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  Perché i non commemoratori sbagliano

dal blog del sito Orthodox England

2 aprile 2016

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Nei Vangeli, Cristo ci dice che, anche se siamo nel mondo, non siamo del mondo, che anche se siamo incarnati sulla terra, qui e ora, il nostro destino è nei cieli. Gli errori umani sono tutti avvenuti a causa del fallimento di vivere secondo queste parole. Sia il fallimento nell'essere incarnati qui e ora, sia l'allontanamento in speculazioni intellettuali, sogni e filosofie disincarnate: queste sono state le tendenze sia degli intellettuali occidentali sia delle religioni non cristiane – in realtà molti di questi intellettuali sono stati attratti dall'induismo, dal buddismo e dal sufismo, per esempio, proprio per questa ragione. Oppure il fallimento umano di chi dimentica che il nostro destino è nei cieli, per concentrarsi solo sull'essere incarnati qui e ora: queste sono state le tendenze delle deviazioni cattolica romana e protestante del cristianesimo, con la loro concentrazione sull'organizzazione mondana degli affari umani, al posto dell'equilibrio del Dio-uomo, Cristo, il Figlio di Dio che si è incarnato come uomo e che ci chiama al cielo.

Per esprimerci nei termini della storia della Chiesa e delle deformazioni umane della Chiesa, i primi hanno detto che Cristo, il Figlio di Dio, non si è mai fatto uomo, i secondi hanno detto che Cristo non era il Figlio di Dio. La prima deformazione, che nega l'Incarnazione, è passata alla storia antica come monofisismo, la seconda, che nega la possibile salvezza umana, come arianesimo. Più tardi, nel XIV secolo, sono apparse ancora una volta, combinate nella singola eresia di Barlaam d'Italia, che diceva che dal momento che Dio era inconoscibile (monofisismo), l'uomo avrebbe dovuto fare affidamento sulla sua ragione autonoma per vivere (arianesimo). Questa è stata la giustificazione per l'umanesimo occidentale e il paganesimo rinascimentale e tutto quello che è seguito fino a oggi – l'uomo come misura di tutte le cose. San Gregorio Palamas si è opposto a quest'eresia e ha espresso l'insegnamento cristiano universale, distinguendo tra l'essenza e le energie di Dio. Nei tempi moderni secolarizzati, le stesse due eresie sono apparse come disincarnato liberalismo occidentale e meschino nazionalismo mondano.

Così, oggi il mondo cristiano ortodosso soffre ancora di questi stessi costanti nemici della Fede, di un meschino nazionalismo da ghetto ripiegato su se stesso e del disincarnato liberalismo filo-occidentale degli intellettuali. Nel 1453 quest'ultimo ha tradito Costantinopoli e ha provocato la sua caduta, e nel 1917 ha collaborato nella trappola fatta scattare dall'Occidente in Russia, provocando la rivoluzione di febbraio, in seguito ripresa dai bolscevichi, e dividendo l'emigrazione russa tra veri bianchi e falsi bianchi. Così, si può affermare che i nuovi martiri della Russia sono in ultima analisi le vittime del tradimento del liberalismo occidentale, perché senza il sostegno e le finanze dell'Occidente i bolscevichi non avrebbero mai preso il potere. Senza ricchi aristocratici apostati (compresi alcuni membri della famiglia Romanov), generali traditori e massoni anglofili della Duma, non ci sarebbero mai stati i nuovi martiri. Il loro tradimento anti-ortodosso e quindi anti-russo è sporco del sangue di milioni di persone tradite.

