipodiacono. In questi momenti, verrà rivestito di paramenti sacri, che così come tutti gli abiti usati nelle funzioni della Chiesa, richiamano virtù particolari: lo sticario, "tunica di esultanza", il piccolo felonio che richiama il ministero del lettore al servizio della parola di Dio, l'orario che indica la dedicazione alla preghiera.

Ora, l'indemoniato della nostra storia non aveva vestiti perché non aveva virtù. Quando a causa dei nostri peccati e della nostra trascuratezza lasciamo che i demoni prendano dimora dentro di noi, allora questi faranno sparire ogni traccia di bontà, ogni virtù positiva, ogni pensiero ragionevole, equilibrato e sano.

Inoltre, l'indemoniato, che è uno della città dei Gadareni, non abita nella città ma nelle tombe (luoghi che si trovavano tradizionalmente fuori dalle mura della città, perché considerate fonte di impurità). I padri che hanno commentato questo passo dicono che una delle ragioni per cui i demoni volevano che quest'uomo vivesse nelle tombe era di far nascere leggende sul potere malvagio dei sepolcri, e di allontanarli dalla verità: ovvero che la fonte del loro potere su di noi non sono favole e leggende sui luoghi infestati, ma il nostro abbandono dei comandamenti di Dio!

Un'altra immagine che le tombe ci danno è quella di luoghi morti, desolati e pieni di fetore e oscurità. Ma l'anima di chi non segue Cristo è proprio in queste condizioni: spiritualmente morti, è come se fossero già in una tomba. Questo era un luogo appropriato per un uomo che, probabilmente, i suoi stessi concittadini non volevano dentro la città perché avevano paura di lui. E così l'indemoniato è fuori dalla città, fuori della salvezza. Ma Cristo gli viene incontro.

Il Signore rimproverandolo, gli chiede il suo nome: "Legione" (un nome che per gli antichi significava una folla immensa: molte migliaia di soldati!). Davvero molti: l'uomo può cadere molto in basso.

Ma perché quest'uomo era afflitto da molti demoni? E' una domanda a cui è molto difficile dare risposta. Persone differenti possono essere tormentate per diverse ragioni. Quest'uomo può essere caduto preda dei demoni non per i propri peccati, ma a causa del giudizio di Dio sull'intero popolo dei Gadareni. Questi erano ebrei, ma allevavano maiali, una cosa proibita dalla legge: questo indizio può farci pensare che i Gadareni fossero più preoccupati del profitto che non di seguire la legge di Dio, e pertanto avevano attirato su di loro un castigo.

Così, quest'uomo può essere stato colpito dai demoni a causa dei mali del suo popolo, e non a causa della sua malvagità personale. Di fatto, quando viene liberato, mostra un grande amore e una grande obbedienza verso il Salvatore. Questo dovrebbe però farci pensare alla responsabilità che abbiamo nei confronti dei nostri fratelli con i nostri peccati. Anche se non facciamo loro direttamente del male, quante volte li indeboliamo con la nostra negligenza dei comandamenti. Quali sono i "maiali" che ciascuno di noi alleva segretamente nel suo cuore e nella sua vita, e che prima o poi provocheranno un castigo, magari coinvolgendo qualche innocente? Pensiamoci!!!

Sentiamo i demoni usare la voce di questo uomo per cercare di ritardare l'inevitabile: essi sanno - e sanno bene - che la semplice presenza di Cristo è sufficiente a scacciarli: chiedono allora che sia loro concesso almeno di tormentare, se non gli uomini, gli animali che vivono nelle vicinanze. Eppure, per dimostrare quanto poco potere abbiano i demoni, questi non riescono neppure a controllare gli istinti di un branco di porci!. Possiamo pensare che il Signore abbia voluto dimostrare con questo la malvagità e l'impotenza dei demoni. E pensiamo pure che con questo gesto si sia compiuto il giudizio di Dio sul popolo che allevava i maiali contro ai comandamenti. L'indemoniato viene liberato, e i profitti disonesti del popolo dei Gadareni vengono distrutti, facendo prendere al Salvatore, come dice il proverbio, "due piccioni con una fava".

Il giudizio è compiuto, l'indemoniato liberato. e i Gadareni possono tornare a Dio senza il peso dei loro peccati. C'è di che esserne molto contenti, ma cosa succede? Hanno paura! E per paura, perché NON VOGLIONO CAMBIARE IL LORO CUORE, chiedono al Salvatore di andarsene. Pensate a un altro caso in cui una persona andò in una città a testimoniare un fatto insolito legato alla persona di Gesù: Santa Fotina, la Samaritana, va a raccontare ai suoi concittadini di avere incontrato il Messia, e questa città CREDE. I Gadareni, invece, non vogliono credere: che meravigliosa opportunità sprecata. Quale città non sarebbe orgogliosa di poter dire che il Figlio di Dio ha predicato e insegnato nelle sue strade?

I Gadareni giungono a vedere l'uomo che avevano conosciuto come indemoniato, e che ora è vestito, nuovamente dotato di virtù e di ragione. E fa quello che dovrebbe fare tutto il suo popolo: siede ai piedi del suo liberatore, ascoltando le parole di salvezza che giungono da lui, adorandolo con gratitudine. E' l'inizio della vita cristiana.

Ci può sembrare strano che Cristo non voglia questo uomo al suo fianco, ma considerate dove viene mandato: visto che i Gadareni hanno avuto paura di questo maestro giunto dall'altra sponda del lago, Egli concede loro ancora un'opportunità di salvezza. Forse, se rimarrà tra loro quello stesso uomo che ora porta testimonianza a Cristo attraverso la sua liberazione dai demoni, questo esempio sarà sufficiente ad aprire i loro cuori, portandoli verso la salvezza.

Cosa faremo noi, quando Cristo verrà a parlare al nostro cuore? Ci dimenticheremo anche noi della sua potenza e della sua grazia, perché siamo troppo occupati dei nostri affari? Gli diremo di andarsene via, quando interverrà nelle nostre vite? Gli diremo di lasciarci stare? Che Dio ci aiuti davvero a non fare come i Gadareni, ma quando vediamo che c'è qualcosa che non va in noi, a ritornare a Cristo e a essere guariti da lui.

Amen.

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