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  Interviste a Nikita Krivoshein e a Séraphin Rehbinder sulla chiesa russa di San Nicola a Nizza
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Qualcuno sta influenzando il capo dell'Esarcato russo in Europa occidentale: Intervista a Nikita Krivoshein

18 ottobre 2011 - Interfax-Religion, Parlons D'Orthodoxie

 

Il Consiglio dell'Esarcato per le parrocchie russe in Europa Occidentale (Patriarcato ecumenico) ha emesso recentemente un comunicato in cui si dichiara che l'Associazione cultuale della Cattedrale di San Nicola a Nizza (ACOR) ha presentato ricorso in cassazione nel processo che la oppone alla Federazione Russa. Di fatto, il Tribunale di Nizza e la Corte d'appello di Aix-en-Provence hanno riconosciuto alla Russa il diritto d’uso della cattedrale. L'ACOR ritiene che la sentenza della Corte d'Appello "non la privi del suo diritto di usare la cattedrale e di officiarvi".

Finora, le autorità del Patriarcato Ecumenico non si sono affrettate a trasferire al Patriarcato di Mosca il diritto all'uso della cattedrale (la sentenza della Corte d'appello di Aix-en-Provence è datata 19 maggio; da parte sua, lo Stato russo ha trasferito alla Chiesa ortodossa russa il diritto permanente di officiare nella cattedrale di Nizza, a titolo gratuito).

Il 15 ottobre, il sito web del Movimento degli Ortodossi Locali di Tradizione Russa in Europa occidentale (OLTR) ha commentato l'attitudine dell'Esarcato pubblicando il suo Comunicato n.17, «Comment résoudre le problème de Nice?» (Come risolvere il problema di Nizza?).

Quest'intervista accordata da Nikita Krivoshein, membro fondatore dell’OLTR, a Elena Mahler-Mat'jazova, spiega il comportamento dell'Esarcato nella questione di Nizza e suggerisce le soluzioni per risolvere questa situazione.

Nikita Igorevich, cosa ha spinto l’OLTR a formulare questo Comunicato?

Bisogna cominciare a dire che il testo è stato messo a punto e finalizzato dal collegio dei membri fondatori dell'associazione, sulla base di un progetto redatto dal nostro presidente, Séraphin Rehbinder.

Le decisioni adottate a due riprese dalla giustizia francese sono state ostinatamente disapplicate dalla ACO, ed è precisamente questa la ragione che ha spinto l’OLTR a mettere online il suo Comunicato. L’Arcivescovado ha motivato il suo rifiuto di applicare la sentenza della Corte d’appello e di trasferire la cattedrale di Nizza al suo proprietario legittimo, la Federazione Russa, facendo riferimento in modo distorto alle regole del diritto canonico. Lo stato russo ha trasferito i suoi diritti al Patriarcato di Mosca nella persona della diocesi di Chersoneso.

Possiamo per l’occasione invocare due precedenti: nel marzo 2011, lo stato di Israele ha restituito alla Federazione russa i diritti di proprietà sul metochio di San Sergio a Gerusalemme; nel 2008 l’Italia ha restituito alla Russia la chiesa di San Nicola a Bari. In entrambi i casi, il trasferimento della proprietà ha avuto luogo senza il minimo incidente. Le difficoltà sono sorte solo qui a Nizza, e questo si spiega con l'atteggiamento ostile dell'Arcidiocesi verso la Russia moderna e la sua Chiesa. Questa animosità si è manifestata con un’intensità particolare dopo la morte, nel 2003, dell'arcivescovo Serge (Konovalov), e l'elezione a quel soglio di Mons. Gabriel (de Vylder). Con il suo arrivo, la politica del Esarcato è caduta sotto l'influenza di un gruppo poco numeroso e poco conosciuto di emigrati che hanno scelto di negare la realtà della liberazione della Russia e della Chiesa ortodossa russa dalla dittatura comunista.

Possiamo considerare il testo messo online dall'OLTR come una sorta di risposta al Comunicato N° 04-11 dell'Arcivescovado?

