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  Le preghiere segrete

dal blog di padre John Whiteford

3 ottobre 2017

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Perché la nostra parrocchia non fa tutte le preghiere dell'anafora ad alta voce?

La risposta rapida a questa domanda è perché il nostro vescovo, i libri di servizio, il Tipico e la tradizione ininterrotta della Chiesa sono tutti d'accordo sul fatto che dobbiamo farle nel modo in cui le facciamo.

Ora ecco la risposta più lunga...

La pratica del prete o del vescovo che dice molte preghiere a bassa voce è l'indiscussa tradizione antica e universale della Chiesa. Robert Taft, che è un gesuita studioso di liturgia, e un fervido sostenitore della "riforma" liturgica, espone questa sua posizione un modo molto chiaro nella dichiarazione di apertura di un articolo scritto su questo argomento:

"In una tradizione liturgica dopo l'altra, il moderno Movimento Liturgico ha spazzato via l'antica tradizione di recitare almeno alcune preghiere liturgiche, in particolare la più solenne preghiera dell'anafora eucaristica, in segreto"  ("Was the Eucharistic Anaphora Recited Secretly or Aloud? The Ancient Tradition and What Became of It" in Worship Traditions in Armenia and the Neighboring Christian East, ed. Roberta R. Ervine, AVANT Series, Book 3, St. Nerses Armenian Seminary, New Rochelle, NY – Crestwood, NY: St. Vladimir Seminary Press, 2006, p. 15).

E lo dice come se fosse una buona cosa. Sta celebrando il fatto che nella Chiesa cattolica romana nel suo insieme e in molte delle Chiese antiche, tra cui in alcune parti della Chiesa ortodossa, c'è stato un movimento per fare tutte o quasi tutte queste preghiere ad alta voce. Ma egli riconosce che, prima del XX secolo, la pratica universale di ogni Chiesa antica era quella di fare queste preghiere "in segreto".

Cosa intendiamo per "segreto"?

Prima di andare avanti, dobbiamo chiarire ciò che intendiamo con "segreto". Ci sono molte preghiere che un prete fa ad alta voce; ma ci sono preghiere che, come i libri di servizio dicono, e come la Tradizione insegna, il sacerdote dovrebbe dire con voce relativamente silenziosa. A seconda delle dimensioni di un edificio ecclesiastico, di quanti sono presenti e del fatto che il coro a volte finisce di cantare prima che il sacerdote abbia terminato queste preghiere, potreste non sentire mai alcuna di queste preghiere se state nella navata con i fedeli, oppure potreste occasionalmente sentire almeno una parte di queste preghiere. Queste preghiere sono solitamente pronunciate con un volume un po' più forte di un sussurro, ma non in modo tale da essere facilmente ascoltate da tutti.

La parola greca che è tradotta nelle rubriche come "segretamente" o "in silenzio" o "a bassa voce" è "mystikos" e il significato di tale parola è abbastanza chiaro. La parola "mystikos" si trova solo una volta nella Bibbia dei Settanta, in 3 Maccabei 3:10:

"E già alcuni dei loro vicini, amici e collaboratori avevano preso alcuni di loro quietamente in privato e si erano impegnati a sostenerli e a fare il possibile per assisterli".

Nel contesto, queste sono persone che avevano buone ragioni per temere che quello che dicevano fosse sentito da altri, e così parlavano in un modo simile ai sussurri.

La Chiesa intera avrebbe potuto sbagliarsi per la maggior parte della sua storia?

Robert Taft cerca di argomentare che nella Chiesa antica queste preghiere erano pronunciate ad alta voce, e così, insieme ai presunti vantaggi del mettere i fedeli in grado di ascoltare queste preghiere, giustifica la modifica di ciò che riconosce come la pratica cristiana universale. Innanzi tutto, io non credo che lui abbia ragione, ma prima di procedere, supponiamo, per amore del dibattito, che lui abbia ragione sulla pratica della Chiesa antica. Ciò vorrebbe dire che dovremmo tornare a tale pratica?

