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  Sulla non inevitabilità del modernismo

Dal blog del sito Orthodox England

19 dicembre 2016

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Un tempo la pseudo-scienza del marxismo era solita annunciare che le sue pretese, così come la morte e le tasse, erano inevitabili. In modo simile i sostenitori della teoria dell'evoluzione erano soliti annunciare che era questa l'unica 'verità' che contava, fino a che i veri scienziati hanno sottolineato che si trattava solo di una teoria tra le tante. Allo stesso modo, l'Unione Europea era solita annunciare che il suo obiettivo di creare degli Stati Uniti d'Europa era anch'esso inevitabile, 'come per un uomo in sella a una bicicletta è necessario pedalare e andare avanti, altrimenti cadrà'. In realtà se si va in bicicletta (in particolare se si va verso un baratro), ci si può facilmente fermare senza cadere e tornare indietro, che è esattamente ciò che hanno fatto i pragmatisti della Brexit. Anche i modernisti erano soliti utilizzare lo stesso argomento pseudo-scientifico dell'inevitabilità per giustificarsi. In un mondo post-modernista, il loro argomento è particolarmente assurdo e antiquato.

Così, quarant'anni fa mi ricordo un prete di una diocesi modernista occidentale del vecchio Patriarcato di Mosca (un prete che in seguito è stato ridotto allo stato laicale, ha abbandonato la moglie e poi si è suicidato) che usava esattamente lo stesso argomento. 'I cattolici hanno avuto il Vaticano II, e noi li seguiremo. È inevitabile. Ci sbarazzeremo dell'iconostasi, avremo le donne intorno al tavolo dell'altare, avremo le diaconesse, la faremo finita con gli abiti clericali e saremo moderni come i protestanti e poi come i cattolici. È solo che noi ortodossi siamo arretrati rispetto agli altri'. Mi sono ricordato delle sue parole di recente, quando un membro dell'Arcidiocesi di Parigi ha detto che dal momento che uno dei loro sacerdoti in Belgio accetta già i 'matrimoni' omosessuali ​​e che un prete sotto Costantinopoli in Finlandia celebra effettivamente tali 'matrimoni', allora 'il resto della Chiesa li seguirà'. Inevitabilità? Come a Creta?

Un membro dell'arcidiocesi di Costantinopoli nel Nord America ha recentemente contestato il motivo per cui al governatore di New York Andrew M. Cuomo è stato recentemente dato il 'Premio Patriarca Atenagora per i diritti umani'. Dopo tutto, Cuomo è ben noto come acceso sostenitore del movimento pro-morte (erroneamente chiamato pro-scelta). Il 17 luglio 2014, il governatore Cuomo si è riferito così ai difensori del bambino nello stato pre-natale: "Questi conservatori estremi del diritto alla vita ... non hanno posto nello stato di New York". Quella attuale mi sembra una strana critica, quando due anni fa il vicepresidente Biden, che loda tanto generosamente l'attuale patriarca di Costantinopoli e ha anche cercato di favorire lo scisma ecclesiale in Ucraina ed è un altro politico apertamente favorevole all'aborto, ha ricevuto anche lui lo stesso dubbio premio massonico.

Ad alcuni sembra che una Chiesa ortodossa che accetti tutto ciò che accettano il protestantesimo liberale e cattolicesimo liberale, compreso il clero omosessuale, ragazze adolescenti che 'danzano' attorno all'altare e "messe alla chitarra", sia inevitabile. Dopo tutto, dicono, 'siamo tutti soggetti agli stessi processi sociologici'. Queste persone, intrinsecamente secolarizzate e senza fede, non hanno alcuna comprensione che questo è un atteggiamento tipicamente protestante / laicista / cattolico / occidentale. La Chiesa è appunto l'unico organismo (non organizzazione) che non è soggetta ai 'processi sociologici' (quattro Chiese locali hanno resistito Creta), bensì ai processi della grazia di Dio, i processi dello Spirito Santo. Se gli apostoli e i martiri fossero stati soggetti a 'processi sociologici', avrebbero incensato i demoni (o 'dèi'), come furono invitati a fare. Invece, hanno rifiutato – e sono divenuti santi, i frutti dello Spirito Santo.

Il punto è che nessuna delle incredibili secolarizzazioni subiti dal protestantesimo e cattolicesimo negli ultimi cinquanta anni (o nei secoli precedenti) è inevitabile. Tuttavia, questo è vero solo fino a quando fino a quando abbiamo lo Spirito Santo e non il razionalismo vuoto nel cuore, che è la 'sapienza carnale' dello spirito del mondo – e sappiamo chi è il principe di questo mondo. Come lo scolastico apostata Abelardo ha scritto 900 anni fa nel prologo della sua opera 'Sic et non': 'I Padri avevano lo Spirito Santo, ma noi non lo abbiamo'. Per l'interesse dei discendenti apostati di Abelardo, la parola 'Padri' significa 'la Chiesa (ortodossa)', in altre parole: 'La Chiesa (ortodossa) ha lo Spirito Santo, ma le altre non lo hanno'. Non c'è nulla di inevitabile nel modernismo, così come non c'è nulla di inevitabile in qualunque altra forma di apostasia.

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