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  Eastring contro Balkan Stream: la battaglia per la Grecia

di Andrew Korybko

dal blog The Vineyard of the Saker

28 giugno 2015

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La Russia non stava bluffando quando ha detto che il Turkish Stream sarebbe stata l'unica via per le spedizioni di gas deviato dall'Ucraina dopo il 2019, e dopo tentennamenti increduli per più di sei mesi critici, l'Unione Europea è ritornata solo ora ai suoi sensi e sta cercando disperatamente di procacciarsi un'alternativa geopolitica. Fermo restando che il suo bisogno di gas deve assolutamente continuare a essere soddisfatto dalla Russia per i decenni prevedibili (indipendentemente dalla retorica transatlantica), l'UE vuole attenuare per quanto possibile le conseguenze multipolari dei gasdotti progettati dalla Russia. La Russia vuole estendere il Turkish Stream attraverso Grecia, Macedonia e Serbia, in un progetto che l'autore ha già etichettato come "Balkan Stream", mentre l'Unione Europea vuole abolire la rotta balcanica centrale e sostituirla con una lungo i Balcani orientali attraverso Bulgaria e Romania, la cosiddetta linea "Eastring".

Anche se Eastring potrebbe teoricamente far transitare il gas del Caspio spedito attraverso il gasdotto TAP, la proposta che circola più recentemente è che sia collegato invece al Turkish Stream, verosimilmente perché la proposta di 10-20 miliardi di metri cubi l'anno da Eastring (le riserve dell'Azerbaigian non possono essere in grado di soddisfare la domanda senza l'assistenza del Turkmenistan, che è ben lungi dall'essere garantita, a questo punto) è sminuita dai 49 miliardi di metri cubi garantiti dal Turkish Stream. Se l'Europa ha intenzione di connettere Eastring al Turkish Stream, allora le forniture di gas russo potrebbero raggiungere il continente, indipendentemente dal percorso in questione (Balcani Centrali o nei Balcani orientali), il che significa che si tratta di una situazione in cui la Russia vince in ogni caso... apparentemente. Le differenze strategiche tra Eastring e Balkan Stream sono in realtà molto acute, e accoppiati con l'impliciti impeto motivazionale rivelato in primo luogo dalla proposta dell'UE di connettere Eastring e Turkish Stream, ciò significa che tali differenze devono essere analizzate più in profondità prima che qualcuno salti a una conclusione predeterminata sulla natura 'reciprocamente vantaggiosa' di Eastring.

Quest'articolo comincia a identificare le differenze strategiche sottostanti tra Eastring e Balkan Stream. Dopo averle stabilite, utilizza l'intuizione acquisita per interpretare le motivazioni di Bruxelles e le implicite previsioni regionali per i Balcani. Infine, menziona la prolungata crisi del debito greco per illustrare come le attuali turbolenze della Repubblica ellenica si evolvono in un tentativo occidentale di costringere indirettamente Tsipras alle dimissioni come punizione per la cooperazione energetica del suo paese con la Russia.

Le differenze strategiche

Sarebbe un errore assoluto supporre che Eastring e Balkan Stream siano progetti strategicamente simili: anche se entrambi in definitiva offrono il transito di gas russo verso l'Europa, promuovono due visioni a lungo termine completamente diverse, a favore, rispettivamente, dei loro sostenitori europei e russi.

Eastring:

L'UE prevede che questo tracciato proposto eliminerà qualsiasi vantaggio geopolitico che la Russia potrebbe potenzialmente trarre dal Balkan Stream (che descriveremo a breve), riducendo l'oleodotto a niente più che un magro tubo di gas naturale privo di qualsiasi impatto o influenza. È in grado di raggiungere questo obiettivo semplicemente per il fatto che il gasdotto passerebbe attraverso la Bulgaria e la Romania, due stati affidabili membri dell'UE e della NATO le cui élite politiche sono saldamente nell'orbita unipolare. Come ulteriore garanzia che la Russia non possa mai utilizzare Eastring per i suoi scopi multipolari, gli USA progettano di assegnare armi pesanti e attrezzature per 750 soldati in ciascuno dei paesi dei Balcani orientali, rafforzando ulteriormente il blocco NATO del Mar Nero che ha costruito nel corso degli ultimi due anni. Se gli Stati Uniti riescono a sabotare il Balkan Stream e costringere quindi la Russia a fare uso di Eastring come unica alternativa realistica nel sud-est europeo per il trasporto di gas verso l'Europa, Mosca sarebbe in una posizione strategica altrettanto miserabile per le spedizioni di energia di come lo era basandosi sull'Ucraina controllata dagli USA, vanificando in tal modo in primo luogo l'intero scopo del perno balcanico.

