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  L'Ortodossia sulla corrida, su una possibile rivoluzione futura in Russia, sulle statue religiose e sull'omosessualità: quattro domande dalla corrispondenza recente

dal blog del sito Orthodox England

28 luglio 2017

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Perché la corrida non esiste nei paesi ortodossi?

J. S., Catalogna

La corrida esiste solo in alcuni paesi un tempo cattolici, Spagna, Portogallo, Francia meridionale e nelle ex-colonie in America Latina. D'altra parte, la corrida è sconosciuta in Irlanda, in Austria e in altri paesi cattolici. È anche sconosciuta nei paesi un tempo protestanti e in quelli un tempo ortodossi. Tuttavia, sembra che esistesse nella Creta minoica pagana, così come nel mito di Ercole che aveva 'preso il toro per le corna'. Ciò suggerisce che la corrida sia un uso pagano pre-cristiano, prevalente in molte parti del Mediterraneo, ma che sopravvive solo nel Mediterraneo occidentale cattolico, non nel Mediterraneo orientale greco-ortodosso, né nel Mediterraneo centrale ex greco ortodosso. Perché?

Il fatto è che il cattolicesimo ha un culto del sangue e della morte, che possiamo chiamare "crocifissionismo", nato in modo molto chiaro e improvviso nel tardo XI secolo con immagini di "Gesù" come essere umano sofferente, morente o morto. (Si veda come conferma uno qualsiasi degli studi del medioevo cattolico dello studioso di Oxford Sir Richard Southern). Questo si sviluppò nella sanguinosa rappresentazione della vita dei martiri, per esempio, nell'antologia medievale "La leggenda aurea" e anche nel gonfio sentimentalismo del pietismo cattolico.

Questo culto del sangue, dei cadaveri e della morte può essere visto nella venerazione cattolica pietistica di organi umani (cuori sanguinanti) e delle ferite, nelle torture dell'inquisizione spagnola (e francese) e nell'arte cattolica (per esempio Bosch e Goya). Tuttavia, esiste anche in altri paesi cattolici, in cui non esiste la corrida, per esempio nelle mummie delle catacombe, in strane abitudini funebri in tutto il mondo cattolico e nelle abitudini di flagellazione e mutilazione nell'Italia meridionale e nelle Filippine un tempo spagnole, in particolare nel Grande e Venerdì santo.

Questo culto del sangue fa parte del culto cattolico di sofferenza e di flagellazione, amata ancora oggi dai seguaci di Madre Teresa e dall'Opus Dei. Il "crocifissionismo" morboso, come si può vedere nei film italiani sulla crocifissione o nel film di Gibson "La passione di Cristo", il ritratto del Cristo ('Gesù') umano e sanguinante sulla croce è in effetti il motivo per cui il protestantesimo rifiuta la Croce, vedendola come un simbolo di morte, invece che per quello che è, il simbolo della vita e della vittoria sulla morte. Potrebbe essere che la setta ariana-protestante, i testimoni di Geova, rifiuti le trasfusioni di sangue anche a causa del rifiuto di ciò che associa con il cattolicesimo.

La corrida è sconosciuta nei paesi un tempo protestanti (anche se qui i combattimenti di orsi e galli e fino a poco tempo fa la caccia alla volpe erano una volta molto popolari). Oggi in questi paesi tutti questi sport cruenti sono evitati e addirittura detestati a causa della prevalenza di valori laicisti come la correttezza politica e i diritti degli animali. Per i laicisti, infatti, gli esseri umani sono semplicemente animali intelligenti, e noi non dovremmo trattare gli animali in modo diverso dagli esseri umani occidentali. (Gli esseri umani non occidentali invece possono essere massacrati liberamente, come nei casi di Ruanda, Serbia, Afghanistan, Iraq, Siria, Libia e Ucraina).

Perché allora noi ortodossi non coltiviamo la corrida? Perché nell'Ortodossia, anche se e proprio perché prendiamo parte al corpo e al sangue di Cristo nella comunione, non abbiamo un culto del sangue, né un crocifissismo. Come ortodossi, riteniamo che già soffriamo abbastanza semplicemente essendo fedeli cristiani ortodossi – non da ultimo tramite le persecuzioni del cattolicesimo e del protestantesimo, e non cerchiamo o creiamo artificialmente sofferenze o immagini morbose di tortura del corpo umano.

Noi non tolleriamo l'auto-flagellazione o un culto morboso di morte, sangue e resti umani: i manichini di cera in cui i cattolici trasformano i santi morti (cosa che è molto diversa dalla venerazione delle sante reliquie). Questo perché non imitiamo Cristo all'esterno, ma lo imitiamo verso l'interno. Così viviamo nel Cristo risorto, per mezzo dello Spirito Santo, da cui la Chiesa, il cui capo è Cristo e che è il corpo risorto di Cristo, vive. Il nostro culto non è un culto della morte, ma della vita, dello Spirito, della risurrezione vittoriosa, di Cristo trionfante sulla croce.

