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  L'errore dell'obbedienza cieca ai vescovi – secondo i santi della Chiesa ortodossa

di Nektarios Dapergolas

Russian Faith, 30 giugno 2021

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Dall'apostolo Paolo ai Padri cappadoci, da sant'Atanasio a san Fozio il Grande, quando tutti i nostri Padri della santa Chiesa parlano di obbedienza impropria, esortano i fedeli a sfidare e disobbedire a quei "pastori ecclesiastici" che cadono nell'errore o nell'eresia.

Questo problema è di grande attualità perché viviamo in un'epoca particolarmente pericolosa, un'epoca di grande confusione dogmatica e spirituale, un'epoca in cui alcuni vescovi costringono sempre più i fedeli ad obbedire alle loro richieste e a deviare dagli insegnamenti della nostra santa Chiesa adottando aberrazioni profane e innovazioni blasfeme.

(E qui includo tutto ciò che abbiamo sopportato in questi ultimi mesi, le chiusure e le sterilizzazioni arbitrarie della chiesa, il culto con maschere, il divieto di venerazione delle sante icone, il pane della chiesa in pacchetti e l'acuta paura della malattia e della morte, anche davanti al santo calice). Da questo momento in poi, daremo testimonianza ai santi più nuovi e moderni, che esortano i fedeli a disobbedire all'eresia e ai vescovi che sbagliano, quando ci sono buone ragioni per disobbedire.

Cominciamo con san Nicodemo del Monte Athos, che era perfettamente allineato con gli scritti di san Giovanni Crisostomo diversi secoli fa quando scrisse: "Se il tuo anziano si sbaglia negli affari dello stato e delle sue istituzioni, non ingerirti. Se, invece, ha torto in materia di Fede, abbandonalo e fuggi, sia lui un uomo o anche un angelo del cielo".

san Giovanni Maksimovich

Ricordiamo anche l'impressionante lungimiranza del famoso santo russo Giovanni Maksimovich (1897–1966), vescovo di Shanghai e San Francisco. La preveggenza del santo è un'esplicita esortazione contro l'obbedienza cieca e ogni tipo di fantasia delirante. Nelle sue parole:

"Negli ultimi giorni, il male e l'eresia si saranno così diffusi che i fedeli non potranno trovare un sacerdote o un pastore che li protegga dall'illusione e li guidi alla salvezza. A quel tempo, i fedeli non riceveranno una guida sicura dagli uomini; ma la loro guida saranno gli scritti dei santi Padri. Soprattutto in questo momento, ogni credente sarà responsabile dell'intera pienezza della Chiesa. Fratelli, è tempo che tutti noi assumiamo la nostra responsabilità nei confronti di Dio e della storia. Non tollerate più sciocchezze o sviamenti da parte di preti o vescovi. Non chiudete un occhio perché sarete corresponsabili. I santi vi stanno avvisando".

Un'altra grande figura ecclesiastica contemporanea che ci mette in guardia è il compianto metropolita (e grande protagonista ortodosso) Agostino Kantiotis. Quest'uomo era profondamente rispettato dai grandi santi dei nostri giorni, come san Giorgio Karslidis, che lo chiamava "Confessore di Cristo", e san Paisios, che tra altri elogi, lo chiamò persino "il nuovo Crisostomo del Chiesa." Ascoltate, dunque, ciò che questo grande ierarca moderno aveva da dire riguardo agli scritti sacri sul tema dell'obbedienza:

