Rubrica

 

Informazioni sulla chiesa in altre lingue

Mirrors.php?cat_id=35&id=205  Mirrors.php?cat_id=35&id=602  Mirrors.php?cat_id=35&id=646  Mirrors.php?cat_id=35&id=647  Mirrors.php?cat_id=35&id=4898 
Mirrors.php?cat_id=35&id=2779  Mirrors.php?cat_id=35&id=204  Mirrors.php?cat_id=35&id=206  Mirrors.php?cat_id=35&id=207  Mirrors.php?cat_id=35&id=208 
Mirrors.php?cat_id=35&id=3944  Mirrors.php?cat_id=35&id=7999  Mirrors.php?cat_id=35&id=8801  Mirrors.php?cat_id=35&id=9731  Mirrors.php?cat_id=35&id=9782 
Mirrors.php?cat_id=35&id=11631         
 

Calendario ortodosso

   

Scuola domenicale della parrocchia

   

Ricerca

 

In evidenza

04/10/2023  Scoperte, innovazioni e invenzioni russe  
14/03/2020  I consigli di un monaco per chi è bloccato in casa  
11/11/2018  Cronologia della crisi ucraina (aggiornamento: 3 febbraio 2021)  
30/01/2016  I vescovi ortodossi con giurisdizione sull'Italia (aggiornamento: 21 dicembre 2022)  
02/07/2015  Come imparare a distinguere le icone eterodosse  
19/04/2015  Viaggio tra le iconostasi ortodosse in Italia  
17/03/2013  UNA GUIDA ALL'USO DEL SITO (aggiornamento: aprile 2015)  
21/02/2013  Funerali e commemorazioni dei defunti  
10/11/2012  I padrini di battesimo e il loro ruolo nella vita del figlioccio  
31/08/2012  I nostri iconografi: Iurie Braşoveanu  
31/08/2012  I nostri iconografi: Ovidiu Boc  
07/06/2012  I nomi di battesimo nella Chiesa ortodossa  
01/06/2012  Indicazioni per una Veglia di Tutta la Notte  
31/05/2012  La Veglia di Tutta la Notte  
28/05/2012  La preparazione al Matrimonio nella Chiesa ortodossa  
08/05/2012  La Divina Liturgia con note di servizio  
29/04/2012  La preparazione al Battesimo nella Chiesa ortodossa  
11/04/2012  CHIESE ORTODOSSE E ORIENTALI A TORINO  
 



Inizio  >  Documenti  >  Sezione 11
  Frammenti di Ortodossia nella tradizione popolare inglese

Arciprete Andrew Phillips - Ottobre 1990

Testo riportato in www.pravoslavie.ru il 16 gennaio 2013

Clicca per SCARICARE il documento come PDF file  
Condividi:

"Erano vecchi senza studi. Mi hanno parlato dei loro pensieri: le cose che dicevano tra loro mentre navigavano con le stelle e con le acque selvagge intorno e al di sotto di loro.

Non ho mai sentito cose più belle di quelle che uscivano dalle labbra di quegli uomini analfabeti. Era la poesia della grazia di Dio".

Da una lettera sui pescatori di Leigh nell'Essex scritta intorno al 1900

Se prendiamo come lunghezza di una vita umana i biblici settant'anni, solo quattordici vite fa la Chiesa inglese era parte integrante della famiglia ortodossa, e apparteneva alla Chiesa universale di Cristo. Per quasi cinque secoli gli inglesi erano stati in comunione con il resto della cristianità. C'erano stati stretti contatti con cristianità orientale. Uno dei santi arcivescovi d'Inghilterra, Teodoro di Tarso, era un greco; monaci greci e un vescovo greco vivevano in Inghilterra alla fine del X secolo, e Gytha, la figlia del vecchio re inglese, Harold II, si era sposata a Kiev. È chiaro che in un periodo così lungo, mezzo millennio, la fede cristiana aveva impregnato il modo di vivere delle persone e della monarchia inglese antica. È chiaro che alcune tracce della fede dei primi cinque secoli del cristianesimo inglese, una fede ortodossa anche se non bizantina, devono essere rimaste dopo il secolo XI.

