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  Che cosa è indispensabile quando si inizia una nuova parrocchia

http://orthodoxengland.org.uk/newpar.htm

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Introduzione: Persone. Posto. Prete.

Nel corso dei decenni abbiamo visto aprire e poi chiudere tante piccole "comunità" o parrocchie ortodosse. Più e più volte abbiamo visto le stesse insidie, la caduta negli stessi errori, lo stesso cieco entusiasmo sprecato. Che cosa ci vuole per aprire e, soprattutto, per tenere aperta, una nuova parrocchia ortodossa nelle condizioni della diaspora?

Prima di ogni altra cosa, ci sono quattro considerazioni vitali. In primo luogo, c’è un gruppo di persone motivate e un posto adatto (le prime due P - vedi sotto)? In secondo luogo, come gruppo con il locale da voi proposto, avete la benedizione del vescovo per intraprendere l'apertura di una nuova parrocchia? In terzo luogo, avete pensato a quale santo dedicherete la nuova chiesa? E infine (la terza P - vedi sotto), chi sarà il prete?

 

La prima P sono le persone

Mi ricordo 28 anni fa a Parigi, quando un gruppo di seconda generazione, cioè, di russi nati in Francia, ha voluto avviare una nuova 'comunità' ortodossa di lingua francese. In sostanza, si trattava di un gruppo di protesta (la seconda generazione produce spesso gruppi di questo tipo) che volevano lasciare le loro parrocchie a causa della lingua e della questione del calendario. Tutto ciò che stava per accadere è che diverse parrocchie avrebbero perso due individui ciascuna. In altre parole, cinque bicchieri ortodossi avrebbero contenuto un po' meno liquido rispetto a prima, in modo che si potesse installare un sesto bicchiere in locali romano-cattolici in affitto e con il calendario cattolico.

Prima di tutto, è necessario disporre di un gruppo di ortodossi adulti che vivano sul posto e non siano stati trascinati artificialmente insieme, e che vengano da parrocchie solide. Non contate i bambini, non contate gli ortodossi non praticanti e non considerate i non-ortodossi che sono solo vagamente interessati. In altre parole, gli adulti devono essere ortodossi. Tre adulti non sono sufficienti - a partire da un numero così piccolo si creerà una serra, un'atmosfera quasi incestuosa. Venti è una cifra più ragionevole. Se non disponete di venti adulti, c'è una reale possibilità che ne possiate riunire venti e presto? Ci può essere se si avvia una parrocchia in una città con una popolazione di 100.000 o più, in modo da soddisfare un bisogno locale. Se vivete in una piccola città o, peggio ancora, in campagna o in mezzo al nulla, ripensateci. A quale bisogno locale andate incontro? Questo sembra tanto un self-service.

Infine, avete tra voi ortodossi adulti che sappiano cantare? Se non li avete, non siete pronti. Nel corso di quasi quattro decenni ho visto un gran numero di convertiti che vogliono tenere i servizi in chiesa nella propria lingua. Se non sanno cantare, non saranno presi sul serio dagli altri. È necessario disporre di un coro (non una persona) che sa cantare in modo ortodosso, senza introdurre canto anglicano, "melodie americane" o cose simili. In altre parole, così come la tradizione seguita dalla nuova parrocchia deve essere quella della Chiesa madre, allo stesso modo la 'sensazione' data dal coro deve essere quella del coro nella lingua originale.

 

La seconda P è il posto

I locali da utilizzare devono essere locali con accesso pubblico, non camere di case private o "padiglioni da giardino" nei cortili posteriori. Questo è sempre un errore fatale, perché conduce a 'chiese private' - una contraddizione in termini. Dovreste anche domandarvi se i locali che affittate o prendete in prestito potrebbero un giorno appartenervi. In caso affermativo, desiderereste acquistarli? Se no, allora in quei locali non avrete in ogni caso un futuro a lungo termine.

In altre parole, questi locali sono adatti a lungo termine, vale a dire, sono convertibili in modo da creare quell'atmosfera unica, in cui gli ortodossi si sentono a casa? Se, per esempio, hanno caratteristiche come finestre istoriate, è improbabile che siano mai adatti al culto ortodosso. Pensate anche alla loro ubicazione in termini di vicinanza con i mezzi pubblici e i parcheggi, e anche a servizi come riscaldamento, gabinetti, una cucina, una sala e la possibilità di tenere processioni intorno ai locali.

Nel corso dei decenni ho visto così tanti gruppi di tutte le giurisdizioni che iniziano con funzioni una volta al mese o anche con minor frequenza in locali in affitto, con due icone, due vassoi di sabbia e il sacerdote celebra a un tavolo d’altare eterodosso senza un’iconostasi. Quasi quarant'anni più tardi stanno ancora facendo la stessa cosa. Queste comunità non durano, se non altro perché il sacerdote non è immortale in questo mondo ed è improbabile che un vescovo sia disposto o in grado di fornire un altro sacerdote per una comunità che non ha compiuto progressi negli ultimi decenni.

 

Conclusione: la terza P è il prete

Se siete venuti incontro ai primi due criteri, otterrete un sacerdote. Pertanto, questa è l'ultima delle vostre preoccupazioni, perché è un problema del vostro vescovo. Perciò, cercate di evitare i gruppi guidati da persone centrate su se stesse, il cui unico scopo è l’auto-promozione. Le seguenti frasi sono un indizio: 'Sarò promosso suddiacono il mese prossimo'. Il mio nome è: 'Lettore X' o 'Suddiacono X'. 'Faremo un ricevimento per la mia ordinazione, che è stata ampiamente pubblicizzata'.

Noi non siamo 'promossi' - questo è un riflesso puramente secolare. Quando diciamo i nostri nomi, usiamo SEMPRE il nostro cognome, a meno che non siamo monaci. E non ci annunciamo MAI come lettori o suddiaconi. Solo i diaconi si annunciano come "diaconi" (e MAI 'padre diacono' - anche se gli altri li possono chiamare così) e solo i sacerdoti si annunciano come 'prete' o, in modo informale, 'padre'. La tonsura e l'ordinazione sono tenuti segreti - il diavolo ha fin troppe orecchie. L'ossessione per i titoli è clericalismo puro, auto-pubblicità e auto-promozione e non fa parte della tradizione e della mentalità della Chiesa ortodossa.

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