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  L'ultimo re di Scozia: La divisione di anglo' in 'anglo-sionista'

dal blog The Vineyard of the Saker

9 settembre 2014

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Cari amici,

È mio *immenso* piacere condividere con voi un'analisi scritta da American Kulak. L'ho avuta un paio di giorni fa, esattamente come descrive l'autore: nessuna domanda, nessun avviso, nessun allarme, nient'altro che l'articolo stesso. Io *amo* quest'approccio del tipo "fallo e basta", che rende facile per tutte le parti far nascere cose buone. E suo pezzo è davvero buono. Quando l'ho letto la prima volta ne sono stato assolutamente deliziato. Non solo quest'analisi è di prim'ordine, ma è anche "profonda". AK fa un parallelo assolutamente corretto e spiritualmente valido tra Scozia e Novorossija, e posso confermare che anche la storia russa registra gli antichi eventi menzionati da AK. E, naturalmente, qualsiasi riferimento al passato dell'Europa quando era veramente unita in un unico mondo cristiano per opera di personaggi come sant'Andrea, san Patrizio, sant'Ambrogio, san Martino (il Papa), san Beda o san Gregorio e molti altri, è caro al mio cuore, e mi rallegro ogni volta che le loro vite reali sono ricordate in Occidente (e non solo durante le parate di san Patrizio!).

Spero che American Kulak contribuirà a questo blog altri articoli su questo argomento estremamente interessante e importante o su qualsiasi altro argomento che vuole esaminare.

Buona lettura e saluti a tutti,

Saker

*******

L'ultimo re di Scozia: La divisione di anglo' in 'anglo-sionista'

di American Kulak

Questo è il mio primo contributo come ospite al blog di Saker e spero che non sarà l'ultimo. Ve lo presento nello spirito del monito di Saker 'se vuoi fare qualcosa [di costruttivo per questa comunità globale online], fallo e basta!'

Il mio tema di oggi è il crescente disagio dei media anglo-americani e occidentali, se non addirittura l'opposizione allincombente voto per l'indipendenza in Scozia, dove una serie di credibili sondaggi indica il moto chiaramente in aumento in favore di un voto 'YES' per la secessione. Un voto 'NO' in questo caso significherebbe la continuazione del Regno Unito e dell'unione tra Scozia, Inghilterra e Galles approvata dal parlamento inglese nel 1706 e ratificata dal parlamento scozzese del 1707.

Anche se molti nella campagna 'Better Together' contro la secessione scozzese hanno insistito negli ultimi giorni che la Scozia può ricevere più autonomia e controllo sulle sue entrate fiscali locali, pur mantenendo i benefici economici e militari del rimanere nel Regno Unito (questo suona familiare a quei lettori di Saker che hanno sentito il presidente ucraino Petro Poroshenko vantarsi che la Novorossija rimarrà in Ucraina e il suo governo non cederà un metro quadrato dell 'terra ucraina', 'donata' nel 1922 dai bolscevichi), sembra che la speranza sia debole. La paura di perturbazioni economiche o di eversione a lungo termine del progetto europeo (o atlantista, ovvero ciò che Saker chiama 'anglo-sionista'), è già dilagata, mentre le forze pro-unità a Londra e Bruxelles diventano più disperate.

Da una parte, la spinta della Scozia alla secessione ha ben poco a che fare con la guerra in Ucraina e per la Novorossija. D'altra parte sembra che abbia a che fare con essa in ogni dettaglio, perché il sostenitori dell'indipendenza della Catalogna, del Paese Basco, del Nord Italia e anche della Novorossija stanno tutti sostenendo l'indipendenza della Scozia sui social media come Facebook e Twitter. L'unica eccezione che ho individuato finora è Graham W. Phillips, il giornalista britannico che è stato espulso dall'Ucraina dopo essere stato tenuto in ostaggio dal regime di Kiev e che è tornato indietro attraverso il confine a Lugansk. Il signor Phillips si identifica sia come sostenitore della Novorossija, sia come patriota britannico nato in Scozia, e non vede alcuna contraddizione tra le due cose. Graham rimane contrario alla secessione scozzese e ha espresso la sua opposizione sul suo feed Twitter.

