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  Perché le due parti della Chiesa russa non si fondono in una?

dal blog del sito Orthodox England

27 febbraio 2016

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T.P., Londra: Ci sono due piccole diocesi della Chiesa ortodossa russa in Gran Bretagna e Irlanda. La più grande, chiamata 'diocesi di Sourozh', è direttamente sotto a Mosca e ha un vescovo a Londra e 27 sacerdoti, quella più piccola è sotto la ROCOR (la Chiesa fuori dalla Russia) e ha un vescovo in Germania e 12 chierici. Sicuramente avrebbe senso se si fondessero in una. Perché non lo fanno?

Arciprete Andrew Phillips: La sua domanda arriva al momento giusto per interessare non solo gli ortodossi russi in queste isole, ma anche quelli altrove. Infatti al momento esiste un modello simile di doppia diocesi in altre parti dell'Europa occidentale, nelle Americhe e altrove. Per esempio, ci sono anche due arcivescovi ortodossi russi di Berlino in diocesi differenti – una situazione che ovviamente risale alla divisione di Berlino e della Germania durante la guerra fredda. Pertanto, darò una risposta prima a livello locale e poi a livello generale.

A livello locale

Prima di tutto, vi è una ragione storica per l'esistenza di questa situazione anomala di due diocesi sullo stesso territorio e quindi vi sono le conseguenze di tale storia. Per esempio, con la sua origine nell'emigrazione russa bianca di quattro generazioni fa, la diocesi della ROCOR in questo paese tende di conseguenza a essere più indipendente, meglio integrata e meglio stabilita rispetto alla più recente, piu 'sovietica' diocesi di Sourozh e nel complesso ha un più uso diffuso della lingua inglese. Non è senza significato che il suo primo vescovo avesse il titolo 'di Londra' e in seguito altri due il titolo 'di Richmond', cosa che la diocesi di 'Sourozh' non ha mai avuto – il suo stesso nome si riferisce direttamente alla Russia. Inoltre, molti dei suoi sacerdoti sono arrivati di recente dalla Russia e potrebbero rimanere qui solo temporaneamente.

La diocesi di Sourozh è passata anche attraverso un periodo turbolento e difficile negli ultimi decenni a causa della personalità e delle controverse pratiche del metropolita parigino Antony Bloom, che causano divisioni dopo la sua morte così come in vita. Per esempio, la diocesi ha ancora due piccole parrocchie da lui fondate, che utilizzano il cosiddetto 'nuovo' calendario, così come in alcuni luoghi le sue pratiche, per esempio nessuna confessione prima della comunione o il permesso della cremazione, che sembrerebbero essere state adottate dall'anglicanesimo liberale. La diocesi della ROCOR in questo paese è più 'severa', vale a dire, tradizionale nelle sue pratiche, e i suoi membri sono molto fedeli alla sua posizione a favore della verità. A suo tempo è stata derisa e perseguitata per questo – anche se ora è ammirata per tale posizione, a volte da quelle stesse persone che un tempo la deridevano.

Tuttavia, è anche vero che vi è ora una crescente convergenza, mentre la diocesi di Sourozh torna in gran parte alle norme ortodosse russe, e la ROCOR è stata aiutata dal fatto che alcune frange distruttive di convertiti anglo-cattolici l'hanno lasciata qualche anno fa per entrare in varie sette. Anche se sulla carta Sourozh è cresciuta di più della diocesi della ROCOR nel corso degli ultimi quarant'anni (una volta era l'opposto), le sue molte comunità sono generalmente molto piccole e utilizzano locali provvisori e presi in prestito con un clero che sta invecchiando. È difficile prevedere quale sarà la diocesi più grande in futuro, ma è vero che la ROCOR non ha ancora un vescovo residente.

Così, ogni diocesi ha la sua storia, con differenze di enfasi, una più vecchia, una più giovane. Alla luce di queste differenze storiche, che potrebbero creare attriti umani se le due diocesi fossero fuse con la forza, si è deciso nell'accordo del 2007 tra le due parti della Chiesa russa di lasciare che tutte queste diocesi sullo stesso territorio si evolvano organicamente prima di qualsiasi fusione volontaria. Questo è particolarmente importante, dato che l'emigrazione dalla ex Unione Sovietica continua e quindi la situazione è fluida.

