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  La Chiesa antica venerava le icone?

dal blog di padre John Whiteford, 31 dicembre 2015

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un iconoclasta rimuove un'icona di Cristo

"Il fatto che ci fossero polemiche sulle icone ben addentro al IX secolo non è la prova che la Chiesa primitiva non venerava le icone?"

Vi sono state davvero controversie in tempi diversi, in particolare le controversie iconoclastiche dell'VIII e del IX secolo, ma queste polemiche si sono concentrate principalmente sulla questione se fosse in ogni caso possibile avere delle icone. Anche gli iconoclasti non si opponevano alla venerazione della Croce, o di altri oggetti sacri. Il loro problema con le icone era che essi le consideravano intrinsecamente discutibili, indipendentemente dal fatto che fossero venerate o meno. In realtà, non c'è mai stato alcun movimento di cristiani che accettasse l'iconografia, ma ne respingesse la venerazione, prima della riforma protestante.

È un dato di fatto che solo 30 anni prima della prima polemica iconoclasta le icone non erano una questione controversa, come dimostra il fatto che il Concilio in Trullo ha emanato un canone circa il contenuto di certe icone, canone che non mostra alcun accenno alla realizzazione delle icone come a una questione in alcun modo controversa:

"In alcuni dei dipinti delle venerabili icone, è raffigurato un agnello che è indicato dal dito del Precursore, e questo è raffigurato come un tipo della grazia, che suggerisce in anticipo attraverso la legge il nostro vero agnello, Cristo nostro Dio. Pertanto, pur abbracciando ardentemente gli antichi tipi e ombre come simboli della verità e previsioni tramandate alla Chiesa, noi preferiamo la grazia, e la accettiamo come la verità che adempie la legge. Poiché dunque ciò che è perfetto, anche se è solo dipinto, è impresso sul volto di tutti, l'Agnello che toglie il peccato del mondo, Cristo nostro Dio, per quanto riguarda il suo carattere umano, noi decretiamo che d'ora in poi sia impresso lui nelle icone invece dell'antico agnello: così per mezzo di lui ci sia consentito di comprendere il motivo dell'umiliazione di Dio il Verbo, e siamo condotti per mano, per così dire, dal ricordo della sua vita nella carne e della sua passione e della sua morte salvifica e della redenzione del mondo ottenuta in questo modo" (Canone LXXXII del Concilio in Trullo).

Ed è anche un fatto che le testimonianze archeologiche dimostrano l'ubiquità dell'iconografia cristiana fin dai tempi dalle catacombe. Chiaramente chi contestava iconografia era al di fuori del mainstream cristiano. Ciò che ha reso le icone controverse nei secoli VIII e IX è stato l'avvento dell'islam, e il desiderio degli imperatori iconoclasti di riportare coloro che si erano convertiti all'islam all'ovile cristiano – e le icone erano viste come un ostacolo in questo processo. Inoltre non è una coincidenza che gli imperatori iconoclasti provenivano tutti da parti dell'impero in cui l'islam aveva fatto notevoli passi avanti.

Inoltre, uno sguardo più da vicino ai testi della Scrittura dimostra che gli israeliti avevano una vasta iconografia nel tabernacolo e poi più tardi nel tempio. Si potevano trovare immagini di cherubini:

Sull'arca – Esodo 25:18

Sulle tende del tabernacolo – Esodo 26: 1

Sul velo del santo dei santi – Esodo 26:31

Nel santuario – 1 Re 6:23

Sulle pareti – 1 Re 6:29

Sulle porte – 1 Re 6:32

E sugli arredi – 1 Re 7: 29,36

Quando si mettono insieme tutti questi riferimenti, è chiaro che nel culto israelita c'erano icone ovunque uno si voltasse.

Ma alcuni obietteranno: "inchinarsi davanti a un'icona e baciarla non è proibito dal secondo comandamento?" Il problema per quanto riguarda il secondo comandamento è che cosa significa la parola tradotta con "idoli". Se significa semplicemente immagini scolpite, allora le immagini nel tempio sarebbero una violazione di questo comandamento. La nostra guida migliore, però, al significato delle parole ebraiche, è che cosa significavano per gli ebrei; quando gli ebrei hanno tradotto la Bibbia in greco, hanno tradotto questa parola semplicemente come "eidoloi", vale a dire "idoli". Inoltre, la parola ebraica pesel non è mai usata in riferimento a una qualsiasi delle immagini nel tempio. Così chiaramente il riferimento è alle immagini pagane piuttosto che alle immagini in generale.

Diamo un'occhiata a ciò che il secondo comandamento dice in realtà:

"Non ti farai alcuna immagine scolpita (cioè idolo), né immagine alcuna di ciò che è nel cielo, o che è sulla terra, o che è nelle acque sotto la terra. Non ti prosternerai davanti a loro e non le adorerai... "(Esodo 20: 4-5).

Ora, se prendiamo questo passo come riferimento alle immagini di qualsiasi tipo, allora è chiaro che i cherubini nel tempio violano questo comandamento. Se lo limitiamo solo agli idoli, non esiste alcuna contraddizione. Inoltre, se questo vale per tutte le immagini – allora anche la foto sulla patente di guida la viola, ed è un idolo. Quindi, o diciamo che ogni protestante con una patente di guida è un idolatra, oppure che le icone non sono idoli.

Lasciando da parte, per il momento, il significato di "immagini scolpite", guardiamo semplicemente a ciò che questo testo in realtà dice di loro. Non farai x, non ti prosternerai a x, non adorerai x. Se x = immagini, allora il tempio stesso viola questo comandamento. Se x = idoli e non tutte le immagini, allora questo versetto non contraddice né le icone nel Tempio, né le icone ortodosse.

Abramo si prosternò davanti al popolo di Hebron (Genesi 23:7,12); i fratelli di Giuseppe si prosternarono davanti a lui (Genesi 42: 6; 43:26, 28); e si potrebbero citare molti altri esempi, che dimostrano che prosternarsi era un'espressione di rispetto, e prosternarsi agli idoli è discutibile solo perché l'oggetto in questione è di fatto un idolo, o l'immagine di una falsa divinità. E baciare cose sacre è un atto molto comune di devozione tra gli ebrei di oggi (vedi: Kissing: An Act of Religious Devotion, del rabbino Hayim Halevy Donin (Da To Pray as a Jew: A Guide to the Prayer book and the Synagogue Service, (New York: Basic Books [Harper Collins], 1980), p. 43n).

Non c'è ragione di supporre che i primi cristiani non si sarebbero ugualmente prosternati davanti alle cose sante e non le avrebbero baciate, come fecero i loro antenati ebrei. E le icone di santi o di scene bibliche avrebbero avuto la stessa venerazione data ai testi della Scrittura.

Per ulteriori informazioni leggete:

Domande e risposte sulle icone

La venerazione della Croce

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