"Il vescovo deve obbedire al Vangelo. Ecco perché quando il vescovo è ordinato, è ordinato mentre sta sotto a un libro del Vangelo. Come dicono i Padri, questo significa che il popolo obbedirà al vescovo a una condizione: che il vescovo obbedisca al Vangelo. Ma quando il vescovo non obbedisce al Vangelo e non si attiene ai ssanti Canoni, allora il clero e il popolo non sono obbligati ad obbedire al vescovo. In caso di dilemma per una contraddizione tra il Vangelo e l'insegnamento del vescovo, "dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che agli uomini!" (At 5:29) E allora sacerdoti e monaci eroici, anche semplici laici (nei casi in cui tacciono i vescovi e tacciono i pulpiti), allora ogni ecclesiastico e laico ha il diritto e l'obbligo di dire quelle cose su cui i vescovi tacciono per vigliaccheria, o per spirito mondano, o per malinteso. Ogni volta che i pulpiti hanno taciuto, monaci e persone semplici e umili, uomini e donne, hanno sostenuto l'Ortodossia. Non dimentichiamo che la Romania è stata liberata da Ceaușescu con l'aiuto di un oscuro religioso che ha acceso la miccia della libertà e ha distrutto la dittatura e il regime tirannico di Ceaușescu. Pertanto, ogni sacerdote non è schiavo del suo vescovo, ma è obbligato a obbedirgli solo quando quel vescovo è un contendente nella santa lotta".

Come accennato in precedenza, anche san Paisios ci ha consigliato cosa fare quando la nostra fede è minacciata e perseguitata o il Divino è bestemmiato; perché se non parliamo, anche noi siamo responsabili. San Paisios ha detto:

"Durante questi tempi difficili, ognuno di noi deve fare tutto ciò che è umanamente possibile e ciò che non è umanamente possibile dovrebbe essere lasciato a Dio. In questo modo, la nostra coscienza sarà in pace, sapendo che abbiamo fatto tutto ciò che potevamo fare. Se non reagiamo, i nostri antenati risorgeranno dalle tombe. Hanno sofferto tanto per la nostra Patria, ma cosa stiamo facendo noi per la nostra Patria? È inaccettabile che la Grecia e l'Ortodossia, con le sue tradizioni, i suoi santi ed eroi, siano combattute e perseguitate dagli stessi greci mentre noi non parliamo nemmeno! È terribile! Ho chiesto a qualcuno, 'perché non parli? Come può il tal dei tali fare questo?' Mi ha risposto: 'Cosa posso dire? È una sporcizia totale.' Ebbene, se è sporco, perché nessuno dice niente? Dovrebbe essere ritenuto responsabile! No, lo lasciano stare. Dì solo: 'Non sono d'accordo con questo'. Fai le cose con onore. Vuoi servire solo te stesso e rovinare tutto il resto? Se i cristiani non reagiscono o non confessano la loro fede, i colpevoli faranno cose peggiori; ma se reagiamo, gli autori si fermeranno a riflettere. Sfortunatamente, i cristiani di oggi non sono combattenti. I primi cristiani erano forti; hanno cambiato il mondo. In epoca bizantina, quando un'icona era rimossa da una chiesa, la gente reagiva. Cristo è stato crocifisso perché noi risorgessimo, e noi siamo indifferenti! Se la Chiesa non parla per non rompere con lo Stato, se gli arcivescovi o i metropoliti non parlano per stare bene con tutti perché hanno bisogno del loro aiuto con le loro istituzioni, se i monaci athoniti non parlano per non perdere i loro finanziamenti, allora chi parlerà?"

Finora abbiamo discusso della follia dell'obbedienza incondizionata; ma c'è anche un altro errore che circola, ovvero che sia un sacrilegio criticare gli errori e le falsità del clero, una  cosa che anche i Padri della santa Chiesa respingono. Concludiamo con alcune parole su un'altra idea irrazionale – la critica degli ecumenisti verso i loro oppositori, ovvero la teoria che chi si oppone all'ecumenismo stia creando uno scisma nella Chiesa.

Qualcuno può seriamente osare affermare che uno scisma (anche se alla fine si arriva a questo) è causato da coloro che aderiscono strettamente alla Tradizione ortodossa e ai santi Canoni, e non da coloro che si accompagnano e pregano con cardinali, protestanti, imam, guru e così via; o coloro che servono la Divina Liturgia insieme a persone scomunicate e scismatiche; o chi cede alle eresie e abbraccia ogni sorta di falsità non ortodosse e di bestemmie innovative?

