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  Orrore cosmico contro terrore sacro: come trovare un significato nella moderna letteratura dell'orrore

di Jonathan Ryan

dal blog Daimonologia

20 agosto 2015

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Perché c'è tanta disperazione senza speranza nel moderno genere horror? Parte della risposta può essere trovata negli scritti di H. P. Lovecraft e nel suo concetto di "orrore cosmico". Egli spiega la sua visione della fine del mondo: "La razza umana scomparirà Altre razze di esseri appariranno e scompariranno a loro volta. Il cielo diventerà gelido e vuoto, trafitto dalla flebile luce di stelle mezze morte. Tutto scomparirà. E ciò che fanno gli esseri umani è altrettanto privo di senso come il movimento libero delle particelle elementari. Il bene, il male, la morale, i sentimenti? Pure 'finzioni vittoriane'. Esiste solo l'egoismo".

Lovecraft ha iniettato questa visione del mondo in tutte le sue storie. I fan di Lovecraft discutono i "miti di Cthulhu", basandosi su uno dei suoi racconti, The Call of Cthulhu. Da entità malefica, Cthulhu diventa una controfigura per tutti i mostri o gli alieni dell'universo di Lovecraft. L'autore presenta la sua visione atea del mondo attraverso i suoi "grandi antichi": "dei" alieni provenienti da altri mondi che non si preoccupano del nostro, oppure cercano attivamente di distruggerci. L'orrore cosmico è ciò che avviene quando i personaggi delle storie di Lovecraft affrontano questa realtà e reagiscono con disperazione all'inutilità di fare qualcosa a riguardo.

Lovecraft si situa in una profonda corrente di tentativi di trovare un significato attraverso l'orrore. Alcuni creatori moderni di storie dell'orrore per lo meno salgono al livello successivo, ponendo domande più profonde su come gli esseri umani trovano la speranza, ma non ci riescono, perché non c'è alcun modo di aggirare la disperazione lovecraftiana quando si gioca secondo le regole di Lovecraft. È necessario un copione diverso, quello scritto da Arthur Machen.

Mentre Lovecraft era ateo, Machen abbracciava pienamente le dottrine della sua fede anglicana. Il suo orrore conteneva il mistero dei luoghi abbandonati, delle divinità dimenticate, e il terrore assoluto di fronte all'ignoto, ma anche la possibilità per gli esseri umani di trovare la speranza oltre la disperazione. A differenza di Lovecraft, Machen si spingeva verso un terrore più santo, un timore sacro che potrebbe spingere una persona a inginocchiarsi davanti a Dio.

Machen sentiva che la disperazione potrebbe essere evitata vedendo il Dio buono che governa il mondo "dietro il velo." Una persona potrebbe sperimentare il terrore sacro come lo fece il profeta Isaia quando si trovava davanti al trono di Dio, o, per usare il paragone del cinema, come mostra Indiana Jones ne I predatori dell'arca perduta (quando dice a Marion di rispettare il potere dell'arca e di non guardarla quando viene aperta) e ne L'ultima crociata (quando, per raggiungere il Santo Graal, deve attraversare un labirinto insidioso che gli richiede di inginocchiarsi, di dire il santo nome di Dio, e poi di fare un letterale "salto di fede"). Machen utilizza il terrore sacro non solo per spaventare, ma per spingerci più in profondità a pensare alle "realtà invisibili". Attraverso questo terrore sacro, ha creato storie più ricche e più terrificanti di qualsiasi cosa Lovecraft abbia potuto concepire. Come scrisse C. S. Lewis in Mere Christianity, "Alcune persone parlano come se un incontro con lo sguardo della bontà assoluta possa essere divertente. Hanno bisogno di ripensarci".

La maggior parte dei registi dell'orrore moderno evitano la visione del mondo di Machen; possono non amare l'orrore cosmico di disperazione di Lovecraft, ma affrontare il terrore sacro pieno di speranza di Machen può rivelarsi troppo per l'immaginazione. Tale riluttanza può essere vista negli adattamenti cinematografici dei romanzi di Stephen King.

L'opera di King è un interessante mix di "orrore cosmico" e "terrore sacro". Le tensioni tra i due sono ciò che rende il suo lavoro così ricco, ma creano problemi ai moderni registi dell'orrore direttori, che spesso ne perdono il senso. I pasticci di Stanley Kubrick con l'adattamento di Shining illustrano questo punto. Nella versione di Kubrick, il padre (Jack Nicholson) è trasformato in un killer psicopatico spinto alla disperazione finale dai demoni dell'hotel.

Kubrick, senza che nessuno ne sia rimasto sorpreso, ha scelto la disperazione di Lovecraft, ma il finale del libro è molto più simile alla visione di Machen. Il padre cede quasi al male, ma finisce per sacrificare la sua vita per suo figlio, che è ricercato dai demoni dell'hotel. King detestava l'interpretazione di Kubrick, e ha scritto una sua miniserie tv per correggere quegli errori.

La tensione tra terrore sacro e orrore cosmico arriva al culmine in Signs, il film del 2002 di M. Night Shyamalan. Nel film, un prete, interpretato da Mel Gibson, ha perso la fede. Lui e suo fratello guardano i notiziari TV mentre strane luci appaiono nel cielo. Il velo è stato sollevato dagli occhi di tutti. Il personaggio di Gibson dice che ci sono due gruppi di persone, quelli che credono nei miracoli e quelli che credono che non ci sia nessuno ad aiutarli. Come si è scoperto più tardi, Shyamalan ha svelato il proprio punto di vista, ed è quello di Machen. La speranza si trova oltre il terrore e oltre il velo.

originariamente apparso in Christianity Today

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