Rubrica

 

Informazioni sulla chiesa in altre lingue

Mirrors.php?cat_id=36&id=205  Mirrors.php?cat_id=36&id=602  Mirrors.php?cat_id=36&id=646  Mirrors.php?cat_id=36&id=647  Mirrors.php?cat_id=36&id=4898 
Mirrors.php?cat_id=36&id=2779  Mirrors.php?cat_id=36&id=204  Mirrors.php?cat_id=36&id=206  Mirrors.php?cat_id=36&id=207  Mirrors.php?cat_id=36&id=208 
Mirrors.php?cat_id=36&id=3944  Mirrors.php?cat_id=36&id=7999  Mirrors.php?cat_id=36&id=8801  Mirrors.php?cat_id=36&id=9731  Mirrors.php?cat_id=36&id=9782 
Mirrors.php?cat_id=36&id=11631         
 

Calendario ortodosso

   

Scuola domenicale della parrocchia

   

Ricerca

 

In evidenza

04/10/2023  Scoperte, innovazioni e invenzioni russe  
14/03/2020  I consigli di un monaco per chi è bloccato in casa  
11/11/2018  Cronologia della crisi ucraina (aggiornamento: 3 febbraio 2021)  
30/01/2016  I vescovi ortodossi con giurisdizione sull'Italia (aggiornamento: 21 dicembre 2022)  
02/07/2015  Come imparare a distinguere le icone eterodosse  
19/04/2015  Viaggio tra le iconostasi ortodosse in Italia  
17/03/2013  UNA GUIDA ALL'USO DEL SITO (aggiornamento: aprile 2015)  
21/02/2013  Funerali e commemorazioni dei defunti  
10/11/2012  I padrini di battesimo e il loro ruolo nella vita del figlioccio  
31/08/2012  I nostri iconografi: Iurie Braşoveanu  
31/08/2012  I nostri iconografi: Ovidiu Boc  
07/06/2012  I nomi di battesimo nella Chiesa ortodossa  
01/06/2012  Indicazioni per una Veglia di Tutta la Notte  
31/05/2012  La Veglia di Tutta la Notte  
28/05/2012  La preparazione al Matrimonio nella Chiesa ortodossa  
08/05/2012  La Divina Liturgia con note di servizio  
29/04/2012  La preparazione al Battesimo nella Chiesa ortodossa  
11/04/2012  CHIESE ORTODOSSE E ORIENTALI A TORINO  
 



Inizio  >  Documenti  >  Sezione 12
  Risposte a domande da lettere

dal blog del sito Orthodox England

1 agosto 2014

Clicca per SCARICARE il documento come PDF file  
Condividi:

Qui di seguito ci sono alcune risposte a domande che mi hanno fatto nella recente corrispondenza.

Nel suo recente articolo, 'Verità e misericordia', ha espresso una profezia o solo un pio desiderio?

Come al solito, ho voluto far pensare al di fuori degli schemi restrittiva che offrono i media laici e anche confortare i deboli dalla disperazione offerta da tali mezzi. In entrambi questi aspetti, a giudicare dal feedback, è chiaro che l'articolo ha avuto successo. Questo articolo descrive un possibile risultato spirituale degli attuali eventi mondiali.

Ovviamente, io non sono un profeta, ma è chiaro che quello che si vede in corso nel mondo di oggi, a Gaza, con i massacri da parte dei sionisti armati dagli Stati Uniti, in Iraq e Siria, con le stragi di cristiani da parte di terroristi finanziati dal Qatar, e in Ucraina, con massacri di ucraini da parte di terroristi e mercenari organizzati dalla CIA (tutti questi eventi sono strettamente interconnessi) è di vitale importanza. Quest'anno stiamo raggiungendo un altro enorme punto di svolta nella storia, grande come quello della caduta del muro di Berlino nel novembre 1989.