In termini spirituali e simbolici, vi è di fatto una connessione tra la bandiera della Novorossija e quella della Scozia - l'antica croce di sant'Andrea, chiamata saltire o bandiera scozzese, un croce bianca a X su sfondo blu scuro. Questa bandiera costituisce anche il contributo della Scozia alla 'Union Jack', che mescola il blu scozzese con il rosso della croce di San Giorgio dell'Inghilterra. Secondo l'antica tradizione cristiana della Chiesa indivisa, che prima dello scisma del 1054 si estendeva dalla contea irlandese di Kerry in Occidente fino a Kiev in Oriente e all'Etiopia e all'India a sud, sant'Andrea Apostolo predicò il Vangelo dalla Spagna fino alle terre scite colonizzate dai greci e poi convertite al Cristianesimo ortodosso sotto il principe Vladimir della Rus vicino a quella che è oggi Kherson in Ucraina. Il santo spostolo Andrea, secondo la tradizione fu martirizzato in Acaia (Grecia moderna) su una croce a forma di X, perché, come san Pietro, che morì a Roma su una croce a testa in giù, non ritenne degno di essere crocifisso nella stessa maniera del Signore Gesù Cristo. La X corrisponde anche al numerale latino per dieci, che nella numerologia biblica derivata dagli antichi ebrei rappresenta i Dieci Comandamenti che Dio ha dato agli antichi israeliti sul monte Sinai, e quindi simboleggia la santa Legge di Dio.

Oggi la croce di sant'Andrea è visibile sulla bandiera di battaglia rossa e blu della Novorossija, visibile nell'insegna sulle spalle dei soldati del Donbass, e sulla bandiera navale della Federazione russa, che batte su Sebastopoli. Questo simbolismo non è passato inosservato dai più intelligenti procacciatori d'affari dell'Impero. Infatti, quando la Novorossija ha debuttato per la prima volta con la sua bandiera due mesi fa, rendendo omaggio sia a Sant'Andrea sia agli industriali anglo-scozzesi che fondarono Donetsk come centro di estrazione del carbone nell'Impero russo del XVIII secolo, c'è stata una grande quantità di sarcasmo su Twitter su come questa assomigliasse alla bandiera di battaglia degli Stati Confederati d'America (CSA). I detrattori, ovviamente, non hanno idea dell'araldica di sant'Andrea, che precede di secoli gli Stati Confederati, e che aveva ispirato i coloni scozzesi-irlandesi degli stati del Sud, che l'avevano scelta come loro bandiera di battaglia; le loro tradizioni belliche di coloni/soldati sono state evidenziate nel libro di storia popolare Born Fighting, dell'ex Segretario della Marina americana Jim Webb.

Mentre ci sono molti lettori di Saker che sostengono che assolutamente nessun cambiamento geopolitico può avere luogo senza il pieno consenso tra le élite occidentali globaliste a cui Saker si riferisce collettivamente come l'impero 'anglo-sionista' e le cui consultazioni al Bilderberg, a Davos, e al recente vertice NATO in Galles sono ben documentate, la propaganda sempre più stridula diretta contro l'indipendenza della Scozia suggerisce il contrario. La BBC, in particolare, ha guidato la carica contro un voto per l'indipendenza, mettendo in discussione la sua fasulla pretesa di obiettività ed evidenziando il suo asservimento totale allo stato profondo britannico. Ma la BBC e gli altri media britannici devono stare attenti a non offendere troppo il loro pubblico scozzese. Nel frattempo, l'agit-prop del 'think tank' americano e atlantista contro gli scozzesi è stato spesso rozzo e patetico.

La rivista online Business Insider (che il giornalista investigativo indipendente di Washington Wayne Madsen ha collegato a una campagna diffamatoria contro di lui a metà del 2013, a opera di un ex-ufficiale della NSA di nome John R. Schindler) ha recentemente pubblicato un articolo che sostiene che la partenza di missili balistici e sottomarini nucleari d'attacco britannici dalla base di Faslane in Scozia potrebbe lasciare la penisola aperta a una invasione russa. L'articolo è stato ampiamente stroncato nella sezione dei commenti di BI come propaganda ridicola [http://www.businessinsider.com/scottish-independence-and-russian-submarine-invasion-2014-8]

L'ex leader nominale neocon della londinese Henry Jackson Society, Michael D. Weiss, che ora dirige il sito di propaganda pro-Kiev The Interpreter Mag, ha twittato "se la Scozia secede, allora l'Europa può aspettarsi di veder creare dall'oggi al domani una politica estera di tipo Venezuela sul Mare del Nord. Putin si rallegrerà".  [https://twitter.com/michaeldweiss/status/508962026690187264]

