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  Perché aspettare?

dell'arciprete Lawrence Farley

Pravmir

21 marzo 2017

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Una domanda che i giovani singoli fanno spesso quando si confrontano con l'insegnamento tradizionale della Chiesa che non si dovrebbe fare sesso fino al matrimonio è: "Perché dovrei aspettare?" È una domanda ragionevole, quando tutti nella nostra cultura intrisa di sessualità sono bombardati in ogni film, spettacolo televisivo e canzone mai prodotta che è naturale che i giovani sani siano sessualmente attivi prima del matrimonio. In effetti, una ragazza cristiana europea, quando ha sentito che alcuni dei suoi coetanei ortodossi in Canada considerano il sesso prematrimoniale come proibito, ha risposto: "Oh, su queste cose in Europa non siamo puritani". Puritani? Nelle parole immortali di Iñigo Montoya, "Continui a usare questa parola. Non credo che questa voglia dire ciò che tu pensi che voglia dire". Un puritano non oserà nemmeno parlare di sesso prima del matrimonio. Una persona che ne parla, ma non lo fa, non è un puritano, ma semplicemente un cristiano che segue le Scritture.

Ma la questione richiede ancora una risposta. Se, per esempio, siamo innamorati di un'altra persona e abbiamo in programma di sposarla prima o poi, qual è il problema nel fare sesso prima che il legame matrimoniale sia ufficialmente sancito? Perché aspettare? La risposta è duplice.

Prima di tutto, molte relazioni terminano prima che il legame matrimoniale sia sancito. Ricordo una bella ragazza cristiana in Australia, che ha incontrato un bel ragazzo cristiano, e hanno affermato che erano entrambi innamorati, e che si sarebbero sposati a tempo debito. Perché aspettare? Non hanno aspettato, ma hanno consumato un matrimonio che non aveva ancora avuto luogo, un matrimonio che, come si è scoperto, non ha mai avuto luogo, perché non molto tempo dopo entrambi hanno deciso che non erano compatibili come avevano pensato e hanno preso strade separate. Ma era stato dato un dono che non ci si poteva riprendere, e quando la ragazza incontrerà poi un altro giovane e lo sposerà, non avrà più quel dono da dargli, perché lo ha già dato a qualcun altro. Nel caso di altre persone più secolarizzate, a volte il dono è dato a molti altri, a detrimento della prima vera e propria notte di nozze. Se la giovane australiana avesse saputo che il matrimonio non avrebbe mai avuto luogo, non avrebbe dato quel dono, perché lo aveva dato con l'intesa che, naturalmente, sarebbe seguito il matrimonio.

Il punto è che la regola "Niente sesso prima del matrimonio" può sembrare, se non puritana, certamente arbitraria. La coppia australiana di certo non ne ha capito il senso, e per questo non l'ha seguita. Ma si è scoperto che la regola non era in realtà arbitraria, ma piuttosto basata sulla possibilità di circostanze che essi non avevano previsto. Ed ecco la sorpresa: l'apparente arbitrarietà e mancanza di flessibilità della regola si è rivelata l'unica cosa che li avrebbe salvati dalla follia della loro azione. Ma non avevano una tale regola, perciò non l'hanno seguita. Se avessero detto, "Non possiamo fare ancora sesso perché abbiamo questa regola", sarebbero stati più felici alla fine.

