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  Arciprete Andrew Phillips: Domande e risposte dalla corrispondenza recente (giugno 2015)

dal blog del sito Orthodox England

19 giugno 2015

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Dal punto di vista della Chiesa, che cosa ha trovato interessante in questo mese?

Che domanda difficile! C'è stato così tanto e il mese non è ancora finito. C'è stata la dichiarazione del papa di Roma che potrebbe valutare un ritorno nel pentimento alla Pasqua della Chiesa (a dire il vero, la sua dichiarazione è stata molto vaga, e ci sono altre interpretazioni, molto meno ispirate al pentimento), il suo incontro con il Presidente Putin (nonostante la violenta opposizione degli Stati Uniti) e l'approvazione papale della lotta russa contro l'élite europea anticristiana. C'è stato anche il tragico sinodo della Chiesa di Serbia, manipolata dall'Unione Europea. E poi c'è stata l'inevitabile chiusura dell'Istituto Saint-Serge a Parigi - attesa da oltre 30 anni - dopo che il suo Arcivescovo gli ha chiesto di ritornare all'Ortodossia e questo ha rifiutato.

Politicamente, c'è stata la riunione del G7 nella villa di Hitler nei pressi di Monaco e la realizzazione che il G7 è ormai un ghetto occidentale piuttosto irrilevante guidato dagli Stati Uniti, una piccola calca con le spalle al muro, non sempre in grado di pagare i propri debiti, sempre più irrilevante, poiché ormai l'India ha firmato un accordo di libero scambio con l'Unione Economica Eurasiatica. Poi c'è la crisi del debito greco (il debito della Grecia è solo circa la metà del ​​debito pro capite degli Stati Uniti) e la possibilità che la Grecia stessa sia finalmente libera dalla schiavitù dell'Unione Europea, dopo che vi si è unita così ingenuamente e stupidamente trent'anni fa. Forse il dolore economico è ciò di cui la Grecia ha bisogno per condurre il suo popolo al pentimento, proprio come l'oppressione atea ha portato i russi al pentimento.

Inoltre, anche se si tratta di un evento molto minore a livello internazionale, vorrei citare il trasferimento del metropolita dimissionario Jonah dal gruppo noto come 'La Chiesa Ortodossa in America' (OCA) alla Chiesa fuori dalla Russia (ROCOR). Anche dieci anni fa, per non parlare di 30 anni fa, una tale mossa sarebbe stata impensabile, se non impossibile. L'unico evento simile è stato nel 1976, quando il metropolita Antony (Bloom) aveva chiesto un trasferimento alla ROCOR. Ironia della sorte, ciò avveniva al tempo stesso in cui il Metropolita Antony (Bloom) si era così ingiustamente rifiutato di ricevere l'allora padre Kallistos (Ware) nella Chiesa russa da Costantinopoli. La richiesta del metropolita Antony fu giustamente respinta dal metropolita Philaret per ragioni canoniche molto valide. Tuttavia, in questo caso molto diverso il metropolita Giona è stato accettato dal Sinodo della ROCOR nel suo status di metropolita a riposo.

Questo potrebbe essere l'inizio di un movimento verso la ROCOR?

Non necessariamente: penso che sia una scelta personale, ma tuttavia è sintomatica di un movimento di pentimento. L'OCA è canonicamente alla deriva. Dove sta andando? Qual è la sua identità? Qual è il suo futuro? Si tratta di un frammento alla deriva della Chiesa russa per comprensibili ragioni storiche di ex-uniatismo e per ragioni politiche. Era una fucina di modernismo. Ma oggi, se si guardano le parti più solide dell'OCA, in Alaska, in Canada e in Pennsylvania attorno al monastero di san Tikhon, è chiaro che si tratta di una parte della Chiesa russa, ma, per ragioni storiche, non è ancora parte della Chiesa fuori dalla Russia canonica e universalmente riconosciuta. Eppure questo è chiaramente ciò che è la maggior parte dell'OCA, una parte della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia. Penso che questo evento segni l'inizio della guarigione per l'OCA.