Naturalmente è vero che l'Inghilterra ha subito la riforma papale delle Chiese occidentali del secolo XI, e in effetti questa è stata particolarmente brutale nelle Isole britanniche, come conseguenza dell’invasione normanna sponsorizzata dal papa nel 1066. È anche vero che l'Inghilterra ha subito un altro colpo con la riforma istigata da tiranni come Enrico VIII, Elisabetta I e Cromwell l’iconoclasta. Tutto questo ha rappresentato una perdita di cultura spirituale, la negazione dei santi, la deformazione della tradizione ecclesiale, e la conseguente perdita di 'struttura' o qualità spirituale della vita inglese. Questo non vuol dire, tuttavia, che l'allontanamento o l'apostasia dell'Inghilterra e delle altre nazioni occidentali dalla tradizione cristiana ortodossa si sia verificata in ogni luogo con lo stesso ritmo. Dal secolo XI, l'Inghilterra ha vissuto alti e bassi nella sua vita spirituale e culturale. I punti più alti rappresentano un rallentamento del processo di apostasia, i punti bassi la sua accelerazione. I punti più alti sono stati picchi spirituali e culturali, quando la nazione inglese, con la sua percezione affinata attraverso la preghiera, il digiuno, il pentimento e l'amore del Vangelo, è stata guidata da Cristo, dalla Madre di Dio, dai suoi santi nazionali e dal suo angelo custode, e così ha intravisto la sua anima. Al contrario, i punti più bassi sono stati i momenti in cui la nazione inglese ha abbandonato le sue tradizioni spirituali e culturali e si è allontanata dalla sua vocazione e dal suo destino divino. Comunque si possa giudicare il passato, e alcuni punti alti e bassi sembrano immediatamente evidenti, è chiaro che, come per altri popoli occidentali, oggi è un periodo in cui l'apostasia sta accelerando e stiamo andando sempre più velocemente verso l'Apocalisse.

Agrifoglio

Ma va detto che la natura stessa della causa della separazione dell'Occidente dalla fede ortodossa, il Filioque, implica che il processo di apostasia dell’Occidente è graduale. Le conseguenze pratiche del Filioque sono filtrate lentamente nella vita della gente, e lentamente hanno distorto le forme di pietà popolare. L'eredità cristiana ortodossa dei primi cinque secoli della nazione inglese è sopravvissuta in frammenti. Questi frammenti e rovine si trovano in particolare tra i contadini con il loro bagaglio di saggezza popolare tramandata, nella memoria e nelle favole popolari, nella conoscenza proverbiale, nel senso ecclesiale e nelle pratiche tradizionali della gente semplice. Ciò che è tradizionale supera in saggezza le mode mutevoli della decadenza religiosa e della speculazione razionalista, che erano e sono inerenti al filioque e alle sue conseguenze. La fede cristiana, che si incarna nella vita cristiana, non può che essere sradicata quando la cultura urbana della 'ragione' penetra in mezzo a coloro che vivono nella cultura rurale, tradizionale, popolare dei semplici di cuore. Nei paesi occidentali questo è successo in misura rilevante solo nel secolo scorso. E qua e là si possono ancora incontrare persone che hanno resistito al razionalismo modernista delle città fino ai nostri tempi.

Se ne è consapevoli nei piccoli villaggi in Inghilterra, dove forse sopravvivono una chiesa sassone o la fondazione di una sala, e raggruppati intorno a loro, la locanda e i cottage bianchi e neri dal tetto di paglia. Nella mia esperienza, so per esempio di persone anziane che per tradizione di famiglia considerano ancora il calendario giuliano come l'unico vero calendario. (In Inghilterra il calendario giuliano è stato cambiato in quello gregoriano nel 1752, quando il 2 settembre fu seguito dal 14 settembre provocando tumulti - non sorprende se si considera ad esempio che si doveva pagare un mese di affitto per soli diciannove giorni). Infatti il ​​ calendario giuliano o vecchio calendario era conosciuto fino a poco tempo fa come 'stile inglese' e il calendario gregoriano o nuovo calendario come 'stile romano'. (Vedere l’Oxford English Dictionary). Nei libri antichi si trova ancora la filastrocca:

In seventeen hundred two and fifty, Our style was changed to Popery, But that it is liked we don't agree. (“Nel 1752 il nostro stile è cambiato in papismo, ma che sia piaciuto non siamo d'accordo”).

