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  9 esempi delle bugie del funzionario del Tomos

di Jaroslav Nivkin

Unione dei Giornalisti ortodossi, 2 aprile 2021

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Rostislav Pavlenko. Collage: Unione dei Giornalisti ortodossi

Rostislav Pavlenko, l'ex "capo del Tomos" di Poroshenko, ha rilasciato un'intervista in cui ha rilasciato una serie di dichiarazioni clamorose. Analizziamo come queste differiscono dalla realtà.

Sono passati più di due anni dalla creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e dal tentativo di distruggere la Chiesa ortodossa ucraina da parte delle autorità. Molto in quegli eventi sta diventando ancora più chiaro proprio perché il tempo lo ha dimostrato: le tesi un tempo promosse dagli strateghi politici di Poroshenko si sono rivelate insostenibili e false.

L'unificazione dell'Ortodossia ucraina promessa dalle autorità sotto l'ala della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non è mai avvenuta, ma invece abbiamo assistito a sequestri in massa di luoghi di culto della Chiesa ortodossa ucraina con il pretesto di transizioni, migliaia di fedeli della Chiesa ortodossa ucraina feriti, attaccati, picchiati e i cui diritti al culto sono stati palesemente violati.

Pertanto, l'intera storia della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" deve ancora essere chiarita dagli investigatori e dalle forze dell'ordine. In effetti, molti fatti indicano che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è stata creata dagli sforzi dello Stato, con violazioni in massa della Costituzione e di altre leggi. Inoltre, queste violazioni hanno nomi e cognomi specifici: si tratta di ufficiali e funzionari che hanno svolto il loro lavoro. Parlano in sgargianti frasi patriottiche, ma una volta scartati, i messaggi rivelano all'interno banali bugie e manipolazioni. Oggi analizziamo l'intervista di Rostislav Pavlenko, il funzionario capo di Poroshenko per la questione del Tomos, e oggi deputato del Partito "Solidarietà Europea" di Poroshenko. È stato lui a negoziare con Phanar sulla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e ha supervisionato l'intero processo.

Tesi 1. Poroshenko ha fatto di tutto perché non ci fosse una Chiesa preferita

R. Pavlenko: "Sotto Poroshenko, abbiamo fatto di tutto perché non ci fosse una Chiesa preferita ... Per quanto riguarda l'assistenza alla Chiesa ortodossa dell'Ucraina, è l'adempimento dell'appello degli ortodossi ucraini di aiutare lo stato a riconoscere e concedere il Tomos d'autocefalia".

È molto imbarazzante accusare il parlamentare di menzogne, ma non c'è nient'altro che si possa fare. Il potere di Poroshenko non solo ha posizionato la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" come preferita, ma ha creato questa struttura religiosa con le proprie mani. Lo stesso Pavlenko ha dichiarato di aver negoziato con il Fanar dal 2015 e di aver perso il conto degli incontri con il patriarca Bartolomeo: "Nel luglio 2015 c'è stato il primo incontro a Istanbul-Costantinopoli al Fanar. E così da allora si è verificato regolarmente, ho persino perso il conto quante volte".

Non è stato né Filaret né Makari,, ma Poroshenko ad annunciare l'imminente creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" nella primavera del 2018. È stato Poroshenko a organizzare il "concilio d'unificazione"; è stato lui a controllarne il corso; è stato lui a incaricare il servizio di sicurezza ucraino di fare pressione sui vescovi della Chiesa ortodossa ucraina per costringerli a unirsi alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". È stato Poroshenko a fare un tour con il Tomos e con Epifanij attraverso l'Ucraina nella primavera del 2019 come parte della campagna elettorale presidenziale, è stato lui a impartire istruzioni alle autorità locali dell'Ucraina occidentale di organizzare incontri per "trasferire" i luoghi di culto della Chiesa ortodossa ucraina alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Tutti questi sforzi di Poroshenko non sono stati affatto per il bene di una nuova struttura ecclesiale. Costui aveva il suo interesse personale: diventare di nuovo presidente cavalcando l'onda ecclesiastica.

Infine, il giornalista pone a Pavlenko una domanda logica: perché il popolo ucraino non ha ringraziato Poroshenko e non ha votato per lui al secondo turno? La risposta è ridicola: non si tratta di una questione politica, ma di una questione di sicurezza nazionale. Riuscite a crederci? Difficilmente.