Questa, naturalmente, è la ragione per cui le regole sono abbastanza inflessibili, fino al punto di apparire arbitrarie. In questa materia le linee guida non funzionano tanto bene quanto le regole. Mi ricordo di una scena del film originale Ghostbusters con Bill Murray e Sigourney Weaver. Quest'ultima, posseduta da un fantasma, tenta di sedurre Murray, e lui esita, dicendo che ha una regola di non farsi mai coinvolgere con le persone possedute. Quando Weaver lo afferra, gli salta addosso e lo bacia con passione, egli dice: "In realtà, è più una linea guida che una regola". Fantasmi e commedia a parte, questa non è solo l'esperienza di Ghostbuster, ma quella di ogni adolescente ormonale che si permette di indulgere in tali comportamenti. Nella foga del momento, le regole possono diventare spesso semplici linee guida, da smaltire abbastanza velocemente. Se per cominciare uno non ha regole, ma solo linee guida, queste si scioglieranno ancora più velocemente. In un mondo che annega in mezzo a immagini sessuali e a propaganda per la promiscuità, i giovani hanno bisogno di tutto l'aiuto che possono ottenere, a prescindere da quanto siano ormonali. Non hanno bisogno di linee guida o di teologia astratta. Quando la tempesta arriva, hanno bisogno di regole. Solo le regole possono salvare dalla comparsa di una tempesta ormonale o dalle vicende di relazioni mutevoli.

La seconda ragione per attendere ha a che fare con l'onore a causa del momento matrimoniale in sé. Mettiamo per esempio che il problema sia il dono da offrire nella prima notte di nozze, ma un dono da offrire la mattina di Natale. Se tu il 1 dicembre mi dai un regalo di Natale, avvolto con cura in carta colorata, e io lo apro immediatamente, o magari appena torno a casa, non vedresti in me una certa insensibilità culturale e anche un'ingratitudine avida? Il senso del dono non era solo che io lo avessi, ma che dovessi averlo come parte della celebrazione del Natale. Attendere di aprire il regalo significa che lo scambio non ha solo a che fare con me e con la mia pila di beni, ma anche con il Natale, e con l'onore dato a qualcosa di più grande di me. Se io cercassi di difendere la mia azione di un'apertura prematura dicendo: "Beh, lo avrei aperto comunque, quindi perché aspettare?", si può ben concludere che non ho capito il Natale e non l'ho onorato correttamente. Noi onoriamo il Natale lasciando i regali confezionati e in attesa sotto l'albero fino a quando arriva il giorno di Natale. In caso contrario, i doni non sono regali di Natale, ma solo scambi di merce.

Accade lo stesso, almeno per i cristiani, riguardo alla cerimonia di nozze. La cerimonia non è semplicemente l'occasione di indossare un abito costoso o di partecipare a una festa. Si tratta di uno scambio reciproco di vite, del momento in cui l'intenzione di dare la propria vita pienamente e in modo permanente ad un'altra persona è diventata una realtà. La sola intenzione non è inutile, ma è inferiore alla realtà, come testimoniano gli impegni rotti. Attendere fino a quando l'intenzione diventa realtà non è solo una protezione contro le intenzioni fallite e i piani cambiati. È anche un modo per onorare la realtà che il matrimonio produce.

Il matrimonio è costituito infatti da una promessa scambiata alla fine – la promessa di stare con l'altra persona per il resto della propria vita. Questa promessa, quando mantenuta, diventa la sicurezza con cui si può abbracciare con tranquillità la vulnerabilità che accompagna il sesso. Il rapporto sessuale comporta reciproca vulnerabilità, e può a volte portare a un cuore spezzato, così come a una gravidanza indesiderata. La promessa di costruire una vita insieme (che è l'essenza della cerimonia nuziale) fornisce un baluardo contro simili tragedie. La cerimonia di nozze è il momento in cui questa promessa è data e il baluardo è costruito. Prima della cerimonia, le due persone sono ancora separate, e pertanto possono andare per la propria strada. Dopo la cerimonia, sono uniti, e legati tra loro da promesse e voti (e da obblighi di legge).

Attendere di dare il dono reciproco del sesso fino a quando si verifica questa realtà è il modo in cui onoriamo quella realtà. Godersi il dono prima di quel giorno sarebbe come aprire avidamente un regalo di Natale prima dell'alba del giorno di Natale. Noi capiamo che non dobbiamo aprire i regali di Natale in anticipo perché abbiamo capito che cosa è il Natale. La nostra società si è in gran parte dimenticata di ciò che è un matrimonio. Ecco perché non riesce a capire il motivo per cui il dono del sesso non deve essere dato prima del giorno delle nozze. Invece chiede: "Perché aspettare?"

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