Così, per qualsiasi processo che porti a una fusione volontaria ci vorrà del tempo – forse un'intera generazione. Il principio fondamentale è di non costringere nessuno a fare nulla, ma di lasciare che la situazione si sviluppi da sola, perché ogni movimento deve essere puramente volontario. Ecco la risposta fondamentale alla sua domanda. Tuttavia, nove anni dopo l'accordo del 2007 possiamo già fare alcune osservazioni sui possibili sviluppi futuri.

A livello generale

All'inizio alcuni, me compreso, pensavano che tutte le parrocchie al di fuori del territorio canonico della Chiesa dell'ex Unione Sovietica/Impero Russo e del Giappone si sarebbero semplicemente a poco a poco unite alla ROCOR e che ci sarebbe stata una sorta di fusione tra i due gruppi, creando così una ROCOR estesa. Tuttavia, ora possiamo vedere un modello con alcuni sviluppi interessanti. Devo sottolineare che questi non hanno avuto luogo come risultato di qualche decreto imposto dall'alto, ma in modo del tutto naturale, come risultato di un'evoluzione dalla base.

Questo modello è esteso a tutto il mondo e va fondamentalmente verso una giurisdizione della ROCOR in paesi in gran parte di lingua inglese e dominati dagli Stati Uniti e di diocesi e parrocchie direttamente dipendenti da Mosca altrove. Tutto questo è dovuto al fatto che un tale accordo è politicamente utile e pragmatico. Per esempio:

Fin dall'inizio della ROCOR, il Giappone è rimasto sempre dipendente direttamente da Mosca, come parte del suo territorio canonico, anche se è al di fuori dell'Unione Sovietica. Dopo il 1945 le ex diocesi e parrocchie della ROCOR in Cina e in Europa orientale sono state direttamente assorbite Mosca. Naturalmente, questo è avvenuto per motivi puramente politici – non avevano scelta. Oggi, tuttavia, in modo molto significativo, non c'è in qualsiasi di questi paesi un movimento di ritorno alla ROCOR. E durante quel tempo gli ortodossi in Polonia e in Cecoslovacchia hanno formato persino Chiese autocefale e gli ortodossi in Cina sono divenuti autonomi. Negli ultimi cinque anni abbiamo visto che la Cina, come il Giappone, è diventata parte del territorio canonico ufficiale di Mosca.

Altri paesi asiatici come la Thailandia, il Laos, la Cambogia e il Vietnam si dirigono sulla stessa strada, semplicemente perché la ROCOR non vi ha mai avuto alcuna presenza locale, mentre Mosca ce l'ha. Inoltre, la stessa cosa sta accadendo con le parrocchie in Africa (con la benedizione del Patriarca di Alessandria), India, Iran, Medio Oriente, Cuba, Corea del Nord e Filippine. Nella maggior parte di queste aree le parrocchie esistenti sostanzialmente dipendono direttamente da Mosca, soprattutto perché Mosca ha influenza politica, un'emigrazione recente, un'azione missionaria e di costruzione o semplicemente sacerdoti locali, cose che la ROCOR non ha.

A causa dello scisma che ha indebolito la ROCOR in Sud America nove anni fa, e che è avvenuto in gran parte a causa dell'incapacità della ROCOR di nominare un vescovo locale, sembrerebbe che l'America del Sud e anche l'America Centrale ora stiano entrando nell'orbita diretta di Mosca. Sembra probabile che a Mosca sarà istituita una Metropolia, almeno per il Sud America. La ROCOR è semplicemente troppo piccola per farlo.

D'altra parte, in Nord America (Canada, Stati Uniti e anche, a quanto pare, Messico), in Australia e Nuova Zelanda (incluse l'Indonesia e la Polinesia), è chiaro che la ROCOR ha il controllo. In Oceania, Mosca è più o meno inesistente e in America del Nord non può espandersi, ma solo contrarsi. Questo è il risultato dell'accordo che ha stipulato con l'OCA non russa, che ha ancora da prendere una decisione canonica, se vorrà reintegrarsi nel mainstream della Chiesa ortodossa russa oppure continuare ai suoi margini.