Ci sono stati nel tempo cambiamenti nella pratica liturgica, quando la Chiesa si è adattata a nuove circostanze, e molti di questi cambiamenti sono legati al declino della disciplina rigorosa della Chiesa dopo l'era delle antiche persecuzioni della Chiesa e pertanto non è inconcepibile che, se c'è stata una tale modifica, questa potrebbe essere stata la ragione della modifica (vedi: I "fossili liturgici"). Pochi vorrebbero tornare a un sistema in cui le persone che avevano peccato seriamente dovevano stare fuori dalla Chiesa e chiedere a coloro che entrarono per pregare per loro. Scegliere le pratiche della Chiesa antica che ci piacciono è una liturgia nello stile di Jurassic Park, ed è una cosa contraria a una buona mentalità ortodossa.

La questione principale qui è se credete o no che lo Spirito Santo guidi la Chiesa. È certamente possibile che parti della Chiesa possano cadere in errore. È successo molte volte nella storia della Chiesa. Ma se credete che la pratica di dire le preghiere dell'anafora in segreto sia un errore, state sostenendo che tutta la Chiesa è caduta in errore nel momento più significativo del suo servizio di culto più significativo. Questo è qualcosa con cui un credente cristiano ortodosso non può essere d'accordo.

Non solo i tradizionali libri di servizio della Chiesa istruiscono universalmente il clero a dire alcune preghiere segretamente, ma anche il Tipico insegna il clero a fare così (vedi, per esempio, il Capitolo 2 del Tipico – che fornisce le rubriche generali per servire i Vespri – che istruisce il sacerdote a recitare alcune preghiere segretamente in diversi punti del servizio). Anche i canoni ecumenici della Chiesa fanno riferimento a preghiere segrete (vedi il Canone 19 di Laodicea).

Qual era la pratica della Chiesa antica?

Il noto studioso liturgico, Louis Bouyer, confuta la comune affermazione secondo cui esiste una prova che nella Chiesa antica dicessero queste preghiere ad alta voce:

"In realtà, non abbiamo alcuna affermazione chiara sulla questione nel periodo patristico: gli argomenti che ad alcuni sembrano fornire la prova del fatto della recitazione a voce alta dell'eucaristia nell'antichità sono generalmente meri riferimenti derivati dall'importanza attribuita dai padri all’"Amen" finale del popolo. Ma almeno per dodici secoli in Occidente e ancora più a lungo almeno in alcune regioni dell'Oriente, il popolo diceva questo "Amen" in risposta a poche parole pronunciate ad alta voce dal sacerdote nel concludere, e non sembrava mai preoccuparsi di ascoltare o persino di conoscere esattamente quello che il sacerdote aveva detto in precedenza e in modo non udibile per conto loro" (Louis Bouyer, Eucharist: Theology and Spirituality of the Eucharistic Prayer, trad. Charles Underhill Quinn, South Bend, IN: University of Notre Dame Press, 1968, p. 367).

Robert Taft parla a lungo del fatto che in epoca antica non era raro che la gente leggesse senza leggere in modo udibile, ma questo per la verità non prova niente. Queste preghiere non erano normalmente pronunciate senza alcun suono, ma si dicevano a voce molto più bassa, che in una grande chiesa non sarebbe stata generalmente udibile della maggior parte dei fedeli. Questo non significa che in una chiesa piccola i fedeli non avrebbero potuto ascoltare almeno alcune di queste preghiere. Anche oggi, nelle Chiese che ancora seguono questa pratica, ci sono spesso momenti in cui il coro ha finito di cantare e il popolo è in grado di ascoltare porzioni di queste preghiere.

La prova più convincente che Robert Taft cita è dalla Vita di santa Melania la Giovane, morta nel 439. Il giorno della sua morte un sacerdote celebrò la Liturgia su sua richiesta, e la Vita dice che mentre il sacerdote serviva con grande tristezza, non era in grado di parlare a voce alta, e quando santa Melania non udì l'epiclesi, gli disse "alza la tua voce per farmi ascoltare l'epiclesi" (Taft, 34). Ma questa difficilmente è una prova di valore generale. Dapprima, sembra improbabile che questa Liturgia sia stata servita in una grande cattedrale con molte persone presenti, ma probabilmente in qualcosa di simile a una cappella e con poche persone presenti. Dubito che la santa avrebbe interrotto le preghiere degli altri urlando la sua richiesta da una grande distanza.

