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  Il metropolita ucraino Luka di Zaporozh'e si rivolge all'arcivescovo Chrysostomos di Cipro

Orthochristian.com, 18 dicembre 2019

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foto: spzh.news

In una recente intervista, l'arcivescovo Chrysostomos di Cipro ha espresso alcune dure critiche nei confronti della persona e delle azioni del patriarca Kirill di Mosca nel contesto dell'attuale crisi ucraina.

A suo avviso, il primate russo è un uomo egocentrico che desidera essere il primo tra uguali nella Chiesa ortodossa, ma che sta guidando la Chiesa verso uno scisma non commemorando i patriarchi Bartolomeo e Theodoros e l'arcivescovo Hieronymos nei servizi divini perché sono entrati in comunione eucaristica con gli scismatici ucraini.

Il primate cipriota ha anche rimproverato tre dei suoi stessi metropoliti per aver organizzato una conferenza monastica con la Chiesa russa ed espresso le proprie opinioni sulle azioni del Patriarcato di Costantinopoli.

I tre vescovi, il metropolita Athanasios di Limassol, il metropolita Isaias di Tamassos e il metropolita Nikephoros di Kykkos, hanno risposto all'arcivescovo Chrysostomos in una dichiarazione congiunta.

Avendo appreso delle dichiarazioni dell'arcivescovo Chrysostomos, il metropolita Luka di Zaporozh'e della Chiesa ortodossa ucraina canonica, si è rivolto anche lui anche al primate cipriota in una dichiarazione pubblicata sul suo canale Telegram.

La dichiarazione è scritta nello stile caratteristico del metropolita Luka, e va dritta al punto. Mentre le opinioni che esprime sono spesso più rigorose delle posizioni ufficiali delle Chiese ucraina e russa, come vescovo della Chiesa ortodossa, il metropolita Luka gode della libertà di avere ed esprimere le proprie opinioni.

Ecco la dichiarazione per intero:

L'arcivescovo Chrysostomos II di Cipro, come abbiamo appreso dalla notizia, ha criticato le azioni del patriarca Kirill, nonché di quei vescovi che sostengono la Chiesa ortodossa ucraina [canonica, ndc]. I suoi argomenti sono semplici. I patriarchi che hanno riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" [scismatica, ndc] non sono eretici, e la comunione eucaristica con loro non si sarebbe dovuta spezzare. Pertanto, la rottura dell'unità eucaristica con loro è un peccato di scisma, commesso dalla Chiesa ortodossa russa.

Risponderemo in ordine a queste accuse. Innanzitutto, i Patriarchi e il loro Sinodo che hanno riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sono eretici che sono andati contro i dogmi della Chiesa, in particolare contro il nono articolo del Credo di Nicea. Hanno permesso l'esistenza di un "clero" che potrebbe anche non avere la successione apostolica di ordinazione. La necessità di questa successione non è mai stata in dubbio nella Chiesa ortodossa fino a quando il patriarca di Costantinopoli non ha introdotto questa eresia nella sua nuova teologia eretica. Inoltre, accusiamo il patriarca Bartolomeo di diverse altre trasgressioni, non meno gravi, in particolare delle eresie di etnofletismo e papismo.

L'arcivescovo di Cipro accusa il patriarca Kirill di voler essere il primo, senza notare che non è il patriarca di Mosca, ma quello di Costantinopoli che rivendica il ruolo del papa pan-ortodosso.

Secondo, era necessario interrompere la comunione eucaristica con gli eretici?

Eccome, era necessario!

Immaginate di essere seduti a tavola con un gruppo di persone, e state versando vino da una brocca al centro del tavolo. Uno dei presenti apertamente, senza nascondersi, prende del veleno e lo versa nella brocca. La festa continua e tutti sono invitati a bere questo vino avvelenato. Cosa dovrebbe fare un uomo prudente per sopravvivere? Deve inequivocabilmente rifiutarsi di bere il vino avvelenato.

La cessazione della comunione eucaristica con gli eretici non è un capriccio della Chiesa ortodossa russa, ma una misura di autoconservazione. Sappiamo che secondo i canoni della Chiesa, ogni vescovo che serve con un eretico e rimane in comunione con lui, diventa egli stesso un eretico e si esclude dalla comunione della Chiesa.

Pertanto, almeno nella Chiesa ucraina in unità di preghiera con la Chiesa russa, dobbiamo chiaramente indicare le premesse eretiche nelle azioni del vescovo di Istanbul. L'eresia da lui introdotta nella Chiesa si estende a tutti coloro che sono d'accordo con essa. Non ci sono altre opzioni.

L'idea dell'arcivescovo di Cipro sulla possibile neutralità della sua Chiesa è insensata come l'idea che si possa rimanere indefinitamente sott'acqua senza respirare e tuttavia rimanere in vita. Per salvarsi la vita, si deve emergere, oppure annegare e morire. Stare seduti per giorni o mesi sott'acqua senza respirare non funzionerà.

Gli argomenti che l'arcivescovo di Cipro espone nella sua intervista lasciano due possibili spiegazioni per tale posizione. O, a causa dell'ignoranza, in realtà non capisce cosa sta accadendo nel mondo ortodosso e non si rende conto della gravità degli errori commessi da Costantinopoli, oppure è disonesto, e cerca di compiacere sia Dio che il diavolo. Noi pensiamo che la seconda ipotesi sia la più probabile.

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