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  La vera causa della guerra di Crimea

pravoslavie.ru, 7 marzo 2014

fonte: The Economist

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La guerra di Crimea ha avuto conseguenze terribili; circa 750.000 soldati sono morti, oltre a innumerevoli civili. E le cause immediate sono state religiose. È una storia surreale, uno dei casi più straordinari nella storia di differenze religiose sfruttate a fini strategici e geopolitici. Tutto è cominciato con una controversia franco-russa sulla grotta di Betlemme, tradizionalmente venerata come luogo di nascita del Principe della Pace.

Fin dalla metà del XVIII secolo, la Russia ortodossa si era servita di trattati per insistere con forza sul suo ruolo di protettore dei suoi correligionari, e di luoghi santi cristiani, sotto il dominio del sultano ottomano. Grazie alle relazioni cordiali tra il clero greco e i loro signori ottomani, gli ortodossi avevano già la parte del leone dei siti cristiani in Terra Santa. Ma questo predominio fu contestato a metà del XIX secolo da Francia, il cui imperatore Napoleone III stava cercando di estendere l'influenza cattolica nella regione.

I nodi vennero al pettine nel 1852 presso la chiesa della Natività. La chiave della porta principale era stata tenuta per secoli dai monaci ortodossi greci; i monaci latini o cattolici dovevano accontentarsi della chiave di una porta minore, all'interno. C'era anche una disputa su una stella d'argento con iscrizioni latine, che segnava quello che era ritenuto il luogo esatto della nascita di Cristo; i monaci greci a quanto pare l'avevano portata via, e la Francia voleva che una stella d'argento fosse re-installata.

Napoleone III sperava di prendere il posto della Russia come garante dei cristiani della regione e dei siti cristiani, che voleva far passare a tempo debito sotto controllo cattolico. Per attirare l'attenzione degli ottomani, la Francia inviò una grande nave da guerra ai Dardanelli. Questo convinse debitamente il sultano – ma rese la Russia furiosa, e le fece esercitare una pressione enorme per convincere gli ottomani a tornare a favore degli ortodossi.

La diplomazia religiosa russa nel XIX secolo era sia flessibile sia univoca. Essa favoriva i cristiani sui musulmani (senza impedire periodi di buoni rapporti con gli ottomani); i cristiani ortodossi sui cristiani occidentali; e i cristiani ortodossi arabi su quelli greci. Mentre si profilava il conflitto franco-russo, la Gran Bretagna cercò di negoziare un compromesso che avrebbe dato soddisfazione agli ortodossi sui punti immediati in questione, garantendo l'accesso cattolico a Betlemme e agli altri luoghi sacri. Ma lo slancio verso la guerra era già inarrestabile, e la Gran Bretagna fu trascinata dalla parte dei francesi. Naturalmente c'era uno scenario strategico più ampio per la guerra: la competizione per le spoglie dell'impero ottomano, che era percepito in un declino inesorabile, e per rotte e corsi d'acqua strategici. Ma a tutti coloro che smaniano per combattere, nessun catalizzatore funzionerà tanto bene quanto un buon vecchio battibecco settario.

Come disse Lord Malmesbury, ministro degli esteri britannico, nel 1852:

"Dovremmo rimpiangere profondamente qualsiasi controversia che possa portare a un conflitto tra due delle grandi potenze europee, ma quando riflettiamo sul fatto che la lite è avvenuta per privilegi esclusivi su luogo vicino al quale le schiere celesti hanno proclamato la pace sulla terra e la buona volontà verso gli uomini, il pensiero di un tale spettacolo è davvero malinconico".

 

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