Sicuramente una parte del problema originale era la ROCOR stessa?

C'è stato una volta un problema con individui politicamente motivati e nazionalisti nella ROCOR, ma ora appartiene al passato. Noi l'abbiamo superato e quella generazione ci ha lasciati o altrimenti si è estinta. Oggi ci troviamo in una situazione completamente diversa. In effetti, gli ultimi due metropoliti della ROCOR non sono stati russi, uno era un carpato-russo dalla Slovacchia, quello attuale è un canadese di origine ucraina. Questo significa un'apertura a tutto il mondo ortodosso russo multinazionale fuori dalle terre russe. La ROCOR si sta muovendo verso il nostro obiettivo finale, versa la nostra missione universale, di preparare una via, come un tempo san Giovanni Battista.

Lei mette in questione l'identità e il futuro dell'OCA, ma sicuramente le stesse questioni possono essere rivolte alla ROCOR?

Non sono d'accordo. La nostra identità è chiara, è nel nostro nome. Noi siamo quella parte della Chiesa ortodossa russa, che è al di fuori della Russia, cioè, al di fuori delle terre russe. Da un lato dobbiamo essere assolutamente fedeli alla Chiesa ortodossa russa e alla sua tradizione, dall'altro lato dobbiamo esprimerci nella lingua del paese in cui viviamo e attraverso la cultura di quel paese, viste attraverso occhi ortodossi russi. Questa è la nostra testimonianza missionaria. E questo è il nostro futuro.

Ma non è quello che ha fatto l'OCA?

La sua parte migliore sì, ma purtroppo in essa alcuni hanno perso, o non hanno mai nemmeno avuto, la tradizione della Chiesa ortodossa russa. Per esempio, solo un quarto delle parrocchie OCA mantiene il calendario della Chiesa, altre hanno frainteso e immaginato che proprio perché vivono in un altro paese e cultura, possono quindi compromettere la nostra fede. Invece di guardare il mondo attraverso occhi ortodossi russi, essi tendono a vedere l'Ortodossia russa attraverso gli occhi del mondo. Questo è molto chiaramente il sentiero dell'apostasia.

Ha menzionato il sinodo della Chiesa serba. Qual è il problema?

Il problema è la nuova persecuzione della Chiesa serba. È peggio della persecuzione comunista. L'episcopato della Chiesa serba sta ammassato come un gregge di pecore intimidito in un angolo, minacciato dal lupo europea, dietro cui spiccano gli Stati Uniti e una nuova minaccia di bombardamenti NATO, proiettili all'uranio e anche guerra nucleare. E non giudicate, prima di aver subito la persecuzione voi stessi.

Perché i serbi non si alzano a difendere la loro Chiesa?

Perché ci sono troppi 'ortodossi serbi', ma non abbastanza serbi ortodossi.

Che cosa vuol dire con questo?

Voglio dire che ogni paese ha valore solo in quanto è ortodosso o ha dei valori che accettano l'Ortodossia. Come diceva Dostoevskij: 'Un russo senza Ortodossia è spazzatura'. È lo stesso per tutti i paesi del mondo. Quando leggo di teppisti britannici ubriachi a un addio al celibato a Praga, penso forse che siano inglesi? Ovviamente no. Purtroppo, la stessa malattia colpisce tutti i paesi del mondo. È la malattia dell'apostasia. E l'Ortodossia nominale non è sufficiente a resistere a tale malattia.

Cosa è successo all'Istituto Saint-Serge a Parigi?

È chiuso. Un sacco di soldi è scomparsa. L'arcivescovo Job sta cercando di ristabilirvi l'Ortodossia dopo 30 anni di vescovi deboli che hanno permesso l'anarchia promuovendo gli anarchici. Potrebbe non riaprire mai. È un altro chiodo nella bara dell'Esarcato Parigi.

Qual è la situazione in Ucraina?

