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  L’Ortodossia attraverso i miti occidentali (5)

La scoperta dell'individuo 1050-1200

Dalla rivista Orthodox England, vol. 15, n. 3 (marzo 2012)

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I più antichi studi accademici occidentali sulla storia della Chiesa in genere non sono di grande utilità per gli ortodossi. La maggior parte è semplicemente anti-ortodossa e quindi contraria al cristianesimo autentico, vantandosi apertamente della civiltà 'giudeo-cristiana' e non della civiltà cristiana. I pregiudizi anti-ortodossi di tali studi, quando capita che menzionino l'Ortodossia, vengono semplicemente dal fatto che la storia è 'scritta dai vincitori', e nonostante la prima guerra mondiale, fino alla seconda guerra mondiale la maggior parte degli studiosi occidentali pensava che l'Occidente avesse vinto.

Le cose sono differenti oggi, quando i crimini quasi millenari dell'Occidente sono visibili a tutti e nessuno ascolta più le voci delle istituzioni ecclesiastiche che hanno modellato ultimi mille anni di storia occidentale - queste istituzioni sono chiaramente compromesse.

Curiosamente, il mondo accademico laico contemporaneo, che nella sua ignoranza dell'Ortodossia non può in alcun modo essere accusato di essere filo-ortodosso, è una fonte eccellente per aiutare gli ortodossi a capire cosa è andato storto in Occidente. Siamo in grado di capire come, rinunciando alla fede cristiana ortodossa nella sua eresia anti-trinitaria e anti-cristica del filioque, l'ex Chiesa dell'Occidente divenne una serie di 'ismi', cattolicesimo, protestantesimo, luteranesimo, calvinismo, anglicanesimo, ecc, che hanno fatto crescere il secolarismo contemporaneo e che porteranno verso la fine del mondo.

Nel seguente articolo, il quinto di una serie tratta da varie opere di erudizione secolare, abbiamo selezionato estratti da The Discovery of the Individual 1050-1200 (La scoperta dell'individuo 1050-1200) del professor Colin Morris, University of Toronto Press, 1972, 1987 e 1991 (Vedi anche il secondo articolo di questa serie, datato giugno 2011). Questi estratti illustrano abbondantemente le deformazioni post-ortodosse della cultura occidentale che hanno avuto inizio con la diffusione della nuova cultura del filioque alle spalle del Papato.

Anche se minacciate quasi tre secoli prima sotto Carlo Magno, queste deformazioni non sono state definitivamente attuate fino all'XI secolo. La data del 1054 è quindi vista come il simbolo della vera e propria caduta spirituale che ha avuto luogo in Europa occidentale nel secolo XI. Nell'anno 1000, la caduta non era affatto certa. Nel 1054 lo è stata. Ed è stata quella caduta a definire la storia successiva non solo dell'Europa occidentale, ma del mondo intero. Ma lasciamo parlare l’erudito autore.

P. xiii. L'era 'moderna' inizia con i 'grandi cambiamenti' di oltre 900 anni fa.

La distinzione tra il mondo 'medievale' e quello 'moderno' è una parte fissa della terminologia dello storico, ma probabilmente oscura la verità piuttosto che chiarirla. Molte attitudini e istituzioni 'moderne' possono essere ricondotte ai grandi cambiamenti culturali che hanno avuto luogo in Europa occidentale nei decenni intorno al 1100. Questo libro è un tentativo di esaminare una di queste, e di prendere in considerazione i segni che possono essere scoperti in quel periodo del rispetto e dell'interesse per l'individuo, che doveva diventare in seguito una caratteristica così evidente della cultura occidentale.

Pp. 1-2-3-4. L'individualismo occidentale è unico.

