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  Archimandrita Tikhon (Shevkunov): "Vedere la ricerca di fede dei giovani cinesi è stata l'esperienza più incredibile che ho avuto negli ultimi tempi."

intervista di Anton Pospelov all'archimandrita Tichon (Shevkunov)

da Pravoslavie.ru - 12 dicembre 2012

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Quest'autunno, il coro del Monastero Sretenskij ha fatto un tour di 20 giorni, visitando le parrocchie ortodosse degli Stati Uniti. Ha concluso il tour... in Cina, dove era stato invitato a tenere due concerti. Anche se ogni passo che questi russi hanno fatto in città ha dato loro un ricordo di se stessi, questa terra resta comunque misteriosa e un po' incomprensibile, meravigliosa e sorprendente... L'abate del monastero Sretenskij, l'archimandrita Tikhon, condivide con noi le sue impressioni della Cina.

Pechino. La Città Proibita.

-Padre Tikhon, quest'anno è stato in Cina con il coro del Monastero Sretenskij. Come ci siete arrivati, considerando il complesso rapporto tra il governo cinese e la Chiesa ortodossa?

-Il coro monastero è stato invitato in Cina, in modo inaspettato per noi, dal Maestro Long Yu, un uomo molto famoso nel paese. È il direttore del Festival Internazionale di Musica di Pechino, a cui partecipano orchestre sinfoniche tra le più acclamate, cori e solisti.

Nel corso dei negoziati preliminari abbiamo posto l'accento sul fatto che il Coro Sretenskij è prima di tutto un coro di chiesa cristiano ortodosso. Le attività della Chiesa ortodossa in Cina sono state ufficialmente limitate per molti decenni, e perciò devo ammettere che siamo rimasti piuttosto sorpresi quando un uomo così vicino ai più alti gradi del governo cinese, che sapeva benissimo che noi siamo cristiani ortodossi, ha invitato noi e non qualcun altro. Ma la commissione festival ha confermato: sì, il coro di un monastero ortodosso russo è invitato. Li avevamo avvertiti che non avremmo rimosso le canzoni religiose dal programma. In risposta la Commissione ci ha proposto di tenere un concerto di inni della chiesa, e l'altro di arte corale secolare. Siamo stati d'accordo.

Ufficialmente, in Cina i servizi religiosi ortodossi siano condotti esclusivamente nel territorio del consolato russo. Purtroppo i cittadini cinesi non sono ammessi, neanche il piccolo gruppo di cinesi ortodossi. Così, i cinesi hanno avuto l'opportunità di ascoltare inni ortodossi praticamente per la prima volta in molti anni, e in nessun altro luogo se non al concerto del nostro coro.

Il Coro Sretenskij si esibisce nella Città Proibita, Pechino.

Il loro interesse è stato sincero. I cinesi sono un popolo molto musicale e un pubblico che sa apprezzare. C'erano molti giovani. C'erano anche molte persone anziane che potevano ancora ricordare l'Unione Sovietica. La sala era piena di molti artisti professionisti e critici musicali. Uno dei concerti è stato dato in un posto molto speciale, la Città Proibita, così come chiamano il grandioso complesso di palazzi degli imperatori cinesi. Alla performance del coro sono stati dati voti molto alti da parte del pubblico e della critica.

-Ha avuto l'opportunità di andare in giro per Pechino?

-Pechino è una città straordinariamente interessante. Anche se poche, alcune strutture antiche sono ancora conservate. Ma nel complesso la città è stata interamente ricostruita. È moderna, con strade larghe ed enormi nuovi edifici. La ricostruzione effettuata in preparazione per le Olimpiadi è impressionante. Molti ora ne scrivono e ne parlano.

Pechino.

-Ma a quanto pare non è questo ciò che l’ha stupito della Cina?

-Ha indovinato. Questo non era il mio primo viaggio in quel paese. Durante i tre anni dopo il mio ultimo viaggio, è veramente cambiato molto. Da tutte le indicazioni, il tenore di vita di questo miliardo e mezzo di abitanti è più alto. Ma non è la cosa principale.

Sono stato sorpreso al massimo da quello che meno mi aspettavo di vedere: la fioritura del Cristianesimo in Cina.

Alcuni anni fa, e anche prima di questo viaggio, molti mi avevano assicurato che la stragrande maggioranza dei cinesi non è semplicemente in grado di comprendere il cristianesimo. Presumibilmente i cinesi, secondo loro, non solo sono non-religiosi; sono quasi per natura assolutamente incapaci di accettare qualsiasi cosa spirituale, perché sono materialisti all'estremo. Alla fede - e in parte al Cristianesimo ortodosso - sono così indifferenti e freddi che è del tutto inutile anche parlarne con loro.

Sì, certo vi è, come si suol dire, un culto del denaro e del successo materiale in Cina, ma non sta a me giudicare. Il leggendario pragmatismo cinese è stato a lungo una "parola d'ordine tra le nazioni". Ma ciò in cui mi sono imbattuto in questo viaggio rimane una delle più forti impressioni che ho avuto per lungo tempo.

