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  Protopresbitero Theodoros Zisis: L'Ucraina è territorio canonico della Chiesa russa

Orthochristian.com, 2 novembre 2018

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la Lavra delle Grotte di Kiev

Kiev è stata all'origine della Chiesa russa e ne rimane ancora una parte

All'epicentro di preoccupazioni ecclesiastiche, di contraddizioni, di scontri e persino di affermazioni geopolitiche, è stata a lungo la questione dello status autocefalo per la Chiesa ucraina, che non solo è appartenuta per secoli alla giurisdizione ecclesiastica della Chiesa ortodossa russa, ma è anche di fatto, l'inizio della storia della Chiesa del popolo russo. [Kiev] è il fonte battesimale che ha dato i natali alla Chiesa russa, il giorno del battesimo del gran principe russo san Vladimir e della nazione russa a Kiev, nell'anno 988.

La celebrazione del 1000° anniversario del cristianesimo russo nel 1988, che è stata avviata dalla Chiesa russa, con l'epicentro delle celebrazioni a Kiev, è stata riconosciuta dalla pienezza della Chiesa e dall'intera comunità accademica. Questa è stata la prova del riconoscimento universale che l'Ucraina fa parte dell'Ortodossia russa. Costantinopoli in quel momento dichiarò le proprie pretese alla giurisdizione ecclesiastica su Kiev? Se così fosse, non sarebbe stato logico pretendere che il patriarca di Mosca e altri primati delle Chiese locali ricevessero il permesso da Costantinopoli per partecipare alle celebrazioni festive a Kiev?

Qualsiasi enciclopedia ecclesiastica, così come i dittici delle Chiese locali, indica che l'Ucraina è il territorio canonico della Chiesa russa. È stato riconosciuto e scritto da qualche parte, che l'Ucraina appartiene al Patriarcato ecumenico?

Nel calendario del Patriarcato ecumenico dell'anno 1998, che ho trovato facilmente nella mia biblioteca, nel secondo volume "Amministrazione ecclesiastica", nella sezione "Altre chiese locali", la Chiesa russa era la prima nell'elenco, e tra i suoi metropoliti, il primo posto apparteneva al Metropolita Vladimir (il predecessore dell'attuale metropolita canonico di Kiev, Onufrij), elencato come "Metropolita di Kiev e di tutta l'Ucraina, membro permanente del Santo Sinodo" della Chiesa russa.

Tutti gli altri metropoliti, arcivescovi e vescovi delle diocesi e città dell'Ucraina, le scuole teologiche di Kiev e Odessa, le famose Lavre delle Grotte di Kiev e di Pochaev e molte altre istituzioni e siti santi appartenevano anch'essi alla Chiesa russa. La stessa situazione si osserva nei dittici della Chiesa di Grecia nel 2018: tutte le diocesi ucraine sono sotto la giurisdizione della Chiesa ortodossa russa.

Il patriarca ecumenico sta andando di pari passo con le forze che dividono e schiacciano l'Ortodossia

Così, sulla base dell'ordine ecclesiastico ufficialmente stabilito e riconosciuto, che può essere confermato da molti altri documenti, l'Ucraina in termini ecclesiastici è una parte indissolubile e inalienabile della Chiesa della Russia, fin dall'inizio della sua storia cristiana.

Per un breve periodo di tempo, a causa di una situazione storica anormale e di pressioni esterne, la Chiesa dell'Ucraina si trovò di nuovo sotto la giurisdizione di Costantinopoli, come era durante il periodo della sua formazione, quando tutta la Russia, insieme a Kiev, era subordinata a Costantinopoli.

E quando questa pressione esterna e la violenza dell'Occidente pontificio (che agiva attraverso Polonia, Lituania e vari crociati e uniati) sono scomparse, la Chiesa ucraina è tornata dove era sempre stata: nella Chiesa russa.

È un peccato che oggi il Patriarcato di Costantinopoli sia solidale con le stesse forze occidentali, che allora hanno diviso la Chiesa russa e provocato la persecuzione degli ortodossi, i sequestri e le incrsioni nei luoghi santi. Lo stesso viene ora preparato dai nazionalisti ucraini, patrocinati dal presidente uniate [1] Poroshenko, e dagli scismatici filofemisti ucraini.

Interpretazione e occultamento coscienti di documenti; è in preparazione uno studio speciale

Stiamo preparando un articolo con tutte le prove storiche dell'appartenenza incondizionata dell'Ucraina alla giurisdizione della Chiesa russa. In questo sta il nostro dovere di studiosi, perché io, che scrivo queste parole, e mia moglie (prima del monachesimo) Kristina Bulaki-Zisis (ora monaca Nektaria, e in passato, professore associato presso l'Università Teologica di Salonicco), per molti anni abbiamo studiato la storia della Chiesa russa e il suo rapporto con la Chiesa di Costantinopoli. Pertanto, ora stiamo piangendo e rimpiangendo che la verità storica sia stata falsificata.