Tuttavia, è vero che la cultura occidentale, e l'istruzione di tipo occidentale, ha sviluppato questo senso di individualità in misura eccezionale tra le civiltà del mondo ...L'individualismo occidentale è dunque ben lontano dall'esprimere la comune esperienza dell'umanità. Come visione del mondo, si potrebbe quasi considerare come un'eccentricità tra le culture ... I 'classici' filosofi politici occidentali... presuppongono che la singola persona e dei suoi diritti siano pre-esistiti a qualsiasi forma di società... L'umanesimo può non essere la stessa cosa dell'individualismo... ma sono almeno cugini di primo grado... Il famoso detto di Kant ... è stato recentemente ritenuto la pietra angolare dell'etica europea: 'L'idea della persona individuale come supremo valore è fondamentale per le idee morali, politiche e religiose della nostra società'.

Pp. 7-8 e 10. Gli inizi dell'umanesimo moderno, dopo il 1080 circa, nella generazione nata dopo il 1054.

Vi è un rapido aumento di individualismo e umanesimo negli anni tra il 1080 e il 1150 circa... È in questo senso che Bolgar discerne in esso 'per la prima volta, i lineamenti dell'uomo moderno'... Le meditazioni di Anselmo o Aelred di Rievaulx... sarebbero state letteralmente impensabili un secolo prima... È significativo che la parola humanitas, che da circa intorno all'anno 600 era stata utilizzata quasi senza eccezione in senso peggiorativo per indicare la fragilità umana, recuperava ora la sua dignità.

Il vescovo Ivo di Chartres, all'inizio del XII secolo, la impiega nel suo senso classico di filantropia o di gentilezza, e humanus ritorna ad avere una connotazione favorevole.

Pp. 12-13. La perdita del senso della cattolicità e della Chiesa e l'influenza dell'individualismo dal paganesimo ('classicismo') dopo il 1050.

La Chiesa è il corpo di Cristo, ogni membro ne è un arto. Tutti i credenti partecipano di un solo Spirito, tutti sono pietre del tempio vivente. Questo elemento nel pensiero paleocristiano modifica gravemente il forte individualismo che abbiamo visto presente, ma che ha ricevuto relativamente poca attenzione nella Chiesa occidentale. Le ragioni non sono difficili da individuare. Con la rinascita dell'istruzione e della devozione personale, negli anni dopo il 1050, gli uomini si attaccavano avidamente al messaggio della salvezza individuale in modi che saranno esaminati in seguito, ma la lingua della comunità aveva per loro minor importanza, perché era sorto all'interno di una situazione sociale così estranea alla loro esperienza ... Per la Chiesa in generale il periodo dal 1050 al 1150 ha visto grandi ricostruzioni e riforme di vasta portata, ma quasi nessuna di queste riforme ha aumentato il senso di comunità all'interno delle chiese locali.

Di fatto l'intera tendenza era di diminuire il senso di comunità. Due esempi, di tipo assai diverso, illustrano questo punto. L'Eucaristia era stata, per la Chiesa primitiva, l'espressione suprema della sua unità. Nel 1050 la comunione regolare del popolo era diventata rara, ma non c'era alcun tentativo sistematico di ripristinarla. Le nuove pratiche sorte nella celebrazione della Messa, come l'elevazione dell'ostia, erano dirette non al ripristino della comunità, ma allo stimolo della devozione personale.

Anche in questo caso, secondo il diritto canonico più antico, la posizione di un vescovo era salvaguardata dalla regola che egli poteva essere deposto solo da un sinodo di suoi colleghi. In tal modo era protetto dalle ingiustizie dal ricorso alla comunità della chiesa locale. I legali del diritto canonico del XII secolo, tuttavia, utilizzarono un modo completamente diverso per fornire protezione: l'appello a Roma. La Chiesa del XII secolo ha visto quindi una rinascita della pietà personale, espressa in una varietà di modi che esamineremo, ma non è riuscita a recuperare un senso di comunità dei fedeli nel suo complesso. L'individuo in futuro doveva essere limitato non dalla mente della chiesa locale, ma dall'autorità della gerarchia.

La seconda fonte di rispetto dell'individuo deve essere probabilmente ricercata nel passato classico.

