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  Il simbolismo dell’oscillazione della coliva
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Perché nelle chiese ortodosse romene e moldave, alla fine delle commemorazioni dei defunti, mentre si canta "Eterna memoria" (Veşnica pomenire), i fedeli elevano le offerte funebri (la coliva, e spesso anche il pane e il vino)? Qual è il simbolismo che sta dietro a questo gesto? E perché non lo si fa nelle altre chiese ortodosse?

Il mondo ortodosso di lingua e cultura romena è caratterizzato da una forte componente di pietà verso i defunti, con numerose celebrazioni di commemorazioni funebri e offerte di cibi e bevande in onore dei defunti, accanto alla tradizionale coliva. Invariabilmente, al termine delle funzioni, queste offerte sono elevate facendole oscillare verso l'alto: le tengono in mano i parenti dei defunti, e talvolta gli stessi preti che hanno officiato la funzione si uniscono ai parenti nell'elevazione.

Tuttavia, molti non hanno idea del perché si compia questo gesto, e alcuni dicono che si tratta di un'usanza il cui senso è stato dimenticato. Vediamo un poco di riscoprire questo senso.

L'elevazione di un'offerta verso l'alto (il cielo) è un segno ancestrale di dedicazione alla divinità. Ce ne sono esempi fin troppo numerosi nelle religioni pagane, e l'elevazione del pane e del vino alla consacrazione eucaristica cristiana ne è un esempio prominente. Tuttavia, l'oscillazione della coliva e dei cibi memoriali non sembra rispecchiare una simile dedicazione a Dio. Di fatto, in tutto il rito dell'officio funebre non c’è una sola preghiera di benedizione di queste offerte.

Durante le preghiere per i defunti si chiede a Dio il loro riposo. Il pensiero del riposo delle anime dei defunti ha fatto nascere in alcuni un paragone con le madri che cullano i loro bambini per tranquillizzarli. Il paragone non deve essere preso troppo alla lettera (dopo tutto, non si culla un cibo o una bevanda per farli smettere di piangere...) ma il senso di un'anima portata al cielo nelle braccia del Signore è ben presente nell'immaginario cristiano, per esempio nell'icona della Dormizione, dove Cristo tiene tra le braccia l'anima di sua madre raffigurata come una bambina in fasce:

Un altro paragone molto interessante si ha con il rito dell’elevazione delle offerte dell'Antico Testamento, spiegato in Esodo 29,23-24, e con un successivo riferimento in Levitico 7,30. In pratica, alcune delle offerte (pani, e parti di animali sacrificati) erano messe nelle mani di Aronne e dei suoi figli, facendole oscillare. Se l'usanza dell'oscillazione delle colive potesse essere messa in relazione a questo rito, avrebbe un notevole precedente biblico. Ma il rito vetero-testamentario non ha riferimenti specifici ai defunti, e inoltre bisognerebbe spiegare perché questo rito si sarebbe mantenuto tra i soli cristiani ortodossi di lingua romena, e tra nessun altro.

I simbolismi cristiani più attinenti all'elevazione della coliva sono quelli del legame tra il cielo e la terra, della salita delle anime al cielo e della risurrezione dei morti. In uno dei suoi articoli su Ortodoxia.md, Padre Iulian Rață suggerisce un interessante collegamento con il terremoto che ha avuto luogo alla risurrezione di Cristo. Altri rimandano al simbolismo dell'oscillazione del velo del calice eucaristico al momento del Credo (che parla della risurrezione di Cristo) durante la Liturgia.

Tutti questi riferimenti e suggerimenti sono indubbiamente interessanti, ma non ci spiegano il perché si dovrebbero trovare connessi a un'usanza tipica delle sole chiese ortodosse romene e moldave. Il gesto dell'oscillazione della coliva è completamente assente nelle chiese russe (a meno che non vi si trovi una forte componente di usi moldavi), nelle chiese serbe (dove è presente un'elevazione del pane e del vino in occasione del rito della Slava, in cui le parole del sacerdote che solleva il pane e il vino non lasciano dubbi sul fatto che si tratti di una richiesta di benedizione) e nelle chiese greche (dove rimane, soprattutto in ambiente monastico, un complesso rito di elevazione di un pane chiamato Panaghia, di cui si possono leggere i dettagli in questa pagina, dedicata al monastero di Xenofontos sul Monte Athos; non ci risulta, tuttavia, che l'elevazione della Panaghia abbia luogo al termine delle consuete commemorazioni funebri).

Per quanti simbolismi profondi possiamo trovare, dobbiamo sempre fare i conti con il fatto che questa usanza di elevare le offerte funebri si trova confinata entro i limiti di un'area culturale. Ecco dove ci può essere d'aiuto il concetto di inculturazione della fede cristiana, ovvero della cristianizzazione di un precedente dato culturale pagano. Sappiamo che romeni e moldavi sono i discendenti del popolo dei daci. I daci avevano credenze ben specifiche riguardo all'immortalità dell'anima, oltre che a pratiche funebri precise, sulle quali sicuramente hanno lavorato i missionari cristiani per portare loro il Vangelo. Così come siamo autorizzati a ipotizzare che la particolare venerazione dei defunti tra romeni e moldavi abbia avuto le sue radici in uno sviluppo di una venerazione pre-cristiana, così possiamo ipotizzare che l'inconsueto gesto dell'oscillazione della coliva sia un fenomeno di inculturazione, un gesto passato dai riti pagani a quelli cristiani, con l’assunzione di nuove profondità di significato. Allo stesso modo, il rito serbo della Slava (anch'esso limitato all'area culturale di un popolo specifico) fu indubbiamente pensato da san Sava come risposta a usanze di offerte pagane, o come forma di una loro cristianizzazione.

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