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  Acribia ed economia

dal blog del sito Orthodox England

9 marzo 2017

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Le due parole nel titolo sono greche. La prima significa l'insegnamento rigoroso o esatto della Chiesa, la seconda significa la sua pratica, ciò che viene fatto come dispensazione pastorale. Per esempio, l'acribia afferma che nessuno dovrebbe essere ordinato diacono fino all'età di 25 anni, prete fino ai 30 e vescovo fino ai 35. Tuttavia, in realtà i canoni che prescrivono queste età sono violati dalla stragrande maggioranza dei circa 750 vescovi ortodossi di tutto il mondo, a volte in via eccezionale, a volte con regolarità. Perché? Perché il vescovo in questione ritiene che, in alcuni casi, è per il bene della maggioranza non praticare o prendere alla lettera quei particolari canoni. In effetti, se dovessimo prendere ogni canone alla lettera, la Chiesa avrebbe da tempo cessato di esistere sulla terra, perché tutto il clero, vescovi compresi, sarebbe stato deposto e tutti i laici scomunicati, perché i canoni sono severi. Non prendere o praticare alla lettera i canoni si chiama 'economia', il contrario è 'acribia'.

Queste parole possono sembrare una difesa della 'economia'. Non lo sono. Purtroppo, soprattutto nei paesi occidentali, la 'economia' sembra essere la norma. Non dovrebbe essere così. Quando gli ortodossi di tutte le nazionalità nei paesi occidentali sentono parlare di acribia, possono essere scioccati. In altre parole, non hanno mai sentito dire, per esempio, che dovremmo sempre leggere le preghiere del mattino e della sera; che dovremmo sempre recitare la regola prima della comunione (tre canoni e preghiere); non hanno mai sentito dire che non si dovrebbe fare la comunione senza aver prima partecipato al servizio della veglia; non hanno mai sentito dire che la confessione prima comunione è la norma; che la confessione e la comunione dovrebbero essere fatte più volte l'anno; che chi non riceve la comunione almeno una volta ogni tre settimane è scomunicato (secondo i canoni); che il luogo in cui viviamo dovrebbe essere benedetto; che vi è una pia consuetudine per vedove e vedovi di entrare nella vita monastica (invece di risposarsi); che l'ideale ortodosso è di non utilizzare la contraccezione; che i digiuni non sono solo digiuni dalla carne, ma da carne, pesce, uova e da tutti i derivati ​​del latte; che non ci sediamo in chiesa, ma stiamo in piedi durante tutte le funzioni, tranne durante i catismi, etc.

Sì, tutto quanto sopra è vero. Tuttavia, niente di esso è assoluto. Uno dei problemi nella vita della Chiesa contemporanea è che ai margini della Chiesa ci sono quelli che vogliono assolutizzare la 'acribia' e quelli che desiderano assolutizzare la 'economia'. Entrambi sono in errore. Questo significa che non esiste una verità assoluta nella vita della Chiesa, e che 'tutto è relativo'?

Ovviamente no. Tutte le verità assolute della Chiesa sono sancite come dogmi, e sono nel Credo: la santissima Trinità, il Dio creatore, le due nature di Cristo, l'Incarnazione, la nascita dalla Vergine, la Crocifissione e Resurrezione di Cristo fatto uomo, la seconda venuta, il giudizio universale, la processione dello Spirito Santo, la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica, un solo battesimo, la vita del mondo che verrà. Se non credi in queste cose, non sei un membro della Chiesa, non sei un ortodosso, non sei un cristiano, ma qualcosa di meno. Il Credo della Chiesa non è un supermercato consumistico, in cui è possibile scegliere. Tuttavia, tutto ciò che non è nel Credo, è soggetto a deroga pastorale, alla 'economia'.

'Troppo di ogni cosa fa male'. Così dice il detto di saggezza popolare. In altre parole, troppa acribia porterà le persone alla depressione e alla disperazione settaria e fariseista. D'altra parte, troppa economia porterà le persone a una clemenza lassista, al relativismo e all'indifferenza. Troppa acribia e troppa economia conducono entrambe gli uomini fuori della Chiesa. Noi dobbiamo fuggire gli estremi, senza andare dietro alle opinioni individuali, come i protestanti [1], ma trovare il consenso della Chiesa. Solo così possiamo evitare le frange e i margini e mantenerci nella Chiesa. Ciò significa un equilibrio tra il rigore, che è buono laddove è necessario per la salvezza dell'anima, e la dispensazione pastorale, che è buona laddove è necessaria per la salvezza dell'anima. Non è mai una questione di acribia o di economia, ma sempre di acribia e di economia.

Nota

[1] Molti protestanti e settari sembrano andare non dietro a Cristo, ma dietro 'Apollo e Cefa', dietro a 'ismi' come quelli che prendono il nome da Lutero, Calvino, Wesley, Joseph Smith (mormonismo), Charles Russell (testimoni di Geova) o il Rev. Moon. Allo stesso modo, ci sono alcuni ortodossi che vanno dietro al punto di vista di singoli, anziani non canonizzati, le cui parole, fatte per una persona in un contesto particolare, sono poi messe fuori da quel contesto e generalizzate. Questo è pericoloso, in quanto può creare movimenti che vanno contro la cattolicità della Chiesa. È da notare che molti protestanti e settari (e, ironia della sorte, il maggior numero di cattolici) non hanno alcun concetto di cattolicità della Chiesa; nel caso degli ortodossi, questa tendenza tende a riguardare quelli, di tutte le nazionalità, che sono nuovi nella Chiesa e non hanno ancora avuto esperienza di una più ampia vita della Chiesa. Noi cerchiamo il consenso dei Padri, il consenso della Chiesa, non le concezioni individualistiche.

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