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  Dobbiamo andare alla Liturgia, anche se stiamo lì come ceppi

del metropolita Athanasios di Limassol

Orthochristian.com, 28 gennaio 2022

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Anton Pospelov/Pravoslavie.ru

La grazia del nostro Signore Gesù Cristo, e l'amore di Dio Padre, e la comunione del santo Spirito sia con tutti voi.

Questa benedizione e grazia che riceviamo e accettiamo è data a chi frequenta la Divina Liturgia. Pertanto, noi diciamo che dovete andare alla Divina Liturgia e parteciparvi.

Le persone spesso chiedono: "Perché dovrei andare alla Liturgia?" Devi andare perché non riceverai tutte queste benedizioni e questa grazia se non partecipi al sacramento dell'eucaristia.

La grazia del nostro Signore Gesù Cristo... Che cosa significa "grazia"? Significa energia; è l'energia increata di Dio; è un'energia simile all'energia elettrica. Per esempio, chi ha visto una corrente elettrica? Nessuno l'ha vista, è invisibile, ma se tocchi un cavo scoperto, la corrente ti folgorerà. L'energia elettrica non è come l'acqua, che puoi vedere, anche se ne vedi il risultato e lo puoi sentire.

Tale è la grazia di Dio. È energia increata; non puoi vederla, ma la senti quando ricevi questa energia dall'esterno. È come collegare un transistor e inizia a funzionare: questa è la grazia. Non è qualcosa di astratto, non è un sentimento, non è qualcosa di soggettivo, che uono crea da se stesso: non viene dall'uomo, ma da Dio ed entra nell'uomo, lo attiva, e tu lo sai e lo senti. La grazia è l'energia di Dio, la potenza di Dio che attiva le anime umane.

...e l'amore di Dio Padre ... Dio Padre ha amato infinitamente il mondo, e tu non puoi capirlo con la tua mente; non puoi né descrivere, né limitare, né esprimere l'amore di Dio; è inesprimibile. Ma il nostro amore è umano. Siamo persone e, naturalmente, esseri limitati. Diciamo: "Amo una persona con tutto il mio cuore". Ma qualunque cosa diciamo o facciamo loro, il nostro amore sarà molto inferiore a quello che possiamo dire ed esprimere.

E ora pensa a Dio. Quando Dio ama, è illimitato per natura – né la mente umana né le menti angeliche possono afferrarlo – e nessuno può comprendere appieno l'amore di Dio. Questo infinito amore divino del Padre, che ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, affinché salvi il mondo, affinché il mondo venga a lui e gli uomini diventino suoi figli, affinché potessimo avere accesso al suo amore e al suo Regno.

...e la comunione del santo Spirito... — cioè, affinché noi possiamo prendere parte alla grazia dello Spirito Santo, ed esso possa entrare in noi, e noi possiamo unirci ad esso. Affinché siamo come farina, che, avendo assorbito l'acqua, diventa pasta. Allora la farina non può più separarsi dall'impasto, tanto che si possa dire: "Questa è farina, e questa è acqua", perché tutto è impasto. Così, quando siamo in comunione con la grazia dello Spirito Santo, diventiamo uno con Dio, e questa benedizione del sacerdote, tratta da un'Epistola del santo apostolo Paolo (2 Cor 13,13), ci trasmette direttamente la benedizione della santissima Trinità.

...sia con tutti voi! Quando il sacerdote dice qualcosa nella Divina Liturgia o nei sacramenti, non è solo una preghiera che può realizzarsi o meno. Quando il sacerdote dice qualcosa nei sacramenti, attraverso il suo sacerdozio, ciò è già considerato un fatto compiuto. Per esempio, quando benedice l'acqua e questa diventa acqua santa, non c'è possibilità che non diventi acqua santa. Quando il sacerdote legge una preghiera su un uomo o lo benedice, è impossibile che questa benedizione non possa essere una benedizione, indipendentemente da chi sia il sacerdote. Potrebbe essere il sacerdote più peccaminoso, maledetto, ladro, bugiardo, non importa. Dal momento in cui è diventato sacerdote canonico, e se la Chiesa non lo ha deposto, la sua benedizione e la sua Liturgia sono uguali alla Liturgia che Cristo stesso avrebbe servito.