Tuttavia, vi è un elemento profetico. Tale articolo, 'Verità e misericordia', è basato sulle profezie di molti santi, di san Giovanni di Shanghai, dello schema-monaco Aristocleo, della beata Pelagia di Rjazan, di padre Paisios dell'Athos, dell'anziano Giona di Odessa e di altri. Tuttavia, dobbiamo ricordare che tutte le profezie, anche loro, sono condizionate al pentimento – e il pentimento non è certo. Quello che sto dicendo è che se non andiamo nella direzione di 'verità e misericordia', allora andremo nella direzione della fine del mondo. Non c'è via di mezzo, nessun compromesso, come immaginano sempre le persone di fantasiosa cultura anglicana. Oggi stiamo andando o verso il pentimento, oppure verso Sodoma e Gomorra e verso le catastrofi indicibili prima dell'Anticristo. Voglio dare speranza alla gente. La catastrofe non è inevitabile.

Quelli che pensano con criteri mondani non capiscono l'articolo, e lo trovano mera fantasia. Questo è perché pensano solo in termini politici, laici, che per definizione escludono la Provvidenza, il divino e i miracoli dai loro processi di pensiero. Questo è perché i loro processi di pensiero non sono ortodossi, né cristiani, e sono ingannati, perché i processi nel mondo reale non sono diretti da forze laiche. In realtà, le cose umane sono dirette da forze spirituali, o divine oppure, come possiamo vedere intorno a noi e in tutta la storia degli ultimi 100 anni, sataniche. Il divino è possibile, ma è anche possibile il satanico, ciò che nell'Antico Testamento viene chiamato 'l'ira di Dio'. È la nostra scelta. Così è il libero arbitrio umano.

Ha menzionato san Giovanni di Shanghai. Perché si distingue come IL santo dell'emigrazione?

In primo luogo, perché era davvero un santo. Questo in sé è eccezionale, soprattutto con tutti gli pseudo-santi e pseudo-anziani dell'emigrazione russa, con false pretese e culti della personalità, sviluppati da loro stessi e poi, molto peggio, dai loro discepoli dopo la loro morte. In secondo luogo, perché era universale. Ha coinvolto tutti i continenti e ha parlato a tutte le nazionalità, orientali (cinesi, giapponesi e filippini) e occidentali (europei e americani). E in terzo luogo, perché era un monarchico, uno 'tsarista' fino al midollo.

Perché questo è così importante?

Perché è la cartina di tornasole per la comprensione dell'Ortodossia di oggi. La restaurazione della monarchia in Russia a beneficio di tutto il mondo ortodosso e in effetti a vantaggio di tutto il mondo è l'unica direzione in cui possiamo andare. Coloro che non hanno capito questo non sono diventati davvero ortodossi. Sono disincarnati, semi-protestanti, non capiscono che l'Ortodossia è la religione dell'Incarnazione, delle ultime due dita quando facciamo il segno della croce. Pensano che l'Ortodossia, e la religione in generale, sia solo una questione privata, una teoria personale, senza conseguenze pratiche e pubbliche. Questa è un'eresia. Mi chiedo se sanno come fare il segno della croce correttamente. Possono essere pieni di dottorati, ma sono sicuro che non tengono assieme le ultime due dita, che rappresentano le nature divina e umana di Cristo. Farebbero bene a imparare dall'ultimo vecchietto ignorante in un villaggio della Moldova, o se per questo, della Galilea.

San Giovanni in questo è una guida perché possedeva la purezza della Santa Ortodossia. Così molti convertiti trattano l'Ortodossia come un 'elemento di conforto', una sorta di hobby part-time o di trip del proprio ego. Cristo, cioè, l'Ortodossia, non è qualcosa del genere. Un hobby o un trip dell'ego può essere un antipasto, uno spuntino; quello che dobbiamo fare è di ottenere accesso alla portata principale, il pasto completo, che si trova nell'arena. Solo quando siamo in campo con le belve che ci attaccano, perché noi siamo la loro portata principale – si può arrivare al dolce, al dessert, che è il paradiso. Come si dice, non puoi arrivare in paradiso in una Rolls-Royce.

Qual è la situazione tra i nuovi ortodossi (coloro che sono stati battezzati nel corso degli ultimi 20 anni o giù di lì) nella Chiesa all'interno della Russia? Sono giunti a ciò che ha chiamato 'l'arena', 'la portata principale'?