Sì, assolutamente. È allo stesso modo una reazione a innumerevoli pubblicazioni ostili apparse sul sito web dell'ACOR e di altri indirizzi internet vicini all’Arcidiocesi. Nel suo Comunicato datato 28 settembre l'Arcivescovado accusa la Diocesi di Chersoneso (Patriarcato di Mosca) di fare interferenza in maniera brutale nella vita interna della cattedrale di San Nicola, come dimostrato dalla nomina a rettore della cattedrale dell’arciprete Nikolaj Ozolin, chierico della diocesi di Petrozavodsk, nel nord della Russia.

Che cosa si qualifica come interferenze o intrusioni in questo caso, non si capisce per niente. L'ultima sessione del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa ha deciso di mettere padre Nikolaj a disposizione della diocesi di Chersoneso, Mons. Nestor lo ha nominato a Nizza. L’arcivescovado era stato informato in precedenza di questa nomina, così come il clero della cattedrale di San Nicola. Padre Nikolaj ha, purtroppo per una sola volta, concelebrato con il rettore attuale (del patriarcato di Costantinopoli) della cattedrale. I fedeli hanno potuto allora sperare in una soluzione fraterna della situazione. Tuttavia, una settimana più tardi, Mons. Gabriel è venuto a Nizza ed è intervenuto in un modo molto aspro per proibire a padre Nikolaj l’accesso all'altare della cattedrale. In seguito, padre Nikolaj e venuto umilmente a pregare a San Nicola stando nella folla dei fedeli.

Quali sono a suo parere i punti più significativi della dichiarazione dell'OLTR?

Questo documento mostra che l'Arcidiocesi sta deliberatamente mescolando il diritto canonico con il diritto civile. Si compiace di affermare che la Chiesa ortodossa russa poco fa asservita ai sovietici, rimane una docile subordinata di uno stato dittatoriale. La Chiesa è sistematicamente rimproverata ripetutamente di intrattenere un rapporto eccessivamente stretto con lo Stato. Ne sarebbe prova il trasferimento da parte dell’amministrazione presidenziale della cattedrale di San Nicola al Patriarcato di Mosca. Tuttavia, come precisiamo nel nostro testo, tale aiuto non è una sorta di concordato. Non è che una manifestazione di giustizia, la restituzione di ciò che fu depredato dal regime sovietico, un ritorno di quello che era stato distrutto. Lo stato continua ad aiutare la Chiesa ortodossa russa, proprio perché una volta l'ha perseguitata, e perché ora ammette i suoi errori e crimini. Per esempio, Sua eccellenza Aleksandr Orlov, ambasciatore di Russia in Francia, ha recentemente annunciato che dei restauratori russi si tengono pronti a rimettere in sesto la cattedrale di Nizza che ne ha un gran bisogno.

Ma, forse, il punto essenziale del comunicato dell’OLTR si basa sulle accuse di una sedicente non canonicità del trasferimento della cattedrale alla Chiesa russa. Ora, né nel periodo precedente al patriarca Sergio, né negli anni del suo patriarcato, né in seguito, né nei decenni che seguirono, il Patriarcato di Mosca ha mai riconosciuto la legittimità della fondazione della Chiesa fuori fontiera, né quella dell'Arcidiocesi "evloghiana". Pertanto, agli occhi della Chiesa ortodossa russa, la propria giurisdizione sulla cattedrale di Nizza, come su tutte le altre chiese costruite dalla Russia prima della rivoluzione, è rimasta immutata. Questo rende nullo e insostenibile l'argomento principale avanzato dall'Arcivescovado.

L’OLTR si riferisce a un messaggio inviato dal patriarca Bartolomeo, che ha esortato l’Esarcato a stabilire relazioni fraterne con la Chiesa russa in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario della Cattedrale di sant’Aleksandr Nevskij a Parigi. In che modo questa dichiarazione del Patriarca concorda con le politiche totalmente distruttive dell’arcivescovo di Comana?

Credo di poter dire che Mons. Gabriel non si ispira tanto nelle sue posizioni agli appelli del patriarca di Costantinopoli, che, se posso dire così, deve gestire un sacco di situazioni "scottanti" in tutto il mondo, quanto piuttosto agisce di concerto con un gruppo di membri laici del Consiglio dell'Arcivescovado che cercano di influenzarlo a loro profitto. Pertanto, penso che non si debba tanto parlare di ostilità di Costantinopoli verso la Chiesa russa, quanto piuttosto di ostilità da parte del Consiglio dell'Arcivescovado. Comunque, come si dice nelle relazioni internazionali, ora si è praticamente raggiunto un "punto di non ritorno".

