Rubrica

 

Informazioni sulla chiesa in altre lingue

Mirrors.php?cat_id=35&locale=it&id=205  Mirrors.php?cat_id=35&locale=it&id=602  Mirrors.php?cat_id=35&locale=it&id=646  Mirrors.php?cat_id=35&locale=it&id=647  Mirrors.php?cat_id=35&locale=it&id=4898 
Mirrors.php?cat_id=35&locale=it&id=2779  Mirrors.php?cat_id=35&locale=it&id=204  Mirrors.php?cat_id=35&locale=it&id=206  Mirrors.php?cat_id=35&locale=it&id=207  Mirrors.php?cat_id=35&locale=it&id=208 
Mirrors.php?cat_id=35&locale=it&id=3944  Mirrors.php?cat_id=35&locale=it&id=7999  Mirrors.php?cat_id=35&locale=it&id=8801  Mirrors.php?cat_id=35&locale=it&id=9731  Mirrors.php?cat_id=35&locale=it&id=9782 
Mirrors.php?cat_id=35&locale=it&id=11631         
 

Calendario ortodosso

   

Scuola domenicale della parrocchia

   

Ricerca

 

In evidenza

04/10/2023  Scoperte, innovazioni e invenzioni russe  
14/03/2020  I consigli di un monaco per chi è bloccato in casa  
11/11/2018  Cronologia della crisi ucraina (aggiornamento: 3 febbraio 2021)  
30/01/2016  I vescovi ortodossi con giurisdizione sull'Italia (aggiornamento: 21 dicembre 2022)  
02/07/2015  Come imparare a distinguere le icone eterodosse  
19/04/2015  Viaggio tra le iconostasi ortodosse in Italia  
17/03/2013  UNA GUIDA ALL'USO DEL SITO (aggiornamento: aprile 2015)  
21/02/2013  Funerali e commemorazioni dei defunti  
10/11/2012  I padrini di battesimo e il loro ruolo nella vita del figlioccio  
31/08/2012  I nostri iconografi: Iurie Braşoveanu  
31/08/2012  I nostri iconografi: Ovidiu Boc  
07/06/2012  I nomi di battesimo nella Chiesa ortodossa  
01/06/2012  Indicazioni per una Veglia di Tutta la Notte  
31/05/2012  La Veglia di Tutta la Notte  
28/05/2012  La preparazione al Matrimonio nella Chiesa ortodossa  
08/05/2012  La Divina Liturgia con note di servizio  
29/04/2012  La preparazione al Battesimo nella Chiesa ortodossa  
11/04/2012  CHIESE ORTODOSSE E ORIENTALI A TORINO  
 



Inizio  >  Documenti  >  Sezione 11
  La "notte dei cristalli" turca

di Aykan Erdemir

Pravoslavie.ru

8 settembre 2015

Clicca per SCARICARE il documento come PDF file  
Condividi:

Una commemorazione tardiva – 60 anni in ritardo, di fatto – si è tenuta il 6 settembre presso la chiesa greco-ortodossa della Panagia a Istanbul. Si è trattato della memoria delle vittime dei pogrom del 1955 conro i polites, abbreviazione di konstantinoupolites, vale a dire i greci di Istanbul.

Questa è stata la prima divina liturgia legata a un servizio memoriale che abbia mai ricordato in Turchia ciò che è noto come "gli eventi del 6 e del 7 settembre " In quella che alcuni chiamano la "notte dei cristalli a Costantinopoli", sono state saccheggiate o distrutte durante la notte 71 chiese, 41 scuole, otto giornali, più di 4.000 negozi e 2.000 case. Il bilancio e la sofferenza umana sono stati ancora più catastrofici, con più di 30 persone morte, 300 ferite e 400 violentate. Come ha recentemente sostenuto un leader della comunità greco-ortodossa, il danno maggiore del pogrom è stato all'ideale della pari cittadinanza in Turchia, non solo per i polites, ma anche per le altre minoranze non musulmane del Paese.

* * *

Il pogrom del 1955 non è stato uno scontro di civiltà che ha visto i musulmani contrapposti ai cristiani. Al contrario, in mezzo a crescenti tensioni turco-greche sullo status futuro della colonia britannica di Cipro, i disordini sono stati attentamente pianificati dal governo turco per ripulire Istanbul dai circa 100.000 polites, che erano stati esclusi dagli scambi di popolazione turco-greche del 1923-1924. I teppisti sciovinisti, come la storia ha più volte dimostrato, sembrano essere uno strumento imperfetto per l'ingegneria sociale. Come un aggressore ha detto a una vittima greco-ortodossa del pogrom del 1955, i teppisti avevano il permesso "non di uccidere ma solo di rompere le cose." Con il tempo a Istanbul sono stati dichiarati la legge marziale e il coprifuoco il giorno dopo; tuttavia, il bilancio ha superato le 30 vittime. Tra i negozi saccheggiati dalle folle fuori controllo, solo il 59 per cento apparteneva ai polites presi di mira: i restanti stabilimenti appartenevano ad armeni ed ebrei.

