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  Domande e risposte - anni 2002-2004

Angolo di dialogo curato dal nostro parroco, padre Ambrogio

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Questo è uno spazio di approfondimento delle vostre curiosità e dei vostri dubbi che, a diverso titolo, avete espresso nel corso degli anni dal 2002 al 2004. Nel rinnovare il sito parrocchiale, ci siamo resi conto che i nostri archivi dei messaggi erano letteralmente pieni di argomenti che potrebbero essere di interesse comune. Dato che spesso ci vengono posti quesiti simili, abbiamo pensato di rendere disponibili alcuni dei punti a nostro avviso più interessanti: si tratta in ogni caso di domande di curiosità generale sulla Chiesa Ortodossa e su argomenti ad essa correlati, da cui abbiamo espunto le questioni di confidenza personale. Abbiamo mantenuto in queste domande un rigoroso anonimato, dato che esse sono TUTTE autentiche, così come autentici (e degni di rispetto e di riservatezza) sono i loro autori. Sono stati fatti alcuni adattamenti alle domande (togliendo argomenti non rilevanti, e rendendo certe frasi più leggibili), ma abbiamo cercato di mantenere lo stile (e, speriamo, lo spirito) dei messaggi originali. Se qualcuno dei lettori si riconosce in uno di questi quesiti, e per qualche ragione desidera che la propria richiesta personale sia tolta o modificata, non avrà che da farcelo sapere. Speriamo invece che la lettura permetta di rispondere anche alle domande di ALTRI lettori, e di stimolare in tutti un desiderio di ulteriore comprensione. Per porre altre domande, sarà sufficiente scriverci cliccando QUI

ieromonaco Ambrogio


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
perché in tante chiese ortodosse si chiedono offerte fisse per le funzioni? Un "tariffario dei sacramenti" non mi sembra una cosa cristiana: non è in contraddizione con le parole del vangelo, "gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" (Mt 10:8)? 
Lettore Alfredo (13/08/02)

Risposta
Caro Alfredo,
anche le parole del Vangelo che ci dicono di tagliarci mani e piedi e cavarci gli occhi che sono occasione di scandalo (Mt 18:8-9) sembrano in contraddizione con la strana scarsità di monchi, zoppi e orbi nelle nostre chiese... 
Tuttavia, dato che è vero che in alcune chiese ortodosse (non in tutte) sono in vigore determinati "tariffari" per le funzioni, è il caso di analizzare più a fondo questo tema. 
Le funzioni cristiane (e quelle cristiane ortodosse in particolare) richiedono uno sforzo di diverse persone, che non sono indispensabili perché si celebri un certo rito, ma che aiutano a creare un'opportuna atmosfera di preghiera e di rispetto. Un prete celebra la funzione, un lettore legge le officiature, uno o più cantori intonano e cantano gli inni, un sacrestano tiene la chiesa aperta, altre persone aiutano a pulirla, e così via... Se una persona o una famiglia desidera una chiesa aperta per una funzione privata, allora una certa forza-lavoro viene messa a disposizione di quella persona o famiglia, e non c'è veramente alcuna ragione teologica, biblica o psicologica perché detta persona o famiglia non debba pagare il giusto per l'impiego di tale forza-lavoro. Se chi lavora all'interno della chiesa lo fa volontariamente e senza compenso, questo è ancor più nobile, ma nessuno deve presumere che i servizi della Chiesa siano a propria disposizione "di diritto" e senza alcuna forma di compenso.
Quando Cristo istruisce i discepoli a dare gratuitamente, lo fa per quelle cose che non sono affatto quantificabili in termini lavorativi: la predicazione del Regno di Dio, i miracoli, la grazia divina. Se leggi con attenzione il decimo capitolo del Vangelo di Matteo, vedrai che i discepoli che "danno gratuitamente" devono per lo meno ricevere l'ospitalità delle persone tra le quali operano i prodigi descritti dal Signore. Una qualche forma di dono è comunque necessaria, e per questo non c'è da biasimare l'abitudine della Chiesa di richiedere contributi ai propri fedeli. 
Certo, si può obiettare che i contributi dovrebbero essere del tutto volontari, e non legati a funzioni o momenti particolari. Ma non si può allo stesso modo presupporre in tutti un medesimo livello di responsabilità. Un ideale biblico dichiarato è la decima delle proprie entrate, ma dove li vediamo oggi, in una chiesa ortodossa, i fedeli abituati a versare alla Chiesa il dieci per cento dei loro introiti? Quando la situazione è meno che ideale, non dobbiamo stupirci che i rimedi siano anch'essi meno che ideali.
Bisogna anche valutare un altro aspetto dei tariffari delle funzioni: non si tratta di iniziative private delle singole parrocchie né dei parroci, ma per lo più di decisioni sinodali che impegnano tutta una chiesa locale (spesso in occasione di situazioni di bisogno particolare, come è il caso delle chiese in ricostruzione nell'Europa orientale post-comunista). 
Dato che stiamo parlando delle funzioni ortodosse, è opportuno fare una distinzione con alcune obiezioni analoghe che si levano di tanto in tanto nel mondo cattolico romano. Non intendo giudicare qui la tradizione latina, ma vorrei notare che vi sono profonde differenze nel modo di richiedere una funzione "a pagamento". Per esempio, "far dire una Messa" in suffragio di un fedele cattolico defunto significa per lo più fare inserire la recitazione del suo nome in una Messa che (nella gran maggioranza dei casi) viene comunque celebrata. Invece, la richiesta di una funzione funebre privata in una chiesa ortodossa significa richiedere a un prete (e a uno o più cantori, e a un sacrestano, etc.) una presenza supplementare in chiesa, che può durare anche fino a un'ora. Mi sembra evidente che in questi due casi una parrocchia non impegna la stessa quantità di tempo e di energia. 
Credo sia inutile girare attorno al problema delle tariffe per le funzioni idealizzando una ipotetica società perfetta: finché i fedeli non hanno tanto a cuore la loro chiesa da poter far vivere dell'altare quanti servono all'altare (1 Cor 9:13-14), è necessario trovare qualche sistema perché le funzioni possano sempre essere celebrate, e con decoro, quando ce n'è bisogno.


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
le sarei grato se potesse indicarmi qualche testo sul tema della reincarnazione nel cristianesimo, sulla scorta di improbabili ma preoccupanti riferimenti a interpretazioni scritturistiche viziate da incomprensioni linguistiche e contenutistiche. Non può indicarmi il punto di vista ortodosso contro le teorie fumose che affermano la presenza nel cristianesimo della dottrina della reincarnazione?
G. (29/11/02)

Risposta
Caro G.,
abbiamo trattato il tema su questo sito, nella sezione dei documenti relativa al dialogo e ai confronti: si tratta del testo di una conferenza che avevo tenuto molti anni fa in un ambiente piuttosto singolare: c’era una platea composta a metà da reincarnazionisti convinti, e a metà da cristiani molto dubbiosi sulla proponibilità di questa dottrina. Ho dovuto giocoforza essere un po' "soffice" e dialogico, e credo che questo trasparirà dal testo. Noterà anche che non ci sono argomentazioni specificamente cristiano-ortodosse, ma solo un generico impianto di verità cristiane di base. Spero che comunque il testo valga la lettura, se non altro per avere qualche spunto di riflessione pacata.

