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  Perché il Qatar vuole ingraziarsi la Russia

Peter Lvov

Russia Insider

23 novembre 2011

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Il Qatar ha agito con impunità per anni nel suo sostegno ai gruppi terroristici islamici. Ora ha paura di una risposta russa?

Come è stato riferito, i leader dell'Unione internazionale degli studiosi musulmani hanno redatto una lettera aperta, affermando che "condividono un atteggiamento positivo nei confronti della Federazione Russa, che sostiene oggi gli arabi e i musulmani". Inoltre, la lettera afferma che se si deve prendere qualsiasi decisione che coinvolga la Federazione Russa, quelli che prendono la decisione devono prima consultare i teologi islamici della Russia. La lettera è veramente unica: di fatto, dice che l'Unione internazionale degli studiosi musulmani sostiene le azioni delle autorità russe in Siria. Se in questa lettera ci sono almeno un paio di parole sincere, allora vuol dire molto, soprattutto ricordando che la sede di questa organizzazione si trova a Doha – la capitale del Qatar, uno stato wahabita. Inoltre, la lettera afferma che il destino di Bashar al-Assad dovrebbe essere deciso dal popolo siriano stesso.

Sarebbe un eufemismo dire che si tratta di un passo insolito, dal momento che questa Unione internazionale è una delle più influenti e autorevoli organizzazioni musulmane del mondo, che riunisce musulmani sunniti, sciiti e anche ibaditi, i musulmani maggioritari in Oman. Ci sono almeno 90.000 eminenti studiosi musulmani nelle file di questa Unione, tra cui più di 40 dei più autorevoli teologi russi – mufti e rettori di istituzioni islamiche delle regioni del nord del Caucaso e del Volga. Quindi, si tratta di un'organizzazione davvero influente.

Yusuf al-Qaradawi, leader dell'Unione internazionale degli studiosi musulmani

Ma una cosa va sempre ricordata – il presidente dell'Unione internazionale degli studiosi musulmani è Yusuf al-Qaradawi, il leader spirituale e ideologico dei Fratelli musulmani, che restano la più grande associazione di islamisti radicali in tutto il mondo. Nel 1963 l'allora presidente egiziano Gamal Abdel Nasser espulse Yusuf al-Qaradawi dall'Egitto per tentativi di minare il regime al potere. Ma lo studioso radicale non ha vagato per il mondo per molto tempo, trovando rifugio nell'emirato wahabita del Qatar. Yusuf al-Qaradawi è stato il leader spirituale e la mente ideologica di tutte le "rivoluzioni" arabe – egiziana, libica, siriana e yemenita. È stato lui, insieme con l'ex primo ministro del Qatar Hamad bin Jassim, a organizzare nel 2011 un assalto all'ambasciatore russo a Doha, dal momento che l'inviato russo aveva rivelato le sue feroci politiche per incoraggiare le rivoluzioni arabe.

In gran parte l'influenza a causa di Qaradawi sull'ex emiro del Qatar, ora superata dall'influenza che ha sull'emiro regnante Tamim bin Hamad Al Thani, Doha si è messa a fomentare e finanziare l'ondata delle "primavere" arabe e, nonostante tutti i recenti cambiamenti della situazione in Siria, continua a sostenere il gruppo terroristico che va sotto il nome di Jabhat al-Nusra. La cosa curiosa è che dopo l'intervento russo in Siria, lo sheikh Yusuf ha esortato i musulmani di tutto il mondo a condurre una "jihad" contro la Russia, e ora assistiamo a una completa inversione delle sue politiche.

Molti analisti hanno subito notato che stiamo assistendo a un fenomeno incredibilmente positivo, quasi un completo cambiamento di mentalità da parte di Qaradawi. Ma vi è davvero un cambiamento? È ovvio che un leopardo non può cambiare le sue macchie.

La domanda è: cosa si cela dietro questo passo? La risposta è abbastanza semplice – lo Stato del Qatar ha finalmente capito che è inevitabile la retribuzione per il suo continuo sostegno del terrorismo internazionale. È stato chiaro fin dall'inizio che c'era una traccia del Qatar nell'attacco terroristico contro l'aereo russo sul Sinai, che è costato la vita a 224 persone. Anche se non sono stati i servizi di sicurezza del Qatar a progettare questo attacco, in ogni caso, è stato effettuato da gruppi sponsorizzati dal Qatar. Ciò può portare a delle sanzioni contro lo Stato wahhabita, dal momento che il sostegno finanziario al terrorismo è una diretta violazione di un certo numero di convenzioni delle Nazioni Unite. E poi, l'attacco terroristico sul Sinai è stato seguito dal'attacco alla Francia, che ha portato all'uccisione di 132 persone. C'è un numero crescente di richieste espresse in tutto il mondo per stabilire un tribunale internazionale per processare l'ISIL e i suoi sponsor, ai quali il Qatar e l'Arabia Saudita sono stati abbastanza attivi nel fornire sostegno.

