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  Dichiarazione della segreteria del Santo Sinodo antiocheno

Dalla pagina Facebook del patriarcato di Antiochia

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Balamand, 6 giugno 2016

Decisione

Nella sequenza della sua settima sessione straordinaria ancora aperta dal 25 maggio 2016, il Santo Sinodo del patriarcato di Antiochia ha tenuto il 6 giugno 2016 una riunione presieduta da sua Beatitudine il patriarca Giovanni X e in presenza delle loro Eminenze i vescovi, per studiare le posizioni delle Chiese ortodosse locali legate al Santo e Grande Concilio pan-ortodosso (citato qui di seguito come "il Grande Concilio") e ai punti elencati nel suo ordine del giorno, e al fine di decidere l'appropriata posizione antiochena a questo proposito, prendendo in considerazione la decisione del Santo Sinodo del Patriarcato ecumenico del 31 maggio 2016 sulla "formazione di un comitato di rappresentanti delle Chiese di Antiochia e di Gerusalemme, con il Patriarcato ecumenico come responsabile del coordinamento, che si riunirà subito dopo il Grande e Santo Sinodo", per trovare una soluzione alla violazione da parte della Chiesa di Gerusalemme dei confini giurisdizionali canonici della chiesa di Antiochia nell'Emirato del Qatar.

Dopo aver considerato le posizioni delle Chiese ortodosse autocefale, i padri del Sinodo antiocheno hanno realizzato:

1. Che le posizioni di un certo numero di queste Chiese riguardo alla maggior parte dei problemi elencati nell'ordine del giorno del Grande Sinodo sono ancora divergenti, e che un certo numero di Chiese rifiuta alcuni documenti, come presentati al Grande Concilio nella loro forma attuale; lo hanno detto in decisioni chiare ed esplicite prese dai rispettivi santi sinodi;

2. Che un certo numero di Chiese sta esprimendo riserve essenziali per quanto riguarda gli aspetti organizzativi del Grande Concilio, così come i suoi costi finanziari, e per quanto riguarda il modo di applicare gli accordi raggiunti dai primati delle Chiese ortodosse a Chambésy nel 2016;

3. Che la Chiesa bulgara ha emesso, il 1 giugno 2016, una decisione sinodale in cui ha menzionato le sue riserve e ha chiesto a sua Santità il Patriarca ecumenico di rinviare la convocazione del Grande Concilio a una data successiva, continuando nel frattempo attivamente i suoi lavori preparatori, altrimenti si asterrà dal prendervi parte;

4. Che la Chiesa della Rus', il 3 giugno 2016, ha preso una decisione sinodale che suggerisce di convocare una conferenza precedente alla data del Santo Concilio al fine di studiare i problemi irrisolti e raggiungere un consenso sulle osservazioni delle Chiese sui documenti sinodali. Questa decisione ha anche sottolineato il rispetto del principio di consenso attraverso la partecipazione di tutte le chiese autocefale a questo Concilio;

I padri del Santo Sinodo antiocheno hanno anche notato:

1. Che le osservazioni e le riserve della Chiesa antiochena relative ai regolamenti interni del Grande Concilio e le decisioni prese dalla Sinassi dei primati delle Chiese ortodosse autocefale tra il 21 e il 28 gennaio 2016 (entrambi documenti non firmati dalla Chiesa ortodossa antiochena) non sono state prese in considerazione fino ad ora, in contrasto con le regole osservate nel lavoro ortodosso comune adottato da sua Santità il Patriarca ecumenico Atenagora I, quando ha lanciato la preparazione per il Grande Concilio, e che si concentra sulla necessità di un accordo unanime delle chiese autocefale su tutte le decisioni;

2. Che il documento relativo al sacramento del matrimonio e i suoi impedimenti è ancora elencato nell'ordine del giorno del Grande Concilio, anche se non è stato firmato dalla Chiesa di Antiochia e dalla Chiesa della Georgia;

3. Che la questione della diaspora è stata inserita nell'ordine del giorno del Grande Concilio, senza alcuna valutazione del lavoro delle Assemblee episcopali, nonostante il ripetuto appello antiocheno a una riunione straordinaria per valutare l'attività di queste assemblee e suggerire soluzioni ecclesiali convenienti prima della riunione del Grande Concilio. Queste assemblee erano state create "come un passo transitorio per preparare il terreno per una seria soluzione canonica alla questione della diaspora, a condizione di essere limitate al periodo di preparazione al Grande Concilio che troverà una soluzione canonica a questa materia" (paragrafo 1 .b. del testo della decisione relativa alla diaspora ortodossa deciso dalla quarta Conferenza ortodossa preconciliare, Chambésy, 6-12 giugno 2009). Pertanto, è necessario valutare il lavoro di queste assemblee prima della convocazione del Grande Concilio, in modo che il Concilio non debba affrontare direttamente il problema della diaspora e delle assemblee episcopali senza preparazione pre-conciliare;