Quando ero un sacerdote appena ordinato, ho cominciato servendo in una stanza relativamente piccola nella mia casa, e per necessità, non c'era l'iconostasi. Era un ambiente molto intimo, e tutti quelli che erano presenti a questi servizi udivano le preghiere segrete che dicevo, anche se le dicevo con una voce più bassa di quelle preghiere che dovevano essere pronunciate ad alta voce. Sono sicuro che questo è vero anche in molte piccole cappelle monastiche, anche quelle con un'iconostasi.

Robert Taft ha anche citato una storia su dei bambini che avevano l'abitudine di stare vicino al santuario durante la liturgia, e che furono trovati mentre "giocavano alla chiesa" e recitavano a memoria le preghiere dell'anafora. Ma questo potrebbe essere spiegato semplicemente perché stavano in piedi in prossimità del clero e così potevano sentire quello che si stava dicendo, anche se si diceva a voce bassa. Il mio arcivescovo dice che ha imparato queste stesse preghiere perché teneva il libro di servizio per san Giovanni di Shanghai quando era ragazzo, e doveva sapere quando girare le pagine per lui. È una cosa insolita da apprendere per un bambino, ma per quelli che sono desiderosi di farlo e sono abbastanza vicini da ascoltare queste preghiere, è possibile.

Una legge stabilita dall'imperatore San Giustiniano è citata come un'altra prova in favore della pratica di pronunciare queste preghiere ad alta voce, anche se dimostra proprio il contrario.

Nella Novella 137, san Giustiniano decretò:

"Inoltre indichiamo che tutti i vescovi e presbiteri pronuncino le preghiere in connessione con la santa Eucaristia e con il santo battesimo non silenziosamente ma con una voce che possa essere ascoltata dai fedeli, affinché i cuori degli ascoltatori possano così essere portati a maggiore contrizione e a maggior lode di Dio".

Ma se è chiaro da questo che san Giustiniano non amava la pratica delle preghiere segrete, il fatto che non si riferisce ad esse come a un nuovo "abuso", ma ne parla chiaramente come pratica comune che sta cercando di cambiare, mostra che questa era la pratica prima del suo tempo, e le prove dimostrano che è rimasta la pratica dopo il suo tempo, nonostante questo decreto e le minacce di punizione civile per coloro che lo violavano.

Ma Robert Taft fa riferimento a una prova che a mio parere mina alla radice tutti i suoi altri argomenti. Cita Teodoro di Mopsuestia, che era contemporaneo di san Giovanni Crisostomo, e scrive:

"Le omelie 15-16 di Teodoro di Mopsuestia (+428) sulla liturgia eucaristica, scritte probabilmente ad Antiochia tra il 388 e il 392, sottolineano ripetutamente che il silenzio è un segno di riverenza. E dal sommario della prefazione all'omelia 16, si potrebbe dedurre che l'anafora era recitata a bassa voce, perché afferma che il vescovo alza la sua voce per il Sanctus" (Taft, p. 36).

Ecco la citazione in questione:

"Non respingiamo il timore dalla nostra mente, ma a causa della grandezza delle cose che stanno accadendo, lo manteniamo in tutto il servizio in maniera uguale, e chiniamo il nostro capo sia prima sia dopo aver recitiato a voce alta il Sanctus e manifestato questo timore in modo congruente" (Theodore of Mopsuestia, Commentary on the Lord's Prayer, Baptism and the Eucharist, 1933, trad. Alphonse Mingana)

Ma ancora più chiaro è il seguente, dallo stesso testo:

"Il sacerdote recita quietamente queste preghiere, e subito dopo prende il santo pane con le mani e guarda verso il cielo, dirige gli occhi verso l'alto, offre una preghiera di grazie per questi grandi doni e spezza il pane".

Sia Teodoro di Mopsuestia che san Giovanni Crisostomo provenivano da Antiochia e se questa era la pratica conosciuta da Teodoro, possiamo essere alquanto sicuri che questa era anche la pratica che conosceva san Giovanni Crisostomo e, per quanto mi riguarda, ciò dovrebbe risolvere la questione.

Inoltre, se guardate ai vari classici commenti liturgici dei santi della Chiesa, tutti parlano di queste preghiere come a preghiere fatte in segreto.