Tutto è iniziato quando alcuni cinesi che si definiscono cristiani hanno espresso il desiderio di fare la mia conoscenza dopo che uno di loro aveva letto il mio libro, Santi quotidiani, in inglese. A dire la verità, questi miei nuovi conoscenti non potevano davvero dire a quale confessione appartengono - hanno appena letto i Vangeli, credono nel Signore Gesù Cristo, lo pregano, e con fermezza e ostinatamente si considerano cristiani. Alcuni di loro non sono per nulla battezzati, altri sono stati battezzati dai protestanti, altri ancora dai cattolici... Non ci sono ortodossi tra loro per il semplice motivo di cui ho parlato prima in questa conversazione.

Ma che fede hanno questi cristiani! Mi hanno invitato a casa loro in un edificio di appartamenti nuovi alla periferia di Pechino. A quanto pare in Cina si riuniscono in case diverse per pregare; si potrebbe dire che è come nei primi anni del cristianesimo, o come in tempi piuttosto recenti in Russia. E questo è straordinariamente toccante. Davvero, mi ricorda gli anni ’70 e ’80 a Mosca, quando giovani credenti si riunivano per pregare, per leggere acatisti, sempre di corsa a passare gli uni agli altri quelli che erano allora i rari libri cristiani, per stare insieme... ho visto in Cina, oggi, quello stesso e raggiante spirito neofita... E dicono che c'è un enorme numero di tali "chiese domestiche" in tutta la Cina.

La maggior parte dei giovani interessati alla fede sono prelevati e portati alla loro fede da pentecostali e cattolici. Per essere onesti, stanno lottando con grande coraggio in quelle fedi...

-Anche le loro attività sono illegali?

-La loro missione può essere complicata a volte, ma a differenza del frequentare la chiesa ortodossa, non è illegale.

Naturalmente, per noi il modo protestante di fare le cose è un po' una novità. Dicono: "Andiamo a lodare Cristo!" E si dirigono al parco con una chitarra. Possiamo immaginare queste canzoni protestanti: spesso poeticamente ingenue, a volte del tutto semplicistiche, ma sincere. Ebbene, i cristiani cinesi cantano queste canzoni nei parchi e sui viali. Folle di giovani si radunano intorno a loro, e fanno domande con vivo interesse. Poi qualcuno passa attorno la Sacra Scrittura su brochure ristampate. Rispondono alle domande, li invitano a riunioni... Questo non è contro la legge. In ogni caso, non ho visto alcuna azione contro queste attività da parte delle autorità.

Un gruppo di cristiani che studiano la Bibbia in Cina.

L’interesse dei cinesi per il cristianesimo è, senza esagerazione, enorme. Assieme allo ieromonaco Pavel (Shcherbachev) abbiamo incontrato funzionari governativi cinesi, che hanno confermato che prevedono un futuro molto serio per il cristianesimo in Cina. A loro avviso, il vettore di sviluppo pragmatico e materialista nel loro paese ha raggiunto un punto morto. Molti cinesi capiscono che la loro vita ha bisogno di un vettore di sviluppo completamente diverso, un vettore spirituale. E molti vedono la soluzione nel cristianesimo.

Secondo vari dati, una percentuale dal sette al dieci per cento dei cinesi è cristiana. Si tratta di una cifra pari a circa la popolazione del nostro paese [la Russia]. Ufficialmente, si dichiara così: alla fine del 2006, il capo dell'ufficio di Stato per le religioni Ye Siou Ben ha dichiarato al centro di informazione che il numero dei cristiani in Cina ha raggiunto i 130 milioni (e ci potrebbero essere dati più recenti). Si deve anche considerare che queste sono persone di età principalmente giovane o media. Non ci sono statistiche precise, ma secondo vari dati il ​​numero di cristiani in Cina aumenta da uno a tre milioni ogni anno.

-C'è qualche lavoro missionario svolto in Cina adesso?

-Per quanto ne so, ci sono l’arciprete Dionisij Pozdnayev [del Patriarcato di Mosca] e lo ieromonaco Damascene (Christensen) [della Chiesa ortodossa serba] che vi si recano. Ma se stiamo parlando di missioni eterodosse, ne stanno arrivando molte dalla Russia, soprattutto pentecostali. Medici cristiani o uomini d'affari di piccole aziende vi si recano consapevolmente per combinare il proprio lavoro con la predicazione.

 

Vi è una vera - non una rinascita, non si può chiamare così - ma una vera scoperta del cristianesimo che sta avendo luogo in Cina. È un vero peccato che noi, per il quale la questione è più importante che per chiunque altro, non abbiamo praticamente alcuna partecipazione in questo fenomeno.

E lì c'è un vero, serio interesse per l'Ortodossia. Protestanti e cattolici mi hanno detto che stanno pregando con la preghiera di Gesù e sono alla ricerca di letteratura ortodossa nella speranza di saperne di più circa l'esperienza ortodossa della comunione con Dio... Così, la sincera ricerca di fede dei giovani cinesi ha lasciato su di me la più grande impressione ed è stato il più grande - non ho nemmeno paura di dire la parola - shock che ho sperimentato negli ultimi tempi.

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