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  Che cosa significa fidarsi del vescovo?

dal blog di padre John Whiteford

5 giugno 2014

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Domanda: "Che cosa significa fidarsi del vescovo? Nell'Ortodossia, il vescovo è la figura centrale nella chiesa. Il prete è l'assistente del vescovo, che comunica la sua volontà, e ai fedeli è detto di seguire il vescovo e di avere fiducia in lui. Ma noi conosciamo a mala pena il vescovo. Non verrà mai a trovarci abbastanza spesso peché riusciamo a sviluppare un senso di fiducia basato su interazioni personali con lui. E nel corso della storia della Chiesa ci sono stati alcuni vescovi che chiaramente non erano affidabili, che hanno rubato o gestito male il denaro, hanno commesso peccati gravi, o ho hanno indotto il loro gregge in errore. Così, quando qualcuno ci dice di "aver fiducia nei nostri vescovi", cosa dobbiamo fare? Come possiamo fidarci di loro quando non abbiamo la minima idea di chi sono?"

Ovviamente, l'esperienza che una persona particolare ha del proprio vescovo varierà. Se siete parrocchiani di una cattedrale, probabilmente arriverete a conoscere il vescovo molto bene, anche da laici. Ma prendete per esempio il numero di cristiani ortodossi negli Stati Uniti, dove grandi aree del paese sono lontane dalle cattedrali. Fortunatamente, nel caso della nostra parrocchia, anche se la cattedrale del nostro vescovo è a più di un migliaio di chilometri di distanza dalla nostra parrocchia, lo abbiamo visto alla nostra parrocchia almeno una volta all'anno, e viene nella nostra zona alcune volte all'anno in media... e così noi abbiamo la possibilità di sentirlo predicare, e lui può incontrare i fedeli dopo le funzioni. Ma ci sono diocesi in cui le parrocchie non vedono quasi mai i loro vescovi, purtroppo.

La nostra esperienza di un vescovo sarà differente non solo in base alla geografia, ma i vescovi hanno personalità diverse, differenti livelli di energia, e differiscono anche in termini di livelli di pietà. Se aveste un vescovo come San Giovanni (Maximovich), l'esperienza del vostro vescovo sarebbe molto diversa da quella di chi ha avuto alcuni dei vescovi che abbiamo visto coinvolti in scandali personali. Ma anche tra i dodici apostoli, uno di loro era Giuda. Non dobbiamo quindi essere sorpresi di vedere che i nostri vescovi sono umani, e alcuni di loro falliscono nel loro ministero.

Indipendentemente da quanto spesso vediamo il nostro vescovo, da quanto egli sia pio, o da quanto rapporto personale possiamo avere o non avere con lui, dobbiamo ai nostri vescovi le nostre preghiere e la nostra obbedienza:

"Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio; considerando attentamente l'esito del loro tenore di vita, imitatene la fede... Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi, come chi ha da renderne conto; obbedite, perché facciano questo con gioia e non gemendo: ciò non sarebbe vantaggioso per voi" (Ebrei 13:7,17).

San Paolo dice anche di se stesso, "siate miei seguaci, come io lo sono di Cristo" (1 Corinzi 11:1). Noi dovremmo imitare i nostri leader, mentre questi seguono Cristo. Se vediamo in loro qualcosa che non è in conformità con Cristo, non dobbiamo imitarli in questo. Ma anche se troviamo che essi sono ben lungi di essere il tipo di cristiano che dovrebbero essere, dobbiamo ancora pregare per loro, e obbedire loro, a meno che non ci chiedano di fare qualcosa di male. Se abbiamo un buon vescovo, dobbiamo ringraziare Dio. Se abbiamo un vescovo che non è così buono, dobbiamo pregare che Dio lo renda migliore.

I canoni della Chiesa ci dicono che non ci possiamo separare dal nostro vescovo, semplicemente perché lo vediamo peccare o violare i canoni e le tradizioni della Chiesa. Possiamo e dobbiamo mettere il sinodo a cui risponde a conoscenza del suo comportamento, se i suoi errori sono abbastanza gravi da giustificare quest'azione, ma dobbiamo permettere al sinodo dei vescovi di trattare il loro fratello vescovo in conformità con i canoni. Solo quando un vescovo predica l'eresia, in modo chiaro, senza ambiguità, e pubblicamente abbiamo motivi per separarci da lui. Fortunatamente, nella maggior parte dei casi, i nostri vescovi sono uomini sinceri e pii, e seppure non sono perfetti, non sono dannosi. Potremmo non essere sempre d'accordo con le loro decisioni, o capire il ragionamento dietro a tali decisioni, ma dobbiamo seguire le loro istruzioni (tranne in quei rari casi in cui un vescovo richieda a qualcuno di fare qualcosa che sia in chiara violazione degli insegnamenti del Chiesa). Dobbiamo anche tenere a mente che i vescovi prendono decisioni sulla base delle informazioni che hanno a disposizione, informazioni delle quali noi potremmo non essere al corrente. Dobbiamo dare loro il beneficio del dubbio, e presumere che agiscano in buona fede, fino a prova contraria. Possiamo anche comunicare loro le nostre preoccupazioni, in modo rispettoso, perché anche noi possiamo avere informazioni di cui essi non sono al corrente.

Sant'Ignazio di Antiochia, discepolo dell'apostolo Giovanni, scrisse: "Fuggite dalle divisioni, come dall'inizio dei mali. Voi tutti dovete seguire il vescovo, come Gesù Cristo segue il Padre, e seguire i presbiteri come fareste con gli apostoli; e rispettare i diaconi come i comandamenti di Dio. Nessuno faccia qualcosa che ha a che fare con la Chiesa senza il vescovo. Solo quell'eucaristia che è sotto l'autorità del vescovo (o di chiunque egli designa) è da considerarsi valida. Ovunque appare il vescovo, là sia la comunità; come ovunque è Gesù Cristo, là è la Chiesa cattolica. Non è lecito né battezzare o di tenere un'agape senza il vescovo. Ma qualunque cosa egli approva è gradito a Dio, in modo che tutto ciò che si fate sia affidabile e valido" (Lettera agli Smirnesi 8:1-2).

Poiché il vescovo non può essere in ogni parrocchia nella diocesi, abbiamo sacerdoti e diaconi, che sono l'estensione del ministero del vescovo. Una delle più grandi responsabilità di un vescovo è di essere un pastore per i pastori della sua diocesi. Guidando i suoi sacerdoti e diaconi, il vescovo è in grado, attraverso di loro, di guidare il popolo nella sua diocesi, quando non è presente a farlo direttamente, in prima persona.

Va inoltre sottolineato che anche i fedeli hanno un ruolo nel guidare la diocesi, e nell'assistere il vescovo. Lo fanno con il loro lavoro nella loro parrocchia locale, con la loro partecipazione alle assemblee generali delle parrocchie; lo fanno anche attraverso i loro rappresentanti in seno al consiglio parrocchiale, e attraverso i loro delegati alle assemblee diocesani, e ai concili della diaspora e di tutta la Chiesa a livello globale. In questo modo, i fedeli si assicurano che le finanze e le organizzazioni della loro parrocchia e della loro diocesi siano gestite in modo trasparente e appropriato. Noi tendiamo ad avere i leader che ci meritiamo, e quindi se le cose non sono gestite bene, abbiamo probabilmente bisogno di rimboccarci le maniche e di metterci al lavoro per contribuire a risolvere questi problemi - e più lo facciamo, meglio vedremo gestire le cose.

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