Inoltre, il fatto che i nestoriani e i monofisiti seguissero questa stessa pratica è prova positiva che questa pratica precedeva tali antiche divisioni.

Qual e il punto?

Il punto di dire queste preghiere in segreto non è quello di assicurarsi che nessuno ne senta una parola. Mi sembra che ci siano tre motivi per cui alcune preghiere si dicono in segreto:

1) Una ragione è che molte di queste preghiere sono chiaramente preghiere personali del sacerdote; per esempio, all'inizio dell'inno cherubico, il sacerdote dice questa preghiera:

"Nessuno fra i legati dai desideri e dalle voluttà della carne è degno di accostarsi, di avvicinarsi, o di servirti, Re della gloria: servirti è infatti grande e terribile perfino alle stesse potenze celesti. Eppure, per l'ineffabile e immenso tuo amore per gli uomini, ti sei fatto uomo senza mutamento né cambiamento, e ti sei fatto nostro sommo sacerdote, e ci hai affidato la consacrazione di questo sacrificio incruento, qual Sovrano di tutto: solo tu infatti, Signore nostro Dio, dòmini sulle cose del cielo e della terra, tu che sei assiso sul trono dei cherubini, che sei il Signore dei serafini e il Re di Israele, che sei il solo santo e riposi nel santuario. Ti prego dunque, o unico buono e pronto ad ascoltare: guarda su di me peccatore e inutile tuo servo, e purificami l'anima e il cuore dalla cattiva coscienza, e mettimi in grado, con la potenza del tuo santo Spirito, rivestito qual sono della grazia del sacerdozio, di stare innanzi a questa santa mensa e consacrare il tuo santo e purissimo corpo e il tuo prezioso sangue. Vengo a te, infatti, chinando il collo e ti prego: non distogliere da me il tuo volto, e non escludermi dai tuoi servi, ma rendi degno me, peccatore e indegno tuo servo, di offrirti questi doni. Tu infatti sei colui che offre e che è offerto, che riceve e che è distribuito, Cristo Dio nostro, e noi innalziamo la gloria a te, assieme al tuo eterno Padre, e al tuo Spirito tuttosanto, buono e vivifico, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen".

La preghiera ha chiaramente l'intenzione di aiutare il sacerdote a prepararsi spiritualmente per i momenti più sacri della Liturgia che sta per compiere.

2) Ci sono anche alcune preghiere in cui il sacerdote sta pregando chiaramente per il popolo e evidentemente la Chiesa non ha ritenuto necessario che il popolo ascoltasse queste preghiere particolari a suo nome, come per esempio questa preghiera del Vespro:

"Signore Dio nostro, ricordati di noi peccatori e inutili tuoi servi quando invochiamo il tuo santo nome, e non lasciarci delusi nell'attesa della tua misericordia, ma accordaci, o Dio, tutto ciò che chiediamo per la salvezza; e concedici di amarti e temerti con tutto il nostro cuore, e di fare in tutto la tua volontà".

3) Quando si tratta delle preghiere dell'anafora, in particolare, diciamo queste preghiere in segreto per dimostrare la sacralità delle parole e del momento liturgico che sta avendo luogo. Come osserva Cyril Quatrone:

"Nella nostra Liturgia, ciò che è più prezioso e più santo è velato: l'altare è coperto da un'iconostasi, che ha per scopo, ironicamente, l'unione delle due aree della chiesa: l'iconostasi è l'opposto di una barriera. Lungi dal tagliarci fuori da quello che sta dietro di essa, misticamente ci porta alla presenza stessa dell'altare.

I doni santi sono coperti durante l'ingresso. Ancora una volta, questo è parte della natura gerarchica, nonché un aspetto mistico del nostro culto. Quello che dobbiamo consumare, e che diventerà parte di noi stessi, è nascosto ai nostri occhi...