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
la chiesa ortodossa considera validi i sacramenti amministrati dalla chiesa anglicana alta, dalle chiese orientali separate a Calcedonia e dai vetero-cattolici? 
F. (10/12/02)

Risposta
Caro F.,
i requisiti della validità dei sacramenti non sono sempre gli stessi per ogni tradizione ecclesiale cristiana, e talvolta possono essere anche cambiati a seconda di particolari contingenze storiche. Se ci limitiamo ai quattro requisiti della teologia latina, ovvero i tre requisiti esteriori della materia, forma e ministro, più il requisito più esoterico e impalpabile dell'intenzione (la volontà di fare "quod facit ecclesia"), già notiamo che non tutti i cristiani li considerano allo stesso modo. Chi è per esempio il ministro del matrimonio? Il prete o vescovo officiante (concezione della Chiesa antica oggi mantenuta da ortodossi e cattolici orientali) oppure gli sposi stessi (concezione giuridica tardomedioevale, presente tra i cattolici di rito latino e il mondo riformato)? Oggi i dati essenziali sulla validità dei sacramenti variano addirittura all'interno della stessa chiesa! (Per cui un matrimonio celebrato da un diacono cattolico latino è valido, mentre quello celebrato da un diacono cattolico orientale non lo è. Buffo, no?) Partendo da queste premesse, il discorso sulla validità si fa davvero complicato. Tipicamente, se ne parla solo nei casi di passaggi di chiesa, nei quali lo status dei sacramenti ricevuti nella chiesa di partenza è valutato in base ai parametri vigenti nella chiesa in cui si entra. Per quanto riguarda la ricezione dei non ortodossi nella Chiesa Ortodossa, rimando al lungo e dettagliato articolo di Padre Amvrosij Pogodin sul nostro sito parrocchiale. Per una risposta immediata alla domanda originale - se ci limitiamo alla tradizione della Chiesa Ortodossa Russa - potrei dire che all'ingresso nella Chiesa Ortodossa non si reiterano (e quindi, in senso lato, si "convalidano") i sacramenti:
- delle Chiese ortodosse non calcedoniane e cattoliche orientali (sempre);
- della Chiesa Cattolica Romana e dei vetero-cattolici (sempre, con una questione ancora aperta riguardo alla reiterazione della cresima);
- della Chiesa Anglicana e delle chiese protestanti storiche (per quanto riguarda il battesimo, e con uno spiraglio storico ormai praticamente chiuso riguardo alle ordinazioni anglicane). 

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
mi hanno portato in regalo da San Pietroburgo un bel volumetto, "Calendario ortodosso": ogni giorno indica i santi, le letture, gli eventuali digiuni, e pensieri spirituali – mi piace seguirlo, imparare, confrontare, ma ci sono abbreviazioni che mi mettono in difficoltà, alcune sono intuitive, una per me è priva di significato: nelle indicazioni delle letture c'è un numero seguito da 'zac', mi potrai dire cosa indica?
T. (4/01/03)

Risposta
Cara T.,
la sigla 'zac' indica l’inizio delle sezioni delle Sacre Scritture nella suddivisione originaria (per letture giornaliere), che è di gran lunga antecedente alla suddivisione per capitoli e versetti (risalente al secondo millennio); purtroppo, si tratta di un'indicazione praticamente inutile se non hai una versione delle Scritture che riporta a margine i punti di inizio delle letture giornaliere.

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
qual’è la posizione della Chiesa Ortodossa sulla Massoneria?
M. (5/01/03)

Risposta
Caro M.,
la posizione riguardo alla Massoneria è molto critica (le ragioni sono più o meno le stesse che si ritrovano nel Cattolicesimo romano), e quasi invariabilmente si chiede a un candidato alla ricezione nella Chiesa Ortodossa, se è massone, di farsi mettere in sonno. C'è chi si rifiuta di farlo, ma gli esempi di chi cerca di vivere una "doppia vita" di ortodosso e massone sono - le parlo per conoscenze personali - disastrosi. E' un campo nel quale si mette alla prova la nostra disponibilità a farci guidare dall'esperienza millenaria della Chiesa, invece che pretendere di "avere qualcosa da insegnare" alla Chiesa...

 


Domanda
Caro padre Ambrogio,
che lei sappia, non ci sono nella provincia di (…) chiese ortodosse di lingua italiana?
Essendo italiano e conoscendo solo la lingua italiana preferirei seguire una liturgia in lingua italiana... ma se ciò non è possibile, mi darò da fare per capire al meglio la liturgia che offre la chiesa locale.
A. (21/03/03)

Risposta
Caro A.,
la risposta alla tua domanda - per dirla in un monosillabo - è no, ma come per tutte le cose, il discorso sulle lingue delle celebrazioni non si esaurisce qui.
Se vuoi funzioni in italiano, va' in qualsiasi chiesa ortodossa e CHIEDILE. Beninteso, se ti trovi in compagnia di altri due italiani e di trenta persone appena arrivate dall’Europa dell’Est, rifletti a cosa andrebbe incontro l'assemblea dei fedeli se si venisse incontro alla tua richiesta…
Un'altra cosa: il "devo capire" è di solito una razionalizzazione proveniente da un'attitudine intellettualista della vita liturgica. Se in chiesa si va per "capire", allora si dovrebbe far di tutto per tenere i bambini lontani dalle funzioni (non molto in linea con quanto il Signore stesso diceva, a proposito dei piccoli...)

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
la Bibbia utilizzata dagli ortodossi è la stessa indicata dalla CEI? Mi spiego meglio, ci sono in una o nell’altra modifiche, tagli, interpretazioni differenti o altro che le rende diverse? E le varie Chiese Ortodosse hanno edizioni differenti ancora? Infine, potresti indicarmi un sito internet dove trovare una Bibbia ortodossa (sempre che sia differente da quella cattolica)?
G. (24/3/03)

Risposta
Caro G.,
la Bibbia ortodossa non è differente tra le varie chiese locali (se non per l'infinità di lingue...), ed è più vicina a quella cattolica che a quella protestante, dato che include i testi deuterocanonici dell'Antico Testamento. Sarebbe preferibile per l'AT una traduzione basata direttamente sul testo dei Settanta (LXX), piuttosto che una delle traduzioni basate sul testo masoretico ebraico. Ciò detto, per la lingua italiana il testo CEI è valido dal punto di vista dell'aderenza testuale, anche se non è superlativo da usare in chiesa, dato che il suo stile è volutamente "piatto" e meramente narrativo.
Per le traduzioni ortodosse storiche, il "Textus Receptus" greco dovrebbe essere reperibile su tutti i maggiori siti di download di versioni bibliche (attenzione che sia proprio il testo tradizionale, e non una delle versioni "ricostruite" da esegeti tramite la comparazione di diverse fonti manoscritte; non che queste non siano serie, ma non sono esattamente uguali al testo in uso nella Chiesa).
Allo stesso modo, dev'esserci la "Versione Sinodale" della Bibbia slavonica. Per le edizioni in italiano, credo che vi siano traduzioni parziali di singoli libri della Bibbia in lingue occidentali (per esempio il Salterio, e una nuova versione del Pentateuco), ma essendo coperte da copyright, forse non si trovano in Internet.
Per ulteriori approfondimenti, puoi vedere il testo “Qual’è la Bibbia della Chiesa Ortodossa?”, nella sezione dei documenti di questo sito dedicata ai confronti tra i cristiani.