Non fa differenza se tali individui erranti costituiscono la maggioranza dei vescovi. Chi ha detto che la verità e la grazia divina devono esistere nella maggioranza? I falsi sinodi della Storia ecclesiastica non sono ben noti, o cosa pensava la maggioranza a quel tempo? O nessuno si è accorto che stiamo vivendo in tempi finali senza precedenti, per i quali è stato scritto che anche gli eletti possono essere ingannati? (Mt 24:24) Per dirla semplicemente, chi è responsabile di uno sconvolgimento dovuto a eventi sconvolgenti o senza precedenti? È colui che si oppone allo scandalo, o colui che crea e insiste sullo scandalo? Criticare come scismatici coloro che si oppongono all'ecumenismo è la "logica" più assurda perché non può resistere a nessuna critica ragionevole.

san Marco d'Efeso

Una "logica" assurda simile è il consiglio recente e ampiamente noto attribuito a un metropolita cipriota che è meglio cadere nell'eresia con la Chiesa piuttosto che essere giusti al di fuori di essa. Sia chiaro che la Chiesa, che è Corpo di Cristo, non può sbagliare. Errori ed eresie sono commessi da persone che poi finiscono sole, fuori dalla Chiesa, anche se sono patriarchi, vescovi o la stragrande maggioranza del clero. La questione qui – e vale la pena ripeterlo – non è quantitativa.

Il problema è la verità spirituale, che a volte può essere espressa dalle persone che si contano sulle dita di una mano. Ricordiamo che per decenni, durante la storia della Chiesa, quasi tutti i vescovi dell'Impero bizantino avevano ceduto all'eresia monotelita, ma la Chiesa non era composta da questi; era composta da san Massimo il Confessore e da pochi altri. Al tempo dello pseudo-concilio di Ferrara-Firenze, la Chiesa era ancora una volta costituita da un chierico, san Marco Evgenikos, che da solo resistette alla decisione del falso concilio, insieme a dei laici. San Giovanni Crisostomo afferma esplicitamente che se solo tre persone manterranno intatta la giusta fede, solo queste formeranno la Chiesa di Cristo (Patrologia Graeca 55,158 e 160,203).

Infine, consideriamo anche le note parole del compianto grande anziano Ephraim dell'Arizona, secondo cui nei difficili anni a venire, per qualche tempo, solo pochi semplici sacerdoti manterranno e conserveranno l'Ortodossia, mentre i "grandi", i funzionari ecclesiastici, seguiranno il diavolo. In tali casi, allora, chi comprende o comprenderà la Chiesa di Cristo? Chi dunque ha costituito o costituirà in tutti questi casi la Chiesa di Cristo? La risposta non è ovvia?

In chiusura devo chiarire che ho cercato di delineare con la spiegazione più semplice il punto di vista della posizione moderna di quegli attori che abbracciano la cosiddetta "nuova patristica", e come vengono ridicolizzati dagli scritti dei nostri santi, in materie come qual è la vera obbedienza, la critica ai vescovi, e qual è il modo giusto del clero e dei laici di reagire contro le sfumature dei vescovi fuorviati. Il mio scopo è stato semplicemente quello di fornire un po' di luce sul modo in cui i vescovi moderni pensano e agiscono in questa epoca turbolenta, così mentre fingono di parlare di Cristo e dell'Ortodossia, in realtà ci viene in mente l'avvertimento di san Paolo "So che dopo mia partenza, entreranno in mezzo a voi lupi feroci, che non risparmieranno il gregge". (At 20:29-31)

Una reazione contro la strada sbagliata e gli insegnamenti non ortodossi è un dovere essenziale di ogni cristiano. E la nostra sfida alle sfumature è un dovere evidente, non solo come consentono i santi Canoni, ma piuttosto come lo impongono, insieme ai santi Padri della nostra Chiesa.

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