Si può e si deve ricordare che, due anni fa, quando il metropolita Ilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, è stato in visita ufficiale a Parigi, è stato invitato a officiare la Liturgia alla cattedrale di sant’Aleksandr Nevskij a Rue Daru, ma 48 ore prima del momento convenuto, questo invito è stato annullato nel modo più scortese possibile. Nel 2007, quando il defunto Patriarca Alessio II è arrivato in Francia, è stato il solo Patriarca ortodosso in visita in Francia a non essere stato invitato alla cattedrale di sant’Aleksandr Nevskij. Si è trattato di azioni irrispettose che hanno portato al rapporto deplorevole che constatiamo.

Infine, il Вестник РХД (Messager Orthodoxe) ha pubblicato una lettera, datata agosto 2010, nella quale il metropolita Ilarion annuncia le sue dimissioni dal comitato di redazione della rivista, e giustifica la sua decisione con le numerose pubblicazioni ostili alla Chiesa ortodossa russa apparse nelle sue pagine. In risposta a questa lettera, nello stesso numero (n° 198) il redattore capo della rivista, Nikita Alekseevich Struve, ha scritto una risposta piena di giudizi calunniosi e accuse contro la Chiesa russa.

Va da sé che non si dovrebbe parlare di irreversibilità nelle relazioni interecclesiali... resta sempre una speranza di avvicinamento e comprensione fraterna.

Quali sviluppi della situazione che coinvolge Nizza vede a suo avviso come discussioni costruttive?

L’OLTR sta facendo tutti gli sforzi possibili per persuadere il clero della cattedrale di Nizza e i membri del Consiglio dell'Arcivescovado di smettere di invocare in modo improprio i canoni, di riconoscere e di accettare il trasferimento della chiesa di Nizza alla Chiesa russa. Penso che sia possibile utilizzare mezzi costruttivi per convincerli... ma credo che molto presto vedremo se questo è realmente possibile.

 

Séraphin Rehbinder: La politica dell’Associazione ACOR a Nizza può metterla su una strada molto pericolosa

26 ottobre 2011, katehon.ru, Tserkovnyj vestnik

 

Di recente, dopo la decisione del tribunale francese nel maggio 2011, che riconosce i diritti della Federazione russa alla proprietà della cattedrale ortodossa russa di San Nicola a Nizza, c'è stata una serie di importanti cambiamenti. Ai primi di settembre, il Patriarcato di Mosca ha nominato padre Nikolaj Ozolin nuovo rettore della chiesa, dopo di che, ha definitivamente abolito la pratica di lunga data della riscossione di tasse d'ingresso per l'ammissione alla chiesa come luogo turistico popolare. Purtroppo, però, in risposta a questi primi passi per normalizzare il suo stato, il conflitto del Patriarcato di Mosca con l'Associazione cultuale ortodossa di Nizza (ACOR) è solo peggiorato. L'ACOR non ha permesso a padre Nikolaj, il nuovo parroco, di esercitare le sue funzioni, non gli permette di servire, e tiene l'edificio chiuso a chiave tranne che nei tempi in cui è aperto per le funzioni. Deve ancora consegnare le chiavi dell'edificio ai rappresentanti del Patriarcato di Mosca.

In un'intervista con Elena Mahler-Mat'jazova, Séraphin Rehbinder, uno dei figli dell’arciprete Aleksandr Rehbinder, attivista della chiesa e presidente del movimento degli Ortodossi Locali di Tradizione Russa in Europa occidentale (OLTR), ha parlato del conflitto che circonda la chiesa russa di Nizza, le posizioni degli "avversari" del Patriarcato di Mosca, e le ragioni che ostacolano un dialogo tra di loro. A nome dell’OLTR, ha pubblicato il 15 ottobre 2011 un comunicato molto importante, «Comment résoudre le problème de Nice?»(Come risolvere il problema di Nizza?).

