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  I cristiani affrontano una catastrofe in Medio Oriente. La Russia li difende. L’Occidente li tradisce

Alexander Yakovenko (ambasciatore russo nel Regno Unito)

Russia Insider

12 dicembre 2014

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• Le loro estreme sofferenze sono il risultato diretto delle disastrose politiche dei neo-con americani che hanno destabilizzato l'intera regione

• I cristiani affrontano genocidio, persecuzione, repressione, esodo e conversione forzata

• i politici occidentali sono indifferenti alla loro situazione, finanziando e sostenendo i loro persecutori

manifestazione anti-ISIS, Iraq, 2014

Alexander Yakovenko è l'ambasciatore russo nel Regno Unito. Questo articolo è originariamente apparso su Russia Today

La Russia sta valutando la possibilità di sollecitare una risoluzione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite sulla protezione dei cristiani in Medio Oriente e Nord Africa.

Esperti russi stanno lavorando su questo documento.

Inoltre, in occasione del Consiglio dei ministri dell'OSCE a Basilea il 4-5 dicembre, la parte russa chiederà un'analisi approfondita dei processi che portano alla "cristianofobia" in Medio Oriente e dintorni.

La scala dei problemi richiede il coordinamento degli sforzi internazionali per proteggere i cristiani in Medio Oriente. A questo proposito sono fortemente necessarie ulteriori iniziative, nuove misure e discussioni pertinenti volte a trovare soluzioni durature.

Naturalmente, noi crediamo che l'Europa, compreso il Regno Unito, dovrebbe dare il suo contributo a tali sforzi, tenendo conto delle radici cristiane della civiltà europea, che ora sono spesso dimenticate in nome della correttezza politica.

Oggi il Medio Oriente è in cima all'ordine del giorno internazionale. L'ondata di conflitti nel mondo arabo colpisce gli interessi non solo della regione, ma anche degli attori principali del mondo e può avere conseguenze di vasta portata, anche nel contesto delle relazioni interculturali e interreligiose.

Il destino delle minoranze religiose della regione desta grande preoccupazione.

L'esodo di massa dei cristiani, che sono stati parte integrante del mosaico mediorientale per secoli, è particolarmente preoccupante.

In Siria continua la guerra tra forze governative e numerosi gruppi estremisti e terroristici. In realtà, questo paese è stato trasformato in un focolaio di terrorismo internazionale.

Gli estremisti, riuniti da tutto il mondo, stanno causando il caos, distruggendo la vita culturale e demografica che si è formata per secoli, creando un clima di intolleranza.

Gli estremisti in Siria mirano a un genocidio delle minoranze etnico-religiose – cristiani, alawiti, curdi.

Forse sapete che l'ISIL (lo Stato islamico) ha riscosso imposte nominative su tutti i cristiani rimasti nei rispettivi territori.

Inoltre, ai cristiani è vietato costruire nuove e chiese e monasteri e riparare gli edifici antichi.

Non possono mettere croci sulle loro chiese, organizzare funzioni al di fuori dei loro edifici di culto, suonare le campane od organizzare processioni sacre, o distribuire stampati o letteratura religiosa.

Le donne sono obbligate a indossare abiti tradizionali musulmani e a coprire le loro teste.

chiesa danneggiata

Questa è soltanto la politica ufficiale. In realtà, i cristiani hanno subito torture, bombardamenti di zone residenziali, scuole e altri obiettivi civili, e catture di ostaggi.

Tale situazione riporta la società siriana moderna, da sempre caratterizzata da una pacifica e rispettosa convivenza tra i diversi gruppi etnici e confessionali, indietro all'epoca medievale.

Tutto ciò è assolutamente contrario ai veri valori dell'Islam come una delle principali religioni del mondo.

E mentre il conflitto siriano continua, ulteriori motivi sembrano far temere seriamente per la sorte della bi-millenaria presenza del cristianesimo in questa terra.

Nella migliore delle ipotesi, possiamo aspettarci una ripetizione dello scenario del 2003 in Iraq, dove la presenza cristiana è diminuita drasticamente – da 1.500.000 a 150.000 persone.

Per quanto riguarda la Siria, abbiamo sempre sottolineato la necessità che le autorità e l'opposizione siriane raggiungano un terreno comune nella lotta contro l'estremismo.

Purtroppo, alcuni dei nostri partner occidentali e regionali aderiscono a un diverso punto di vista e puntano sul rovesciamento di Bashar Assad sostenendo l'opposizione armata.

Di conseguenza, gruppi come lo Stato islamico, Jabhat al-Nusra, e altri sono emersi e hanno guadagnato terreno.