Sfortunatamente, per giustificare l'invasione anti-canonica dell'Ucraina, Costantinopoli fa riferimento a due documenti che presumibilmente affermerebbero che l'Ucraina non fu mai trasferita alla giurisdizione della Chiesa russa, e agli atti sinodali del 1686 che presumibilmente confermerebbero che l'Ucraina rimase sotto l'egida del Patriarcato ecumenico, e che il trasferimento era di natura temporanea.

Questa è una deliberata interpretazione errata e una distorsione dei documenti, intrapresa, per così dire, per fornire al pubblico informazioni "accademiche" che creino l'impressione che Costantinopoli stia affermando argomenti forti e irremovibili, tra coloro che non hanno una conoscenza sufficiente.

Presto pubblicheremo un articolo accademico e presenteremo al pubblico alcuni degli altri documenti celati da Costantinopoli, e parleremo anche dell'interpretazione errata dei due documenti forniti dal Fanar.

In questo momento, faremo riferimento all'opinione di un famoso professore di storia e diritto canonico, Vlasios Fidas [2], che in numerosi studi (monografie) e articoli riconosce che con l'atto sinodale del 1686, il Patriarcato ecumenico ha subordinato l'Ucraina alla giurisdizione del Patriarcato di Mosca.

Citiamo il professor Fidas che dice:

"Nel 1686 fu firmato un trattato di pace russo-polacco, e la Piccola Russia [Malorossia / Ucraina, ndt] passò a Mosca. Lutsk, Leopoli, Przemyśl e Mogilev ottennero la libertà religiosa... alla fine il patriarca Dionisio subordinò la metropolia di Kiev alla giurisdizione del Patriarcato di Mosca (1687)". [3]

E noi nello studio "Il Patriarcato ecumenico e la Chiesa di Russia", abbiamo scritto che:

"Dopo la vittoria russa sulla Polonia nel 1654 e l'integrazione dell'Ucraina con la Russia, Kiev si ritrovò di nuovo insieme a Mosca, e questa unione fu approvata dal Patriarcato ecumenico" (1686). [4]

La Chiesa Madre dell'Ucraina è ora a Mosca. Costantinopoli lo era nel passato

Inoltre, non è vero che il Patriarcato ecumenico è la Chiesa madre della Chiesa ucraina e, pertanto, come Chiesa madre, ha il diritto di concederle l'autocefalia, dato che aveva dato l'autogoverno alle Chiese russa, greca, romena, serba, bulgara e albanese.

Il Patriarcato ecumenico aveva questo diritto fino a quando una Chiesa figlia acquistava l'autocefalia, dopo di che, essa cessava di essere una figlia, ma diveniva una Chiesa sorella, uguale sotto ogni aspetto; pertanto, interferire nei suoi affari interni è un grave crimine canonico e rappresenta l'invasione della giurisdizione di un'altra Chiesa.

La Chiesa russa nel suo complesso, insieme ai territori dell'Ucraina moderna in particolare, era figlia di Costantinopoli prima della proclamazione della sua autocefalia nel 1448, che fu riconosciuta da Costantinopoli e dai patriarcati orientali nel 1593.

La separazione della Chiesa russa unita e indivisibile, che fece sì che Kiev diventasse per qualche tempo una metropolia indipendente, fu temporanea. Vale la pena notare che ciò era stato causato dalle azioni del patriarca di Costantinopoli che divenne un uniate – Gregorio Mammas – e un sostenitore del falso Concilio di Firenze, che aveva ordinato un uniate, Gregorio il Bulgaro [5] come metropolita di Kiev, e quindi aveva posto le basi per l'espansione dell'unia in Ucraina.

Ciò continuò fino al 1686, quando l'Ucraina fu riunificata con la Chiesa russa, e da allora è rimasta parte integrante della Chiesa russa autocefala. Così, come fece Gregorio Mammas, con le sue azioni, il patriarca Bartolomeo promuove l'unia. <...>

Ora potrà capitare che Costantinopoli, in questi giorni, invada volontariamente i territori canonici delle Chiese autocefale con il pretesto che un tempo appartenevano alla sua giurisdizione?

Anche se ignoriamo il fatto che Kiev e l'Ucraina erano una parte integrante della Chiesa russa fin dall'inizio, per più di tre secoli (dal 1686 a oggi) l'Ucraina è rimasta canonicamente subordinata alla Chiesa russa – questo non è abbastanza impedire incondizionatamente ogni interferenza sul suo territorio canonico?