Séraphin Aleksandrovich, purtroppo, non siamo ancora riusciti a risolvere il conflitto sulla cattedrale di San Nicola a Nizza. Inoltre, non c'è stato alcun normale negoziato tra le parti in causa. Pensa che ci sia la possibilità di risolvere pacificamente la situazione? Che cosa impedisce l'avvio dei negoziati?

Tanto per cominciare, c'è sempre la possibilità una soluzione pacifica, e bisogna ricordarlo, la parte russa non ha mai fatto ricorso alla forza, come ora i suoi oppositori dicono che ha fatto, ma c’è voluto un tempo piuttosto lungo per cercare di iniziare dei negoziati. Così, nel 2007, l'ambasciatore russo a Parigi si è rivolto all'arcivescovo in carica dell'Esarcato per le chiese ortodosse russe in Europa occidentale per annunciargli che la Federazione Russa intendeva reclamare i suoi diritti sulla Cattedrale di San Nicola a Nizza. Quindi, ha precisato che lo stato russo era pronto a prolungare il contratto di locazione della cattedrale all’ACOR di Nizza, personalità giuridica che rappresenta la cattedrale. Naturalmente, sarebbe stato a condizione che l’ACOR accettasse il trasferimento della proprietà e che abolisse la riscossione dei diritti d'ingresso all’edificio. Eppure, la ACOR non ha mai risposto a questa proposta, in compenso ha emesso insulti e rimproveri contro il Patriarcato di Mosca e contro la Russia post-sovietica, che, a suo dire, non ha alcun diritto all’edificio, che è stato la propria chiesa parrocchiale per un tempo molto lungo. Ora, se l’ACOR avesse ascoltato quello che la parte russa aveva da dire e avesse accettato l’offerta del prolungamento del contratto di locazione, tutto sarebbe finito in modo diverso.

Anche ora, la parte russa esorta tutte le parti a negoziare. Tuttavia, l’ACOR, presieduta dall’arciprete Ioann Heidt, ignora l’appello, e tutto fa credere che non vorrà mai accettare un dialogo con Mosca. Allo stesso tempo, non si è potuto stabilire trattative tra il vescovo Nestor, il vescovo della diocesi di Chersoneso (Patriarcato di Mosca), e l'arcivescovo Gabriel di Comana che, ogni volta che è stata pianificata una riunione, l’ha sospesa sostenendo che non era responsabile della situazione e che aveva bisogno di consultarsi con l’ACOR. Fanno accuse che incriminano la Russia di usare tattiche aggressive e sleali, mentre è esattamente il contrario. Sono di fatto l’Arcivescovado e l’ACOR che si rifiutano di negoziare e agiscono in maniera unilaterale. Tentano di suscitare scandali e di presentarsi come vittime. Lo fanno per attirare l'attenzione dei media francesi, e, dove possibile, il sostegno della comunità locale.

Qual è la situazione della cattedrale di San Nicola a Nizza? È vero che non consentono al nuovo rettore di officiare? Che attualmente non c'è accesso alla cattedrale di fuori degli orari delle funzioni, e che hanno affisso manifesti anti-russi all’entrata?

Purtroppo è tutto vero, e ne sono testimone. L’arciprete Nikolaj Ozolin, il nuovo rettore nominato dal Patriarcato di Mosca, si è comportato al suo arrivo a Nizza nel modo più cortese, ha mostrato di essere del tutto disposto al dialogo e a cercare di trovare una soluzione concordata a tutti i problemi. Pertanto, si è immediatamente offerto di concelebrare con il precedente rettore, padre Ioann Heidt, e diverse funzioni comuni hanno potuto avere luogo. Tuttavia, poco dopo, il Consiglio dell’Arcivescovado (di cui padre Ioann è membro), ha condannato tali concelebrazioni, dopo di che il Vescovo Gabriel di Comana ha semplicemente proibito a padre Nikolaj l’accesso all’altare della cattedrale. Fino a oggi, padre Ioann Heidt continua a presiedere alle funzioni, mentre padre Nikolaj può solo pregare con i parrocchiani regolari.