Mosca è anche profondamente preoccupata per la persecuzione delle minoranze religiose che vivono nel nord-ovest dell'Iraq da parte dei militanti dell'ISIL, costringendo migliaia di cristiani e rappresentanti di altre fedi a lasciare le loro case.

Inoltre, gli estremisti dichiarano apertamente la loro intenzione di buttare tutta la regione del Medio Oriente e del Nord Africa nel baratro delle guerre di religione. Essi cercano di imporre ai musulmani un atteggiamento inaccettabile nei confronti di altri confessioni.

Tali azioni aggressive e sistematiche dei radicali islamici contro particolari gruppi della società irachena, motivate da odio religioso, sono assolutamente inaccettabili e criminali. Siamo convinti che i tentativi jihadisti di puntare sul conflitto interreligioso, che minano la tradizione storica di pacifica coesistenza di fedi diverse sul suolo iracheno, devono essere contrastati nel modo più deciso e robusto.

Siamo favorevoli al raggiungimento di un consenso tra le forze politiche e nazionali in Iraq, che diventino in seguito la base per la stabilizzazione della società irachena.

Per affrontare in modo efficace la sfida del terrorismo, è indispensabile capire le sue radici e la sua vera scala e sviluppare una strategia globale. La volontà di combattere tutte le forme e manifestazioni di terrorismo, senza distinguere tra terroristi "cattivi" e "buoni" è sempre stata al centro degli sforzi internazionali contro il terrorismo.

Purtroppo, in Oriente e in Nord Africa Medio tale principio fondamentale ha cominciato a fallire ed è stato ripetutamente sacrificato per la voglia di cambiare un regime in un paese o in un altro.

Prevenire la persecuzione dei cristiani in questa parte del mondo è una delle priorità della politica estera della Russia.

Stiamo perseguendo una politica coerente a favore della realizzazione delle riforme in modo evolutivo, tenendo conto delle caratteristiche storiche e culturali dei popoli che vivono in questa regione.

L'elemento più importante della nostra posizione è la promozione di una soluzione politica delle varie crisi, sulla base del diritto internazionale, senza interferenze esterne, garantendo il riconoscimento e il rispetto dei diritti di tutti i gruppi etnici e religiosi.

 questa chiesa ha bisogno di guardie armate

La dichiarazione "sulle violazioni brutali e di massa dei diritti delle minoranze etniche e religiose in relazione con il deterioramento della situazione in Siria e in Iraq", adottata dalla Duma di Stato della Federazione Russa il 14 novembre, è la più recente manifestazione della forte posizione della Russia sulla protezione dei cristiani in Medio Oriente.

Il documento sottolinea la profonda preoccupazione per il rapido deterioramento della situazione in Siria e nelle attività terroristiche legate all'Iraq, che hanno portato alla violenza di massa contro minoranze religiose ed etniche.

La dichiarazione chiede alla comunità internazionale di agire contro il terrorismo nella regione, incluso il taglio a tutte le fonti di assistenza e di finanziamento. La Duma di Stato chiede con uhrgenza lo sviluppo di approcci comuni per combattere il terrorismo in Medio Oriente e insiste sul fatto che questi dovrebbero essere coordinati dalle Nazioni Unite.

Oltre agli sforzi del Ministero degli Affari Esteri, altri ministeri e agenzie della Russia sono coinvolti nella tutela dei cristiani del Medio Oriente. Tra questi – il Ministero delle Emergenze e il Ministero della Salute, che trasportano su base regolare aiuti umanitari in Iraq e Siria.

Anche alcune regioni della Federazione Russa partecipano al supporto per i cristiani del Medio Oriente. Nel mese di giugno, il secondo forum della gioventù cristiana della Russia, con una conferenza dal titolo "Il cristianesimo in Medio Oriente", ha avuto luogo nella Repubblica dell'Ossezia del Nord – Alania. Ha riunito anche giovani provenienti dai paesi arabi.

Tra le ONG russe, il ruolo più attivo è svolto dalla Società Imperiale Ortodossa di Palestina. Negli ultimi tre anni, le sue missioni umanitarie hanno ripetutamente visitato Latakia, Damasco, Baghdad ed Erbil, portando assistenza non solo alle comunità cristiane, ma anche ai curdi, che hanno sofferto enormemente nel nord della Siria e nel Kurdistan iracheno.

Tra le altre importanti attività di questa organizzazione è il supporto per i programmi educativi in Medio Oriente e la partecipazione al processo di negoziazione finalizzato a soccorrere i popoli sofferenti di Siria, Iraq e Libano.

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