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
vorrei chiederle qualche suggerimento pratico circa il digiuno quaresimale.
Da quando sono ortodosso è la prima volta che lo sto osservando in modo stretto. Per una scelta personale ho, da sempre, una alimentazione priva di carne e pesce. Rinunciare però al latte, al vino, alle uova e al formaggio mi mette non poco in difficoltà. Alcuni fratelli nella fede mi hanno consigliato prodotti alimentari a base di soia o dietetici, compatibili con l'impegno quaresimale. Visto però il prezzo un po’ elevato di alcuni di questi articoli sorge nella mia anima una inquietudine: sarà il mio un percorso ascetico autentico? O, più probabilmente, inficiato da farisaica ipocrisia? Che senso ha astenersi da certi cibi se poi in alternativa compro alimenti raffinati e forse poco "virili" da ragazzina con l'ansia di sfondare nel "bel mondo della moda"?
Vorrei cercare di capire per dare un senso a quello che faccio e rispondere così appieno a quello che la Santa Chiesa mi chiede.
A. (24/3/03)

Risposta
Carissimo A.,
I consigli che hai avuto riguardo ai cibi da digiuno non sono ipocriti. Il punto basilare del digiuno "selettivo" è proprio quello di privarsi di determinati alimenti che sono pesanti dal punto di vista della ricezione di influenze spirituali. Diciamo che in tal modo si "affinano", per così dire, i sensi dell'anima, liberando il corpo da nutrimenti troppo ricchi di sostanze che possono danneggiarlo. Pertanto, un prodotto a base di soia (o anche qualche banale derivato di legumi nostrani) non viola lo spirito del digiuno, anche se può essere difficile da trovare, o magari costoso. La moderazione, poi, è un'altra cosa... e nessuno dice che non bisogna osservarla anche nei periodi liberi da digiuno! (Ergo, non strafogarti di budini di soia in Quaresima, ma neppure di gelati dopo Pasqua…)

 


Domanda
Vorrei sapere quali categorie usate per esprimere la realtà della presenza reale di Gesù nell’Eucarestia.
È vero che gli ortodossi non vedono bene le spiritualità che sottolineano la Kenosis?
D. (6/04/03)

Risposta
Caro D.,
la categoria per esprimere il mistero eucaristico è "trasformazione" (metabole); nessun ortodosso parlerebbe di "presenza di Gesù" nell'eucaristia, ma piuttosto di presenza dello Spirito Santo (si veda a proposito il testo dell’inno di ringraziamento dopo la comunione: "Abbiamo visto la vera luce, abbiamo ricevuto lo spirito celeste...")
La Kenosis non è altro che lo "svuotamento" di Cristo: beninteso, si intende lo svuotamento della sua potenza di divinità, nell'assumere la "forma di servo" (si veda l'inno della Lettera ai Filippesi, che parla proprio di Cristo che "svuota se stesso" – eauton ekenosen). Di per sé questo non crea alcun problema, anzi, il concetto di Kenosis nasce proprio con la riflessione teologica dei Padri; se per "spiritualità che sottolineano la Kenosis" intendiamo però dei tentativi di ridurre Cristo a una mera figura umana, questi sono pericolosi perché alterano in modo irreparabile l’equilibrio della divinoumanità del Salvatore. 

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
dove potrei trovare un komboskini, detto anche corda da preghiera?
T. 12/04/03

Risposta
Caro T.,
la risposta sarà ingenua, ma ci provo: in una chiesa ortodossa! Soprattutto in quelle serbe, dove ci sono molti laici che hanno imparato la tecnica, e intrecciano corde da preghiera come mezzo di sostentamento personale.
In alternativa, si può provare a intrecciarne una da soli: sul nostro sito parrocchiale abbiamo le istruzioni apposite!
In Cristo,
p. Ambrogio
PS. Il termine "komboskìni" (letteralmente, "corda di nodi") è greco; i russi lo chiamano "ciòtki", mentre i vecchi credenti russi ne usano la variante detta "lèstovka" (ovvero "scaletta"); i serbi lo chiamano "broiànitsa" (dal verbo "bròiati", ovvero contare); i romeni lo chiamano "metània" (inchino), o più propriamente "metanièr" (strumento per gli inchini, o prosternazioni)... gli arabi cristiani lo chiamano “masbàhah” (dalla stessa radice di “tasbìh”, o “glorificazione” del nome di Dio: lo stesso nome è usato anche dai musulmani) Paese che vai, definizione che trovi!

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
in che cosa consiste l' ufficio della GRANDE VEGLIA che celebrate ogni vigilia di festa?
T. 12/04/03

Risposta
Caro T.,
in breve, la funzione nota come “Veglia di tutta la notte” (più comunemente “Veglia”, talora chiamata anche “Grande Veglia”) è la fusione dei due maggiori momenti dell'Officio quotidiano: il Vespro e il Mattutino (uniti alla recitazione finale dell’Ora Prima). Si celebra sempre alla sera prima di una grande festività e - almeno nella Chiesa russa - ogni sabato, in quanto vigilia (Veglia) della domenica.

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
c'è una cosa che mi frena dal partecipare a una Liturgia ortodossa. Vorrei sapere se quando viene dato il pane e il vino bisogna bere tutti dallo stesso calice; non sarebbe altrettando valido intingere il pane nel vino? Quando si dà il pane e il vino, il cucchiaio entra in contatto con la bocca di tutti oppure no?, lo so che non dovrei avere paura e fidarmi del Signore anche di fronte alle malattie ma intanto vorrei saperlo…
S. (24/06/03)

Risposta
Caro S.,
quello del contatto del cucchiaio con la bocca è il tipico "babau" di chi affronta la Santa Comunione con una mentalità nevrotizzata da tante paure del tutto moderne. Quello che ti posso dire è solo questo: se è andato bene a tutti i cristiani d'Oriente, dalle latitudini tropicali a quelle siberiane, per due millenni, allora credo che potrà andare bene anche a noi.
Comunque, non preoccuparti. Se non sei membro della Chiesa ortodossa, la Comunione non ti verrà data. E questo per una serie di ragioni, che hanno a che fare essenzialmente con la coerenza della propria fede. "Fare" la Comunione significa anche, e soprattutto, "essere" in comunione, ovvero professare una stessa fede. Per usare un piccolo paragone "familiare", se non sei un membro della famiglia non ti danno le chiavi di casa, anche se sei un'ottima persona.

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
ho un dubbio che riguarda il baciare le icone e la croce... mancherei di rispetto se non lo facessi? e posso essere ortodosso se non lo faccio?
S. (8/07/03)

Risposta
Caro S.,
ci sono scrupoli che talvolta mi sembrano fuorvianti. Cosa significa, per esempio, non voler baciare una croce (che poi significa riverire il nostro Signore morto e risorto per la nostra salvezza), e chiedere se potresti essere lo stesso un cristiano ortodosso? Penso di sì, finché ti astieni da un simile gesto senza avere la pretesa di impedire che gli altri lo facciano, potresti anche essere considerato un cristiano ortodosso, ma un cristiano ortodosso un po' matto (come un marito che metta come condizione del proprio matrimonio il diritto a non baciare mai la propria moglie...) 

