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  L'ideologia della sovranità ucraina è costruita su un fondamento spiritualmente marcio

del diacono Vladimir Vasilik

Russkaja narodnaja linija

31.03.2014

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Il diacono Vladimir Vasilik a proposito del ravvicinamento del metropolita Sofronij di Cherkassy e Kanev ai "filaretisti" nella lotta contro il mondo russo...

Come è stato riportato, il metropolita Sofronij di Cherkassy e Kanev ha condannato i rappresentanti della leadership russa – Valentina Matvenko e Vladimir Medinskij per il loro supporto alla "occupazione russa della Crimea".

A sua volta, il ministro della Cultura ha risposto all'appello del metropolita. "Pensare al futuro dell'Ucraina – significa combattere per la sua libertà, insieme alla Russia", ha detto, in particolare. "Noi ricordiamo in quale paese siamo nati – in un paese unito, dove la Russia e l'Ucraina erano una sola carne, un solo grande popolo – ha ricordato. – Noi siamo insieme – nella fede, nella parola e nel nostro stesso sangue – abbiamo unificato un territorio sconfinato, per proteggerlo dall'Orda, dai polacchi, dagli svedesi e dai turchi, abbiamo espulso Napoleone e siamo entrati a Parigi, abbiamo sconfitto insieme il conglomerato dei paesi del Führer e liberato l'Europa. Abbiamo salvato il mondo insieme nel 1945 e insieme abbiamo conquistato il cosmo. Abbiamo creato insieme creato una superpotenza mondiale, dove non c'era posto per le guerre internazionali, né per la criminalità organizzata in linea di principio – o al potere. Insieme abbiamo creato vette di cultura e scienza".

Notiamo anche che recentemente il capo del Dipartimento dell'informazione e dell'editoria del cosiddetto "patriarcato di Kiev", l' "arcivescovo" Evstratij (Zorja) ha detto:

"Grazie a Dio, il patriarca di Mosca Kirill non rilascia alcuna dichiarazione a sostegno delle azioni del presidente Putin. Ma non dobbiamo dimenticare che il presidente Putin ora è guidato per giustificare le sue attività da quelle idee, quegli slogan e quei concetti di cui abbiamo sentito parlare, e che hanno cominciato a diffondersi proprio dal patriarca Kirill. Si tratta dell'idea di "mondo russo".

Uno dei più stretti collaboratori del patriarca e uno tra le figure mediatiche del patriarcato di Mosca, arciprete Vsevolod Chaplin, prima dell'inizio di tutti questi eventi, in particolare, in Crimea, ha detto che il popolo russo è una nazione divisa e il Consiglio mondiale dei popoli russi dichiara fin dal lontano 1995 che è una nazione che ha il diritto al ricongiungimento.

E quello che è appena successo con la Crimea, chiamato semplicemente "riunificazione della Crimea".

Quindi non vorrei togliere, quanto meno, la responsabilità ideologica e morale per ciò che accade. Forse il patriarca non si aspettava che l'idea, che ha attivamente promosso e sagomato, si sviluppasse proprio in queste forme e influenzasse proprio questi eventi. Ma il fatto che è il padre di quest'idea, che è ora utilizzata per giustificare il male aperto e l'aperta ingiustizia, è pure un fatto di cui dobbiamo parlare".

Le parole dell' "arcivescovo" scismatico, pubblicate sul sito della diocesi di Cherkassy della Chiesa ortodossa ucraina del patriarcato di Mosca, sono state commentate in un'intervista a "Linea popolare russa" dal candidato in scienze filologiche, e professore associato della Facoltà di Storia all’Università statale di San Pietroburgo, il diacono Vladimir Vasilik.