Balkan Stream:

I russi hanno un approccio ai gasdotti del tutto opposto a quello degli europei, in quanto capiscono la loro utilità geopolitica e cercano di utilizzare tali investimenti infrastrutturali come strumenti strategici. Il Balkan Stream può essere inteso come una controffensiva multipolare nel cuore dell'Europa, ed è esattamente per queste ragioni che la Russia è completamente contrario a ricadere su Eastring come unico percorso sud-orientale europeo dell'energia verso l'UE. Mosca prevede di utilizzare il Balkan Stream come una calamita per attirare gli investimenti dei BRICS nei Balcani e integrando Via balcanica della Seta che la Cina prepara dalla Grecia all'Ungheria. Non è quindi un caso che il terrorismo albanese sostenuto dagli USA sia tornato nella regione dopo una pausa di dieci anni e abbia in particolare preso di mira la Repubblica di Macedonia, che è il collo di bottiglia del Balkan Stream. La Russia sta scommettendo sul transito balcanico centrale per la sua proprosta di rotta energetica perché sa che la Serbia e la Macedonia, che entrambe non sono membri dell'Unione Europea o della NATO, non possono essere direttamente dominate dal mondo unipolare come i satelliti bulgaro e romeno degli Stati Uniti, e vedono anche la Grecia come una 'wild card' che è sul punto di cadere in disgrazia presso i suoi padroni occidentali. Questi fattori a loro volta rendono il percorso del Balkan Stream eccezionalmente attraente per i geostrateghi russi, che correttamente riconoscono che i tre Stati lungo il suo percorso (Grecia, Macedonia e Serbia) rappresentano il tallone d'Achille dell'unipolarismo nell'Eurasia occidentale, e, se vi è applicata la giusta spinta, può portare alla fine al crollo di tutta la struttura.

Analisi del pensiero di Bruxelles

Il fatto stesso che l'UE propone Eastring come possibile componente del Turkish Stream rivela molto di ciò che Bruxelles sta pensando in questo momento. Diamo uno sguardo a ciò che è stato espresso tra le righe:

Il gas russo è indispensabile:

Bruxelles riconosce che deve ricevere il gas russo in un modo o nell'altro, e che il corridoio meridionale del gas, più che probabilmente, non riuscirà a soddisfare le future esigenze di consumo dell'Unione in quanto tale (sia per l'Unione Europea nel suo insieme sia per la regione dei Balcani in particolare). Anche gli Stati Uniti capiscono che è così, ed ecco perché vogliono progettare uno scenario in cui la Russia è costretta a fare affidamento su una rotta dominata dal mondo unipolare attraverso i Balcani orientali, in modo che il progetto sia neutralizzato da qualsiasi influenza multipolare residua, e Washington possa continuare a controllare il transito delle risorse russo verso l'Europa in un futuro indefinito.

Vulnerabilità dell'unipolarismo nei Balcani centrali:

Il suggerimento propositivo che i Balcani orientali possano sostituire come percorso alternativo il Balkan Stream implica che l'Occidente riconosce la vulnerabilità dell'unipolarismo a un percorso russo che attraversa i Balcani centrali. Questo perché il successo nella costruzione del Balkan Stream dovrebbe portare ad un rafforzamento della posizione geostrategica della Serbia attraverso il suo emergere come un nodo energetico regionale. Belgrado potrebbe quindi sfruttare questo vantaggio per reintegrare lentamente e strategicamente (non politicamente!) le terre della ex Jugoslavia, anche se sotto un'influenza multipolare indiretta della Russia.