In modo non sorprendente, considerando la loro sovrapposizione su questioni di politica anti-russa estera, sorveglianza della NSA, e altre questioni, Weiss twitta un link ad un altro articolo di Business Insider che avverte che la Scozia dovrà vincere 'quattro scommesse' per evitare di essere condannata alla povertà come stato indipendente. [https://twitter.com/michaeldweiss/status/508961378678214656]

Il World Affairs Journal, la pubblicazione bimestrale della 'ex' copertura operativa della CIA e quasi-ONG Freedom House, ha pubblicato un articolo dell'ex giornalista del Time Roland Flamini dal titolo "Disunione europea: Cameron, l'UE e gli scozzesi", che si conclude con il lamento: "Se trionfa il separatismo nel referendum, David Cameron sarà ricordato come il primo ministro che ha perso la Scozia. Egli affronta anche l'ulteriore prospettiva di essere l'uomo che ha guidato la Gran Bretagna fuori dall'Unione Europea". [http://www.worldaffairsjournal.org/article/european-disunion-cameron-eu-and-scots]

Si noti l'uso preminente della parola 'separatismo' che è diventata una parola sporca nei circoli atlantisti da quando ha avuto inizio la rivolta in Novorossija nel mese di marzo. Lo stesso numero di settembre/ottobre del World Affairs Journal ospitava Peter Pomerantsev che diceva: "Il canale [RT] ha i suoi fan in Occidente ed è stato nominato per un Emmy per i suoi servizi sul movimento Occupy in America. E non è solo la sinistra che sta applaudendo. Nigel Farage, dell'UK Independence Party di destra extraparlamentare [non per molto - American Kulak] è regolarmente presente nei suoi telegiornali". Farage, naturalmente, è stato un sonoro critico dell'implacabile espansione verso est dell'UE, che ha accusato di aver provocato la crisi ucraina e di essersi inimicarta la Russia. Farage ritiene inoltre che le politiche dell'UE verso la Romania e la Bulgaria abbiano portato da questi paesi a un afflusso di persone impoverite in cerca di lavoro in un momento in cui il Regno Unito sta già affrontando un alto tasso di disoccupazione ed è uno dei paesi più affollati d'Europa. [http://www.worldaffairsjournal.org/article/yes-russia-matters-putin%E2%80%99s-guerrilla-strategy]

Il collegamento tra Farage, che fatto una campagna senza troppa convinzione per il 'No' in Scozia la scorsa settimana, e il voto di secessione scozzese non è chiaro. Tranne se si considera che la secessione della Scozia indebolirà la posizione del partito laburista britannico in parlamento, consentendo in tal modo a più Tories di dividersi dalla loro leadership burocratica e passare all'UKIP. Ma la più grande preoccupazione degli ideologi dell'Impero è che la Russia simpatizza con quasi qualsiasi gruppo nazionalista europeo che desideri deviare dalla linea di partito NATO o UE, e i nazionalisti europei dall'Ungheria a Grecia stanno restituendo il favore, solidarizzando con la posizione della Russia in Crimea e Donbass. È degno di nota, per esempio, per la sua assenza che i media anglo-americani non sono interessati a fare servizi sui combattenti stranieri che lottano per la Novorossija, tra cui una mezza dozzina di francesi veterani dei combattimenti in Afghanistan e in Ciad [https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=1suDxke9jBQ], né a intervistare il nazista svedese Mikael Skillt che lotta nel Battaglione Azov portando apertamente il bracciale nazista con il dente di lupo (Wolsfangel). La BBC ha fatto per la verità un servizio che curiosamente menziona anche le accuse delle Forze Armate della Novorossiya, che mercenari polacchi a contratto stanno combattendo per l'Ucraina, un'accusa che il governo polacco nega, ma questa storia è stata l'eccezione che conferma la regola. L'internazionalizzazione della guerra in Novorossija, la possibilità che diventi una seconda guerra civile spagnola, se si trascina per mesi o anni, non è qualcosa che né Washington né Londra che i propri outlet di propaganda stiano a sottolineare. Perché? Forse il saggio del signor Pomerantsev fornisce un indizio.