Come sapete, la prima richiesta da parte russa è stata quella di abolire la pratica di lunga data di riscossione di contributi di ingresso (attualmente, 3 euro a persona) alla chiesa di fuori degli orari delle funzioni, ma l’ACOR si è ostinatamente rifiutata di farlo. La Russia si è vista costretta a dichiarare che, come legittima proprietaria della cattedrale dal 2008, si riservava il diritto di richiedere tutti i dati sulla quantità di denaro raccolto da quella data. Questa minaccia ha forzato l’ACOR a riconsiderare le cose e le ha fatto annullare i biglietti d'ingresso. Tuttavia, allo stesso tempo, e senza essere autorizzata, ha deciso di limitare l'accesso all'edificio, che ora è aperto solo durante le funzioni. Dopo si bloccano le porte e per il resto del tempo la chiesa è chiusa. Eppure, masse di turisti da tutto il mondo vengono a visitare questo ammirevole monumento di architettura e di storia russa. Per giustificare questa insolita decisione, si dice che ciò è stato causato dalla richiesta da parte russa di abolire i biglietti d'ingresso all'edificio. Pertanto, all’ingresso della cattedrale è stato affisso un manifesto, che dice che la Federazione russa ha vietato di riscuotere un contributo d'ingresso, privando l’ACOR dei fondi per pagare i dipendenti della cattedrale. Ancora un’occasione per l’ACOR di scaricare ogni sorta di accuse sulla Russia.

Recentemente, in un'intervista, sua Eccellenza Aleksandr Orlov, l'ambasciatore russo in Francia, ha espresso la sua indignazione per il fatto che l’ACOR si arroga il diritto di continuare a disporre di proprietà appartenenti al suo paese, e, ancora una volta, ha espresso la sua volontà di ricorrere ad una soluzione giuridica del problema. Si arriverà a un nuovo procedimento giudiziario?

Sì, è molto probabile che dovremo andare di nuovo in tribunale per ottenere uno sgombero forzato degli occupanti abusivi che occupano illegalmente la cattedrale. Tuttavia, la nostra opposizione ha fatto ricorso a nuovi argomenti. Essi non contestano più la decisione del tribunale francese, e sono d'accordo che la Federazione Russa è il proprietario legale della cattedrale. Allo stesso tempo, insistono sul fatto che la Russia non può imporre una soluzione delle questioni canoniche della cattedrale e nominare un nuovo sacerdote. In altre parole, dicono, "Legalmente è la vostra chiesa, ma non avete il diritto di nominare i suoi sacerdoti"... questa al momento è la posizione dell’ACOR.

Quindi, ora si scopre che non è una questione di legalità, ma di diritto canonico...

Sì, questa è la posizione assunta dall’ACOR e da padre Ioann Heidt, secondo la quale il Patriarcato di Mosca non ha il diritto di esistere in Europa occidentale, questo non è il territorio canonico della Chiesa ortodossa russa. Ciò li fa dire e ripetere: "La Chiesa russa e il Patriarcato di Mosca non hanno alcun ministero qui da noi".

Per quanto riguarda Costantinopoli, poi, la situazione è un po' diversa. L'Arcivescovado si ritiene "sotto l’omoforio del Patriarca di Costantinopoli", in un certo senso, ma solo al fine di garantire la propria indipendenza. Possiamo dire che si servono l'uno dell'altro: per Costantinopoli, questo rafforza la loro pretesa di giurisdizione su tutta la diaspora ortodossa; per l'Arcidiocesi, rafforza la loro indipendenza. Da un lato, apprezzano che Costantinopoli non interferisca eccessivamente nei loro affari interni, ma, in realtà, invece, vogliono essere indipendenti anche da Costantinopoli. Il loro obiettivo, e non sognano altro, è quello di creare una Chiesa locale totalmente indipendente. L’Arcivescovado non cessa di ripetere che è il solo a raggruppare in Francia gli ortodossi liberi da ogni "filetismo", oltre a essere il solo e unico corpo ecclesiale libero da qualsivoglia controllo statale.

Cosa ne pensa della situazione del Patriarcato di Costantinopoli? Quali sono i vostri commenti sulle recenti dichiarazioni del patriarca Bartolomeo in relazione con il 150° anniversario della cattedrale di sant’Aleksandr Nevskij a Parigi?

