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  Una dichiarazione athonita contestata sul Concilio di Creta scatena controversie

Pravoslavie.ru

9 agosto 2017

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Un gruppo di rappresentanti di ognuno dei 20 monasteri athoniti si è riunito recentemente per rispondere agli sconvolgimenti sorti nella Chiesa dopo il consiglio del giugno 2016 sull'isola di Creta, che ha prodotto numerosi documenti, alcuni dei quali si sono rivelati controversi. La loro dichiarazione era attesa da molti nella Chiesa greca e nel mondo ortodosso più esteso, soprattutto dopo che una commissione della Sacra Comunità del Monte Athos si era riunita nel novembre 2016, producendo una lettera alla Sacra Comunità che offriva diverse critiche dei documenti di Creta.

La 206a Sacra Sinassi Doppia Straordinaria della Montagna Santa, costituita da venti rappresentanti straordinari e ordinari della Sacra Comunità, si è riunita il 17 giugno 30 per analizzare un testo, la cui traduzione in inglese è disponibile sul blog Mystagogy. Nella chiesa di Grecia è noto che il testo non è stato composto nella sessione stessa, ma in precedenza da parte dell'archimandrita Basilio (Gondikakis), l'ex abate dei monasteri di Stavronikita e di Iviron, noto per essere vicino al patriarcato di Costantinopoli. Anche se il testo è stato prodotto a nome dell'intera Sacra Comunità, è anche noto che molti dei monasteri athoniti hanno contestato il documento.

Il testo è suddiviso in quattro sezioni. La prima parla dell'atmosfera irrequieta che è sorta nella Chiesa ortodossa in tutto il mondo, affermando: "Non c'è motivo di agitazione, finché il Signore risorto è in mezzo a noi". Inoltre, notando che, secondo la Scrittura, la Chiesa è il pilastro e il fondamento della verità, sempre guidato dallo Spirito Santo, il documento afferma che "ogni paura è inutile" e "non sono giustificati né le agitazioni né i rifiuti, che conducono a scismi". L'affermazione continua anche a parlare non solo di scisma, ma di eresia: "Abbiamo fiducia nell'amore di Cristo, non in opinioni individuali e stantie, che conducono fuori della Chiesa e creano i castighi delle eresie".

Questa affermazione rispecchia quella dell'archimandrita Basilio nel suo articolo del 3 febbraio 2016 "Sul Grande Concilio della Chiesa Ortodossa". In questa pubblicazione egli parlava più apertamente, rispondendo agli "ecumenisti superficiali e zeloti fanatici", che sono "prigionieri della stessa e unica prigione. Si sono ritirati solo nella propria visione, privati ​​dell'audacia della fede e dell'amore della verità".

È ben noto che diversi vescovi, e perfino intere Chiese autocefale locali, hanno rifiutato i documenti di Creta, senza deviare né nello scisma né nell'eresia. Le Chiese locali della Georgia, della Bulgaria, di Antiochia e della Russia non hanno partecipato al consiglio e la Chiesa ortodossa in America non è stata invitata. Molti vescovi partecipanti che appartengono alle Chiese greca, cipriota e serba si sono rifiutati di firmare diversi documenti del Concilio stesso e hanno continuato a parlare delle debolezze e degli errori dogmatici dei documenti di Creta dopo il Concilio. Il famoso metropolita Ieroteo (Vlachos) e il metropolita Atanasio di Limassol sono stati particolarmente vociferi, soprattutto, anche se non solo, riguardo al documento "Relazioni della Chiesa Ortodossa con il resto del mondo cristiano".

Padre Basilio scrive ulteriormente: "Prima del Sinodo, i testi preparati sono stati presentati alla conoscenza dei fedeli con la possibilità di esprimere un parere", anche se non indica quando o dove questo sia accaduto. Nella sua risposta al testo della Sacra Comunità, il metropolita Serafino del Pireo, noto come convinto difensore della Tradizione patristica, chiede: "Quando è accaduto questo, di cui non abbiamo notizia? Quando mai i testi sono stati consegnati ai fedeli perché esprimessero un parere? Quando?!" e continua a notare che neppure i vescovi e i Santi Sinodi locali hanno esaminato i documenti nella loro forma finale preconciliare prima del Concilio stesso. Il metropolita Ieroteo ha scritto che i documenti preconciliari "erano sconosciuti alla maggior parte dei vescovi e a me: rimanevano bloccati nei comitati e noi non ne conoscevamo il contenuto".