Allo stesso modo, alcune preghiere sono coperte dalle nostre orecchie a causa della loro preziosità per Dio. Mentre il coro canta durante l'anafora, "il vescovo in primo luogo dice in segreto la preghiera di invocazione, quindi per tre volte la preghiera dell'Ora terza... Questi sono infatti i momenti più solenni del culto spirituale nei servizi della Chiesa ortodossa orientale" [Bishop Theophilus, A Short History of the Christian Church and the Ritual of the Eastern of the Orthodox Church, San Francisco: Douglass Brothers, 1934, p.46]. Così, l'anafora si qualifica certamente come un tempo di copertura nel silenzio mistico di non conoscenza, affinché i nostri veicoli sensuali d'informazione non ostacolino l'apprensione noetica delle verità incorporee espresse dal sacrificio divino (The Celebrant: Priest or Pastor. An Investigation of the Mystical Prayers of the Divine Services of the Holy Catholic and Apostolic Church, in Orthodox Life 46/4 (1996), p. 29).

Conclusione

Mentre riconoscerei che ci sono molte persone sincere e pie che oggi sono a favore di pronunciare queste preghiere ad alta voce, oltre a tutto ciò che è stato detto, direi in risposta agli argomenti sui grandi benefici che si suppone abbiano i laici quando queste preghiere sono udibili da loro, che non c'è alcun segno di una rinascita spirituale in quelle Chiese che hanno cominciato a fare così. Infatti, se guardate a ciò che la riforma liturgica post-vaticana II ha fatto alla Chiesa cattolica romana, direi che l'evidenza prova il contrario. È lo spirito del modernismo che sta dietro a queste spinte alla "ristrutturazione" dei nostri servizi, e questo è un spirito estraneo alla fede cristiana.

Se siete abbastanza anziani, potreste ricordare la serie televisiva degli anni '70 chiamata "L'uomo da sei milioni di dollari". La trama fondamentale di questa serie era che un astronauta molto atletico (Lee Majors) era stato gravemente ferito in un incidente, tanto che gli scienziati militari avevano ricostruito il suo corpo usando super parti bioniche di alta tecnologia – che lo avevano reso migliore di ciò che era prima dell'incidente. Ora può saltare su alti edifici in un unico balzo! È più veloce di un proiettile in accelerazione! Più potente di una locomotiva! Ogni episodio iniziava con un'introduzione che mostrava il suo incidente, gli scienziati e i medici che lavoravano per salvarlo e poi lo scienziato principale che diceva con fiducia: "Possiamo ricostruirlo, abbiamo la tecnologia, possiamo farlo migliore di prima".

Ho incontrato per la prima volta i bionici religiosi tra i professori protestanti più liberali al college. Il loro atteggiamento verso la Bibbia era lo stesso di questi scienziati verso Lee Majors: la Bibbia era un brutto incidente storico di testi e di opinioni che si erano scontrate in una raccolta di libri, ma loro avevano la tecnologia. Potevano ricostruirla. Non solo, ma potevano farla migliore di quanto non fosse mai stata. Per migliaia di anni nessuno aveva veramente compreso la Bibbia – ma ora questi brillanti studiosi avevano la conoscenza per vedere la Bibbia per ciò che era veramente e per ricostruire il suo vero significato. Gli apostoli potevano essersi ingannati. I Padri della Chiesa potevano essersi ingannati. Ma non loro!

Ho incontrato questo approccio tra gli ortodossi quando ho letto un libro di uno studioso di liturgia ortodosso che si accostava ai servizi proprio come i miei professori protestanti facevano alla Bibbia – era un deja vu, di nuovo lo stesso. I servizi erano un disordine di strati tradizionali messi a casaccio, di cui la maggior parte aveva perso il significato a causa della forma e della comprensione attuali che oggi dominano nella Chiesa. In realtà, nessuno aveva compreso veramente i servizi per almeno un migliaio di anni o più – e probabilmente non li avevano neppure compresi ancor prima. Solo ora che questi brillanti studiosi erano arrivati ​​sulla scena, era stato svelato il loro vero significato, perché ora "abbiamo la tecnologia, possiamo ricostruirlo".

Io non credo che le Scritture o la tradizione liturgica della Chiesa si siano formate a casaccio. Credo che lo Spirito Santo le abbia ispirava e abbia guidato la loro formazione fino alla forma che la Chiesa ci ha tramandato, e non credo che sia possibile che non solo tutta la Chiesa ortodossa, ma anche tutta la cristianità avrebbe potuto cadere in errore su una pratica universale come questa.

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