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  Suor Vassa Larina su san Mamante

Dalla rubrica YouTube "Caffè con Suor Vassa" (2/15 Settembre)

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CAFFÈ CON SUOR VASSA

Canto del coro del monastero Sretenskij di Mosca: "Loderò il Signore in ogni tempo, sempre la sua lode sulla mia bocca..."

Salve! Sono sorella Vassa, e sto prendendo il caffè prima di andare al lavoro, qui a Vienna, in Austria (l'Austria non è il paese dei canguri!) Il caffè mi piace nero... ho questa passione per il nero, come potete vedere.

E così, prima di andare al lavoro, mi piace anche prendere la mia dose quotidiana del calendario della Chiesa. Diamo un'occhiata insieme a quello che succede in questa prima settimana di settembre. Quando dico "la prima settimana di settembre", quelli di noi che seguono il Vecchio Calendario faranno i loro calcoli, così come a scuola, usando lo strano numero 13 (1-7 settembre + 13 = 14-20 settembre). Ci sono molti santi, come sapete, celebrati nel calendario della Chiesa ogni giorno, ma cercherò di selezionare un santo da questa prima settimana di settembre (in modo piuttosto casuale, a dir la verità) e di riflettere sulla vita di questo santo prima di andare al lavoro oggi. Così, guardando nel mio calendario, noto che il 2 di settembre c'è il santo martire Mamante (in greco Mamas). Mamante era un ragazzo di quindici anni, e fu martirizzato nell'anno 275. Potete vedere che ha un aspetto molto esotico, dipinto sulla sua icona sul dorso di un leone. Ora, quando vediamo questo santo esotico da un passato tanto lontano - dal terzo secolo - molti di noi possono farsi la domanda: a che serve? E davvero, a cosa può servire alla mia vita cristiana moderna, alla mia vocazione odierna di vivere una vita in Cristo; a me, per esempio, in una grande città europea? Come può questo martire quindicenne del terzo secolo informare la mia fede? È una buona domanda, e pertanto vorrei rifletterci prima di tornare a parlare di questo santo. I vari eventi e personalità del giorno commemorati nel calendario della Chiesa su base quotidiana mi indicano, prima di tutto, che la Chiesa ha una storia. Questo è un sollievo su molti livelli, se ci pensiamo. E allora pensiamoci.

(pensandoci...) Oggi, come membro della Chiesa di Cristo, io sono parte di questa storia, così non sono sola. Ciascuno di noi, nella propria chiamata a vivere oggi una vita in Cristo, si trova in compagnia di molti, molti cristiani, come sembra. Cristiani di oggi, dei secoli passati e di varie epoche e regioni geografiche, culture, modi di vita, ecc, ecc. Connettersi con questa grande moltitudine e varietà di personalità giorno dopo giorno significa vivere la Tradizione. Vivendo la Tradizione come chiesa riceviamo motivazioni e informazioni per il nostro futuro ricordando oggi il nostro passato. Così, la Tradizione comporta passato, presente e futuro. Tre parti. Non una parte, non due parti, ma tutte e tre: passato, presente e futuro. Noi come Chiesa, siamo molto più ampi e interessanti, di fatto, rispetto alle particolari ossessioni e preoccupazioni del tempo moderno, del nostro presente. Il nostro presente a volte immagina di essere eterno, come se il modo in cui oggi stanno le cose fosse il modo in cui sono sempre state, o perfino il modo in cui dovrebbero sempre stare. Ma il fatto è che il presente non è eterno, perché la Chiesa ha una storia, vedete. E quella storia, e la consapevolezza di quella storia, ci libera dalla tirannia del presente.