Questa è una domanda interessante e la risposta è varia. Posso ricordare come negli anni '90 molti neo-battezzati in Russia (e il loro numero era di decine di milioni) leggevano i libri del metropolita Antonio di Sourozh e di altri scrittori russi puramente intellettuali e teorici che scrivevano per i non ortodossi in Occidente. In altre parole, leggevano ciò che era appropriato per gli estranei e per i principianti, le introduzioni. Fortunatamente, oggi in Russia, soprattutto a causa dell'influenza del monachesimo autentico (che è così dolorosamente e disastrosamente carente in Occidente) un gran numero di persone è passato oltre a quella fase. Non sono più estranei, convertiti, ma addetti ai lavori, ortodossi. Ora leggono le vite dei santi e degli anziani, come padre Paisios, padre Ioann Krestjankin e padre Nikolaj Gurjanov. In altre parole, sono passati di fatto alla portata principale. Questo è incoraggiante.

Una domanda storica riguardo lo tsarismo di san Giovanni: perché il contro-movimento dei bianchi è fallito dopo la Rivoluzione?

È fallito proprio perché non era bianco. Non aveva alcun leader unico e unitivo (che poteva essere solo un Romanov), e non era nemmeno compattamente monarchico al seguito dello tsar Nicola. Anche bianchi individuali come Wrangel e Kolciak sono stati compromessi da individui intorno a loro, che non erano bianchi. Pochi avevano una motivazione pura e così il movimento dei bianchi è fallito. L'arcivescovo Averkij scrive in modo molto chiaro su questo, come anche molti altri scrittori ecclesiastici.

Alcuni dicono che san Giovanni sarebbe stato contro la Chiesa in Russia. Cosa risponde?

Il libro di servizio in slavonico che ho sempre usato è quello pubblicato sotto il metropolita Anastasij, il secondo dei primi ierarchi della ROCOR. In quel testo, nella grande ectenia preghiamo per 'tutti i Patriarchi ortodossi' prima di pregare per i nostri vescovi della ROCOR. Questa era la posizione reale della Chiesa prima che il settarismo cominciasse a insinuarsi attraverso il vecchio calendarismo americano negli anni '60 (ho il forte sospetto che quel vecchio calendarismo fosse finanziato dalla CIA), che ha cercato di circondare, rapire e deviare spiritualmente il nobile e venerabile metropolita Filaret, prima essere respinto in parte dal metropolita Vitalij (che ne è stato poi circondato, rapito e letteralmente deviato), e poi respinto completamente dal metropolita Lavr.

Questa tradizionale posizione ecclesiologica era anche la posizione di san Giovanni. Un prete che ho conosciuto, padre Vladimir Rodzianko (poi vescovo Basilio), ha registrato le parole di san Giovanni: 'Ogni giorno prego per il patriarca Alessio alla proscomidia. È lui il patriarca. E la nostra preghiera è sempre la stessa. Per forza di cose siamo stati tagliati fuori l'uno dall'altro, ma siamo ancora uniti liturgicamente. La Chiesa russa, come tutta la Chiesa ortodossa, è unita nell'eucaristia, noi siamo con essa e in essa. Amministrativamente, per il bene del nostro gregge e per i ben noti principi, dobbiamo prendere la strada che abbiamo preso, ma ciò non rompe l'unità sacramentale di tutta la Chiesa'.

Vedete, la ROCOR prima del 2007 aveva due parti - la parte principale patriottica (chi amava la Russia chiamata a essere ortodossa e a salvare il mondo) e una parte politico/ideologica più piccola, ma potente (nazionalisti che mettono sempre il loro vantaggio e interesse personale, finanziario o politico al di sopra della Chiesa). Ricordate che fu quell'ala politica che mise effettivamente sotto processo san Giovanni di Shanghai e San Francisco nei primi anni '60.

Come risultato delle azioni di quest'ala ideologico-politica, molti hanno lasciato la ROCOR in Inghilterra, per esempio, negli anni '70, '80 e '90. I settari hanno cercato di prendere in consegna la ROCOR a Londra e altrove. Abbiamo perso almeno quattro sacerdoti in quel momento a causa di loro – e tutto questo solo in una piccola diocesi. La vecchia generazione è stata schiacciata via; la situazione verso la metà degli anni '80 era terribile.

È stato influenzato personalmente da questa situazione in Inghilterra?