Tesi 2. la Chiesa ortodossa ucraina si impadronisce con la forza dei luoghi di culto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

R. Pavlenko: "la Chiesa ortodossa ucraina sta effettuando un sequestro forzato delle chiese: fa sì che persone muscolose si impadroniscano di una chiesa, avviando contenziosi e tirando i fili con le autorità".

Ci sono manipolazioni nelle parole dei funzionari, ci sono mezze verità e ci sono vere e proprie bugie. Qui è esattamente l'ultimo caso. Sappiamo che dalla creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", 122 chiese della Chiesa ortodossa ucraina sono state sequestrate con la forza e circa 220 sono state nuovamente registrate in modo illegale. Nonostante abbiano il pieno diritto alle loro chiese, i credenti della Chiesa ortodossa ucraina le cedono sempre volontariamente ai sequestratori, scegliendo di pregare in garage e capannoni e cercando di costruire nuove chiese solo perché questo è il modo cristiano. Non c'è e non può esserci un solo caso in cui tali credenti abbiano sequestrato chiese dalla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Pertanto, questa affermazione di Pavlenko è una vera e propria menzogna sfacciata, non supportata da alcun fatto.

Tesi 3. Quando si è formata la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", non ci sono state controversie, solo preghiera

R. Pavlenko: "Non ci sono state controversie nella cattedrale di Santa Sofia. Solo preghiera e voto".

I fatti mostrano che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non è affatto una chiesa unita, ma un progetto politico messo insieme dagli sforzi delle autorità. Non ci sono state preghiere al "concilio d'unificazione", ma litigi e conflitti, e pure molto seri. Gli scandali sono stati così accesi che i greci hanno deciso di lasciare il concilio e volare fuori dal paese.

Filaret: "Tutti sanno che, se io non avessi insistito, il metropolita Epifanij non sarebbe stato il primate. I vescovi di Costantinopoli ne sono consapevoli, perché volevano lasciare il concilio. Tuttavia, il presidente li ha arrestati e non li ha fatti uscire dall'aeroporto di Borispol. Ma in realtà stavano per andarsene".

Sì, lo stesso Pavlenko lascia intendere che solo l'intervento delle autorità ha impedito al concilio di crollare: "A volte occorre dare ai santi padri l'opportunità di mettersi d'accordo tra loro, ma allo stesso tempo deve essere loro chiaro non c'è modo con cui possano interrompere il processo".

Tesi 4. Poroshenko non ha promesso nulla a Filaret

Poco dopo l'emergere della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", questa è stata colpita da un nuovo scisma: Filaret si è staccato dalla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e ha ripristinato il suo "patriarcato di Kiev". Questo è accaduto perché Filaret, come dice lui, è stato truffato da Epifanij e Poroshenko.

Giornalista: "Uno dei punti principali del patriarca Filaret è che l'allora presidente si è impegnato con lui. C'era qualche impegno a mantenere il suo posto, la sua influenza, qualche garanzia?"

Pavlenko: "Poroshenko non poteva promettergli nulla, il che significa che non si è impegnato".

Tutti sanno che la caratteristica principale di Filaret è la sete di potere. Ciò si è manifestato nel 1992, quando si è rimangiato la promessa di dimettersi dalla carica di primate della Chiesa ortodossa ucraina, e si è manifestato anche nel 2018. Prima del concilio, ha firmato un documento in cui rifiutava di rivendicare la leadership nella nuova struttura. All'inizio questo ha sorpreso tutti, ma in seguito è diventato tutto chiaro.

Filaret: "Poroshenko mi ha fatto firmare (il documento, ndc) che non avrei presentato la mia candidatura, anche se ne avevo il diritto. C'era un accordo tra Epifanij e il presidente secondo cui Epifanij sarebbe stato il primate formale per rappresentare la Chiesa ortodossa dell'Ucraina all'estero. Ma in Ucraina sarebbe rimasto il Patriarcato di Kiev guidato dal patriarca Filaret. Questo è stato l'accordo che ho accettato in cambio della candidatura. Quella era la condizione. Tuttavia, mi hanno ingannato. Hanno detto che avrei guidato io la Chiesa".

Quindi, abbiamo la parola di Filaret contro la parola di Pavlenko. Ma tutto indica che la versione di Filaret è più credibile.