 


Domanda
Sono un cristiano cattolico.
Innanzitutto voglio farle i complimenti per il sito, purtroppo non posso fare a meno di notare che si avverte in tutta quella parte un forte sentimento di astio nei confronti dei "suoi fratelli cattolici". Mi spiace per lei, purtroppo sono suoi fratelli, e non fratellastri, amati da Dio allo stesso modo, e che lei dovrebbe amare altrettanto.
Differenti comprensioni di quello che è la Verità (non crederà mica che la Chiesa Ortodossa abbia nelle sue mani la completa conoscenza e comprensione della Verità di Dio e del Suo progetto di salvezza, voglio sperare?), non possono di certo portare a un sentimento come quello che lei mostra nei confronti dei cattolici.
F. (10/07/03)

Risposta
Caro F.,
grazie per i complimenti per il sito, e mi dispiace che ci siano cose che la colpiscono in negativo. Penso che comunque, almeno su un punto, posso risponderle:
>>non crederà mica che la Chiesa Ortodossa abbia nelle sue mani la completa conoscenza e comprensione della Verità di Dio e del Suo progetto di salvezza, voglio sperare?<<
E se invece fosse proprio ciò che credo, le sue speranze sarebbero deluse? Fuori di metafora, NESSUNO che sia membro della Chiesa Ortodossa può permettersi di credere che nella Chiesa NON ci sia la pienezza della Verità, nonché la pienezza della sua comprensione. E noti che anche la dottrina cattolico-romana dice sostanzialmente lo stesso! Il punto è che stiamo parlando della CHIESA, non di uno qualsiasi dei suoi membri. Stiamo parlando del Corpo Mistico di Cristo e di un veicolo di Verità. In questa prospettiva, l'affermazione "totalizzante" che sembra metterla a disagio non è altro che una semplice costatazione di fatto. E di fede.
Suo fratello (non fratellastro... perché mai?) in Cristo
ieromonaco Ambrogio

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
spero che possa rispondere ad alcuni spunti presi qua e là nel testo “99 differenze”:
1) "E' pur sempre possibile che vi siano particolari contingenti, sfumature dovute a particolarità locali o a "compromessi marginali" con il mondo…": mi viene in mente la Chiesa Ortodossa di Romania e le liturgie (in particolare i calendari liturgici) adattate in modo da rendere "omaggio" all'ex presidente Ceausescu…
2) Sul punto relativo all'adorazione eucaristica nella chiesa latina mi viene una domanda: per lei l'eucarestia sotto la sola specie del pane è corpo di Cristo si o no? Lo è a metà? Lo è in potenza? Quale genere di peccato si compirebbe adorando solo la specie del pane?
3) Sant’Agostino secondo Lei, non sarebbe un dottore della Chiesa, o padre se preferisce, ma sarebbe semplicemente un buon cristiano in quanto i suoi scritti sono "erronei". Se ciò è vero significa che San Fozio e San Marco di Efeso hanno difeso e in un certo modo avallato gli "errori" di Agostino. Riguardo alla "riduzione del concetto di persona" nella S.S. Trinità Lei davvero pensa che la categoria umana, questa nozione frutto della mente dell'uomo, sia con
gruente al 100% con l'essere "Persona" del Padre, Figlio e Spirito Santo?
F. (11/07/03)

Risposta
Caro F.,
1) Quando parlo di “compromessi marginali”, penso a quelle aberrazioni locali che possono sempre verificarsi, ma che generalmente non corrispondono alla prassi generale della Chiesa, e perciò vengono corrette col tempo. Visto che nomina la Romania, potrei citare la tendenza a non ricevere la Santa Comunione, diffusa nella chiesa romena (assieme a qualche altra chiesa orientale, come quella etiope o la siro-antochena). Le ragioni che spingono a questi comportamenti sono varie, e nessuna parte della Chiesa ne è immune (incidentalmente, anche il Cattolicesimo romano ha avuto questa deviazione con il movimento giansenista). Ovviamente, se si devono "fotografare" i punti di differenza tra due mondi da qualche parte si deve pure incominciare, e pertanto tra i punti in elenco possono essercene anche alcuni di discutibili (non solo su un piano di dialogo ecumenico, ma anche di autocritica interna a una comunione ecclesiale). Quelli che Lei menziona sono certamente esempi spettacolari, ma non li metterei sullo stesso piano. I giansenisti di ieri, o certi ortodossi di oggi, che si astengono dalla comunione frequente, lo fanno per motivazioni teologiche dettate da un sentimento generalizzato di indegnità, e quindi erronee ma pur sempre in una rispettabile prospettiva di fede, mentre chi celebra un dittatore (ne hanno celebrati anche i cattolici) non lo fa certo per una visione teologica. Se non sbaglio, questo degli adattamenti liturgici in Romania era un punto citato da Vittorio Messori in Pensare la storia: quando gli ho scritto chiedendogli qualche lume sulle sue fonti, tuttavia, non me ne aveva citate.
2) Mi permetta - anche se so che non è molto fine - di risponderle alla domanda con un'altra domanda, o un paio di domande. Per Lei, un corpo senza sangue è un corpo? In senso stretto forse sì, ma... è vivo?
Il punto, credo, non è cercare se la comunione sotto una sola specie sia giustificabile (in casi di emergenza, anch'io sono convinto che lo sia), ma piuttosto sottolineare che è la pratica stessa della comunione sotto una sola specie a essere un abuso, e uno sconvolgimento della Tradizione apostolica.
Adorando la sola specie del pane… si compie lo stesso peccato che si compie adorando la specie del vino, o tutte e due insieme. Il Corpo e il Sangue di Cristo ci sono stati dati per nutrimento, non per contemplazione. Se di contemplazione si deve trattare, questa non dovrebbe essere diversa da quella della contemplazione di un cibo che stiamo per mangiare (sa, un po' come quando a tavola diciamo che anche l'occhio vuole la sua parte…). L'adorazione eucaristica disgiunta dalla comunione è stata condannata come pratica iconoclasta (sanzionata in uno dei concili eretici - mi pare quello di Hieria - degli iconoclasti). La lezione della Chiesa Ortodossa in tutto questo è che per l'adorazione applicata alla nostra facoltà visiva sono più che sufficienti le immagini sacre.
Tutto quanto le dico sull'adorazione eucaristica, beninteso, non ha nulla a che fare con il rispetto e la cura per le Sacre Specie, che è più o meno identico tra cattolici e ortodossi.
3) I temi della teologia agostiniana sono un punto controverso a cui occorrerebbe accostarsi con estrema attenzione. E' un campo in cui si rischia facilmente di scivolare su posizioni estremiste. Mi permetta perciò di limitarmi ad alcune osservazioni molto semplici.
Sant'Agostino è considerato, tra i Padri, quello che scrisse più in profondità e con più fervore sul tema della penitenza, e in questo campo non c'è alcuna rimostranza da parte ortodossa. Ovviamente, ci sono punti controversi (io stesso ne nomino alcuni), e su questi sembra di assistere a una curiosa partita, "Agostino contro il resto del mondo". E visto che uno dei criteri per la ricerca dell'autentica fede cattolica è quod ab omnibus creditum est ("ciò che è stato creduto da tutti", come dice San Vincenzo di Lerino), allora questo distacco è veramente importante, e non ci può glissare sopra neppure il più fervente seguace della teologia agostiniana.
Cosa penso io della categoria di persona ha poca importanza; veda, se vuole, un po' di osservazioni di parte ortodossa alla pagina http://digilander.libero.it/ortodossia/triunit.htm