Nelle famiglie contadine di mia conoscenza in East Anglia, il "vecchio Natale" era stato festeggiato religiosamente fino alla guerra di Hitler. Lo stesso vale per il "vecchio San Michele". Allo stesso modo le feste parrocchiali, sagre o 'vigilie' si tengono ancora in alcune zone secondo lo "stile inglese". Tali fedeli sanno dai nonni dei loro nonni che la Pasqua in Inghilterra si tiene nel giorno sbagliato in quasi tutti gli anni. Queste persone, al di fuori della Chiesa ortodossa, fanno vergognare i neo-calendaristi ortodossi, che sembrano avere rispetto a loro un minor senso della tradizione.

Vorrei ora parlare di quelle tradizioni che io stesso ho visto o di cui ho letto, e che risalgono tutte a un tempo in cui il mondo inglese era ancora parte della cristianità indivisa.

Sembra che tali antiche tradizioni siano particolarmente associate alla Natività di Cristo. La nascita di Cristo era un invito a festeggiare per tutto il cosmo. Si è detto che al momento della ricorrenza della Natività tutta la Creazione si ferma - i fiumi cessano di scorrere, gli uccelli si fermano in volo. Dopo questo momento suonano le campane, anche di chiese scomparse sotto le onde, come a Dunwich, nel Suffolk, o dalla Cattedrale di San Wilfrid, che tempo fa affondò sotto le onde al largo di Selsey nel Sussex. E quindi i cani abbaiano, gli uccelli cantano, le api ronzano, i galli gridano. Tutto il creato si unisce nella lode al Creatore fatto uomo. Un bambino nato il giorno di Natale (o se per questo in ogni domenica) non sarebbe mai annegato, così si diceva.

La spina di Glastonbury. Foto: Getty Images

Gli uomini celebravano in altri modi. Tutto doveva essere preparato prima del giorno di Natale. Qualsiasi lavoro svolto il giorno stesso sarebbe andato a finire male. La vigilia di Natale, c’è ancora l'usanza di creare lumi da finestra, cioè di mettere candele alle finestre per guidare la Madre di Dio e San Giuseppe, per i quali non c'è posto nell'albergo. Si usa l’agrifoglio come decorazione nelle case e nelle chiese, il verde ricorda la vita sempreverde ed eterna che la nascita di Cristo ci dona, il rosso (le bacche) ci ricorda il sangue sulla fronte di Cristo, dalla corona di spine alla crocifissione. Il vischio è appeso in casa, ma mai in chiesa. Una tradizione dice che questo è perché il vischio era un albero che era stato usato per fare la Croce. A causa di questo uso vergognoso, era stato poi ridotto a un parassita. Lo stesso albero di Natale, secondo la tradizione tedesca, proviene dall'evento del secolo VIII, quando il santo del Devonshire e apostolo della Germania, san Bonifacio, abbatté una quercia utilizzata per il culto pagano. La quercia cadde in forma di croce e nacque un abete tra le radici, come segno di nuova vita, e quindi della nuova vita che otteniamo con la nascita di Cristo. Si dice che quando Cristo è nato, i buoi e il bestiame nelle aziende agricole si inginocchiano in adorazione e, secondo alcuni, piangono. Quando nel XIX secolo in Inghilterra un accademico erudito aveva deriso questa convinzione, affermando di non averla mai vista, fu informato dai braccianti delle fattorie che era così perché lo studioso era stato a osservare il 25 dicembre, e non alla vera data in base al calendario giuliano. Si dice che nel sentire questa risposta tipicamente ortodossa, se ne andò pieno di orgoglio, e per nulla più saggio. Fino a oggi la spina di Glastonbury e le spine prese dalle sue talee fioriscono non il 25 dicembre, ma attorno al 7 gennaio. Allo stesso modo al vero Natale fiorisce il rosmarino, la “rosa di Maria”. Anche il frassino è associato alla Natività, poiché si dice che i tronchi di frassino sono stati utilizzati per riscaldare la Madre di Dio alla nascita di Cristo.