Con tutto questo in mente, ritorniamo ora al giovane martire san Mamante. I suoi genitori, Teodoto e Rufina, erano cristiani, e anche patrizi, il che significa membri della nobiltà romana. Vivevano in Asia Minore, in Paflagonia, nella città di Gangra, indicata qui dal cerchio e dalla freccia rossi. Entrambi i genitori furono imprigionati perché erano cristiani. Furono imprigionati nella città di Cesarea di Cappadocia, a sud-est della Paflagonia, e anch'essa in Asia Minore, indicata qui dal cerchio e dalla freccia gialli. Entrambi i genitori di Mamante morirono in prigione, la madre dopo avere partorito prematuramente Mamante in prigione. Egli fu cresciuto come orfano nella fede cristiana da una ricca donna cristiana di nome Ammia, che lo chiamò Mamante ("Mamas") dopo che disse la sua prima parola, per la verità piuttosto tardi, all'età di 5 anni, e quella parola fu "mama". Da ragazzo Mamante fu diligente nei suoi studi, molto intelligente, e zelante per la sua fede cristiana. Si racconta che convertì molti dei suoi amici pagani al cristianesimo, e alla fine fu portato davanti alle autorità, perché lo faceva molto apertamente. Questo era il tempo dell'imperatore romano Aureliano, che regnò dal 270 al 275. Aureliano, anche se ebbe un regno breve, solo 5 anni, riuscì a riunire l'Impero romano nella sua interezza in Oriente e in Occidente, portando a termine quella che è chiamata crisi del terzo secolo. Così fu chiamato "Restitutor orbis" (il restauratore del mondo). Aureliano fu il primo imperatore romano a essere ufficialmente chiamato "deus" (dio) nei documenti governativi ufficiali. Era salutato come "Deus et dominus natus" (dio e dominatore nato). Nella sua politica religiosa, Aureliano era un riformatore. Rafforzò la posizione del dio solare, Sol Invictus, come divinità principale del pantheon romano. Aureliano sembra avere seguito il principio "un dio, un impero", in seguito adottato in pieno dall'imperatore Costantino sotto il Dio dei cristiani. Aureliano non mise ufficialmente fuori legge tutti gli altri dei, ma gli storici cristiani ricordano persecuzioni simili alla storia di san Mamante durante il regno di Aureliano. E così san Mamante fu portato davanti alle autorità, e alla fine fu portato perfino davanti all'Imperatore stesso, Aureliano, perché Mamante apparteneva alla nobiltà romana. Così fu interrogato, torturato severamente, e per un certo tempo rilasciato miracolosamente, quando di fatto andò nel deserto, a vivere in solitudine nelle montagne al di fuori di Cesarea, e in quel tempo si dedicò alla preghiera e al digiuno. Nel deserto non fu attaccato dagli animali selvaggi, che anzi lo servivano. Alla fine Mamante fu convocato di nuovo in città dalle autorità, e si mostrò alle porte della città accompagnato da un leone. Ecco perché è dipinto in compagnia di un leone, e talvolta di altri animali, sulle sue icone. Quindi fu di nuovo torturato, di nuovo rifiutò di rinnegare Cristo, e morì da martire nell'anno 275.

Un pensiero per oggi

Ora, un pensiero per oggi sulla vita di san Mamante. Era un adolescente, e all'età di 15 anni, quando la pressione di essere come tutti gli altri è enorme, come tutti sappiamo, non aveva paura di essere se stesso. Sicuramente, faceva cose normali come tutti gli altri; ha avuto un'istruzione; studiava, e faceva i compiti. Aveva amici e si preoccupava di loro. Forse era atletico e faceva sport. Beh, cavalcava leoni... non è esattamente uno sport che raccomanderei in questa trasmissione. Ma la morale della favola è che era un cristiano. Questa era la sua identità. Si identificava con Cristo, e questa identità era "non negoziabile", quando fu sfidato dai più famosi e potenti uomini del suo tempo.

Così, questo è il nostro pensiero del giorno e il nostro santo della settimana: a tutti voi, san Mamante! Grazie, grazie mille.

Un ringraziamento speciale al Fondo scientifico austriaco.

Nessun animale è stato maltrattato per produrre questo video.

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