La fornitura dell'autocefalia all'Ucraina porterà danni a Costantinopoli. La Grecia e gli Stati Uniti potrebbero trarne beneficio

L'invasione dell'Ucraina da parte di Costantinopoli apre un vaso di Pandora che può portare molte conseguenze negative e imprevedibili per la stessa Costantinopoli.

L'Ucraina come stato indipendente rivendica il possesso di un'organizzazione ecclesiastica indipendente e autocefala; da un punto di vista storico e canonico, i credenti ortodossi dell'Ucraina potrebbero presentare una richiesta corrispondente, se ciò avvenisse in modo canonico e con l'approvazione di altre Chiese.

Se, guidati dal precedente di concedere l'autocefalia ai territori che hanno ottenuto l'indipendenza politica, quelle diocesi che continuano a essere sotto la giurisdizione di Costantinopoli, ma di fatto sono divenute parte della Grecia nel 1912, devono quindi diventare parte della Chiesa di Grecia: tra queste la Chiesa semiautonoma di Creta, le metropolie del Dodecanneso [6] e il Santo Monte Athos...

Anche gli Stati Uniti sono uno stato indipendente e unificato, eppure parlare dell'autocefalia della Chiesa americana scatena la rabbia e le minacce di Costantinopoli. [7]

D'ora in poi, un percorso verso conseguenze negative per il Fanar è stato aperto dalla stessa Costantinopoli, seguendo il precedente dell'autocefalia ucraina.

Costantinopoli provoca divisioni e scismi. È giunto il momento di prenderne coscienza

Peggio ancora, Costantinopoli, il cui ruolo di coordinamento riconosciuto da tutti avrebbe dovuto mirare a garantire l'unità dell'ortodossia, provoca essa stessa disaccordi e scismi, ed essa stessa distrugge il ruolo che le è stato affidato.

In realtà, essa stessa sega l'alto ramo su cui si trova, cioè l'alta posizione che le è stata data dai santi canoni e dalla tradizione della Chiesa.

Costantinopoli ha diviso la Chiesa con lo pseudo-concilio di Creta, a cui non hanno partecipato quattro Chiese locali, i cui fedeli costituiscono più della metà dei credenti ortodossi. Alcuni membri delle Chiese che vi hanno partecipato hanno rifiutato di riconoscerlo: chierici e laici hanno cessato di commemorare i loro vescovi ordinari.

Costantinopoli sta di nuovo dividendo la Chiesa a causa della sua invasione anti-canonica dell'Ucraina, respingendo l'accordo unanime raggiunto nelle discussioni conciliari su questo tema. Secondo questi accordi, una Chiesa che desidera ottenere l'autocefalia sottopone la sua richiesta alla Chiesa Madre, e se non incontra obiezioni, la richiesta è indirizzata al Patriarcato Ecumenico, che assume da sé la garanzia di cercare il consenso ortodosso generale. Non appena questo viene raggiunto, si prepara un tomos d'autocefalia.

Attualmente, non vi è alcuna richiesta di autocefalia da parte della Chiesa ortodossa ucraina. Anche la Chiesa russa, la Chiesa madre, non è d'accordo con l'offerta di autocefalia.

Il tentativo di Costantinopoli di posizionarsi come una "Chiesa madre" non è convincente perché dal 1686, quando l'Ucraina è rientrata nella Chiesa russa, sono passati più di tre secoli, durante i quali tutte le Chiese locali hanno riconosciuto che l'Ucraina è parte del territorio canonico della Chiesa russa.

La stessa Costantinopoli, fino a poco tempo fa, riconosceva come metropolita canonico il Metropolita Onufrij della Chiesa russa, e alle riunioni ecclesiastiche assicuravache non avrebbe mai sollevato la questione dell'autocefalia ucraina.

Ma anche se accettiamo e legalizziamo l'appropriazione indebita del nome di "Chiesa nadre" che Costantinopoli intraprende, interpretando erroneamente i documenti storici, il Fanar appare ancora in una luce poco attraente, perché non ha ricevuto una corrispondente richiesta dalla Chiesa ortodossa ucraina canonica, guidata dal metropolita Onufrij.

Gli scismatici e gli uniati non fanno parte della Chiesa e non hanno status o diritti canonici, a meno che non si pentano e ritornino alla Chiesa canonica. [8]

Anche l'accordo della maggioranza delle Chiese ortodosse locali non è stato raggiunto, e anche se solo alcune chiese di lingua greca, guidate da criteri etnofletistici, potrebbero essere d'accordo con Costantinopoli, lo faranno in silenzio, perché non oseranno andare apertamente contro la verità storica.

Per la prima volta negli ultimi anni, il Patriarcato ecumenico sembra essere tanto indebolito e isolato nelle relazioni della Chiesa.