Dopo aver scavato intorno a Farage dal suo rifugio a Londra, il signor Pomerantsev, come molti liberali russi (che alcuni russi come Mark Sleboda chiamano "liberasti", per la loro perenne adulazione dell'Occidentale sulla scia dei liberali di san Pietroburgo del tardo XIX secolo, messi in satira da Dostoevskij [https://twitter.com/MarkSleboda1/status/508675733489995776]) arriva al cuore della sua denuncia sul supporto della Russia ai partiti nazionalisti dissenzienti dalla politica dell'Impero anglo-americano in Occidente. La denuncia è che il Cremlino sta cercando di mettere in dubbio se si tratti di Washington o di Mosca che mantiene le "nazioni prigioniere":

"Non è un caso che una caratteristica ricorrente dei programmi di RT sono le teorie del complotto, che vanno dai racconti del Gruppo Bilderberg ad acute segnalazioni su come i media occidentali coprono i crimini dei loro governi. L'appello alla mentalità della congiura (leggi: anti-Washington, anti-Impero anglo-americano e anti-banca centrale) rafforza il messaggio di fondo del Cremlino che il modello occidentale di capitalismo democratico è un fallimento e una farsa [da qui l'urgenza con cui persone come Pomerantsev invocano in 'recupero' dal crollo economico occidentale del 2008 e il mito che gli USA e l'UE potrebbero schiacciare l'economia russa con sanzioni se avessero la volontà di farlo]. In un recente articolo dal titolo "La mentalità cospirativa in un'epoca di transizione" [transizione a che cosa, agli eurocrati?], che osservava l'ascesa di teorie del complotto in Francia, Ungheria, e Slovacchia, un team di ricercatori di importanti gruppi di riflessione europei ha mostrato come i sostenitori dei partiti di estrema destra che il Cremlino sostiene in Europa sono anche i più inclini a credere nelle cospirazioni [si legga: fatti o eventi al di fuori o paralleli alla narrativa mediatica guidata dagli anglo-americani, come la prova che le forze ucraine hanno abbattuto l'MH17], e che questo fattore stava diventando più pronunciato man mano che la fiducia nel potere dei governi nazionali è erosa dalla globalizzazione [si legga: le persone non si fidano dei governi che hanno completamente consegnato la sovranità del popolo al progetti dei globalisti guidati dai banchieri] e le popolazioni si rivolgono a teorie strampalate per spiegare le crisi [il che significa che gli occidentali non credono più alle tradizionali spiegazioni dei media e alle loro allegre cifre economiche, ma credono ai 'loro occhi bugiardi', che mostrano che le cose stanno deteriorando culturalmente ed economicamente in tutto il mondo occidentale]. "

Un altro articolo nello stesso numero, nascosto dietro un ingresso a pagamento, scritto dalla studiosa Alina Poljakova del Woodrow Wilson International Center, lamenta "Strani compagni di letto: Putin e l'estrema destra dell'Europa ". [http://www.worldaffairsjournal.org/article/strange-bedfellows-putin-and-europe%E2%80%99s-far-right] Nella parte dell'articolo non a pagamento, Poljakova chiama con fiducia Marine Le Pen e il Fronte Nazionale in Francia "un partito di estrema destra", nonostante le Pen abbia più sostegno di probabili elettori che non l'attuale presidente francese Francois Hollande se le elezioni si tenessero questa settimana. [http://www.ft.com/intl/cms/s/0/6ecbb6c4-34d5-11e4-aa47-00144feabdc0.html]. La signora Le Pen da parte sua ha deviato le accuse di 'estrema destra/fascista radicale' facendo appello agli elettori socialisti con richieste di conservazione dello stato sociale assistenziale della Francia, e insistendo che la Francia non può più rimanere un barboncino della politica estera degli USA quando si tratta della Russia [questo è il suo vero crimine agli occhi degli stessi atlantisti che minimizzano costantemente gli elementi fascisti anti-UE in Ucraina, finché i loro membri combattono i delegati della Russia in Donbass]. Inoltre ha legato le sue posizioni anti-immigrazione e 'la Francia fuori dalla Unione Europea' alla difesa dei valori laici francesi di fronte all'islamismo e alla correttezza politica dell'UE, appellandosi sia alla sinistra sia alla destra.