La guerra civile va avanti mentre la giunta di burattini a Kiev uccide il popolo ucraino. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ora sta corrompendo il patriarcato di Costantinopoli per farlo ingerire nei gruppi scismatici in Ucraina, compromettendo così il potenziale Concilio del prossimo anno. Ma noi abbiamo la speranza che entro il prossimo anno la guerra sarà del tutto finita e l'Ucraina sarà di nuovo libera. Purtroppo, però, non vedo alcun segno di pentimento da parte degli Stati Uniti e dell'Unione Europea, che, come ha detto giustamente un politico britannico, hanno il sangue dell'Ucraina sulle loro mani.

E in Siria?

Anche lì prosegue la guerra, finanziata da fanatici sostenuti dall'Occidente in Arabia Saudita e Qatar, che hanno creato milioni di rifugiati. In Libia l'intervento occidentale ha dimostrato ancora una volta di essere catastrofico e ora il 65% dei libici vuole fuggire, guardando indietro al periodo di Gheddafi quasi come al paradiso, proprio come molti nell'impoverita e colonizzata Europa dell'Est ora rimpiangono il blocco sovietico con tutte le sue evidenti pecche. Oggi, per esempio, un salario decente in Romania è di 150 euro – al mese – se è mai possibile ottenere un posto di lavoro. Questo è tutto frutto di ingerenza occidentale, del divide et impera che riduce alla povertà. Il risultato di tale ingerenza è la migrazione di massa e la disgregazione delle famiglie. L'Occidente ha causato tutto questo. La regola numero uno è di non distruggere qualcosa fino a quando si ha qualcosa di meglio con cui sostituirlo. Ma questo è esattamente ciò che l'Occidente ha fatto all'Unione Sovietica e all'Europa dell'Est, come anche a Sria, Iraq, Libia etc.

Per quanto riguarda la Siria, saranno sicuramente i musulmani da biasimare? Non si uccidono a vicenda?

Quando i bambini litigano e quei bambini seguono una religione che, come il giudaismo, non ha il concetto di perdono, del porgere l'altra guancia, non si danno loro costose armi per uccidersi a vicenda. Ma questo è esattamente ciò che l'Arabia Saudita e il Qatar (e Israele), sostenuti dagli Stati Uniti, hanno fatto, in Siria, in Libano o altrove. Ricordate che Al-Qaeda e lo Stato islamico sono invenzioni della CIA per sconfiggere l'Unione Sovietica e dividere il mondo musulmano. L'intero problema musulmano è iniziato quando la Gran Bretagna e poi gli Stati Uniti hanno sostenuto Israele come testa di ponte occidentale nel mondo arabo. Quando le nazioni occidentali si trasformano in stati terroristi (è così che le nazioni occidentali sono percepite nel mondo musulmano) e invadono l'Afghanistan e l'Iraq, non siate sorpresi quando i musulmani si rivolgono al terrorismo. La radicalizzazione dei musulmani è stata causata dai governi occidentali. Lo spaventoso terrorismo occidentale alleva lo spaventoso terrorismo islamico.

Quand'è che l'Occidente si è incamminato su questo sentiero dell'apostasia? Fino a che punto la razza ne è stata un fattore?

Penso che ci siano molte idee sbagliate per quanto riguarda la razza e lo scisma d'Occidente. Per esempio, il neo-platonico Philip Sherrard presenta lo scisma come una sorta di disputa filosofica tra 'Oriente e Occidente', tra 'greci e latini', tra Platone e Aristotele. È vero, c'è stato il problema dei franchi, ma non per ragioni razziali inerenti, come vorrebbero alcuni filosofi greci moderni un po' amareggiati, ma semplicemente a causa della mentalità che i franchi capitarono essere i primi ad adottare. E ogni razza può adottare una mentalità anti-ecclesiale, come ci ha dimostrato il XX secolo. Tali semplificazioni razziali dimenticano completamente la natura multinazionale della Chiesa. La Chiesa comprende latini come sant'Ilario di Poitiers e sant'Ambrogio di Milano, siriani come sant'Efrem e sant'Isacco di Ninive, egiziani come sant'Antonio il Grande, georgiani come santa Nino, per non parlare di slavi e tante altre nazionalità, tra cui i 'franchi' ortodossi del periodo prima di Carlo Magno e di oggi.