Cioè, se avessimo una Liturgia servita da Cristo stesso e una Liturgia servita da questo sacerdote, quale Liturgia avrebbe maggiore potere? Sarebbero uguali. Perché Cristo compie tutto in tutti e il sacerdote è suo ministro. Certo, un sacerdote indegno si brucia servendo indegnamente, perché i Santi Misteri sono una fiamma che lo trasforma in cenere. Ma se si brucia, se diventa cenere, sono affari suoi, e non possiamo condannarlo o emettere una sentenza su di lui. Ci sono organi della Chiesa competenti che possono indagare su questi problemi. A noi interessa sapere se il sacerdote è canonico o meno, se è stato deposto o meno; e se non lo è stato, allora in virtù del suo sacerdozio celebra i santi sacramenti.

San Giovanni Crisostomo dice che a suo tempo alcune persone veneravano buoni sacerdoti. Lo facciamo anche noi, così, in modo umano, cioè:

"È venuto quel prete! Oh, è un sant'uomo!" – e tutti si precipitano a baciargli la mano.

Poi viene un altro sacerdote che, ahimè, non è un santo o che non percepiamo come un santo. Gli dicono solo: "Benedica, padre", se mai lo dicono. Ricevere una benedizione da lui è una cosa positiva, ma cosa significa? Il sacerdozio non è una questione di santità personale. Che sia un santo o un peccatore, sono affari suoi. Quando onori un santo sacerdote, non onori il sacerdozio, ma la santità. E quando onori un sacerdote, nella persona del sacerdote onori il sacerdozio, e onorando il sacerdozio, onori Cristo, che è la fonte del sacerdozio e il sommo sacerdote della Chiesa.

Perciò una delle preghiere della Divina Liturgia dice: "Tu infatti sei colui che offre e che è offerto, che riceve e che è distribuito, Cristo Dio nostro". È Cristo che serve la Liturgia, non il sacerdote. Egli è colui che offre il dono e offre se stesso; egli è il dono e il datore del dono; è colui che compie tutto in tutti.

Noi onoriamo il sacerdozio; onoriamo la grazia dello Spirito Santo che agisce per mezzo del sacerdote. Pertanto, guai a noi se la Chiesa fosse basata sulla santità soggettiva; cioè se fosse il caso che se il sacerdote è santo allora la Liturgia è valida, e se il sacerdote è peccatore allora la Liturgia non è valida. Non è così. Così, quando un sacerdote celebra un sacramento, tutta la benedizione e la grazia di Dio sono trasmesse agli uomini attraverso il sacerdozio.

Mi direte: "Perché la benedizione di alcuni sacerdoti ha potere e quella di altri no?" Questo non dipende dal sacerdote; è perché non lo accettiamo con fede, perché siamo umani e abbiamo le nostre umane infermità. Abbiamo più fede quando riceviamo una benedizione da un sacerdote santo perché ci prepariamo con la nostra fede, dicendo: "È santo, un uomo buono", e così via. E così, grazie alla nostra fede, ci predisponiamo a Dio.

Dobbiamo andare alla liturgia, anche se stiamo lì come dei ceppi. Qualcuno dirà: "Non sono come dovrei essere. Non ci capisco niente. La mia mente non riesce a concentrarsi lì". Ma andate, qualunque cosa accada. Un anziano ha detto: "Quando ti fermi in una profumeria, i tuoi vestiti odorano di profumo dopo che te ne vai, anche se non hai comprato nulla". Questo è ciò che accade, dice, quando si va alla Liturgia.

Forse non sarete in grado di fare nulla di spirituale, ma anche il fatto che ci siete andati, che siete rimasto lì come dei ceppi, è già qualcosa. Quindi dite a voi stessi: "Andrò come sono, un tronco grezzo. Dopotutto, Dio sa come affinare un tronco non lavorato". E se non andate perché dite: "Non posso, non riesco a concentrarmi", allora tutto andrà sempre peggio e non migliorerete mai.

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