Pp. 23-24. La Croce vista come risurrezione prima dello scisma d'Occidente, e come crocifissione in seguito.

La raffigurazione del crocifisso nell'arte esprimeva questa visione del Cristo trionfante. Il crocifisso del tempo era molto diverso da quelli a cui noi (sic) siamo abituati ... È un fatto notevole che nei primi mille anni di storia della Chiesa, anni in cui la morte era spesso vicina e minacciosa per la maggior parte degli uomini, la figura del Cristo morto non era quasi mai raffigurata. Il crocifisso era concepito come espressione del trionfo di Cristo, il Signore di tutte le cose. Inoltre, come vedremo in un capitolo successivo, la tradizione cristiana era a disagio nel considerare Cristo come un uomo che soffre, e preferiva vedere in lui l'espressione della potenza divina ...  È vero che alla fine del X secolo troviamo i primi esempi di un rivoluzionario tipo di crocifisso che ritraevano il Signore come morto, e che sottolineavano la sua sofferenza e la sua mortalità. Eppure dal 1050 la tradizione del Cristo vivente era ancora importante, e in alcuni luoghi completamente dominante ... La Croce, allora, era un segno di vittoria divina.

P. 31. Il destino divino dell'uomo dopo il 1100 si trasforma nella visione umanista decaduta.

...la visione, generalmente accettata fino al 1100 circa, che l'uomo era stato creato al fine di ricostituire il numero degli angeli caduti... contiene il presupposto che lo scopo dell'uomo non è umano, ma angelico; non è quello di realizzare il suo vero sé (sic), ma di diventare qualcosa di molto diverso.

Pp. 40 e 42. Il cambiamento sociale e il castello - il trionfo del feudalesimo dopo 1050, soprattutto nel nord della Francia, la terra dei 'Franchi'.

Non dobbiamo usare troppo le città come spiegazione per i cambiamenti che stavano avvenendo dal 1050 in poi. L'aristocrazia si stava trasformando nella sua struttura e nei suoi modelli di comportamento, anche se è necessario essere cauti nel descrivere questo sviluppo a causa delle scarse prove disponibili dal periodo precedente. Fondamentalmente erano all'opera due processi. Da un lato, i signori cercavano assicurarsi il più efficace controllo delle loro aree locali. Il simbolo evidente del nuovo ordine era il castello.

I castelli di legno erano diffusi nella Francia del secolo XI, e nel XII secolo coloro che potevano permetterselo li sostituivano con castelli di pietra.

Chiunque aveva un castello godeva del controllo militare della regione. Nel frattempo, la frammentazione generale del potere regale che aveva avuto luogo in Francia nel X secolo aveva lasciato i signori locali liberi di sviluppare i propri modelli di sfruttamento.

I benefici a lungo termine andavano alla nobiltà superiore, perché lo sviluppo del castello di pietra e di un equipaggiamento militare più efficace e costoso dava l'iniziativa a quelle famiglie che controllavano risorse sufficienti per permetterseli. Questi sviluppi hanno avuto luogo in tempi diversi in paesi diversi. Di solito hanno avuto inizio in Francia, forse perché là il vecchio ordine crollato in modo più completo che in Inghilterra e in Germania.

I castelli, per esempio, erano comuni nella Francia del secolo XI, sono stati introdotti in Inghilterra dopo la conquista normanna, e sono apparsi in Germania su larga scala a partire dal 1070. Un andamento simile si può osservare nella maggior parte dei cambiamenti sociali che abbiamo considerato. Per questo motivo la nuova aristocrazia si trova nella sua forma più vigorosa e sicura di sé in Francia e in Normandia. I nomi francesi o franchi furono sempre più utilizzati per gli abitanti di quella zona, che copre quella che oggi è la metà settentrionale della Francia, e i Normanni, almeno tra il 1050 e il 1150, di solito si consideravano francesi. La forza internazionale di quest'aristocrazia era fondata sulla sua grande efficacia militare... La prima crociata era in gran parte una impresa franco-normanna, e gli uomini del ducato di Normandia invasero l'Inghilterra, l'Italia meridionale e la Sicilia, e Antiochia.