In generale, i rapporti con Costantinopoli non sono mai facili, a causa delle loro pretese di essere i coordinatori capi delle Chiese ortodosse, mentre tentano di estendere le proprie pretese di giurisdizione su tutta la diaspora ortodossa. Pertanto, quando è stata creata l'Assemblea dei vescovi ortodossi di Francia (AEOF), si presumeva una base di parità di tutti i vescovi rappresentanti delle Chiese ortodosse presenti in Francia. Tuttavia, il Patriarcato di Costantinopoli ha insistito che l’ultima parola spetti al vescovo del Patriarcato di Costantinopoli, che deve quindi presiedere sull'Assemblea. Eppure, più di recente, un incontro della Commissione Inter-ortodossa a Chambésy, in una certa misura, ha restaurato un modello corretto di cooperazione inter-ortodossa: ha ribadito che qualsiasi decisione di una Assemblea dei vescovi ortodossi deve essere unanime. Inoltre, hanno detto che il vescovo che rappresenta Costantinopoli è su un piano di parità con il resto dei membri dell’Assemblea. Questo corrisponde ai principi fondamentali dei rapporti inter-ortodossi.

Credo di poter dire che ora, per quanto riguarda il conflitto intorno alla cattedrale di Nizza, il punto focale dell'opposizione a Mosca non è Costantinopoli, e probabilmente neppure Vladyka Gabriel di Comana; è un gruppo di membri del Consiglio dell’Arcivescovado, di cui fa parte padre Ioann Heidt, intorno al quale si è coalizzata l’ACOR. Mi piacerebbe arrivare ad affermare che a mio parere Costantinopoli davvero non si cura di tutto il conflitto, e che vuole che tutte queste contese sollevate all'interno dell’Arcidiocesi se ne vadano solo via. Ne vedo la miglior prova nelle parole di saluto del patriarca Bartolomeo, circa la necessità di "costruire ponti che rafforzano le nostre relazioni fraterne con la nostra Chiesa sorella del Patriarcato di Mosca", e, soprattutto, "I tempi sono cambiati, lo spirito di polemica è alle nostre spalle, dobbiamo curare le ferite inflitte dalla storia, e abbandonare completamente tutte le ostilità".

Avevo sperato che queste parole del patriarca di Costantinopoli aiutassero a ottenere una risoluzione della situazione prima del 2012, quando la cattedrale ortodossa russa di San Nicola a Nizza celebrerà il suo 100° anniversario.

Credo che si troverà ben presto una soluzione. Tuttavia, non sarà possibile senza scandali e senza coercizioni. Non c'è altro modo se l'ACOR persevera nei suoi rifiuti di fare un passo di conciliazione. Le parole del Patriarca Bartolomeo, "dobbiamo curare le ferite inflitte dalla storia, e abbandonare completamente tutte le ostilità", avranno qualche effetto sull’ACOR? È difficile da dire, in quanto, purtroppo, si vedono come un'entità indipendente, libera da ogni legame con qualsiasi struttura, sia questa Mosca o Costantinopoli.

Tuttavia, questo solleva un punto importante: in realtà stanno dicendo che sono gli unici veri ortodossi; per loro, tutti gli altri sono solo filetisti e nazionalisti. Dicono che non sono sotto il controllo di questo o di quello stato, che non si discostano dalle decisioni del Concilio di Mosca del 1918, e così via. Questa ideologia è molto allarmante. In primo luogo, ciò può portare all’arroganza e al disprezzo degli altri. In secondo luogo, tale ideologia è spesso insita nella mentalità delle sette che si separano dalla Chiesa... dopo tutto, tutti sanno che i settari hanno sempre creduto di essere gli unici veri credenti ortodossi. Solo con un'intensa associazione con l’universalità della Chiesa (к соборной Церкви) ci si può armare contro tale tentazione.

Ci rammarichiamo per l'atteggiamento ostile dell'Arcidiocesi verso la Chiesa russa, per la sua associazione meramente formale con il Patriarcato ecumenico, e per i suoi sogni vuoti di essere una Chiesa locale. Dio voglia che la loro chiesa non vada perduta e che trovi finalmente il suo vero posto nella Chiesa universale.

Séraphin Rehbinder ed Elena Mahler-Mat'jazova

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