Poi c'è il secondo nemico, il nazionalismo, il quale, a differenza del patriottismo, che è l'amore della creazione di Dio, è semplicemente la mondanità, l'amore della creazione dell'uomo. Esso ha tradito l'universalismo della vecchia Roma, sostenuto dai franchi di mentalità barbara, e della nuova Roma, sostenuto dal nazionalismo ellenista. A differenza del meschino nazionalismo degli altri nel passato e nel presente, il meschino nazionalismo russo è ancora peggio, perché la Russia ha una vocazione a difendere tutti gli ortodossi di tutte le nazionalità e di testimoniare a tutti i frammenti del cristianesimo, una vocazione a essere imperiali, a essere al di sopra del nazionalismo da ghetto. Esempi di nazionalismo sono i traditori vecchi ritualisti, che hanno apertamente sostenuto la rivoluzione del 1917, alcuni emigrati russofobi divisivi che hanno simpatizzato con Hitler, che cercando di minare la Chiesa fuori dalla Russia e schierandosi poi con le spie occidentali, e ai nostri tempi nostri Solzhenitsyn, un sostenitore dei vecchi ritualisti. Il suo nazionalismo anti-patriottico, come quello di tutti i nazionalisti russi, per ironia della sorte ha finito per sostenere i liberali occidentali.

Proseguendo su questo argomento del nazionalismo ripiegato su se stesso, ora ci sono in Moldova, in Ucraina e sul Monte Athos quasi settanta individui, principalmente monaci, tra cui un vescovo vicario e oltre una dozzina di sacerdoti, che si rifiutano di commemorare il patriarca Kirill nelle funzioni. Ci sono due ragioni per le decisioni di questi non commemoratori. In primo luogo, c'è stata la riunione di febbraio tra il patriarca Kirill e il vescovo di Roma a Cuba, alla quale il mondo ortodosso russo non era stato preparato, anche se ci sono stati preparativi segreti nel corso di sei mesi, e la vaga dichiarazione congiunta che hanno pubblicato in seguito. Ciò è avvenuto dopo l'uscita dell'inquietante documento su i rapporti tra la Chiesa e il mondo eterodosso, reso pubblico circa due settimane prima a Ginevra, in preparazione per l'incontro di alcuni vescovi ortodossi a Creta nel mese di giugno. Per qualche ragione del tutto incomprensibile, questo incontro è già stato provocatoriamente chiamato 'un santo Concilio pan-ortodosso', mentre fino a ora non è nessuna di queste cose.

Settanta persone costituiscono lo 0,00004% del mondo ortodosso russo. Noi pensiamo che la loro prima preoccupazione sia esagerata. La dichiarazione congiunta è stata dopo tutto un documento diplomatico, non un documento dogmatico, ed essi nella loro sincera semplicità non sono riusciti a distinguere tra i due aspetti. Per quanto riguarda il secondo documento, è solo una bozza, che è già stata respinta da diverse Chiese locali e da molti vescovi importanti e rispettati in diversi paesi. Anche se fosse passato come tale, la stragrande maggioranza, me compreso, lo avrebbe ignorato o lo avrebbe strappato. Tali decisioni prese dall'alto, senza la minima consultazione con le masse, non possono essere applicate. Tuttavia, c'è un problema molto più grave, che vorrei che i non commemoratori avessero preso in considerazione. Sembrano non rendersi conto che dal 2014 il mondo ortodosso russo è in stato di guerra, dopo un attacco all'Ucraina, che ha rovesciato il governo legittimo e ha installato una giunta fascista anti-ortodossa a Kiev, 'la madre delle città russe'.

Questo fa parte della guerra mondiale avviata dai neocon, che ha ridotto all'anarchia terroristica gran parte dell'Asia occidentale e dell'Africa del Nord, dalle coste dell'Atlantico fino ai piedi dell'Himalaya. Ciò ha provocato la morte di due milioni di persone e oltre dieci milioni di rifugiati, portando alla scristianizzazione di massa di Iraq e Siria. Inoltre ha devastato economicamente l'Europa orientale, e militarmente la ex-Jugoslavia, dove una parte della popolazione è affetta da cancro da proiettili all'uranio della NATO e minacciata dal regime terrorista insediato dagli Stati Uniti in Kosovo. Si sono viste anche le forze ortodosse russe in combattimento in Siria, a sostegno degli ortodossi e degli amici degli ortodosso vicino alla Terra Santa, presso Armageddon. Nel mondo post-sovietico è una cosa che i liberali e i nazionalisti 'ortodossi' da qualsiasi parte del mondo ortodosso critichino o siano in disaccordo con il patriarca della Rus', che può non essere l'ideale (e chi lo è?), ma smettere di commemorarlo durante una guerra mondiale è quasi un tradimento.

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