Tesi 5. Le autorità avrebbero dovuto proteggere i credenti della Chiesa ortodossa ucraina dalla loro scelta di farne parte

R. Pavlenko: "Sembra che ne abbia parlato il signor Legojda. Si scopre che la libera scelta dei credenti ucraini è quella di essere nella struttura della Chiesa russa (la Chiesa ortodossa ucraina, ndc). Questo fattore significa il dovere dello Stato ucraino di proteggere la nostra società da pressioni, influenze e tentativi di dividere la società ucraina".

L'articolo 35 della Costituzione afferma: "Ogni individuo ha diritto alla libertà di religione. Questo diritto include la libertà di praticare qualsiasi religione o di non praticare alcuna religione". In altre parole, i credenti della Chiesa ortodossa ucraina hanno tutto il diritto di essere credenti della Chiesa ortodossa ucraina. Ciò è garantito dalla Costituzione. Cosa ci dice Pavlenko? Che gli ucraini devono essere trasferiti alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" in modo da non essere influenzati dalla Russia. Qual è la bugia?

Riflettiamo su questo: come può la Russia influenzare i credenti da qualche parte in un lontano villaggio della Transcarpazia o nella regione di Rivne nell'Ucraina occidentale, dove né il sacerdote né i parrocchiani sono mai stati in Russia e parlano a malapena il russo? Non c'è modo. È stato detto molte volte che il legame tra la Chiesa ortodossa ucraina e la Chiesa russa è esclusivamente di preghiera e spirituale, ma non amministrativo. Significa che né la Russia né la Chiesa ortodossa russa, non importa quanto lo possano desiderare, hanno alcuna influenza in Ucraina. Pavlenko lo sa? Certamente.

Tesi 6. Il Fanar ha concesso il Tomos, perché ha visto la volontà dell'intera nazione ucraina

R. Pavlenko: "Il Tomos è emerso quando sia il patriarca Bartolomeo sia i primati della maggioranza assoluta delle Chiese locali hanno capito che il desiderio di indipendenza ecclesiastica è veramente il desiderio del popolo ucraino".

Prima di tutto, Pavlenko sta raccontando una bugia sfacciata sui primati delle Chiese locali. Al momento, oltre al Patriarca Bartolomeo, la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è riconosciuta da appena 3 primati delle Chiese locali su 14, e nessuno di loro ha concelebrato con Epifanij Dumenko. 3 primati possono essere definiti la maggioranza assoluta? Difficilmente.

E la volontà del popolo ucraino? Quando Poroshenko ha annunciato l'imminente creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" nella primavera del 2018, i credenti della Chiesa ortodossa ucraina hanno scritto più di 420mila petizioni al Fanar chiedendo di non interferire nella questione ecclesiasticaa ucraina. Immagino solo che quasi mezzo milione di lettere da tutta l'Ucraina siano state consegnate al Fanar in sacchi. Questo non sarebbe il desiderio del popolo ucraino? Per fare un confronto, nessuno ha sentito parlare di appelli simili da parte degli scismatici.

Inoltre, sia Filaret che i suoi allievi hanno affermato per molti anni di non potersi preoccupare di meno del riconoscimento da parte del Fanar e delle altre Chiese. Non ne avevano bisogno.

Filaret nel 2014: "Non ci interessa se è canonico o non canonico. La questione del riconoscimento è secondaria, perché questa Chiesa (la "Chiesa ortodossa ucraina del patriarcato di Kyiv", ndc) può esistere senza riconoscimento".

Su 12 milioni e mezzo di fedeli, solo 84 comunità si sono trasferite volontariamente alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Si tratta di circa mezzo punto percentuale di tutte le parrocchie. Allo stesso tempo ci sono stati centinaia di assalti intorno alle chiese della Chiesa ortodossa ucraina, che gli scismatici hanno preso con la forza ai credenti. Di quale desiderio del popolo ucraino sta parlando Pavlenko? I fedeli ucraini hanno espresso la loro posizione nel rimanere con la Chiesa ortodossa ucraina canonica guidata da sua Beatitudine Onufrij.

Tesi 7. I vescovi della Chiesa ortodossa ucraina hanno chiesto il Tomos al Fanar

R. Pavlenko: "Questa idea ha preso forma tra i gerarchi. Ricordiamo che in quel momento più di 10 vescovi del Patriarcato di Mosca hanno espresso la loro determinazione, le loro intenzioni e hanno scritto lettere al trono ecumenico".