Non è un caso che il 18 novembre il presidente russo Vladimir Putin abbia firmato un decreto, in base al quale sta per essere assemblata una commissione speciale per raccogliere informazioni su individui e gruppi che hanno sostenuto i terroristi internazionali. Inoltre, questa commissione avrà il diritto di richiedere tali informazioni da parte delle autorità di paesi stranieri. Saranno quindi congelati tutti i fondi e le proprietà che tali individui o gruppi hanno utilizzato per aiutare i terroristi.

Pertanto, la famiglia regnante del Qatar ha deciso di ottenere per sé una qualche forma di assicurazione nel peggiore degli scenari, iniziando a fare pressioni su Qaradawi per redigere una lettera a sostegno della Russia e delle sue azioni. Questa lettera sarà presto seguita da tentativi di dimostrare a Mosca che il Qatar condivide "una profonda comprensione" della posizione della Russia sulla Siria. Dopo tutto, se i leader di ISIL, Jabhat al-Nusra, Jaish al-Fath, e Jaish al-Islam stanno per essere catturati e consegnati alla giustizia, possono testimoniare contro i paesi e le organizzazioni che sono stati direttamente coinvolti nella sponsorizzazione dei crimini contro Siria, Iraq, Francia e Russia. Allora seguirà una lunga lista di funzionari e studiosi di spicco del Qatar che saranno inevitabilmente processati e condannati.

C'è un solo problema: oltre al Qatar e l'Arabia Saudita, che, in linea di principio, non sono difficili da punire, ci sono paesi come gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Turchia, la Giordania e altri che hanno sostenuto allo stesso modo i terroristi. Alcuni senatori degli Stati Uniti, tra cui John McCain, si sono incontrati personalmente con i leader dei gruppi radicali. La CIA e il Pentagono hanno fornito loro armi e addestrato i loro militanti per creare una "opposizione" al governo siriano eletto. Turchia e Giordania hanno fornito il loro territorio per dislocare campi di addestramento, permettendo ad armi e terroristi di fluire verso la Siria attraverso i loro territori. Ma i funzionari degli Stati Uniti non saranno perseguiti, stiamo parlando di una delle due maggiori potenze nucleari nel mondo. L'Inghilterra sarà protetta dai procedimenti giudiziari da parte di Washington, dal momento che è un membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, mentre la Turchia e l'Arabia Saudita hanno un ruolo "speciale" nella politica di Washington. Ma nulla impedisce ai funzionari americani di schiacciare un emirato nano sotto il bus. La dinastia regnante sarà semplicemente sostituita da un sistema di governo repubblicano nel processo di "democratizzazione" del Medio Oriente.

Non esiste alcuno scenario in cui Mosca dovrebbe credere che il Qatar possa cambiare le sue posizioni. L'emirato mantiene il suo sostegno all'ISIL e ad altri gruppi terroristici in Siria e in Iraq, e danneggia gli interessi della Russia inondando i mercati europei con le sue forniture di gas naturale liquido a buon mercato. Soprattutto, l'indagine sull'abbattimento dell'airbus russo in Egitto dovrebbe stabilire chi c'era dietro davvero.

Speriamo che Mosca non sarà ingannata dalla lettera di Yusuf al-Qaradawi. Doha era e rimane una nemica della Federazione Russa, e lo rimarrà finché non sarà punita per tutti i crimini che ha commesso contro la Russia, tra cui la sponsorizzazione della rivolta terroristica in Cecenia 20 anni fa.

Se i paesi occidentali intendono evitare che il Qatar sia perseguito, qualora sia stabilita la sua partecipazione all'abbattimento dell'airbus della Russia, Mosca può procedere con una punizione da solo, a norma dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, che concede il diritto all'autodifesa in caso che sia commesso "un atto di guerra". E il presidente russo Vladimir Putin ha già classificato l'abbattimento dell'A321 come un atto di guerra, così i responsabili non potranno eludere l'accusa.

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