4. Che la questione del "calendario della Chiesa e dell'unificazione della data della celebrazione della Pasqua" è stata rimossa dall'ordine del giorno, nonostante la sua importanza per il gregge ortodosso della sede antiochena, che attende dalla Chiesa ortodossa universale una posizione pastorale a tale riguardo;

5. che la sezione legata alla valutazione del dialogo con gli altri cristiani, e che avrebbe dovuto essere redatta presto, prima della convocazione del Grande Concilio, al fine di essere inserita nel documento sulle "relazioni della Chiesa ortodossa con il resto del mondo cristiano", non è stata redatta né approvata fino a oggi;

6. Che il contenuto del documento "l'autonomia e i mezzi per proclamarla" ha bisogno di approvazione prima di essere messo all'ordine del giorno del Grande Concilio;

7. Che l'ultima fase pre-conciliare è stata caratterizzata dall'assenza di un contributo reale ed efficace delle Chiese ortodosse al lavoro preparatorio, da un ritmo lento del suo segretariato e dalla mancanza di chiarezza per quanto riguarda la programmazione e lo svolgimento delle sessioni, cosa che presenta un possibile rischio di fallimento delle sessioni sinodali;

8. Che l'ultima decisione del Patriarcato ecumenico del 31 maggio 2016, che suggerisce di rinviare la soluzione del contenzioso con il Patriarcato di Gerusalemme fino a dopo il Grande Concilio, trascura l'iniziativa del Patriarca ecumenico (5 aprile 2016) e la risposta antiochena ad essa, e ignora la profondità della questione e dei suoi effetti sul Santo e Grande Concilio ortodosso. Il Santo e Grande Concilio ortodosso non può avere luogo mentre la comunione tra due Chiese apostoliche è rotto, dato il carattere eucaristico di questo Concilio. La pubblicazione di questa decisione prima della convocazione del Concilio lascia alla Chiesa antiochena la sola e unica scelta inaccettabile di partecipare al Grande Concilio senza concelebrare all'eucaristia perché non è stata trovata una soluzione alla presente violazione commessa dal patriarcato di Gerusalemme da più di tre anni (si veda la dichiarazione del Sinodo antiocheno del 1 giugno 2016 riguardo a questa controversia).

9. Che la questione della violazione del patriarcato di Gerusalemme ha preso dimensioni preoccupanti e pericolose a causa delle dichiarazioni del patriarcato di Gerusalemme nella sua corrispondenza con il patriarcato di Antiochia, in cui si menziona che altre aree entro la giurisdizione canonica della sede antiochena appartengono al patriarcato di Gerusalemme;

E dato il fatto che la Chiesa di Antiochia ha investito notevoli sforzi per preservare l'unità ortodossa, e questo è ciò che ha assicurato e ha ribadito fin dal lancio dell'idea del Grande Concilio nel 1961, ed è rimasta fedele al percorso e all'approccio di patriarchi Elia IV e Ignazio IV di tre volte beata memoria, che hanno ampiamente contribuito al progresso delle conferenze pre-conciliari per il Grande Concilio. La Chiesa di Antiochia si sforza ancora, nella persona del suo patriarca Giovanni X, di preservare questa unità con cura, fermezza e sacrificio;

E sapendo che la Chiesa antiochena, anche se non ha firmato le decisioni della sinassi dei primati delle Chiese autocefale ortodosse al Fanar (marzo 2014), ha preso parte ai comitati preparatori del Grande Concilio ortodosso nei lavori della quinta conferenza pre-conciliare a Chambésy nel 2015, e alla sinassi dei primati delle Chiese ortodosse autocefale a Chambésy nel 2016; e anche se non ha firmato nessuna delle decisioni di quest'ultima sinassi, ha partecipato ai lavori delle commissioni preparatorie del Grande e Santo Concilio ortodosso, al fine di facilitare il lavoro ortodosso comune e di accompagnarlo, come ha fatto nel corso degli ultimi decenni, nella speranza di risolvere tutti i problemi prima della convocazione del Grande Concilio;

La Chiesa di Antiochia ha concesso a questo evento, che è il più grande e più bello nella vita della Chiesa contemporanea, il suo meritato posto, rendendo tutti i suoi progetti di documenti disponibili in arabo e accessibili al suo gregge. Il Santo Sinodo antiocheno ha anche accompagnato i lavori preparatori per il Concilio e ha suggerito convenienti modifiche ai suoi documenti.