Di conseguenza, i Balcani, la regione europea che ha indiscutibilmente ricevuto la parte peggiore dell'accordo euro-atlantico, dovrebbero essere presentati come un'attraente opportunità non occidentale per il co-sviluppo con i BRICS. Il Balkan Stream russo potrebbe fornire loro un approvvigionamento energetico sicuro, mentre la Via balcanica della Seta proposta dalla Cina concederebbe loro l'accesso al più ampio mercato globale, minacciando così la stretta economica che l'Unione Europea mantiene attualmente sulla penisola. Se l'Europa non è più economicamente allettante per gli Stati balcanici (la sua attrattiva culturale e politica è cosa del passato a causa dei 'matrimoni gay' e dell'eccessivo bullismo di Bruxelles nel corso di questi ultimi anni), perde l'ultima presa del suo soft power, e l'unico modello alternativo diventano i BRICS, che userebbero la regione per creare una testa di ponte multipolare fino al centro stesso del continente prima che qualcuno si renda conto di quello che è successo.

Inaffidabilità greca:

L'UE chiaramente non vede la Grecia, almeno sotto la sua attuale direzione, come uno strumento geopolitico affidabile per i propri interessi. Mentre un gasdotto con la fonte in Azerbaigian attraverso il paese politicamente volubile è accettabile, uno con la fonte in Russia non lo è, in quanto può essere usato come banco di prova per ulteriori incursioni multipolari attraverso i Balcani centrali, che possono portare alla rapida ritirata dell'influenza balcanica di Bruxelles (come descritto nell'ampio scenario strategico qui sopra). Se la Grecia fosse completamente sotto controllo unipolare, o l'Occidente sentisse fortemente che sarà così nel 2019, allora non ci sarebbe la necessità di tagliare il paese fuori dallo scenario misto. Anche se rimane la possibilità che un frammento di territorio greco possa essere usato per costruire un'interconnessione del gas tra Grecia e Bulgaria per facilitare Eastring, questo non è ancora la stessa cosa di un gasdotto che attraversa metà del territorio nord del paese e procede lungo un percorso che sta al di fuori del controllo unipolare (a differenza dell'alternativa bulgara proposta). Pertanto, la proposta di Eastring la dice lunga sulle tristi prospettive geopolitiche che Bruxelles ha nelle sue previsioni quinquennali sulla Grecia, anche se questo al contrario può essere letto come una conferma della possibilità multipolare che la Russia aveva già individuato nel paese.

Guerre balcaniche per procura:

Più che altro, la proposta di Eastring da parte di Bruxelles può essere letta come un disperato piano di ripiego per garantire le forniture di gas russo tanto necessarie nel caso in cui gli Stati Uniti riescano a rendere irrealizzabile la via peninsulare centrale di Balkan Stream attraverso una serie di destabilizzanti guerre per procura. Come è stato illustrato in precedenza, l'UE ha bisogno di gas russo a prescindere da ciò che accade (cosa che gli Stati Uniti ammettono malvolentieri), quindi deve assolutamente avere un piano di ripiego di emergenza sul tavolo nel caso in cui accada qualcosa al Balkan Stream. Le casse russe hanno bisogno di entrate, mentre le fabbriche europee hanno bisogno del gas, quindi cooperare, con un percorso o un altro, è un rapporto naturale di interesse reciproco per entrambe le parti. La tesi, ovviamente, si riduce a quale percorso specifico il gas russo userà per viaggiare, e gli Stati Uniti faranno tutto quanto è in loro potere per fare in modo che cada sotto i Balcani orientali a controllo unipolare e non tra i Balcani centrali sensibili al multipolarismo. In quanto tale, la 'battaglia per la Grecia' è l'ultimo episodio di questa saga, e il futuro percorso delle spedizioni di gas russo verso l'Europa è attualmente in bilico.

Un bivio (greco) sulla strada

Anche se la crisi del debito è stata un problema da ben prima che il Balkan Stream fosse anche solo concepito, ora è diventata qualcosa di intimamente intrecciato nel dramma energetico della nuova guerra fredda che si dispiega nei Balcani. La Troika vuole costringere Tsipras a capitolare a un impopolare accordo sul debito che sicuramente porterà alla rapida fine del suo governo. In questo momento, il principale fattore che lega il Balkan Stream alla Grecia è il governo Tsipras, ed è nel miglior interesse della Russia e del mondo multipolare vederlo rimanere al potere fino a quando il gasdotto potrà fisicamente essere costruito. Qualsiasi cambiamento improvviso o inatteso della leadership in Grecia potrebbe facilmente mettere in pericolo la sostenibilità politica del Balkan Stream e costringere la Russia a fare affidamento su Eastring, ed è per queste ragioni che la Troika vuole forzare Tsipras a un dilemma inestricabile.

