Diversi vescovi in tutto il mondo hanno espresso opposizione ai due progetti di legge recentemente proposti in Ucraina, che potrebbero ostacolare, se non vietare, l'attività della Chiesa ortodossa ucraina canonica del patriarcato di Mosca. Tra i vescovi che hanno fatto sentire la propria voce ci sono diversi primati di Chiese locali, così come vescovi locali.
La prima proposta di legge, n. 4511, "sullo status speciale delle organizzazioni religiose con sede in stati riconosciuti dalla Verkhovna Rada dell'Ucraina come stati aggressori" propone che tali organizzazioni religiose possano nominare metropoliti e vescovi solo in accordo con le autorità governative. La stessa legge dà anche al governo il diritto di proibire una confessione se i suoi rappresentanti collaborano con i centri religiosi in "stati aggressori".
Nessuna denominazione specifica è menzionata nel disegno di legge, ma solo la Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca soddisfa tutti i criteri elencati.
La seconda proposta di legge, n. 4128, propone praticamente la legalizzazione dell'appropriazione forzata delle chiese. Il documento introduce il termine "auto-identificazione" e chiarisce il numero minimo di rappresentanti di una comunità religiosa necessari per decidere di trasferirne la proprietà a un centro religioso con sede in Ucraina.
Sua Beatitudine il patriarca Giovanni X di Antiochia e tutto l'Oriente ha manifestato il suo sostegno alla Chiesa ortodossa ucraina canonica in una lettera a sua Santità il patriarca Kirill, come segnala il dipartimento informativo della Chiesa ortodossa ucraina.
"Condanniamo ogni mossa che possa pregiudicare la sovranità del popolo ucraino e condanniamo anche fermamente ogni passo che influisca sull'indipendenza, l'affidabilità, l'integrità e la libertà della Chiesa ortodossa ucraina canonica" scrive sua Beatitudine.
Le leggi proposte sono "volte ad aumentare le tensioni e a cambiare l'identità della società ucraina", ritiene il patriarca.
Associandosi al suo confratello vescovo, il patriarca Teodoro II di Alessandria e di tutta l'Africa ha espresso anche lui il suo sostegno ai fedeli ucraini e la sua opposizione alle proposte parlamentari in una lettera del 23 maggio al patriarca Kirill.
"Lo Stato non può adottare leggi sulla Chiesa da solo senza la partecipazione della Chiesa stessa, specialmente in un paese che pretende di rispettare i valori europei", scrive il primate africano. A suo parere, la leadership ucraina deve "assumere una posizione neutrale e non essere controllata da circoli nazionalisti irresponsabili".
A nome di tutta la Chiesa in Africa, il patriarca Teodoro sostiene il suo sostegno alla Chiesa canonica ucraina "nella lotta per la preservazione dei privilegi inviolabili delle comunità ortodosse dell'Ucraina", condannando tutte le decisioni legislative del parlamento ucraino come "invalide".
In una lettera al presidente della Verkhovna Rada ucraina, il metropolita Rostislav delle Chiesa delle Terre Ceche e della Slovacchia scrive che l'adozione di tali leggi minerebbe le basi della libertà religiosa e l'uguaglianza delle chiese e delle organizzazioni religiose in Ucraina e susciterebbe tensioni e causerebbe instabilità nella società ucraina, come segnala il dipartimento informativo della Chiesa ortodossa ucraina.
"La Chiesa ortodossa ucraina è la sola Chiesa ortodossa canonica sul territorio dell'Ucraina. Le nostre Chiese locali non sono connesse da legami territoriali, ma sono strettamente legate da stretti rapporti storici", scrive il primate. "Capiamo molto da vicino quello che sta succedendo ai nostri fratelli in Ucraina oggi e siamo preoccupati per il futuro della santa Ortodossia e della Chiesa canonica. Siamo profondamente preoccupati per l'intenzione della Verkhovna Rada dell'Ucraina", ha continuato, esprimendo l'amore profondo che esiste tra le Chiese ortodosse locali.
"Eccellenza," scrive il metropolita Rostislav, "pregando il Signore, chiediamo il ritiro di queste proposte".
Numerosi altri capi di Chiese, tra cui il metropolita Pavel della Chiesa ortodossa bielorussa e un certo numero di vescovi nelle Chiese ucraine e di Mosca si sono anche pronunciato contro i pericolosi disegni di legge.
|