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
vorrei chiederle una spiegazione riguardo il vostro calendario Giuliano. Ebbene: la festa della Dormizione della Madre di Dio, cade, sia nel Calendario Gregoriano, sia nel Calendario Giuliano, il 15 Agosto, ma, il 15 Agosto Giuliano, se ho capito bene, non è il 15 Agosto Gregoriano, quindi: che giorno cade il 15 Agosto Giuliano nel Calendario Gregoriano? E quindi che differenza c' è tra il calendario Giuliano e quello civile?
T. (10/07/03)

Risposta
Caro T.,
molto semplicemente, lo scarto tra i due calendari è di 13 giorni. Perciò, per una festa a data fissa, non abbiamo altro da fare che aggiungere 13 giorni alla data, e troveremo la corrispondenza in cui chi segue il calendario "vecchio" (ovvero giuliano) celebra le feste. Alcuni esempi:
Dormizione - 15 agosto >>> 28 agosto
Natale - 25 dicembre >>> 7 gennaio
Epifania (o Teofania) - 6 gennaio >>> 19 gennaio
Annunciazione - 25 marzo >>> 7 aprile
e così via... (ci si impratichisce col tempo e l'uso)

 


Domanda
La Liturgia dei Presantificati, che tipo di liturgia è? Come si divide? Dove posso trovare i testi?. Quali sono gli attributi dello sposo che compaiono nell' Icona del Cristo Nimfios?

T. (17/09/03)

Risposta
Caro T.,
la Liturgia dei Presantificati combina un Vespro (dalle connotazioni feriali e quaresimali) con la parte post-consacratoria del rito eucaristico (e quindi la comunione, con le particole già consacrate in precedenza). Il testo è contenuto nel nostro Compendio Liturgico Ortodosso, ma orientarsi nelle parti variabili di quel testo è affare da enigmisti liturgici!
I caratteri "matrimoniali" dell'icona del Nymphios (= lo Sposo) sono essenzialmente la corona (quella di spine richiama quella di fiori delle nozze) e gli altri attributi di regalità ad essa collegati (manto e "scettro"), oltre alle corde che legano i polsi, che hanno un parallelo con gli anelli sponsali.

 

 

 

 


Domanda
Nelle domeniche di Quaresima, quante prosfore sono consacrate? Nel tabernacolo viene custodito solo il pane Eucaristico o anche il vino? E nei Presantificati i fedeli si comunicano sotto entambe le Specie?
T. (28/09/03)

Risposta
Caro T.,
visto che la Liturgia dei Presantificati si celebra di solito due volte ogni settimana di Quaresima (tre volte nella Settimana Santa), si aggiungono due prosfore (oppure tre) a quella da consacrare nella domenica precedente. In senso stretto, non è la "prosfora" (cioè la forma intera di pane) a essere consacrata, ma piuttosto il cosiddetto "agnello", ovvero la parte cubica di pane che viene tagliata e incisa a froma di croce durante il rito della Presentazione delle Offerte. I Presantificati non si conservano di solito nel tabernacolo, ma restano sull'altare, su un disco o patena ricoperto da un velo: essendo intrisi di vino eucaristico (così come i cubetti più piccoli con cui si dà la comunione ai malati), si può dire che i fedeli si comunicano sotto entrambe le specie.
Per una ulteriore discussione sugli aspetti eucaristici della Liturgia dei Presantificati, si può vedere nei documenti del nostro sito parrocchiale il testo del Vescovo Basilio Krivoshein sugli usi liturgici greci e russi a confronto: ci sono interessanti spiegazioni.

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
mi sono imbattuto in un'icona di S. Sisoe il Grande, nell'atto di guardare uno scheletro in una tomba. Saprebbe dirmi chi era, e perché è raffigurato così?

T. (20/11/03)


Risposta
Caro T.,
lo scheletro in questione è quello di Alessandro Magno, e San Sisoe (uno dei padri del deserto egiziano) lo contempla nel corso dei suoi pensieri sulla caducità della gloria terrena.
A differenza degli abbondanti esempi nelle chiese cattoliche, questo è l'unico caso in cui si raffigura uno scheletro in tutta l'iconografia ortodossa (e anzi, assieme al cranio di Adamo sul calvario, l'unico caso in cui si raffigurano ossa umane), dato che l'icona ha il compito essenziale di essere una finestra sulla vita eterna.

 

 

 

 

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
nell' Ortodossia si venera S. Francesco d' Assisi?
T. (22/11/03)

Risposta
Caro T.
no, con una eccezione: un gruppo di ex-religiose francescane in Francia, ricevute nella Chiesa Ortodossa, ha avuto il permesso di celebrare (ma solo nel proprio convento) un ufficio a San Francesco che era stato preparato dal loro precedente cappellano (cattolico di rito bizantino).

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
Cosa vuol dire "Inok"?
G. (8/01/04)

Risposta
Carissimo G.,
Inok (al femminile inokina) è l'antico termine russo per "monaco" (è probabilmente un calco di "monachos"). Il corrispettivo di "ieromonaco", in questo uso, sarebbe sviaschchennoinok. I Vecchi Credenti lo usano ancora di preferenza a monah, monahia, ieromonah, etc.; nell'uso del Patriarcato di Mosca, invece, indica più specificamente i monaci rassofori.

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
voi della Chiesa Ortodossa Russa, è vero che la notte del Santo Natale, cioè tra il 6 e il 7 Gennaio, celebrate la Divina Liturgia notturna a mezzanotte? 
T. (8/01/04)

Risposta
Caro T.,
Di solito no, ma può ben accadere nelle parrocchie urbane (soprattutto in quei paesi, come l'Italia, dove il 7 gennaio non è festivo, e ci sarebbero problemi lavorativi con una Liturgia al mattino).