P. 59. La nuova e individualistica 'teologia' dell'espiazione - basata sull'ignoranza degli antichi insegnamenti ortodossi da parte dell'élite istruita.

C'è qualcosa di misterioso nel perché il XII secolo ha visto un tale nuovo inizio nella teologia dell'espiazione (sic). È stato per lungo tempo supposto che i Padri non avessero una dottrina dell'espiazione; Gustav Aulen si è dato da fare per correggere questa visione nel suo stimolante libro Christus Victor, ma senza spiegare pienamente la rottura radicale con il passato che ha avuto luogo intorno al 1100. La spiegazione potrebbe essere che il migliore pensiero sul tema era quello dei Padri greci (sic) sconosciuti ad Anselmo e Abelardo. La tradizione latina era decisamente debole su questo punto, e, come vedremo nei capitoli successivi, la teoria dell'espiazione solleva questioni cruciali per il pensiero del XII secolo circa l'individuo.

P. 90 L'allontanamento dai resti non sviluppati dell'iconografia ortodossa nell'Occidente del X secolo all'individualismo e naturalismo o realismo umanistico, vale a dire, alla moda di ritrarre la natura caduta.

Il XII secolo vide una netto cambiamento nelle arti visive verso la sensibilità per la natura, e un modo più caratteristicamente moderno di vedere la forma umana. L'arte ottoniana aveva creato il suo impatto attraverso insegne, simboli, posture e colori. Anche se questi dispositivi non erano stati affatto abbandonati, una maggiore enfasi fu collocata sulla forma e funzionalità umana. L'idea di regalità era trasmessa attraverso la nobiltà, la benevolenza, o la severità di espressione della figura, come in alcune delle sculture delle nuove cattedrali gotiche. La figura di Eva, scolpita a Autun prima della metà del secolo dal grande scultore Gislebert, è stata definita la prima donna seducente nell'arte occidentale dopo la caduta di Roma, e se la pretesa è grande, contiene una buona dose di verità. Questo movimento verso il naturalismo è stato a volte accompagnato da una delizia per i gesti personali e per le idiosincrasie private ...

Il miglior campo in cui cercare ritratti formali nel XII secolo è nelle sculture dei memoriali o delle tombe. Tali immagini sono praticamente sconosciute prima del 1050, ma da quel momento diventano progressivamente più comuni.

Pp. 139-43. La nuova religione dopo il 1050 e la nuova consapevolezza come delirio di decadimento spirituale.

... È vero che se ci rivolgiamo agli scritti dei Padri siamo di solito colpiti dal contenuto sociale oggettivo dato alla Croce e all'Ultimo Giorno.

Molto più che nella teologia con cui siamo familiari il peso cade sull'affermazione che l'azione di Dio ha cambiato, o cambierà, la condizione dell'umanità, mentre alla sua importanza per ogni credente, anche se non ignorata, era di solito assegnato un posto secondario. È possibile distinguere un marcato cambiamento di questa interpretazione con l'emergere, durante il periodo dal 1050 al 1200, della teologia medievale o scolastica.

LA PASSIONE

Per quanto riguarda il primo di questi due punti di riferimento, la passione, l'enfasi durante i primi mille anni è stata sulla vittoria di Dio sulla croce, una vittoria che ha annientato la presa del diavolo sugli uomini, ha aperto a tutta l'umanità l'azione della grazia di Dio, e ha stabilito la signoria di Cristo nel mondo...

L'età successiva ha pensato più facilmente ad altre cose: la natura delle sofferenze di Cristo, l'amore che ha dimostrato soffrendo, e i dolori che ha dovuto sopportare per la redenzione del peccatore. Anche se non si può dire che questi pensieri fossero del tutto estranei alla Chiesa delle origini (sic), vi giocavano un ruolo minore in confronto con la visione della croce come vittoria divina. Anche durante il periodo carolingio, quando ci fu una tendenza in alcuni scrittori di insistere sui dettagli delle sofferenze sopportate dal Signore, l'elemento del ringraziamento oggettivo è rimasto predominante.