Un altro punto è che, anche se, giustamente, gli storici guardano indietro a Carlo Magno come al vero promotore di tutti i problemi, con il suo massacro dei sassoni e la sua corruzione del Credo, il suo sgangherato cosiddetto impero fu molto breve. Ci fu un risveglio dell'Ortodossia in Occidente dopo di lui, per esempio, sotto l'imperatrice Teofano alla fine del X secolo. Non ci fu scisma fino all'XI secolo e si compì in 100 anni; in altre parole lo scisma non fu un singolo evento, ma un processo.

Non possiamo fare di meglio che citare lo storico religioso cattolico, Christopher Dawson: 'Non fu fino all'XI secolo che il legame religioso che univa Oriente e Occidente fu finalmente distrutto, e la cristianità occidentale emerse come unità indipendente, separata sia in cultura sia in religione dal resto del vecchio mondo romano '(The Making of Europe, p. 47). Dawson lo mette in relazione al X secolo e al dilemma se 'la barbarie feudale avrebbe catturato e assorbito la pace sociale della Chiesa, o se quest'ultima sarebbe riuscita a imporre i suoi ideali e la sua cultura superiore sulla nobiltà feudale' (P. 271). 'Non fu fino all'XI secolo che la società militare (del mondo barbaro del paganesimo nordico) fu incorporata nel sistema politico spirituale della cristianità occidentale' (pp. 287-288).

In altre parole la tragedia dell'Occidente è stata che ha lasciato la Chiesa e ha adottato invece l'aggressività della 'barbarie feudale'. Quest'aggressività, alleata con la tecnologia, è ciò che sta dietro all'imperialismo aggressivo dell'Occidente del secondo millennio, dal 1066 e da un paio di decenni prima di quella data, e fino agli anni di apertura di questo già profondamente tragico terzo millennio. Lo possiamo vedere questo chiaramente nei massacri da armi da fuoco oggi regolari negli Stati Uniti. Che cultura! Aggressività e violenza e una società di obesità e di malattie mentali... E la chiamate civiltà?

Ci sono molte critiche in Occidente al presidente Putin. Lo hanno demonizzato, facendo di lui una figura di odio. Qual è la verità?

La propaganda nutrita dalla CIA è abbastanza spudorata, per non dire primitiva. Naturalmente il Presidente Putin, così come la Russia contemporanea, ha molti difetti, ma a differenza dell'Occidente, stanno andando entrambi nella direzione giusta. Questo è ciò che è importante. Il nome Putin deriva dalla parola 'put' che significa 'percorso', 'sentiero'. E questo è esattamente il significato spirituale del suo nome, perché è solo uno strumento. Non è la destinazione, solo una parte del sentiero su cui vogliamo andare.

E qual è la destinazione?

Oggi l'Occidente ateo sta predicando la morte spirituale in tutto il mondo. Il significato spirituale della Russia è di predicare la vita spirituale. Questo è il significato universale della futura risurrezione di san Serafino di Sarov per la quale dobbiamo prepararci. L'Occidente ha scelto la volgarità al di sopra della nobiltà. Noi non lo seguiremo. Purtroppo, dobbiamo riconoscere che quando arriverà l'anticristo, parlerà inglese. Tocca a noi mostrargli che non tutto il popolo inglese lo ascolterà, che c'è un resto fedele, come in tutti i paesi in tutto il mondo, che può parlare di nobiltà, e non di volgarità. Sta diventando rapidamente evidente, anche a quelli che prima resistevano all'idea – e questo è pentimento – che gli ortodossi hanno bisogno di un protettore, un guardiano, un imperatore restaurato. Una Grecia pentita oggi guarda alla Russia, una Russia che ha gettato via la maledizione dell'ateismo e dell'apostasia. Molti altri fanno lo stesso. Noi non arrendiamoci! Cristo è vittorioso!

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