* * *

Con grande tristezza ho letto sia l'appello del metropolita di Cherkassy sia la risposta del ministro della cultura Vladimir Medinskij. In primo luogo, entrambe le parti hanno utilizzato termini inaccettabili e un trattamento indegno nei confronti della controparte. Non si addicono all'importanza del momento, alla dignità del rango di metropolita, o alla posizione di ministro della cultura. Vladyka Sofronij ha completamente sbagliato nell'usare la parola "bandito" in relazione al presidente della Russia, con cui l'Ucraina ha così tanti legami. Soprattutto ora, in questo momento esplosivo, quando da una parola imprudente può dipendere la vita di migliaia di persone. D'altra parte, il tono con cui il ministro della cultura tratta il vescovo, ovviamente, è inaccettabile. Il tono delle dichiarazioni è apertamente beffardo e anticlericale.

Con tutto il mio rispetto per vladyka Sofronij, parlando dei problemi esistenti si deve riconoscere che si sbaglia in molte cose. Vladimir Medinskij ha ragione, purtroppo. Ricordo ancora vladyka Sofronij ancora da archimandrita e purtroppo oggi non lo riconosco. Mi ricordo di quest'uomo, che nei primi anni '90 era molto addolorato per quei crimini e iniquità che commettevano i filaretisti: allora diceva ai suoi figli spirituali che Filaret è un grande peccatore. Oggi, passando tra le fila degli avversari del mondo russo, consapevolmente o inconsapevolmente si è messo dal lato dei filaretisti.

Il ministro russo della Cultura dice giustamente che l'identità ucraina in quanto tale è stata fondata solo nel XX secolo. Ciò è stato dovuto in parte al governo sovietico, in parte ad Austria e Polonia. La parola "Ucraina" la dice lunga. Vuol dire confine del mondo russo. La forza e la gloria dell'Ucraina vengono da fatto che è la Piccola Rus', vale a dire la Rus' primaria/originale. La parola "piccola" significa la metropoli, il punto di partenza del movimento, che ha creato la Russia storica. La cosiddetta Ucraina – la Piccola Rus' – da tempo immemorabile è stata indissolubilmente legata al mondo russo. La sua garanzia sono i nomi dei grandi santi e personaggi della cultura – san Dimitrij di Rostov, Bortnjanskj, Gogol, Janovskij e molti altri. Kiev è la madre delle città russe, e non soltanto la capitale dell'Ucraina indipendente. Dimenticarselo è un crimine. Questo significa calpestare la memoria di chi ha compiuto atti di eroismo per la Santa Rus', e che si consideravano in primo luogo di origine ortodossa e russa. Questo significa calpestare la memoria di quei cosacchi e contadini, che guidati da Bogdan Khmel'nitskij e dai suoi successori, hanno combattuto per essere parte del regno moscovita russo. Significa calpestare la memoria di coloro che non hanno seguito Mazeppa, e si sono mantenuti fedeli all'Ortodossia e alla sovranità russa. Il loro ricordo è elogiato nel servizio della battaglia di Poltava, "Siano onorati come apostoli coloro che non furono d'accordo con il secondo Giuda, Mazeppa". Il fatto che oggi l'identità ucraina che si basa sui principi di Mazeppa, e Mazeppa è proclamato eroe storico dell'Ucraina ed è effigiato sul denaro ucraino – è triste e criminale. È come se Israele stampasse banconote con l'immagine di Giuda Iscariota. Non si può creare uno stato sul culto di traditori come Mazeppa. Ha tradito lo tsar, il popolo, l'Ortodossia, facendo entrare i nemici svedesi entro i confini russi. Uno stato non può essere approvare traditori, terroristi e perdenti, come per esempio Bandera, che si è lordato le mani con il sangue del suo popolo e, alla fine, non ha raggiunto e ottenuto nulla.