Il movimento verso una devozione più interiorizzata e compassionevole, in cui l'individuo si sforzava con la fantasia di condividere il dolore del suo Signore, divenne veramente forte nel secolo XI, e nel XII governava gran parte del pensiero sulla passione.

Una prima manifestazione importante del nuovo spirito fu il cambiamento nella forma del crocifisso.

Al posto della precedente figura del Cristo vivente, a volte raggiante di vitalità, troviamo Cristo morto sulla croce. Il primo esempio che è sopravvissuto fino a noi è probabilmente la grande croce di legno fatta per l'arcivescovo Gero di Colonia (969-76), un commovente studio della maestà nella morte. La testa è accasciata sulla spalla destra, gli occhi chiusi, il volto contorto, la mascella spalancata. Tra il 1000 e il 1200 gli artisti che lavorano all'interno di questa tradizione si sforzarono di combinare nella loro scultura l'agonia e la maestà di Cristo. Il fatto della morte era chiaramente dimostrato, e gli atteggiamenti degli osservatori, Maria e Giovanni, diventavano molto più espressivi del dolore personale. D'altra parte, le piaghe di Cristo non avevano niente di simile al trattamento esagerato che divenne usuale poi nel Medioevo, la corona di spine era mostrata raramente, e una corona regale spesso appariva sul capo di Cristo ...

Il cambiamento nell'aspetto del crocifisso corrispondeva a una crescente enfasi devozionale sui dolori di Cristo, che si può osservare nel secolo XI, soprattutto tra i riformatori monastici, tra cui abbiamo già notato il contributo alla crescita di uno spirito più intimista e meno formale. Un modo di illustrare questo cambiamento è il confronto tra un'opera carolingia e una del XII secolo: il Breve Trattato sulla Passione del Signore di Candido Bruno (825 c.) e la meditazione sulla passione nella Regola per i contemplativi (de Institutione Inclusarum) di Aelred di Rievaulx (c. 1150). Con un intervallo di tre secoli, dovremmo aspettarci grandi differenze, ma lo scopo delle due meditazioni è molto simile, ed è istruttivo vedere in che modo la nuova spiritualità si discostato dalla vecchia. La struttura delle opere è simile: ciascuna segue gradualmente gli eventi della passione, o, nel caso di Aelred, della vita di Cristo nel suo insieme. Siamo subito colpiti dall'aria molto più pratica del trattamento di Aelred; mentre Candido si muove a scatti da testo a testo, la meditazione di Aelred fluisce con una facilità che indica non solo l'eccellenza letteraria, ma una lunga esperienza di una modalità flessibile di meditazione. Anche la sostanza è diversa. L'autore del IX secolo non si sofferma a lungo sulle sofferenze di Cristo, ma è interessato piuttosto a interpretare la storia simbolicamente. Alcune delle sue osservazioni ci appaiono, nel contesto di una crocifissione, come se fossero fatte stranamente a sangue freddo: 'La corona di spine poste sul capo di Cristo può anche significare il peccato dell'idolatria, con la quale i popoli ignoranti della sua vera divinità hanno imposto il nome divino su varie invenzioni di idoli'. È consono con questo trattamento il fatto che Candido mostra distinte riserve circa l'umanità di Cristo: 'Il Signore, facendosi uomo, ha permesso in sé affetti umani, quando ha voluto, e li ha usati come egli ha voluto. Ha detto che aveva sete, e ha detto il vero: perciò egli ha avuto sete quando ha voluto, e per quanto egli ha voluto'. Lo spirito di Aelred è molto diverso.