Per molti anni ho diretto il servizio sacerdotale e in passato sono stato assistente e consigliere della Chiesa di Costantinopoli. Ora mi rammarico di come si stiano sviluppando gli eventi, anche se in passato avevo già sofferto persecuzioni per non essere stato d'accordo con le pericolose iniziative di Costantinopoli.

Gli attuali consiglieri di Costantinopoli avrebbero dovuto interrompere il suo cammino verso la divisione, lo scisma e l'isolamento.

Note

[1] Poroshenko è notoriamente andato a pregare con gli uniati cattolici, così come con il patriarcato di Kiev scismatico, e questo, di fatto, suggerisce che tutti sostengano la riunificazione con i cattolici (uniati) stessi. Sembra che questi gruppi siano uniti soprattutto dal nazionalismo, anche a livello neo-nazista.

[2] Il professore greco Βλάσιος Φειδάς (ortografia russa: Власий Фидас) può apparire in varie traslitterazioni (per esempio: Vlasy Fidas, Blasios I. Pheidas, Phidas , Phithas ecc.), soprattutto perché le sue opere non sono molto conosciute nel mondo eterodosso.

[3] ΦΕΙΔΑ, «Ρωσική Ἐκκλησία», Θ.Η.Ε. 10, 1043. Τοῦ αὐτοῦ, Ἐκκλησιαστική Ἱστορία τῆς Ρωσσίας (988–1988), Ἔκδ. Ἀποστολική Διακονία τῆς Ἐκκλησίας τῆς Ἑλλάδος, Ἀθῆναι 1988, σελ. 273–274.

[4] ΘΕΟΔΩΡΟΥ ΖΗΣΗ, Καθηγητοῦ Πανεπιστημίου, Κωνσταντινούπολη καί Μόσχα, Θεσσαλονίκη 1989, σελ. 31. Ἡ μελέτη παρουσιάσθηκε ὡς εἰσήγηση στό Διεθνές Σεμινάριο πού ὀργάνωσε στό Chambésy τῆς Γενεύης τό Ὀρθόδοξο Κέντρο τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριαρχείου τόν Μάϊο τοῦ 1988. Τό θέμα τοῦ Σεμιναρίου: «Ρωσία. Χίλια χρόνια χριστιανικοῦ βίου».

[5] I due Gregorio non erano la stessa persona, ma erano entrambi uniati.

[6] Questo probabilmente si riferisce alle diocesi o alle metropolie delle isole del Dodecanneso, in particolare, come definito dal sito web del Patriarcato ecumenico, le cinque sante metropolie di Rodi, Kos e Nisiros, Leros Kalymnos e Astypalaia, Karpathos e Kasos, e Simi. Questi sono territori dello stato moderno della Grecia, che non sono sotto la giurisdizione della Chiesa di Grecia, ma piuttosto sotto il Patriarcato ecumenico, che rimane lì nonostante i cambiamenti dei confini politici. Secondo la logica di "tutti gli stati indipendenti diventano autocefali", cioè la logica applicata dai nazionalisti e dal Patriarcato ecumenico all'Ucraina, allora questi territori dovrebbero essere trasferiti alla Chiesa di Grecia, poiché ora fanno parte del moderno stato della Grecia. Inoltre, queste isole del Dodecanneso hanno fatto parte dello stato della Grecia moderna dal 1947 quando furono cedute alla Grecia dall'Italia, e la Grecia è stata indipendente solo dall'inizio del XIX secolo, mentre le terre ucraine e russe iniziarono come uno stesso stato prima del secondo millennio, furono separate per circa 300 anni tra il 1360 e il 1654, e dal 1654 al 1991 furono quasi interamente parte dello stesso stato e nazione (ndt).

[7] La ​​stragrande maggioranza delle ricchezze e delle proprietà immobiliari di Costantinopoli proviene dalla sua arcidiocesi greca nel Nord America. Costantinopoli non vorrebbe perdere l'America con un'autocefalia, per esempio attraverso la Chiesa ortodossa in America, e quindi molti ritengono che questo sia un fattore di controllo per Costantinopoli e che il patriarca ecumenico, di fatto, non agisca da solo, ma dipenda da queste persone. Un esempio di uno dei suoi principali donatori è il pro-gay e pro-ecumenista Michael Huffington dell'Huffington Post (ndt).

[8] Questo è un punto molto importante e spesso frainteso, specialmente nei media non ortodossi. Si parla spesso di tre Chiese ortodosse dell'Ucraina, ma c'è solo una Chiesa ortodossa dell'Ucraina. Il patriarcato di Kiev scismatico e la Chiesa ortodossa autocefala ucraina non sono ortodosse e, pertanto, non possono fare appelli o azioni nella Chiesa ortodossa senza prima pentirsi e ricongiungersi alla chiesa. Questo non è un conflitto tra più Chiese ortodosse in Ucraina, ma tra la Chiesa canonica e gli scismatici (ndt).

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