Nel segno più eloquente che la signora Le Pen crede di poter vincere la presidenza della Francia, ha anche inviato rappresentanti del Fronte Nazionale in Israele per prendere le distanze sue e del partito dalle posizioni anti-israeliane del padre, corteggiando apertamente i voti degli ebrei francesi. Naturalmente, non è un caso che la signora Le Pen stia guadagnando sostegno da tutto lo spettro politico francese, anche se solo come candidata di protesta, mentre il governo degli Stati Uniti sta multando la francese BNP Paribas per la somma di 10 miliardi di dollari e sta cercando di bloccare la vendita delle navi da guerra Mistral alla Russia. Il gollismo, sia di sinistra o di destra, si agita quando le banche francesi sono usate come zerbino di Washington, e la scricchiolante stabilità finanziaria della Francia è messa a rischio dall'attaccamento fanatico Washington e Bruxelles di a mantenere le impoverite economie greca, spagnola e portoghese intrappolate nella camicia di forza dell'euro.

Forse, nel retro della loro mente, i 'tecnologi politici' dell'Impero continuano ad aggrapparsi a quel vecchio spauracchio dell'anti-comunismo dell'Asia sud-orientale durante la guerra fredda: la teoria del domino. Se la Scozia vota con successo la secessione dal Regno Unito, la sterlina e le banche della Gran Bretagna prendono una batosta nella successiva ricaduta. Con la Royal Bank of Scotland, la Deutsche Bank e altre case in putrefazione piene di derivati​​ sul baratro, le tessere del domino delle strutture finanziarie e politiche marce iniziano a cadere in tutta Europa. Dopo la Scozia, arriva la Catalogna. Dopo che se ne va la Catalogna, la parte più ricca e più innovativa della Spagna, gli spagnoli gridano 'no mas' ai continui livelli di disoccupazione dell'era della depressione. I lombardi e veneziani passano a più di un'indipendenza simbolica. I greci, spronati dall'esempio spagnolo, finalmente buttano a mare i loro Quisling eurocrati con le loro imposizioni di austerità, se necessario, esiliando i 'tecnocrati' greci con accuse di massiccia frode finanziaria e appropriazione indebita. Le banche del Portogallo guidate dalla Espiritu Santu, troppo grandi per fallire, sono finalmente autorizzate a fallire, con voci circa la solvibilità delle banche francesi e tedesche tra cui la già citata BNP Paribas e la Deutsche Bank in traiettoria selvaggia.

La secessione della Scozia sta per portare a casa ai cittadini britannici domande imbarazzanti sull'identità: per che cosa si batte ora l'Inghilterra, oltre alla sottomissione totale a Washington in cambio di 'un posto a tavola' e un gonfio settore finanziario nella City di Londra? Che cosa significa essere inglese in un'epoca di frontiere aperte e dell'immigrazione di massa? Come può l'identità inglese essere preservata se cambiano i volti o i colori di coloro che sostengono gli ideali che hanno fatto il successo dell'Impero Britannico, quando tanti giovani musulmani rifiutano i malati valori postmoderni del Regno Unito per andare a lottare per l'ISIS in Siria?

Dall'altro lato dell'Atlantico, la questione continuerà ad essere dove andranno gli USA, quando le grida di regionalismo, del governo degli stati meridionali e occidentali e di identità etniche sempre più assertive sfideranno gli ordini esecutivi di Washington, sconvolgendo gli Stati Uniti in posti come la prevalentemente nera Ferguson, Missouri o una sempre più messicana Los Angeles governati da una élite bianca in estinzione? Sul tema dell'immigrazione, per esempio, il Texas sta schierando le sue truppe della Guardia Nazionale al confine con alcuni deputati texani che denunciano le 'azioni esecutive' del presidente Obama sulla non espulsione di migranti messicani senza documenti come azioni incostituzionali, e quindi nulle. Nel frattempo, il governatore della California sta sostanzialmente annullando il confine meridionale con l'annuncio di "città santuario". Il punto non è quale dei due stati abbia ragione o torto. Il punto è che entrambi gli stati stanno facendo affermazioni politiche che sono in contrasto con la legge federale così come è scritta o così come un'amministrazione sceglie di (non) metterla in atto. Questo può solo portare ad ulteriori proclami degli Stati Uniti più uniti che mai, mentre una reale disunità li sta portando in suppurazione lungo linee di classe, razziali e regionali.

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