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  Possiamo inginocchiarci in chiesa alla domenica?

Dal blog del sito Orthodox England

9 luglio 2017

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Ho una domanda su qualcosa a cui ho pensato da un po' di tempo. Ho letto che i canoni della Chiesa dicono che non dovremmo inginocchiarci o prosternarci alla domenica, ma mi chiedo quanto ciò sia strettamente interpretato in pratica?

Attualmente frequento una parrocchia romena e tra i romeni (come probabilmente sa) è consuetudine inginocchiarsi durante il Padre Nostro, il Credo, la lettura del Vangelo, ecc. E alcune persone si inginocchiano per gran parte della Liturgia. Personalmente penso che sia un bel segno di riverenza ma mi chiedo perché sia ​​diventato una consuetudine accettata in Romania, ma non in altri luoghi, e se il "divieto" di inginocchiarsi alla domenica è veramente necessario, o qual è il suo scopo ?

Conosco alcune altre parrocchie in cui i fedeli mostrano poca o nulla riverenza e quindi mi sembra ancora meglio inginocchiarci o prosternarci piuttosto che essere solo passivi...

(Domanda da un corrispondente in Europa)

"Poiché alcuni si inginocchiano in chiesa alla domenica e nei giorni della Pentecoste, al fine di preservare l'uniformità in tutte le parrocchie, è sembrato più opportuno al santo Concilio che le preghiere siano offerte a Dio stando in piedi".

Canone XX del primo Concilio universale

I canoni a cui lei fa riferimento sono quello sopra citato, il Canone 90 del sesto Concilio universale e il Canone 15 di san Pietro il Martire di Alessandria, tutti dei primi sette secoli. Quindi, sì, sulla carta non ci si inginocchia nel giorno liturgico della domenica (dal sabato sera alla domenica sera) e neppure tra Pasqua e Pentecoste (le preghiere in ginocchio al Vespro della Pentecoste sono le prime in cui ci si inginocchia). Perché? Perché la domenica è il giorno della risurrezione e il periodo tra la Pasqua e la Pentecoste è di fatto il proseguimento della festa della Risurrezione. Se siamo risorti con Cristo, allora siamo risorti e stiamo in piedi.

Questo per la teoria. E la pratica?

Uno dei modi più semplici per notare la differenza tra certi convertiti e gli ortodossi è vedere se si inginocchiano alla domenica o meno (soprattutto alla Domenica della Croce durante la Quaresima). I convertiti, sia del tipo zelota vecchio-calendarista sia del tipo liberale neo-calendarista (gli estremi si incontrano sempre), rifiutano di inginocchiarsi a causa delle conoscenza delle loro teste, gli ortodossi si inginocchiano a causa dei movimenti dei loro cuori. Come ha affermato una persona in risposta a un convertito rigorista che insisteva sul fatto che tutti gli ortodossi stanno in piedi durante le funzioni: 'No, non è così: i russi stanno in piedi, i greci si siedono e i romeni si inginocchiano'.

Perché questa differenza? Si tratta di una questione di pietà - o di mancanza di pietà. Stare seduti è una mancanza di pietà (a meno che una persona non sia malata, appesantita da una gravidanza, ecc.), che si è insinuata nelle Chiese greche (tra cui quella antiochena) solo molto, molto recentemente. I pii russi sono orripilati quando vedono i greci e gli antiocheni seduti durante la lettura dell'Epistola. Ma anche stare in ginocchio è un grande sacrificio. Ammiro quei romeni che stanno in ginocchio per tutta la liturgia come un atto di pietà che si accorda con il loro temperamento. Io non credo di poterlo fare fisicamente. Anche stare in piedi è anche questione di ascetismo.

Una pratica comune russa tra i vescovi e i sacerdoti è quella di inginocchiarsi in certi punti durante la liturgia, per esempio durante il «Padre nostro».

Alcuni convertiti, spesso di provenienza protestante, tendono a interpretare i canoni letteralmente, ovvero secondo la lettera. Questi individui, sembra, erano fondamentalisti nella loro interpretazione delle Scritture e ora citano i canoni laddove prima citavano capitoli e versetti, sperando forse di mandare i loro simili all'inferno (e loro stessi in un paradiso molto orgoglioso). Se è così, allora è tutto puro fariseismo. ('Non si deve guarire o fare del bene nel giorno di sabato').

Conclusione: lei preghi e poi faccia quello che il suo cuore le dice di fare, osservando coloro che la circondano, in modo da non scandalizzare nessuno. Questa si chiama umiltà, ed è al di sopra della lettera della legge perché mantiene lo spirito della legge. Quando io, da sacerdote, vedo metropoliti e vescovi, o se per questo anche pii fedeli, in ginocchio alla domenica, non ho alcuna esitazione a mettermi in ginocchio con loro. Dobbiamo rifiutarci di mettere noi stessi al di sopra degli altri.

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