Moltissimo. È come risultato di questa situazione che siamo emigrati. Io sono entrato nella ROCOR non attraverso la situazione in Inghilterra, ma attraverso l'arcivescovo Antonij di Ginevra, che non aveva nulla a che fare con il nonsenso vecchio-calendarista venuto dall'America. Era rimasto fedele alla Tradizione, all'ecclesiologia di san Giovanni, che lo aveva preceduto in Europa occidentale. Come san Giovanni, riceveva nell'Ortodossia per mezzo della cresima. Vladyka Antonij diceva che dovevamo appartenere a una ROCOR che non concelebrava con Mosca, ma solo fino a quando la Chiesa in Russia non fosse stata libera. Ma lui e il suo clero concelebravano con tutti gli altri, con tutte le altre Chiese locali. Prima della sua morte 20 anni fa, so che un sacerdote da dentro la Russia aveva già concelebrato con lui, pur rimanendo nel Patriarcato. Vladyka Antonij, come san Giovanni, era un discepolo del metropolita Antonij di Kiev, che entrambi avevano conosciuto a Belgrado. Loro sono il mio lignaggio spirituale, i miei antenati spirituali, di un'Ortodossia universale, e non settaria. Il metropolita Lavr apparteneva alla stessa famiglia spirituale.

Tali erano anche i punti di vista di gerarchi come il vescovo Aleksandr (Mileant) e il vescovo Mitrofan (Znosko-Borovskij) della generazione precedente, che ho incontrato. Erano ardenti patrioti, non della Russia, ma della Russia ortodossa. E quella fu la ragione per cui non potevamo essere sotto ciò che allora era chiamato Patriarcato di Mosca, che al di fuori della Russia era dominato da individui che mostravano un patriottismo sovietico, che provenivano dalla paura, e così ci erano estranei. Tutti noi pensavano, come Dostoevskij, che un russo che non è ortodosso non è un russo. Quindi per noi non esisteva un nazionalismo indiscriminato.

Cosa è successo al ramo politico?

Ha lasciato la Chiesa in un periodo di 20 anni, dal 1986 in poi, finendo soprattutto in varie sette, tra cui varie sette di vecchie calendaristi. Vorrei ricordare a tutti che sia san Giovanni sia l'arcivescovo Antonij avevano sotto di loro parrocchie di nuovo calendario (per le feste fisse). Nel caso di san Giovanni, queste erano parrocchie di rito occidentale.

Che dire di san Giovanni e del rito occidentale? Sicuramente il suo sostegno al rito occidentale significa che anche noi oggi dovremmo sostenere il rito occidentale?

Le persone che dicono queste cose hanno completamente dimenticato il contesto storico. Il rito occidentale di san Giovanni operava tra ex cattolici (non tra ex anglicani e altri protestanti), ed era prima della rivoluzione del Concilio Vaticano II, in altre parole, prima della protestantizzazione o piuttosto dell'americanizzazione del cattolicesimo. A quel tempo, negli anni '50, c'era ancora un rito occidentale. Questa è la differenza fondamentale tra allora e adesso. San Giovanni si sforzava di salvare coloro che erano alla fine di una cultura per portarli all'Ortodossia. Oggi quella cultura è praticamente morta – esiste solo tra poche persone di classe superiore o molto anziane e in estinzione. Non c'è futuro per essa, e questo è il motivo per cui anche il rito occidentale è anziano e in estinzione, dove non è realmente morto.

Da 50 anni non vi è più un rito occidentale vivente e non si può rinnovare e quindi modificare un rito che non esiste più. Questo è il motivo per cui tutti gli esperimenti di rito occidentale, anche se motivati da preoccupazioni pastorali, e dalle migliori intenzioni, sono finiti in un fallimento. C'è solo un rito che oggi è vivo ed è il rito ortodosso. Io ne sono consapevole. Ho visto il fallimento del rito occidentale in Francia.

Come e perché la visione ortodossa russa di cattolici e protestanti in Russia differisce da quella nella Chiesa al di fuori della Russia?

Non c'è una grande differenza, ma c'è una differenza. Direi che il punto di vista all'interno della Russia è più filo-cattolico, ma più anti-protestante (anzi i protestanti vi sono chiamati "settari"). Le ragioni sono le seguenti.