La seconda sezione commenta la prima: In tutto questo non vogliamo suggerire una calma indifferenza, ma sottolineare l'importanza della vigilanza e della fede. Noi consideriamo un'ingratitudine verso Dio e una mancanza d'amore verso tutti i fratelli – vicini e lontani – non sottolineare con ogni audacia e chiarezza le ricchezze della grazia ricevuta da coloro che vivono all'interno della Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica".

Il documento continua parlando di Cristo come Via, Verità e Vita, come il Buon Pastore che è morto, risorto e asceso per la salvezza dell'umanità, a cui partecipiamo attraverso la continua grazia della Pentecoste nella Chiesa.

La terza sezione contrasta i leader e i pastori del mondo a Cristo il vero Pastore, affermando: "Condannano e distruggono altri come se fossero causa della malvagità, per correggere il mondo". La sezione termina notando che la Chiesa è costruita sulla fede e che ogni cambiamento nella dottrina ha conseguenze negative per la vita.

Chi ha obiezioni sui risultati del Consiglio di Creta ha la stessa preoccupazione, e indica ciò che comprende come deviazioni dogmatiche nei testi dei documenti del concilio, in particolare per quanto riguarda l'autocomprensione ecclesiologica della Chiesa.

La quarta sezione mette a confronto gli errori che si sono infilati nella versione occidentale del cristianesimo, con il perseguimento della filosofia scolastica e di una teologia della grazia creata, a paragone della pura teologia della Chiesa ortodossa in cui siamo "battezzati interamente nella fonte della grazia". Come discepoli del vero Cristo, tutti siamo chiamati a "dichiarare il gioioso messaggio che la morte è stata messa a morte", secondo il documento di padre Basilio.

È importante notare che, sebbene il testo di padre Basilio sia stato publicato a nome di tutti i rappresentanti straordinari e ordinari della Sacra Sinassi Doppia Straordinaria della Montagna Santa, non ha avuto, di fatto, il sostegno di tutti i 20 monasteri della montagna. Secondo fonti all'interno della Chiesa greca con contatti sui siti web religiosi del Monte Santo e della Grecia, i monasteri Xiropotamou, Philotheou, Konstamonitou, Karakallou e Grigoriou si sono tutti opposti alla pubblicazione del documento. La politica di lunga data della Sacra Comunità è di pubblicare tutte le affermazioni di natura non dogmatica come se fossero unanimi, anche se 7 o 8 monasteri non sono d'accordo.

I monasteri dissidenti, salvo Grigoriou, sono stati ripopolati dagli sforzi spirituali dell'anziano Efrem, ex abate del monastero di Philotheou, attualmente residente nel monastero di sant'Antonio a Florence, in Arizona.

Inoltre, sebbene il monastero athonita bulgaro di Zographou non si sia opposto al testo alla riunione, secondo contatti della Chiesa greca, la mente teologica principale del monastero, padre Atanasio, è stato sconvolto nel sapere che i suoi rappresentanti non abbiano fatto resistenza alla pubblicazione del documento.

La resistenza di diversi monasteri allla pubblicazione del testo deriva dalle critiche alla metodologia e ai documenti del Concilio di Creta da parte di diversi monasteri athoniti e della stessa Sacra Comunità, sia prima sia dopo il Concilio stesso. Molti nella Chiesa greca hanno notato la discontinuità tra le dichiarazioni precedenti e questa ultima affermazione che la Sacra Comunità ha adottato dall'archimandrita Basilio.

Il patriarcato di Costantinopoli ha inviato i sei documenti preparati per essere considerati a Creta ai 20 monasteri del Monte Athos nel marzo 2016, e in seguito diversi monasteri hanno inviato delle lettere alla Sacra Comunità del Monte Athos, esprimendo preoccupazioni sia sulla metodologia del Concilio sia sui contenuti specifici di alcuni dei documenti. Per esempio, l'archimandrita Filoteo, abate di Karakallou, ha scritto a nome di tutta la sua fratellanza:

Come emerge dallo studio dei testi pre-approvati, le affermazioni in materie ecclesiologiche sono precarie e ambigue e consentono interpretazioni che deviano dal dogma ortodosso.

Allo stesso modo, nel testo in discussione si afferma che le decisioni del Sinodo saranno vincolanti per il corpo intero della Chiesa, cosa che pregiudica la coscienza ortodossa.

