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  La coppa del vino nel matrimonio: un segno eucaristico?
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Caro padre Ambrogio!

ho ripassato il testo dedicato al matrimonio da lei pubblicato, e ho un appunto da fare sulla lettura e sulla spiegazione di un momento preciso del rito, quello della coppa del vino.

"После еще некоторых молитв и ектиний, священник благословляет чашу с вином: жених и невеста выпивают из этой общей чаши в знак их общей участи всей жизни, в радости или скорби. Чаша вина в этом случае исходит из традиций древнееврейского брака и не имеет никакой связи с вином евхаристии."

("Dopo ulteriori preghiere e litanie, il prete benedice una coppa di vino: da questa coppa bevono gli sposi, in segno della loro partecipazione comune di tutta la vita, in ogni suo aspetto di gioia o di dolore. La coppa di vino viene direttamente dall’uso del matrimonio ebraico, e non ha alcuna connessione con il vino del mistero eucaristico.")

Не согласен. Чаша является указанием на то, что некогда брак совершался во время литургии и указанием на совершавшееся причащение.

(Non sono d'accordo. La coppa è un'indicazione che un tempo il matrimonio si compiva durante la liturgia ed è un segno del compimento della comunione.)

Arciprete A., 2014

Caro padre A.,

Lei dice di non essere d'accordo con la mia conclusione, e che c'è una connessione tra la coppa comune e il calice eucaristico. Non è l'unico a fare questa connessione. Lo ieromonaco Petru (Pruteanu), fine liturgista e nostro caro amico, per non citare che un singolo autore, è invece di tutt'altro avviso, pur provenendo dalla tradizione locale (quella moldavo-romena) dove è più forte il "simbolismo eucaristico" della coppa comune. Se ha un minuto di tempo, provi a fare una ricerca per il termine "coppa" nel suo testo dello studio storico-liturgico del matrimonio, pubblicato sul nostro sito. Le cose che padre Petru dice non hanno fatto altro che confermare quello che io ho sempre sospettato nel corso degli anni, per un paio di ragioni:

A. La chiesa romena, unica tra tutte le Chiese ortodosse, è solita far mangiare, assieme alla coppa del vino comune, anche un pezzo di pane o di dolce (tipicamente un biscotto) agli sposi. Ora, se la coppa comune fosse davvero una reminiscenza eucaristica, questo vorrebbe dire che tutte le Chiese ortodosse meno quella romena si sono dimenticate che la comunione si fa sotto due specie? Mi sembra un'ipotesi altamente improbabile... quel che gli stessi liturgisti di area romena (e non solo padre Petru) sono invece propensi a credere, è che nella Chiesa romena è stato successivamente introdotto il pezzo di pane o di dolce, proprio per "ricreare" un'analogia eucaristica. Ma questa è una deviazione dalla Tradizione, non la Tradizione (mantenuta invece da tutte le altre Chiese ortodosse).

B. Se ha mai assistito a un matrimonio ebraico, saprà che la coppa comune è una parte essenziale del rito (come per noi le corone). Altrettanto importante, il fatto che dopo che la coppia ha bevuto, la coppa (quasi invariabilmente un bicchiere di vetro) viene rotta (tipicamente calpestandola sotto un panno). Ora, nell'uso della Chiesa etiopica, è rimasta l'usanza della rottura del bicchiere proprio come nel rito ebraico. Tra i Vecchi Credenti russi, resta l'usanza di rompere la coppa (tipicamente con un colpo di martello sotto un panno). Alcuni tra i più antichi Eucologi/Trebniki (anche se non tutti) hanno qualche rubrica che parla della rottura della coppa comune. Ora, se vogliamo mantenere il simbolismo eucaristico, dovremo rispondere a una domanda molto imbarazzante: quando mai abbiamo visto rompere un calice eucaristico immediatamente dopo la comunione...?

So che alcuni sostengono il parallelismo eucaristico perché desiderano poter tornare a celebrare "Liturgie matrimoniali", ma onestamente non ritengo necessario usare la coppa comune per giustificare questo desiderio. Io non ho in grande stima la pratica delle Liturgie matrimoniali (o di quelle battesimali... riguardo alle quali concordo con le posizioni di padre Konstantin Bufeev), ma certo non mi scandalizzo se qualche prete, con la benedizione del suo vescovo, prova a celebrarne una.

Fraternamente suo in Cristo,

igumeno Ambrogio

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