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
ho la necessità di un aiuto.
L' estate scorsa abbiamo ospitato in famiglia una ragazzina proveniente dalla Bielorussia, e avremmo intenzione di proseguire per i prossimi anni. ora i genitori e la bimba ci scrivono lunghe lettere che noi riceviamo con estremo piacere ma.... non conosciamo assolutamente la lingua!
Ho provato a cercare traduttori tramite internet, ma i costi sono veramente proibitivi.
Ci spiace interrompere i rapporti, ma non sappiamo più che pesci pigliare!
G. (12/01/04)

Risposta
Cara G.,
qui alla parrocchia ortodossa abbiamo avuto alcuni problemi con traduzioni di lettere simili. Queste sono le due difficoltà più ricorrenti:
1- Il russo corsivo è molto difficile da leggere, se scritto da una persona che non abbia un vero dono di calligrafia. Le lettere si confondono l'una con l'altra, e anche solo leggere le singole parole diventa un tormento.
2- In Bielorussia, in molte aree rurali, la lingua è praticamente un misto di russo e polacco, e chi sappia solo il russo si trova spesso davanti a espressioni incomprensibili (pensate a uno straniero che conosca l'italiano ma non il francese, e si trovi una lettera in italiano piena zeppa di francesismi).
C’è da sperare che la famiglia in questione sia di un sufficiente livello culturale da esprimersi in russo "puro", e che le lettere siano almeno dattiloscritte (o meglio ancora stampate con il computer). 
È comunque meglio rivolgersi ai centri culturali russi (ce ne sono molti in Italia), sia perché si tratta di luoghi in cui è facile trovare traduttori di una certa esperienza, sia perché si potrebbe incontrare proprio una persona che proviene dalla stessa zona della famiglia da voi conosciuta, e non ha problemi a comprenderne le espressioni.

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
1. Perché la religione ortodossa, e in generale quella cristiana, ha come giorno di riposo la domenica mentre nell`antico testamento è richiesto il sabato? non è un cambio della Legge?
2. Esistono esorcisti nella Chiesa ortodossa?
3. Se è chiaro che le date in cui si festeggiano le festività cristiane sono indicative, per esempio il Natale non è il vero giorno in cui è nato il Signore Gesù perché c`è accanimento sul calendario?
4. Esistono preghiere o riti analoghi al rosario cattolico anche per gli ortodossi?
5. Esiste un omologo del "catechismo della Chiesa Cattolica" anche per le Chiese Ortodosse?
6. Come si pone la Chiesa ortodossa di fronte a problematiche quali l`aborto, l`eutanasia, la pena di morte, i rapporti prematrimoniali, l`omossessualità?
G. (14/01/04)

Risposta
Caro G.,
1. La domenica è il giorno della risurrezione di Cristo, e come tale ha iniziato a essere osservata dai cristiani di ogni luogo. I cristiani (per fortuna) sono esenti dall'obbligo di osservare i precetti della legge mosaica, e se anche il comandamento del giorno di riposo è un imperativo etico universale, non ci sono serie ragioni per volere a tutti i costi applicare proprio il giorno della legge mosaica, soprattutto tra i popoli che sono giunti alla fede in Cristo direttamente, e non attraverso il giudaismo.
2. Esistono esorcismi (formule di preghiere esorcistiche di San Basilio e di San Giovanni Crisostomo), ma non "esorcisti" ufficiali a tal fine abilitati. Dato che le preghiere sono contenute nel benedizionale, tecnicamente ogni prete ortodosso le può recitare, anche se di fatto le usano prevalentemente nei monasteri.
3. Perché il calendario non è solo una convenzione, ma è il modello attorno al quale "tessiamo" il nostro anno liturgico, le feste, i digiuni, e così via: ogni riforma del calendario, se non è attuata con la massima competenza (e quelle introdotte negli ultimi cinque secoli non sono state brillanti, a riguardo) distrugge l'armonia interna di questa "icona del tempo".
4. Esiste una corda da preghiera; su di essa, e sui paragoni con il rosario cattolico, rimando alla sezione sulla preghiera dei testi del nostro sito parrocchiale.
5. Esistono catechismi, anche ufficiali, ma senza pretese di universalità.
6. Di nuovo, nella sezione sull’etica dei testi del nostro sito parrocchiale, si può trovare il documento della Chiesa russa sui fondamenti della concezione sociale, che parla di tutti questi temi, e di altro ancora.

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
hai detto che non siamo tenuti a seguire la legge mosaica, eppure Gesù ha detto che la legge non deve essere abrogata, anzi chi cambierà un precetto e farà seguire questi precetti cambiati agli altri sarà ritenuto minimo nel Regno dei Cieli; mi potresti dire che valore ha l`Antico Testamento per noi cristiani?
Un’altra cosa che vorrei chiederti è sempre sul calendario, ho sentito che molte chiese ortodosse sono non canoniche proprio per motivi legati al calendario, ma allora perché qualcuno accetta il nuovo calendario e qualcuno no?
G. (15/01/04)

Risposta
Caro G.
cer quanto riguarda l'AT e la legge mosaica, bisogna tenere conto del fatto che ai fini della giustificazione ebraica, la legge bisognava osservarla tutta (ma proprio TUTTA, inclusa la circoncisione, il sacerdozio ereditario, i leviti, etc.); è ovvio che nessun cristiano può seguirla tutta, e quindi la nuova alleanza libera dal vincolo della vecchia (ai fini meramente legalistici; ovviamente, per quanto riguarda gli imperativi morali, è ovvio che questi non sono abrogati, perché sono le leggi eterne di Dio nella nostra coscienza). Per quanto riguarda le parole di Gesù, bisogna considerare che sono dette (1) a ebrei osservanti, e (2) a ebrei ipocriti (che cioè mettono in pratica i dettagli delle decime, e poi trascurano la giustizia e la carità verso i bisognosi...)
Non direi che "molte" chiese ortodosse sono non canoniche, oppure non in comunione (è un po' come dire che lo sono "molte" chiese cattoliche, dato che ci sono i lefevbriani, alcuni gruppi sedevacantisti, e qualche antipapa assortito...); ci sono alcuni movimenti di resistenza alle chiese che hanno introdotto il cosiddetto "Nuovo calendario" negli ultimi decenni, e per quanto le loro ragioni siano a volte serie, non sono un movimento unito (sono suddivisi in molte obbedienze rivali, oltre una decina nel solo mondo greco), e sono oggi più che altro fenomeni elitari e intellettuali (con la possibile eccezione dei vecchi calendaristi della Romania, che invece hanno largo seguito popolare). Assommati, credo che siano ancora ben lontani dal costituire l'uno per cento di tutto il mondo ortodosso.

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
se da un lato si dice che ancora oggi possono sorgere Padri della Chiesa e parlare per opera dello Spirito Santo, allora perché ad esempio non si accetta il fatto che magari proprio lo Spirito Santo abbia illuminato quelli che parlano di Immacolata concezione? E ancora, come si pone la Chiesa Ortodossa di fronte ai miracoli cattolici, ad esempio il caso di santa Teresa Neumann?
G. (20/1/04)

Risposta
Caro G.,
per quanto riguarda il riconoscimento dei Padri più "moderni", un requisito sarebbe che quanto dicono sia almeno in linea con quanto hanno detto tutti gli altri. Se un particolare insegnamento è in contraddizione più o meno aperta con il pensiero patristico, allora è quanto meno sospetto. L'Immacolata concezione nasce come proposta teologica per mettere la Madre di Dio al riparo dalle conseguenze della dottrina agostiniana del peccato originale (dottrina che a sua volta è piuttosto estremista e manichea, e non ha precedenti patristici). Perciò, gli ortodossi direbbero che ci troviamo di fronte a una esagerazione concepita per mettere un freno a un'esagerazione opposta, e di nessuna delle due si è sentito il bisogno.
Possiamo benissimo considerare miracoloso il caso di Teresa Neumann, e certamente la sua fede giocò un ruolo fondamentale nella sua vicenda. Ci sono del resto anche in altre religioni persone che vissero fatti analoghi (per quanto riguarda l'astinenza dal cibo, anche nell'induismo c'è il caso di una donna, contemporanea di Teresa Neumann, che visse quarant'anni senza mangiare). L'obiezione ortodossa al fenomeno delle stigmate è piuttosto rivolta all'idea di eccessiva identificazione personale con le sofferenze di Cristo, che può generare superbia (come se ci sentissimo dei corredentori), ma non al fenomeno in sé (esistono alcuni casi di stigmatizzati anche nel mondo ortodosso).