Lei ha scritto che il ripristino della vita della Chiesa in Russia è molto lento e molto fragile. Che cosa accadrebbe alla Chiesa fuori dalla Russia se ci fosse un'altra rivoluzione anti-ecclesiale all'interno della Russia e il Patriarcato finisse di nuovo in condizione di schiavo?

R.T., Seattle

Penso che questo sia molto improbabile, ma è vero che tutto è possibile nella Russia di oggi, dove ci sono ancora statue di Lenin e la sua mummia è sulla Piazza Rossa, e ci sono luoghi pubblici che prendono il loro nome da altri sadici e terroristi.

In un simile caso torneremmo semplicemente alla nostra situazione di quasi 100 anni fa quando il patriarca Tikhon fondò la Chiesa fuori dalla Russia, proprio perché prevedeva che la Chiesa si sarebbe trovata in schiavitù, e diventeremmo così la voce libera della Chiesa. E penso che questa volta saremmo molto più forti.

Innanzitutto, coloro che sono sotto il patriarcato ma fuori dalla Russia, molto più numerosi rispetto a due e più decenni fa, si unirebbero sicuramente a noi in modo naturale, se l'amministrazione all'interno della Russia fosse nuovamente schiava.

In secondo luogo, non credo che questa volta ci sarebbero gli scismi politici nocivi e inutili a Parigi e in Nord America, come ci sono stati negli anni '20; Questa volta l'emigrazione è unita nella sua ortodossia e non permetterebbe che l'interferenza politica anti-russa rinnovazionista e massonica, da Costantinopoli o altrove, disturbasse la vita della Chiesa.

È vero che gli ortodossi non adorano le statue come fanno i cattolici perché le statue sono tridimensionali, mentre le icone sono bidimensionali? E perché questo fa una differenza?

P. A., Manchester

Penso che la verità possa essere espressa più chiaramente che non in questo modo. Non si tratta tanto di due o tre dimensioni quanto della questione del nostro concetto di realismo.

Innanzitutto, gli ortodossi non adorano niente o nessuno, salvo la Santa Trinità. Tuttavia, mostriamo onore, riverenza e venerazione per le cose sante, come le icone, la croce e le sante reliquie. Non abbiamo statue nelle chiese (ma queste possono esistere come memoriali fuori dalle chiese), perché le statue sono un tentativo di creare rappresentazioni realistiche di Dio o di esseri umani. Per la stessa ragione non dipingiamo né creiamo immagini realistiche (bidimensionali) di Cristo, degli angeli e dei santi. Per dirla in modo preciso, un'icona non è un tentativo di creare un'immagine realistica (come una statua o un quadro religioso cattolico), ma è un ritratto spirituale.

Il realismo ritrae solo la natura caduta, e noi vogliamo ripristinare la natura prima della caduta. È per questo che un'icona non ha prospettiva né rappresenta il corpo anatomicamente. È l'opposto di un ritratto realistico – o di una statua. Per questo motivo, anche se ci sono molti santi ortodossi di cui abbiamo fotografie, non veneriamo le loro fotografie. Veneriamo solo le icone – tentativi di produrre fotografie spirituali, rappresentazioni dell'essenza spirituale o dell'anima del santo in questione, ripristinate alla loro bellezza primordiale come lo sarebbero state prima della Caduta. Questo è il nostro realismo.

Un omosessuale può essere ordinato?

A.T., Norfolk

Noi condanniamo il peccato, non il peccatore.

Molti, ma non tutti, gli omosessuali sembrano essere di due tipi, anche se con una molteplicità di varianti: c'è chi per repressione è diventato narcisista (il narcisismo viene sempre da un complesso della personalità), ostile, aggressivo, geloso, traditore, calunniatore e vendicativo. D'altra parte, c'è chi, ovviamente omosessuale, può essere gentile, affascinante, fanciullesco e molto popolare tra le femmine, perché, privo di repressioni, non ha alcuna aggressività e non presenta per loro alcun pericolo.

La questione dell'ordinazione spetta a un vescovo, anche se sospetto che qualsiasi vescovo di qualsiasi giurisdizione, canonica e non canonica (esistono chierici omosessuali in tutte le giurisdizioni) o risponderebbe un 'no' deciso, altrimenti chiederebbe: 'che tipo di omosessuale '? Dopo tutto, l'abitudine di classificare le persone secondo una categoria, 'francese', 'omosessuale', 'inglese', 'cattolico', 'russo', 'sposato' le depersonalizza: penso che dovremmo vedere le persone innanzitutto come individui. Come tutti sappiamo, alcuni omosessuali sono ordinati.

Così, gli omosessuali evidenti del secondo tipo non sarebbero ordinati (anche se ho incontrato eccezioni tra coloro che sono stati ordinati da vescovi omosessuali). Tuttavia, quelli del primo genere ostile e narcisista, se ordinati – come, tristemente, ce ne sono, sono catastrofi, specialmente quando diventano vescovi, come tanti sono tristemente divenuti.

Tuttavia, ci sono eccezioni. Anche se ci sono due tipi principali di omosessuali, ci sono anche quelli che hanno un controllo sia sulla loro malattia (e la malattia dell'omosessualità è una croce pesante da sopportare) sia sulla loro aggressività. Per tali persone i vescovi farebbero eccezioni.

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