Tuttavia, abbiamo anche visto che la ROCOR ha più o meno ceduto territorio sia nel sud sia nel nord dell'Europa Occidentale – Portogallo, Spagna, Italia, Austria (con due eccezioni), Islanda, Norvegia, Svezia, Finlandia e anche Paesi Bassi – a Mosca. Per esempio, in Italia vi è ora la più grande diocesi ortodossa russa in Europa occidentale, con circa 70 parrocchie, prevalentemente moldave, e un vescovo con la sua cattedrale appositamente costruita a Roma. In generale, la ROCOR rimane presente solo nella ex Germania occidentale e in Svizzera (i suoi tre vescovi europei sono in questi paesi), in Gran Bretagna, Irlanda, Lussemburgo, Belgio, Francia e Danimarca. Tuttavia, in Belgio e anche in Germania occidentale stanno aprendo nuove chiese poste direttamente sotto Mosca.

Così, anche se è ancora troppo presto per venire a conclusioni definitive, sembra che la giurisdizione della ROCOR possa essere limitato a tutti gli ortodossi russi nei dintorni del mondo di lingua inglese – in Nord America, incluso il Messico, in Australia e in quella parte di Europa continentale che risulta più vicina alle Isole Britanniche. Si potrebbero ancora formare tre metropolie distinte, a New York, a Sydney e una terza da qualche parte dell'Europa nord-occidentale, forse a Ginevra, oppure a Monaco o a Bruxelles.

D'altra parte, gli ortodossi russi nel resto del mondo, cioè al di fuori dei territori canonici delle altre tredici Chiese locali, possono venire a far parte direttamente della giurisdizione della Chiesa con sede a Mosca, ancora una volta formando metropolie. Qui ci occupiamo dell'Europa Occidentale, del Sud America e dell'Asia. Per esempio, si può prevedere una possibile metropolia per l'Europa sud-occidentale, centrata forse nella nuova cattedrale e seminario a Parigi. Poi ci potrebbe essere una metropolia in Sud America, forse centrata nella nuova cattedrale di Caracas.

Per quanto riguarda l'Asia, possiamo prevedere che un giorno la Chiesa autonoma cinese possa avere la libertà di diventare una metropolia, centrata a Pechino. Ci dovrebbe sicuramente essere una metropolia nel sud-est asiatico, forse centrata a Bangkok. Oltre a ciò, si possono sognare metropolie a Nuova Delhi, per coprire il subcontinente indiano, e a Teheran, per coprire il Medio Oriente. Ma questo è lontano. Sottolineiamo che tutto questo è un processo organico e non un piano premeditato. Tuttavia, non conosciamo il futuro e potrebbero ancora verificarsi eventi imprevisti prima che la situazione si sedimenti.

Il futuro

Per coloro che possono essere allarmati da queste possibilità e vedere in loro una sorta di competizione per la giurisdizione o un imperialismo di Mosca, diremmo che tale allarme appartiene al passato. Non esiste concorrenza né imperialismo. Il fatto è che con l'attuale convergenza tra la Chiesa in Russia (e la sua diocesi e parrocchie dipendenti al di fuori di essa) e la Chiesa fuori dalla Russia, le distinzioni tra le due parti della Chiesa sono sempre più irrilevanti. Per le generazioni più giovani, e anche per quelle di mezza età, ora c'è poca differenza, perché la gente va liberamente da una parrocchia all'altra, senza alcuna distinzione.

Quando, in Russia e in Ucraina, si aprono monasteri, conventi e chiese dedicati a san Giovanni di Shanghai, e quando libri scritti dal clero della ROCOR, come l'arcivescovo Averkij (Taushev), lo ieromonaco Seraphim (Rose) e padre Serafim Slobodskoj, contro il modernismo e l'ecumenismo, o sui martiri reali, sono ristampati in gran numero, e quando al di fuori della Russia leggiamo libri scritti in Russia su temi simili, vi è una completa convergenza. Con sempre più contatti tra le due parti della Chiesa russa, una fusione ha luogo a partire dal basso.

Non c'è più grande esempio di questo che il neo-canonizzato san Serafino di Sofia, per 25 anni vescovo della ROCOR in Bulgaria, che ha denunciato le eresie di Parigi e l'errore del nuovo calendario, ma che è stato anche una voce imponente dell'Ortodossia al Concilio di Mosca del 1948. Davvero una figura di unità. E può ancora essere seguito dal sempre memorabile metropolita della ROCOR, Filarete di New York, che ha canonizzato i nuovi martiri e confessori, le cui reliquie sono incorrotte – che per quindici anni fu prete sotto Mosca dove suo padre vedovo era vescovo. Mente Russia post-sovietica si dirige verso la restaurazione di un imperatore cristiano, il futuro e l'unità sono vissuti oggi.

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