Il mito dei vescovi della Chiesa ortodossa ucraina che volevano passare alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è stato pubblicizzato molte volte dai propagandisti di Poroshenko. Qualcuno ha parlato di 10, qualcuno ne ha contati 25 e qualcuno ancora di più. Ma nessuno ha mai presentato una singola prova. In effetti, solo due vescovi su 100 si sono uniti alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" nel 2018 e nessuno vi ha aderito negli ultimi 2 anni e mezzo.

Tesi 8. Le parole della Chiesa ortodossa ucraina sulla persecuzione non trovano sostegno tra i credenti

R. Pavlenko: "I tentativi della Chiesa di Mosca di creare scompiglio, suscitare isteria, parlare di persecuzione non trovano risposta tra i credenti ucraini".

Il 22 febbraio 2021 si è tenuto alla Lavra delle Grotte di Kiev un Congresso dei rappresentanti delle comunità perseguitate della Chiesa ortodossa ucraina. Più di 350 persone sono giunte da più di 130 parrocchie da tutta l'Ucraina. Hanno raccontato in dettaglio di sequestri di chiese, insulti, pestaggi, ostilità e odio nei loro villaggi a causa delle azioni di Poroshenko, di Pavlenko e del patriarca Bartolomeo. E questi non sono agenti del Cremlino e di Putin, sono persone vive, ucraini con passaporti ucraini e gli stessi diritti dei membri della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Rostislav Pavlenko sapeva di questo Congresso? Certo che lo sapeva.

Ha definito questo Congresso un attentato alla sicurezza dello Stato e le persecuzioni di cui hanno parlato i credenti come inesistenti. Inoltre, Pavlenko ha definito il fatto che il Ministero della Cultura ha permesso ai credenti di tenere un congresso nella Lavra "un esempio di collaborazione nel quadro di una campagna nemica contro l'Ucraina".

Riuscite a trovare esempi di maggior cinismo rispetto alle dichiarazioni di Pavlenko? Difficilmente.

Tesi 9. Non si può parlare di canonicità e salvezza. Questo è incitamento all'odio

R. Pavlenko: "Nessuno può dire chi è canonico e chi non è canonico e così via. Non si dovrebbe comunicare incitamento all'odio dicendo chi è canonico e chi no, chi sarà salvato e chi no. Questi messaggi non dovrebbero essere affatto pronunciati. È un peccato dire che presumibilmente c'è una sorta di scisma".

L'articolo 35 della Costituzione recita: "La Chiesa e le organizzazioni religiose in Ucraina sono separate dallo Stato". Lo Stato vive secondo le proprie leggi. La Chiesa vive secondo le sue, che si chiamano canoni e regole. Gli stati nella storia del mondo sono emersi e sono scomparsi innumerevoli volte, così come le leggi statali. La Chiesa, invece, ha una natura ultraterrena, è stata fondata da Cristo, è il suo corpo. La Chiesa è la stessa in Russia, in Ucraina, in Africa o in Australia. La Chiesa è la stessa sia 2000 anni fa che adesso. Solo la Chiesa può e, inoltre, è obbligata a parlare alla gente della salvezza. Non in modo critico o odioso, come dice Pavlenko, per nessun motivo. La Chiesa avverte e consiglia: se vuoi avere una vita eterna dopo la morte, piuttosto che un eterno tormento, agisci così e non altrimenti.

* * *

La vita terrena è un movimento continuo. I governanti e le autorità vanno e vengono, i funzionari si succedono. Qualcuno è responsabile qui delle proprie azioni contro la Chiesa, qualcuno sarà ritenuto responsabile per loro davanti a Dio.

Le bugie e l'illegalità delle autorità contro la Chiesa ortodossa ucraina sotto il governo di Poroshenko non sono uniche. Metodi simili sono stati usati per combattere la Chiesa nell'era dell'URSS, durante l'introduzione forzata dell'unia e ancor prima nella storia, fino alle persecuzioni dei primi cristiani. Dobbiamo sopportarli con calma e comprensione. Ma allo stesso tempo dovremmo vedere e analizzare i metodi dei nemici di Dio. Non per condannare, ma per resistere a loro e ricordare: chiunque sia presidente o funzionario, la Chiesa nel nostro paese rimarrà fino alla fine dei tempi.

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