Da quanto citato sopra, sembra che la convocazione del Santo e Grande Concilio, che è in fase di progettazione da generazioni, sia messa in pericolo da una serie di difficoltà e che abbia bisogno ancora di ulteriore preparazione sulle questioni che tratterà, e sulle modalità pratiche relative alla sua convocazione e alle sue procedure;

La Chiesa antiochena, alla luce di tutte le difficoltà che sta affrontando e che sono considerate le più drammatiche della sua storia e, nonostante la situazione dolorosa del suo gregge, in particolare in Siria, Libano e in Iraq, non ha risparmiato alcuno sforzo, tempo o preghiera per facilitare il successo degli sforzi che portano alla convocazione del Consiglio in questi giorni e alla partecipazione in esso, nonostante la crisi umana ed economica che essa sperimenta;

Se il Consiglio si riunisce, mentre due chiese apostoliche non sono in comunione l'una con l'altra, questo significa che la partecipazione alle sessioni sinodali è possibile solo senza prendere parte alla santa Eucaristia, cosa che priva il Concilio del suo carattere ecclesiologico e gli conferisce una qualità amministrativa, in contraddizione con la costante tradizione sinodale ortodossa;

Questo Concilio si riunisce per esprimere l'unità ortodossa. Ciò richiede un clima di amore e fratellanza in Cristo e una grande cura per l'uomo di oggi. Tutto questo significa raggiungere un accordo delle Chiese ortodosse locali intorno a un gran numero di questioni e garantire la loro partecipazione ai lavori del Concilio e l'accettazione delle sue decisioni all'unanimità;

In aggiunta a ciò, il gregge antiocheno, dopo aver conosciuto l'ordine del giorno del Concilio e i suoi documenti, ha espresso un grande disappunto che il Concilio non si occupi delle sfide ai credenti, in particolare le sfide ai giovani. Il gregge dei credenti ha espresso la sua preoccupazione che questo Concilio si sia allontanato dai principi originari che stavano dietro alla sua convocazione, cioè affrontare insieme le sfide della Chiesa ortodossa in questo tempo e presentare una testimonianza comune nel mondo di oggi;

Pertanto, i padri del Santo Sinodo antiocheno hanno deciso all'unanimità quanto segue:

1. Di chiedere a sua Santità il Patriarca ecumenico di lavorare sul raggiungimento di un consenso circa le riserve sollevate dalle Chiese ortodosse locali legate al Santo e Grande Concilio nel tempo che ci separa dalla data della sua convocazione. Nel caso in cui questo non riesca, la Chiesa di Antiochia chiede il rinvio della convocazione del Santo e Grande Concilio ad altra data, quando le relazioni pacifiche tra le Chiese autocefale prevarranno, e sarà garantito il consenso ortodosso sull'ordine del giorno, sui regolamenti e sulle procedure esecutive e pratiche del Concilio;

2. La Chiesa antiochena non parteciperà al Santo e Grande Concilio fino a quando scompariranno le ragioni che impediscono la partecipazione alla santa Eucaristia durante il Concilio. E questo avverrà trovando una soluzione definitiva alla violazione da parte del patriarcato di Gerusalemme dei confini giurisdizionali canonici della sede antiochena, che ha portato alla rottura della comunione con il patriarcato di Gerusalemme;

3. Riaffermare l'importanza della partecipazione di tutte le Chiese autocefale ortodosse al Santo e Grande Concilio, e che le sue decisioni siano prese in loro presenza e da esse approvate all'unanimità, secondo il principio essenziale di un Concilio pan-ortodosso e per preservare l'unità della Chiesa ortodossa.

4. Comunicare con tutte le Chiese ortodosse e informarle sul contenuto della posizione antiochena e le necessità che hanno portato ad essa.

5. Chiedere ai credenti a partecipare nella preghiera insieme ai loro pastori affinché lo Spirito Santo ispiri la Chiesa nel suo cammino verso l'unità, per il bene della sua testimonianza unificata per Cristo in questo mondo.

La versione normativa di questo comunicato è quella in arabo.

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