Troviamo una nuova enfasi sulla partecipazione compassionevole alla passione del Signore. L'unico aiuto visivo che Aelred consentiva per l'uso su un altare era 'un'immagine del Salvatore sulla croce, che rappresenterà per te la sua passione, che stai imitando'. L'importanza della sofferenza dell'individuo assieme a Cristo è ormai fondamentale: 'So che la compassione ora riempie il cuore, l'angoscia infiamma il tuo intimo. Permettigli di soffrire, ti prego, perché lui soffre per te'. Non ci sono riserve circa l'umanità di Gesù - al contrario, è la divinità a essere velata: 'Perché è così, mio ​​Dio? Così pieno di compassione per me, ti mostri come uomo, e sembri quasi che tu sia inconsapevole di essere Dio '.

Questo legame profondo e personale con il Salvatore crocifisso era caratteristico di Aelred. Sul letto di morte, quando non era più in grado di parlare, ancora piangeva per le sofferenze del Signore, e sorrideva per il suo amore, mentre gli leggevano la storia della passione, e ricuperò la voce per recitare un ultimo atto di speranza, mentre il suo amico Walter Daniel teneva un crocifisso davanti ai suoi occhi. In tutto questo era una cosa sola con la sua generazione, e si può osservare la crescita di una varietà di pratiche che riflettono la devozione a Gesù crocifisso e un più intimo senso di impegno personale. L'elevazione dell'ostia, che fece la prima comparsa nella Messa all'inizio del XII secolo, fu interpretata come un richiamo all'umanità crocifissa, e probabilmente deriva da questa il suo fascino popolare. Le crociate devono molto del loro sostegno a questo spirito - il trattato di Bernardo di Chiaravalle Elogio della nuova milizia era al tempo stesso un manuale di teoria delle crociate e una meditazione sui luoghi santi dove Gesù visse e morì. Fu ampiamente adottata una nuova posizione di preghiera, che in seguito divenne convenzionale: in ginocchio con le mani giunte. Era la posizione di omaggio, e il suo uso esprimeva la fedeltà personale che il credente provava per il suo Signore. La sua popolarità generale fu opera dei francescani, ma è molto probabile che questa trasformazione piuttosto sorprendente di una cerimonia feudale in un atteggiamento devozionale fosse già avvenuta nel XII secolo.

Un estremo rappresentante di questa tendenza all'impegno personale e individuale era Pietro Abelardo, che aveva adottato questo atteggiamento in modo tanto radicale da produrre inni che potrebbero essere stati scritti nel 1400, e una teoria dell'espiazione molto ammirata dai liberali del 1900. La lingua degli inni della passione rimase generalmente tradizionale fino al XIII secolo. L'occasione principale per tali inni non era, come dovremmo aspettarci, la Quaresima o il Venerdì Santo, ma piuttosto il giorno della santa Croce.

C'era un certo cambiamento di stile nel XII secolo, con immagini sempre più complesse, ma che mantenevano il tono oggettivo e trionfale degli inni dei tempi carolingi e precedenti...

L'accento sulla compassione qui è enorme ... come se l'uomo fosse stato giustificato dalla compassione, dalla pietà per l'umanità sofferente.

P. 152. L'uomo è tagliato fuori dal cielo e da Gerusalemme, già nel Medioevo il paradiso è diventato 'una ricompensa nel cielo'.

Now in the meanwhile, with hearts raised on high,

We for that country must yearn and must sigh,

Seeking Jerusalem, dear native land,

Through our long exile on Babylon’s strand.

(Ora, nel frattempo, con il cuore elevato in alto,

Per quel paese dobbiamo anelare e sospirare,

Cercando Gerusalemme, cara terra natale,

Attraverso il nostro lungo esilio a Babilonia.)

Pp. 160-61. Il grande cambiamento dopo il 1050, che porta all'Occidente moderno.