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
cercando in internet ho visto che esiste una chiesa ortodossa qui vicino; l`unico inconveniente è che ho letto in altri siti che celebrano in slavofono... che lingua è?
C. (20/1/04)

Risposta
Caro C.,
le celebrazioni sarebbero semmai in "slavonico" (l'antenato letterario del russo moderno, che sta un po' al russo come il volgare altomedioevale all'italiano di oggi), piuttosto che in "slavofono" (strano termine che vorrebbe indicare una parrocchia "di lingua slava": ma l'abbiamo mai vista parlare, una parrocchia? E poi, che lingua sarebbe mai lo "slavo"?).

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio
vorrei chiederti se esiste una Chiesa Ortodossa autonoma in Italia, oppure è in previsione una sua prossima nascita, e soprattutto come avvengono queste cose?
Sarebbe interessante l`idea di una Chiesa Ortodossa Italiana, anche se immagino che per una cosa simile ci vuole prudenza e tempo...
G. (28/01/04)

Risposta
Caro G.,
ovviamente una cosa come una Chiesa Ortodossa autonoma in Italia non esiste (beh, alcuni direbbero che non esiste più...), e perché se ne possa parlare in futuro occorreranno questi requisiti:
- Una continuità di struttura ecclesiale attraverso un periodo ragionevolmente lungo;
- Un sinodo episcopale locale in grado di mantenersi e di rinnovarsi nel tempo (secondo le modalità ortodosse di consacrazione episcopale, questo vuol dire come minimo assoluto tre vescovi con giurisdizione territoriale nel paese, e verosimilmente anche di più);
- Un seminario e/o facoltà teologica in grado di provvedere quanto meno al ricambio dei preti e diaconi delle parrocchie;
- Istituzioni monastiche stabili (anche in previsione di fornire nuovi candidati all'episcopato);
- Santi locali, santuari e centri di pellegrinaggio, fonti di ispirazione spirituale (nel caso dell’Italia, giova ricordarlo, non mi riferisco a memorie dell’antico Occidente ortodosso, ma a veri santi locali contemporanei);
- Un programma adeguato di vita culturale ecclesiale (giornali, pubblicazioni, trasmissioni radiotelevisive, siti internet e/o altre fonti mediatiche).
L'effettivo numero di fedeli, e la quantità e grandezza di parrocchie e monasteri, sono considerazioni secondarie, ma hanno la loro importanza, perché per parlare di una chiesa autonoma locale bisogna che una percentuale significativa (anche l'uno per cento, ma deve esserci!) della popolazione locale sia di fede ortodossa.
Chi, in assenza di questi requisiti, vuole vantarsi di una "Ortodossia italiana", si illude. Come giustamente dici, ci vogliono prudenza e tempo.

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
potrebbe spiegarmi l’ecclesiologia Ortodossa, visto che la Chiesa Ortodossa è composta da diversi Patriarcati, e non v'è in seno ad essa una figura centrale come nella Chiesa Cattolica, quale il Pontefice Romano?
P. (18/5/04)

Risposta
Caro P,
il tema è complesso: diciamo che il ruolo di capo della Chiesa è riservato al solo Cristo, e che i patriarchi ricoprono ruoli analoghi ai presidenti delle conferenze episcopali cattoliche (con qualche dignità in più, ma in sostanza non molto dissimili). Il fatto che il Cattolicesimo voglia dare a uno dei vescovi un potere speciale crea di fatto un livello gerarchico separato, e da questo si passa naturalmente a certi privilegi (per esempio, se la prima sede giudica le altre sedi: chi giudica la prima sede? Nessuno... ma così si crea una cosa diversa dal tradizionale episcopato). Per gli ortodossi, l'intero ruolo del papato romano è più che un problema nel dialogo: è una seria deviazione

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
perché, nella Liturgia, all'Apostolo si fa l'incensazione?
G. (22/05/04)

Risposta
Carissimo G.,
L'incensazione dovrebbe essere quella... dell'evangeliario, che all'inizio si faceva durante i versetti dell'Alleluia (logico!), e che poi è scoppiata fuori di proporzioni, sia temporali che spaziali. I Vecchi Credenti usano ancora fare quest’incensazione durante il canto dell’Alleluia, ma è vero che hanno un sistema di canto molto lento, che permette di terminare l’incensazione prima della fine dei versetti.

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
lei è un italiano convertitosi all'Ortodossia?
(P., 26/05/04)

Risposta
Caro P.,
se volessi mettermi in satira, potrei dire di essere un italiano che si è convertito a TROPPE cose, e che alla fine di un lungo periodo di ricerca ha deciso di "tirare i remi in barca" nella Chiesa Ortodossa. Non giudico chi fa scelte diverse (non ho né troppo tempo, né troppa voglia di farlo), ma spero che mi sia dato di fare un cammino "verticale" (di approfondimento interiore) dove prima lo facevo più "orizzontale" (di curiosità esteriore). Da grande, mi accontenterò già di cercare di essere un buon cristiano!

 


Domanda
Com'è vista dalla Chiesa Ortodossa la processione del Corpus Domini?
(P.,12/06/04)

Risposta
Caro P,
non esiste nell'Ortodossia alcuna forma di processione con il corpo (e il sangue) di Cristo al di fuori del rito eucaristico, e anche le processioni all'interno del rito eucaristico - per esempio l'ingresso dei doni presantificati all'altare - sono piuttosto dei movimenti funzionali. Il senso molto semplice e prosaico di tutto ciò è che le sacre specie si mangiano, invece che venerarle, usarle per benedizioni, portarle in processione. In questo, gli ortodossi credono di adempiere al mandato del Signore, che dice appunto di mangiare e di bere. E compiere questo mandato portando l’adeguata venerazione al corpo e al sangue del Signore… ci dà già abbastanza da fare!

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
leggo che gli ortodossi fanno digiuno per più di metà dei giorni dell'anno, e che in quei giorni non fanno neanche alcun uso di olio. Questo era sicuramente comprensibile nel Medio Evo, ma oggi, con la situazione che c'è per esempio con i pranzi nelle mense aziendali per chi lavora senza poter fare ritorno a casa, questo precetto non è un po' un segno dell'essere rimasti indietro rispetto ai tempi?
L. (17/06/04)

Risposta
Caro L.,
il digiuno sembra sempre ostico (soprattutto quello dall'olio... o dal vino, a seconda dei caratteri!); non credo che ora sia antiquato, anzi, con la varietà e ricchezza di cibo (accessibile a tutti gli strati della società) che abbiamo nei nostri paesi, oggi compiere i digiuni ortodossi è molto più semplice - e più salutare - di quanto non lo fosse secoli addietro!