Il 24 aprile 2016 una lettera aperta di sei monasteri athoniti è stata divulgata alla Sacra Comunità della Santa Montagna. I monasteri di Koutloumousiou, Xiropotamou, Zografou, Karakallou, Philotheou e Grigoriou hanno criticato i documenti adottati nella riunione dei primati delle Chiese Ortodosse locali a Chambesy dal 21 al 28 gennaio 2016, in particolare il documento sulle "relazioni".

In seguito all'incontro dopo la Pasqua del 2016 per discutere le varie questioni sollevate da diversi monasteri, la Sacra Comunità ha inviato a sua Santità il patriarca ecumenico Bartolomeo una lettera, in cui ha sottolineato diversi problemi con i documenti preparati per Creta, concentrandosi principalmente sulle questioni ecclesiologiche, tra cui la conduzione dei dialoghi inter-cristiani, "il cui stesso cammino e le cui modalità non ispirano la calma all'intera pienezza della Chiesa". Inoltre vi si suggeriva che il documento "La missione della Chiesa ortodossa nel mondo moderno" fosse modificato per presentare meglio l'antropologia ortodossa e la dottrina della theosis.

In seguito al Concilio stesso, una commissione della Sacra Comunità, composta dallo ieromonaco Crisostomo di Koutloumousiou, dallo ieromonaco Luca di Grigoriou, dall'archimandrita giuseppe, abate di Xiropotamou, dall'archimandrita Eliseo, abate di Simonopetra e dall'archimandrita Tichon, abate di Stavronikita, si è riunita per analizzare i documenti presentati a Creta e darvi una risposta. Hanno inviato ai membri della Sacra Comunità il 13 e 26 novembre 2016 un documento che comprende i punti positivi e negativi del concilio. "I documenti del Santo e del Grande Concilio contengono inesattezze e carenze... Guardiamo con speranza a ulteriori revisioni teologiche e formulazioni più accurate dei documenti conciliari", conclude la lettera.

Notano in particolare che alcune dichiarazioni nel testo "Le relazioni della Chiesa Ortodossa con il resto del mondo cristiano" tuttora "permettono una doppia interpretazione e attendono una formulazione più precisa, perché la verità risplenda, i fedeli ricevano consolazione, e le dispute e i conflitti si fermino". La dichiarazione continua offrendo una serie di modifiche al documento sulle "relazioni".

Il documento della commissione offre alcuni contrasti con il documento prodotto dall'archimandrita Basilio. La commissione scrive: "L'ambiguità di questi documenti crea il prerequisito per interpretarli in uno spirito ecumenista e pertanto costituisce una minaccia per l'unità della Chiesa". Padre Basilio, tuttavia, non sottolinea il contenuto dei documenti, ma afferma che sono le "agitazioni" riguardo ai documenti e il loro "rifiuto" che "conducono agli scismi".

Forti dichiarazioni in risposta al documento del giugno 2017 sono state rilasciate da alcune notevoli voci della Chiesa greca, tra cui il suddetto metropolita Serafino del Pireo e il protopresbitero  Anastasio Gotsopoulos. Notando che "il Monte Athos è stato un bastione dell'Ortodossia per dieci secoli", il metropolita continua a esprimere il suo "dolore, delusione e angoscia" sulla posizione dell'ultimo documento, che è incongruo con i precedenti documenti e che vede come una reazione debole all'ecumenismo, che sgretola la vigilanza spirituale dei fedeli cristiani ortodossi che guardavano alla Montagna Santa in cerca di una voce chiara.

Il metropolita Serafino scrive che il Monte Athos è stato purtroppo "reclutato" nel sostenere i documenti liberali di Creta e le posizioni liberali di coloro che li sostengono, anche se la maggioranza della Chiesa ortodossa non è mai stata rappresentata al concilio, dato che cinque Chiese locali, tra cui la più grande – la Chiesa russa – non erano presenti a Creta.

Illustrando diverse altre questioni del concilio e questo ultimo documento, sua Eminenza scrive: "Vogliamo informare i santi padri che il loro annuncio ha provocato una vera agitazione tra il popolo di Dio".

Il protopresbitero Anastasios Gotsopoulos, la cui lettera copre in modo simile la storia dei preparativi per il concilio e sostiene molti degli stessi punti del metropolita Serafino del Pireo, conclude la sua riflessione ricordando le parole del grande anziano Efrem di Katounakia. In risposta a una domanda sull'ecumenismo, affermava che si era ritirato in preghiera nella sua cella "chiedendo a Cristo di informarmi sull'ecumenismo. Ho ricevuto la sua risposta, che era che l'ecumenismo ha uno spirito di iniquità ed è dominato da spiriti impuri".

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