Se questi accetta le condizioni attuali del debito, allora perderà l'appoggio della sua base e probabilmente causerà elezioni anticipate o cadrà vittima di una rivolta all'interno del suo stesso partito. D'altra parte, se rifiuta la proposta e permette il default della Grecia, allora la catastrofe economica risultante potrebbe uccidere tutto il supporto di base per lui e porre prematuramente fine alla sua carriera politica. Ecco perché la decisione di indire un referendum nazionale sulla trattativa debito è stata una mossa geniale, perché assicura a Tsipras la possibilità di sopravvivere alla prossima tempesta politica-economica sui suoi risultati democraticamente ottenuti (che sembrano predire un rifiuto del debito e un imminente default). Con la popolazione dalla sua parte (non importa con quanto poco margine di maggioranza), Tsipras potrebbe continuare a presiedere la Grecia nell'ingresso in un prossimo periodo incerto e preoccupante. Inoltre, la sua continua gestione del paese e la chimica personale che ha con i leader dei BRICS (soprattutto con Vladimir Putin) potrebbe portare all'estensione alla Grecia di una qualche forma di assistenza economica (probabilmente attraverso la riserva di 100 miliardi dollari della Nuova Banca per lo Sviluppo dei BRICS o qualche deposito altrettanto grande di riserva) dopo il prossimo vertice dei BRICS a Ufa ai primi di luglio, a condizione che egli possa rimanere al potere fino ad allora.

Pertanto, il futuro della geopolitica energetica nei Balcani attualmente si riduce a ciò che accadrà in Grecia nel prossimo futuro. Mentre è possibile che un primo ministro greco diverso Tsipras possa continuare a progredire con il Balkan Stream, la probabilità è significativamente inferiore rispetto a uno scenario in cui Tsipras rimane al suo posto. Creare le condizioni per la sua rimozione è il modo indiretto in cui gli Stati Uniti e l'UE preferiscono influenzare il corso futuro delle spedizioni energetiche della Russia attraverso i Balcani, ed ecco perché si applica tanta pressione su Tsipras in questo momento. La sua proposta di referendum chiaramente li ha colti di sorpresa, dal momento che la vera democrazia è praticamente sconosciuta in Europa al giorno d'oggi, e nessuno si aspettava che facesse direttamente riferimento ai suoi elettori prima di prendere una delle decisioni più cruciali del paese degli ultimi decenni. Attraverso questi mezzi, si può sfuggire alla trappola da comma 22 che la Troika aveva fissato per lui, e così facendo, salvare anche il futuro del Balkan Stream.

Pensieri conclusivi

Nella proposta gasdotto Eastring c’è di più di quanto si percepisce all'inizio: da qui viene la necessità di svelare le motivazioni strategiche dietro a questa proposta, al fine di comprendere meglio l'impatto asimmetrico. È chiaro che gli Stati Uniti e l'UE vogliono neutralizzare l'applicabilità geopolitica che il Balkan Stream dovrebbe avere nella diffusione della multipolarità in tutta la regione, il che spiega il loro approccio a tandem nel tentativo di fermarlo. Gli Stati Uniti stanno alimentando le fiamme della violenza nazionalista albanese in Macedonia, al fine di ostacolare il percorso previsto del Balkan Stream, mentre l'UE sta comodamente proponendo un percorso alternativo attraverso i Balcani orientali a controllo unipolare come una 'via d'uscita' predeterminata per la Russia. Entrambe le forze euro-atlantiche stanno cospirando insieme indirettamente nel tentativo di rovesciare il governo greco attraverso un'elezione ingegnerizzata o un colpo di stato interno al fine di rimuovere Tsipras dalla carica, sapendo che questa mossa singolare infliggerebbe il più grande e più immediato colpo al Balkan Stream. Anche se non è chiaro che cosa accadrà alla fine a Tsipras o ai piani della Russia per i gasdotti in generale, è inconfutabile che i Balcani sono diventati uno dei principali e ripetuti focolai della nuova guerra fredda, e la concorrenza tra il mondo unipolare e quello multipolare in questo teatro geostrategico sta iniziando a manifestarsi solo ora.

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