Uno stato con tali origini spirituali per definizione non è sostenibile, e il destino dell'Ucraina post-sovietica lo prova abbondantemente. Il motivo per cui il Signore non permette che si rafforzi in potenza e gloria, e per cui permette tutte queste rivolte e rivoluzioni, è che l'Ucraina è costruita su un fondamento spiritualmente marcio, basato sulla rivolta e sulla ribellione contro la propria origine russa. Ma è impossibile vivere di ribellione, come ha giustamente osservato Fëdor Mikhajlovich Dostoevskij. Ecco perché l'Ucraina di oggi si trova in mezzo a difficoltà, fallimenti, rivoluzioni e sconvolgimenti. Lo dico con piena consapevolezza come mezzosangue della Piccola Rus', capisco e condivido la sofferenza dei semplici ucraini, dei semplici piccoli russi. Ma se il popolo piccolo russo non ritorna all'unità della Chiesa ortodossa universale, se non torna al mondo russo, il suo destino sarà spiacevole, e i suoi guai continueranno fino alla definitiva distruzione dello stato ucraino, alla definitiva distruzione del popolo ucraino.

È impossibile non preoccuparsi del fatto che, su basi di russofobia, una certa parte del clero ucraino si avvicina agli scismatici filaretisti. È stata organizzata una conferenza congiunta tra i rappresentanti della Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca e il cosiddetto arcivescovo scismatico Evstratij, dove si è demolita l'idea del mondo russo, quindi in violazione di ogni subordinazione padre Georgij Kovalenko si è permesso di criticare il patriarca Kirill di Mosca e tutta la Rus'. È un sintomo molto preoccupante quando un principio nazionalista, purtroppo, domina sugli ortodossi, al punto che una certa parte del clero della Chiesa Ucraina del Patriarcato di Mosca è in pericolo di soccombere all'eresia del filetismo.

Di quale "male aperto" da parte della Russia parla l'arcivescovo filaretista Evstratij? Quando da più di 20 anni violano i diritti dei russi, quando deridono e ridicolizzano la loro lingua, quando li chiamano sprezzantemente "Katsap", quando diffamano i veterani di guerra e cercano di farli equivalere alle SS e ai banderisti, quando intaccano la memoria degli eroi della Grande Guerra Patriottica, che hanno versato il loro sangue proprio in nome dell'unità del mondo russo, per il bene dell'unità dell'Ucraina e della Russia, quando intaccano la memoria di centinaia di migliaia di vittime uccise dai tedeschi e dai loro collaboratori-nazionalisti solo perché erano russi o sostenitori del mondo russo, insieme a ebrei e polacchi, - questi non dovremmo definirli il male? E se, a suo tempo, nel 1989-1991, i nazionalisti hanno fatto crollare l'Unione Sovietica sotto lo slogan "il diritto delle nazioni all'autodeterminazione fino alla secessione", ci si stupisce ora, quando la stessa legge che ha istituito la moderna Ucraina ora si ritorce contro di loro, quando hanno portato gli abitanti del sud e dell'est dell'Ucraina al punto che non vogliono più vivere in un tale stato?

A suo tempo i fondatori del nuovo stato ucraino hanno commesso un errore fondamentale. Avrebbero dovuto costruire uno stato russo-ucraino su base federale, sulla base della parità delle lingue, e di trovare una loro identità nell'identità russa, un'identità del mondo russo. Invece, hanno scelto l'identità aggressiva da shtetl della Galizia, l'identità dei banderisti. Ora stanno raccogliendo i frutti del male che hanno seminato. E il fatto che Vladimir Vladimirovich Putin raccolga il mondo russo, che non escluda, anzi aiuti i crimeani a entrare nella Federazione Russa – che cos'ha di illegale, che cos'ha di male? Questo è lo stesso diritto di cui ci si è serviti nel 1991, e notiamo che è stato attuato contro la volontà della maggioranza del popolo ucraino. In Ucraina, il 75% ha votato a favore di una rinnovata Unione Sovietica.

Ecco quindi la domanda: che cos'è il male? Soprattutto perché, in termini canonici, come Chiesa locale, esiste la Chiesa ortodossa russa. Una "Chiesa ortodossa ucraina locale " non esiste, ed è molto triste e inquietante il fatto che si sta cercando di crearla a qualsiasi costo, anche a costo di riconciliarsi con il male, che è certamente la definizione dello scisma filaretista.

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