In altre aree la rottura con il passato fu ancora più violenta. Gli anni tra il 1050 e il 1200 devono essere visti, per esempio, come un punto di svolta nella storia della devozione cristiana. Si sviluppò un nuovo modello di pietà interiore, con una crescente sensibilità, segnata dall’amore personale per il Signore crocifisso e da una meditazione facile e fluida sulla vita e la passione di Cristo, segnata anche dall'uso regolare del confessionale e dalla crescente popolarità della posizione di omaggio come postura di preghiera, e dalla comparsa del crocifisso nello stile del 'Cristo morente'. In dottrina le teorie dell'espiazione di Anselmo e Abelardo rappresentavano un allontanamento dalla tradizione ricevuta, su un punto di grande importanza.

Da tutto ciò sarà evidente che i cambiamenti che hanno avuto luogo nel XII secolo sono andati ben oltre il semplice recupero del passato cristiano classico...

Rimangono ancora da riassumere le nostre conclusioni circa il rapporto di questa scoperta dell'individuo con la cultura successiva dell'Occidente. Alcuni scrittori suggeriscono che ci sia poca connessione. Tra noi e loro c'è un grande abisso, ed è falso dire che nei loro scritti vediamo per la prima volta i lineamenti dell'uomo moderno.

La grande differenza con questi autori riguarda la rivoluzione tomista del XIII secolo. Secondo questo punto di vista, l'essenza del pensiero del XII era teologicamente orientata. Il mondo non aveva né senso né motivo comprensibile fino a quando non era legato a Dio. La psicologia, come la capivano i cistercensi, era lo studio della mente o dell'anima nella sua ascesa Dio, l'amicizia era il rapporto degli uomini in Cristo, e l'autobiografia era la confessione della bontà di Dio e del peccato dello scrittore. La rivoluzione del pensiero nel XIII secolo ha creato, almeno in linea di principio, la possibilità di una visione naturale e secolare, distinguendo tra i regni naturale e soprannaturale, della natura e della grazia, della ragione e della rivelazione. Grazie all'unione tra Aristotele e il cristianesimo nelle opere di Tommaso d'Aquino, era ormai possibile vedere l'uomo sia come un essere naturale sia come un corso di progettazione per la comunione con Dio, mentre nei tempi passati il primo non poteva essere concepito separatamente da quest'ultimo. Da questo momento in poi, è stato possibile lo studio oggettivo dell'ordine naturale, così come l'idea dello Stato laico.

Vi è chiaramente una grande quantità di verità in questa valutazione della situazione, e l'emergere dell'idea di un ordine autonomo della natura è della massima importanza per lo sviluppo dell'Europa.

Pp. 164, 165 e 167. La fine della 'civiltà occidentale'. La cristianità occidentale si è distrutta da sola, in quanto conteneva i semi della propria distruzione.

La liturgia e il Salterio scivolarono via dal centro di pietà cristiana, e 'a dire le proprie preghiere' venne a significare pregare privatamente in una meditazione affettiva. Nel rivendicare una continuità su questi punti tra il XII e il XX secolo, si devono fare distinzioni in entrambi i periodi. Diversi di questi atteggiamenti, o forme letterarie, probabilmente hanno una storia precedente, che è molto poco descritta... Una distinzione più importante è che molti di questi atteggiamenti sono più ovviamente caratteristici dell'Europa prima del 1914 che del mondo di oggi... Può darsi, quindi, che stiamo affermando una continuità tra il 1100 e il 1900, piuttosto che tra il 1100 e il 1972, e che il drammatico e lungo capitolo della storia umana dal titolo 'civiltà occidentale' stia volgendo al termine.

Questo non è il soggetto principale di questo libro, ma il punto è così importante che vale la pena notarlo...

Abelardo, l'esempio supremo dell'uomo 'universale' del rinascimento del XII secolo, è stato un campione di primo piano delle tecniche logiche che avrebbero disumanizzato la teologia.

Aelred e i suoi contemporanei più anziani sono all'inizio di una lunga storia che sta finendo appena ora, come creatori di quella cristianità occidentale della cui dissoluzione noi siamo i testimoni.

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