L'esperienza russa (non quella ucraina) del cattolicesimo è quella di una confessione pre-Vaticano II, che ha in Europa orientale una gerarchia, una vita monastica e sacramenti, clero che si veste come clero, crede nella Madre di Dio e nei santi e venera persino le icone. Vede quindi nel cattolicesimo una Chiesa ortodossa dichiaratamente provinciale e allo stato primitivo, ma ancora potenzialmente ortodossa. Non ha esperienza della realtà del cattolicesimo protestantizzato e infantilizzato del mondo post-Vaticano II, come si trova in Europa occidentale. Quando lo scopre entra in uno stato di shock culturale.

D'altra parte, l'esperienza russa del protestantesimo è quella di sette rabbiosamente anti-ortodosse e che difficilmente possono essere riconosciute in alcun modo come cristiane. Questa esperienza è stata molto rafforzata dagli aggressivi predicatori evangelici americani che sono venuti in Russia negli anni '90 e hanno cercato di corrompere gli ortodossi perché si unissero a loro. Chiaramente, l'esperienza è stata del tutto negativa, e quindi in Russia i protestanti sono chiamati settari.

Quindi chi ha ragione?

La Chiesa in Russia ha ragione per quanto riguarda l'Europa orientale. La Chiesa fuori della Russia ha ragione nel suo dominio, nei paesi occidentali, tra i popoli occidentali. Cattolicesimo e protestantesimo sono così variabili, non sono monolitici; dobbiamo guardare alle realtà locali di entrambi prima di decidere sul nostro atteggiamento e sull'utilizzo di economia o di acribia.

In diverse Chiese locali è possibile trovare usanze eterodosse. Come possiamo tollerarle?

Siamo in grado di tollerarle, perché non siamo settari, ma tolleranti! Tuttavia, ciò non significa che noi stessi osserviamo tali usanze provinciali. Noi non ci focalizziamo sulle frange, ma sull'ampia corrente principale della Chiesa. Per esempio, mi ricordo di un prete antiocheno ex anglicano (in Inghilterra sono tutti ex-anglicani, praticamente senza addestramento), che voleva introdurre le bambine a servire all'altare perché lo aveva visto fare da un vescovo in Siria! Gli ho detto che solo perché altri avevano adottato usanze uniate di nazionalismo pan-arabo, questo non significa che dobbiamo farlo noi. Lo stesso vale per tante usanze, da alcuni canti carpato-russi conservati nell'emigrazione negli Stati Uniti e che sono canti in puro vecchio stile cattolico (che i cattolici hanno oggi perduto), o per certe icone bulgare, che non sono iconografia, ma arte popolare, o per il clero ucraino imberbe come nell'OCA (un'altra chiesa che soffre di sbornia dell'uniatismo) ecc. In altre parole, noi non prolunghiamo la decadenza, ma lasciamo che si spenga da sola.

La mancanza di discriminazione è tipicamente anglicana. E l'incapacità di distinguere tra la tradizione essenziale e i costumi locali eccentrici che possono non avere nulla a che fare con l'Ortodossia. Così, in una comunità del gruppo di Rue Daru in Inghilterra, un prete ex-carismatico, ex-anglicano, anche lui inesperto, fa dire ad alta voce ai suoi convertiti i nomi delle commemorazioni durante le funzioni! Sarebbe stato meglio per lui unirsi ai pentecostali, soprattutto perché egli sostiene che è meglio vivere senza un vescovo (che sta nella lontana Parigi), in modo da 'poter fare quel che vuole'.

In generale, Rue Daru sostiene di essere di 'tradizione russa', ma lì quella tradizione è stata buttata via dalla finestra 26 anni fa, nel 1988. Se sei di tradizione russa, allora dovresti essere parte della Chiesa russa, osservare il calendario ortodosso, praticare la confessione prima della comunione, indossare paramenti russi, vedere le donne che indossano il velo, mantenere i canoni e le tradizioni della Chiesa russa. Come un corrispondente in Francia mi ha scritto, la tradizione russa non ha mai resistito da un giorno all'altro nella stragrande maggioranza delle piccole comunità dei convertiti di Rue Daru, che i russi semplicemente boicottano perché non vi trovano tradizione ortodossa. Una volta che hai visto e soprattutto hai sperimentato la cosa reale, riconosci la cosa falsa, non appena la vedi.

Condividi:
Inizio  >  Documenti  >  Sezione 12