Questo crimine contro l'umanità su una tale scala, fino a tempi recenti, è stato spazzato sotto il tappeto in Turchia. Csì come per il pogrom del 1934 in Tracia contro gli ebrei turchi e gli innumerevoli pogrom contro i membri della fede alevita, il pogrom del 1955 conto i polites non è parte dei programmi scolastici turchi. Le famiglie greco-ortodosse della Turchia hanno rinunciato a discutere la questione anche nella privacy delle loro case per paura, perché, come un amico mi ha detto, "i muri hanno orecchie."

Fortunatamente, i tempi e le generazioni sembrano cambiare in Turchia. In un'epoca di comunicazioni notevolmente ampliate, lo Stato non è più in grado di mantenere una copertura sui segreti sporchi del passato del paese. La Turchia ha ora una pletora di organizzazioni e iniziative dedicate a scoprire le atrocità del passato e a fare ammenda verso le minoranze perseguitate, che si tratti di armeni, greci, siriaci, ebrei o aleviti. L'anno scorso, per esempio, un blogger ha reso disponibili online 210 foto scabrose del pogrom del 1955, trasmettendo la ferocia delle atrocità al pubblico più ampio, meglio di quanto può fare qualsiasi testo scritto. Solo una decina di anni fa, una mostra di alcune di queste foto in una galleria d'arte di Istanbul, fatta in occasione del 50° anniversario del pogrom del 1955, è stata attaccata da teppisti di estrema destra. Nella battaglia di idee, i giovani teppisti con bastoni non riescono a contrastare le nuove classi medie della Turchia armate di server, blog e smartphone.

L'entusiasmo di base per la parità di cittadinanza e il pluralismo in Turchia è davvero encomiabile. Tuttavia, è ancora responsabilità dei funzionari del governo di portare avanti le cose in modo che eventi come il pogrom del 1955 non si ripetano mai più. Il Partito Giustizia e Sviluppo islamico (AKP), purtroppo, ha avuto un atteggiamento molto ambivalente nei confronti delle minoranze, dei diritti e delle libertà fondamentali in Turchia. Nel 2011, il decreto dell'allora primo ministro Recep Tayyip Erdoğan sulle restituzioni dei beni delle minoranze è stato visto come un passo insufficiente ma comunque positivo per migliorare le condizioni delle minoranze della Turchia, compresa la comunità greco-ortodossa. Purtroppo, sembra che ci siano gravi carenze nel contenuto e nell'attuazione del decreto, mentre varie minoranze continuano a lamentarsi delle loro richieste non accolte.

A peggiorare le cose, i funzionari dell'AKP, proprio come generazioni di politici prima di loro, vedono le minoranze della Turchia come pedine di scambio per diritti aggiuntivi per i musulmani turchi all'estero. Il Seminario di Halki a Istanbul, un'istituzione di spicco per la formazione del clero ortodosso, è rimasto chiuso dal 1971, e Erdoğan ha detto molto chiaramente che potrà tornare di nuovo in servizio solo quando sarà aperta per il servizio una moschea ad Atene. Tale completo disprezzo per i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini di minoranza in Turchia e una politica senza vergogna di quid pro quo hanno spinto i membri della minoranza greco-ortodossa della Turchia a protestare contro il loro status di "ostaggi dello Stato" da barattare per i diritti della minoranza musulmana turca in Grecia.

Sessant'anni dopo il pogrom del 1955 che ha devastato la loro comunità, i polites della Turchia continuano a vivere una vita precaria. Ci sono ancora attacchi occasionali, come per esempio il tentativo di incendio doloso alla chiesa greco-ortodossa di Hagia Triada a Istanbul nel mese di giugno, ma il riavvicinamento turco-greco, per quanto imperfetto, sembra aver reso la vita più facile agli "ostaggi" greci dello Stato turco. Anche se ben lungi dall'essere ideale, questo modus vivendi appare relativamente gradevole nella prospettiva della carneficina e del caos in corso in Medio Oriente e in Nord Africa. È improbabile, tuttavia, che ciò che appare piacevole ai politici autoritari della Turchia sarà accettabile alle nuove generazioni che non sono disposte ad accontentarsi di niente di meno di pieni diritti fondamentali per tutti i residenti della Turchia, senza eccezioni.

Aykan Erdemir è un ex membro del parlamento turco e un collaboratore esterno della Fondazione per la Difesa delle Democrazie. Attualmente insegna presso l'Università Bilkent ad Ankara.

Condividi:
Inizio  >  Documenti  >  Sezione 11