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  Che cosa voleva dire san Serafino di Sarov

di padre Stephen Freeman

da pravoslavie.ru

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"Acquisisci lo spirito di pace e a migliaia intorno a te saranno salvati". Questa è forse la più famosa citazione del grande santo russo, Serafino di Sarov. Molte delle sue icone hanno su di loro questo detto. Non ho mai incontrato nessuno a cui non sia piaciuto. D'altra parte, penso che ci siano molti che non lo capiscono. E capire quello che voleva dire può portarti al cuore stesso dell'Ortodossia.

"Acquisire lo spirito di pace", suona in modo meraviglioso, e la maggior parte di noi suppone che questo è il frutto dei lunghi anni di rigorosa pratica monastica del grande santo. Senza dubbio molti dei doni di san Serafino si manifestarono in un tal modo potente a causa dei suoi anni di silenzio e di preghiera.

Ma la sua dichiarazione sull'acquisizione dello spirito di pace non è così complicata o misteriosa come qualcuno potrebbe pensare.

Per molti versi si tratta semplicemente di un ampliamento della parabola evangelica dei talenti :

"Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti" (Mt 25,14-30).

Questa parabola molto familiare è abbastanza strana. Cristo allude a qualcosa, nell'immaginario dei "talenti" d'argento (o d'oro). Qualunque cosa sia, è stato dato liberamente da amministrare - ma gli amministratori sono tenuti a fare qualcosa con il dono. E' da restituire, con un profitto.

In primo luogo, la parabola non parla di "talenti" umano come suonare il piano o cose simili. Né si tratta di parlare in pubblico, o anche essere un buon insegnante per i bambini. Non si tratta di capacità. Si tratta di una somma di denaro - ma non è una parabola "finanziaria", nel senso che Cristo non sta cercando di dirci di essere sicuri e fare soldi.

Si tratta di una parabola sulla grazia, sullo Spirito Santo.

San Serafino, nel suo insegnamento, era quasi grossolano. Diceva ai suoi discepoli di "acquisire lo Spirito Santo", e usava i paragoni grossolani di un imprenditore che investe il suo denaro per farne di più. Suo padre era un commerciante. Sapeva di cosa stava parlando - ma il suo immaginario era trasposto alla vita spirituale - e descriveva sommamente l'obiettivo come "l'acquisizione dello Spirito Santo. "

Il problema più grande (che si applica pure alla parabola) allora è: Come possiamo acquisire la grazia - o lo Spirito Santo?

Vi prego di notare che non sto parlando di guadagnare più grazia o di compiere opere al fine di ottenere lo Spirito Santo.

La grazia non è altro che la Vita di Dio. Nei termini teologici adeguati (della Chiesa d'Oriente) la grazia è l'energia divina increata. Ma questo termine, se non è correttamente inteso, può essere del tutto confuso. Preferisco parlare della grazia o della vita stessa di Dio, liberamente data a noi.

In primo luogo, la grazia è un dono. Non devi andare da nessuna parte per ottenere quello che ti è già stato dato. Quello che dobbiamo fare è permettere alla grazia di Dio di operare in noi quello che Dio vuole.

San Paolo esortava: "Vi supplichiamo di non ricevere la grazia di Dio invano!" (2 Corinzi 6:1)

A ognuno di noi (sicuramente al nostro battesimo e alla cresima) è stata data la grazia di Dio per la nostra salvezza - cioè di portare i ​​frutti dello Spirito e per conformarci a immagine di Dio in Cristo. La domanda è: che cosa ne facciamo di questa grazia?

Questa è una domanda particolarmente importante nelle piccole cose della giornata. Preghiamo? Cominciamo la giornata facendoci il segno della Croce prima che i nostri piedi tocchino il pavimento? Quando ci viene la tentazione di brontolare ci asteniamo e invece rendiamo grazie? Condanniamo gli altri, anche se avremmo potuto stare in silenzio? Perdoniamo, anche quando avremmo potuto covare un rancore?

C'è grazia in ciascuna di queste cose e in migliaia di altre. Siamo in grado di acquisirla, perché Dio ce ne ha resi capaci. La grazia che è messa a frutto nella nostra vita produce interessi di grazia. San Serafino non è diventato quello che era attraverso un dono momentaneo, ma attraverso una vita di ascesi e "reinvestendo" la grazia a lui data.

Alcune parole dal grande santo per le piccole cose della giornata :

Non puoi essere troppo cortese, troppo gentile. Evita anche di apparire duro nel tuo trattamento degli altri. Gioia, gioia radiosa, scorre dal volto di colui che dà e suscita gioia nel cuore di chi la riceve.

Ogni condanna viene dal diavolo. Non condannare gli altri... invece di condannare gli altri, sforzati di raggiungere la pace interiore.

Taci, astieniti dal giudizio. Ciò ti farà salire al di sopra delle frecce mortali di calunnie, ingiurie e indignazione e proteggerà il tuo cuore contro ogni male.

Ecco che cosa voleva dire san Serafino.

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