 


Domanda
Caro Padre Ambrogio,
il grado di archimandrita può essere dato a qualsiasi sacerdote? E che privilegi ha un archimandrita in campo liturgico?
T. (20/08/04)

Risposta
Caro T.,
Quello di archimandrita è un grado dato solo ai monaci. Presso i greci, è dato più o meno a qualsiasi prete monaco con qualche anno di esperienza; tra i russi invece è il titolo sacerdotale monastico più elevato, e corrisponde a una lunga carriera (a volte anche 20 anni di onorato servizio); agli archimandriti di particolare distinzione nella Chiesa russa, poi, è concesso l'onore di portare una mitra, come quella dei vescovi (un onore simile è concesso anche ai più elevati in rango tra i preti sposati). Se in una foto di una celebrazione ortodossa in un monastero un certo prete porta la mitra, di sicuro è un archimandrita (a meno che non sia il caso piuttosto singolare di un arciprete sposato di alto rango in visita al monastero...)
Di per sé, i privilegi liturgici dell’archimandrita sono quelli di un prete. Ovviamente, è di un rango onorifico superiore, quindi ha un diritto di precedenza (per esempio nelle processioni, o quando il clero va a fare la comunione), ma non ci sono funzioni specifiche a lui riservate, con una singola, rara eccezione. Se un archimandrita è a capo di una fraternità di monaci (monastero, eremo, etc.), e ha la benedizione del vescovo locale, può effettuare una tonsura al lettorato (si intende, in tal caso, di un proprio monaco o novizio, e non di una persona esterna alla fraternità dei monaci)

 

 


Critiche al sito

Domanda
Carissimo Padre Ambrogio,
Mi ha molto meravigliato l'articolo del vostro sito sulle missioni ortodosse. La differenza sostenuta dall'autore tra crescita, evangelizzazione e pastorale è sì incisiva, ma è rude e semplicistica. Mi sa tanto di "proselitismo". Chiedo scusa, vi lamentate tanto che i cattolici si impegnano nei paesi dell'Est europeo, perchè "convertirebbero" ortodossi di antica tradizione (ma di nessuna pratica personale), e poi ritenete normale che per far crescere le comunità ortodosse si avvicinino i cristiani praticanti "che non sono spiritualmente soddisfatti delle funzioni di culto delle chiese che frequentano" o "che sono profondamente disturbati dalle politiche di cambiamento delle gerarchie delle proprie denominazioni". Mi sa tanto che si predica bene e...
Non voglio fare una polemica inutile, ma se pensate che non è bene annunciare il Vangelo dove già è stato fatto perchè fare "missioni" nei paesi occidentali ? E perchè queste sarebbero permesse e non quelle cattoliche, che si impegnao in paesi dove l'ateismo comunista ha allontanato dalla fede molte generazioni?
Si usano espressioni quali: "Ora hai bisogno di un programma di missione per raggiungere cristiani non ortodossi". Si parla di marketing, di campagna pubblicitaria, di archivi, è un linguaggio che non mi sarei mai aspettato di sentire da voi ortodossi. Parlate di Tradizione, di padri della Chiesa e poi vi affidate per annunciare Cristo a moderni pubblicitari. 
R. (5/11/02)

Risposta
Carissimo R.,
Visto che il "rude e semplicistico" autore del testo sulle missioni e le cappellanie ortodosse sono io, credo di poterle offrire su quelle righe un paio di spegazioni "dall'interno", per così dire. Non faccio invece altrettanto sulla guida alla crescita delle missioni ortodosse, perché per capirla appieno bisogna avere vissuto la situazione americana - con la sua elevatissima concorrenzialità tra chiese cristiane - e avere visto la perdita di pratica religiosa di intere generazioni di immigrati, prima che qualcuno corresse ai ripari.
Ma torniamo all'idea delle missioni ortodosse, per lo meno in Italia. Qui mi pare che l'accusa (non solo da parte sua...) sia che ci lamentiamo per ciò che fanno i cattolici in Russia, e poi facciamo lo stesso in Italia: in pratica, ipocrisia.
Ora, per fare considerazioni del genere bisognerebbe che in Russia e in Italia ci fosse un ambiente culturale e storico almeno lontanamente paragonabile. Quando Lei parla dei cristiani non praticanti in Russia, non può omologarli a quelli italiani. Chi non ha praticato in Russia negli ultimi ottant'anni lo ha fatto per pressioni che noi nemmeno riusciamo a concepire, e che non è detto che siano del tutto scomparse solo perché sono caduti i muri. E la Chiesa Ortodossa non ha comunque ancora la possibilità di raggiungere tutti i non praticanti. Chi non pratica in Italia è in una situazione del tutto diversa. Ha parrocchie cattoliche dietro ogni angolo. Anche nella banalità quotidiana, ascolta una quantità di messaggi di evangelizzazione cattolica pari - per un suo equivalente russo – a un'overdose di religione. Spesso ha lasciato la Chiesa Cattolica per cercare una risposta in una serie di messaggi evangelici che vanno dalla contestazione storica della Riforma fino all'ingenuo fondamentalismo del mondo pentecostale indipendente.
Inoltre, la paura dei brutti e cattivi ortodossi che fanno proselitismo in Occidente (al ritmo attuale, in mezzo milione di anni potrebbero addirittura diventare una maggioranza relativa...) non tiene conto del fatto che l'effettiva forza di sostentamento delle missioni ortodosse da queste parti non è neppure un millesimo di quella investita dai cattolici in Russia. Le basti pensare che tra Francia, Italia, Svizzera, Spagna e Portogallo il Patriarcato di Mosca dà uno stipendio a DUE persone (l'Arcivescovo, e il rettore della piccola cattedrale di Parigi). È anche questo un campo nel quale non regge alcun tipo di confronto paritetico.
Quanto poi al lamento di un ortodosso italiano perché le sue parrocchie sono poco missionarie, anche qui c'è bisogno di capire da cosa è generata una simile insoddisfazione. Potrei raccontarle fino alla nausea storie di italiani che hanno bussato per anni alle porte di chiese ortodosse, non per essere promossi a chissà quali gradi, né per desiderio di apparire esotici, ma solo perché sentivano la loro fede in sintonia con quella professata in quelle parrocchie, piuttosto che in quella delle vicine chiese cattoliche o evangeliche. Se Lei avesse vissuto anche una frazione dei rifiuti, dell'indifferenza, della meschinità con cui sono stati trattati questi italiani rei di non parlare lingue orientali e/o di far fare brutte figure a vescovi tutti impegnati a fare sorrisi ecumenici, capirebbe perché si richiede una sacrosanta giustizia per una categoria di ortodossi finora considerati di serie B. Ora, dove mai ha sentito di cattolici russi che siano stati polacchizzati a forza, o considerati feccia perché non parlavano italiano o spagnolo? Ecco un'altra ragione per cui - anche se comprendiamo il loro disagio, visto che siamo pure noi una minoranza – come ortodossi italiani non percepiamo i cattolici russi come una specie a rischio!
Fraternamente suo in Cristo
ieromonaco Ambrogio – Torino

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