Anche il cibo associato al Natale era simbolico. Il budino (pudding) di Natale, per esempio, ha tradizionalmente tredici ingredienti, uno per Cristo e uno per ognuno degli Apostoli. Il tortino di carne tritata (mince-pie), che è stato di forma rotonda fin dai tempi di Cromwell (che cercò di vietarlo), era originariamente ovale. Questo era per ricordarci della forma della mangiatoia e anche della tomba di Cristo (come rappresentate sulle icone della Natività). Ciascuno degli ingredienti esotici, in precedenza mescolati con carne e spezie, rappresentava qualità che la nascita di Cristo aveva introdotto nel mondo. Questo alimento 'sacro' doveva essere mangiato in silenzio, riflettendo sul significato della nascita di Cristo. Oggi questo è degenerato in una pausa e nella semplice formulazione di un desiderio prima di mangiare il primo mince-pie. Si diceva anche che ogni mince-pie mangiato assicurava un mese felice nel prossimo anno. Associata a questa è l'usanza ancora esistente di conservare per tutto l'anno un pezzo di torta di Natale.

Budino di Natale

Le carole (canti) di Natale una volta erano molto più varie e anche teologicamente molto più profonde, come i 'koliady' della Piccola Rus’ o le canzoni popolari serbe di tradizione ortodossa. Tra l'altro, un tempo l'anno della Chiesa era celebrato popolarmente con ogni sorta di canti per ogni festa; oggi i canti di Natale sono quasi tutto ciò che rimane, e anche questi sono principalmente in forma vittoriana, anche se alcune delle melodie sono antiche.

Dopo il Natale, il giorno di Childermas, o il massacro dei Santi Innocenti, era celebrato, e credo lo sia ancora, con speciali rintocchi smorzati di campane. Teologicamente, questa festa è quanto mai significativa, in quanto commemora la santità dei bambini non battezzati, ma martirizzati; forse nelle nostre chiese l'elenco dei Santi Innocenti dovrebbe includere anche tutti quei bambini che sono stati abortiti fin dagli inizi del mondo. In generale, l'arte inglese del suono delle campane è del tutto unica e riflette sicuramente un po' della gloria del nostro patrimonio ortodosso.

Una volta era molto celebrata la Candelora, la festa dell’Incontro nel Tempio, il 2 febbraio, 40 giorni dopo il Natale secondo il metodo di conteggio ortodosso che conta i giorni in modo inclusivo. Oggi è ricordata solo dai detti sul tempo, e dai nomi 'campane della Candelora', 'Fiori di Cristo', 'Fanciulle di febbraio' o 'Fiori della purificazione' usati per i bucaneve.

Anche l'infanzia di Cristo era celebrata con diverse usanze. Così si diceva che l’albero di ginepro avesse qualità speciali, perché aveva protetto Cristo durante la fuga in Egitto. Ancora oggi si dice che le volpi e le lepri cacciate trovano riparo sotto il ginepro, come ha fatto il Signore. Si dice che la lavanda abbia ottenuto la sua dolce fragranza dal fatto che la Madre di Dio, vi abbia appeso ad asciugare le fasce di Cristo.

Ginepro

Nonostante l’iconoclasmo della riforma, la Madre di Dio è ancora ricordata nella tradizione popolare in Inghilterra. Non per niente l'Inghilterra era precedentemente nota come "la dote di nostra Signora", l'equivalente del titolo russo, "la Casa della Madre di Dio", che fu dato alla Russia nei giorni prima della rivoluzione. Ci rimangono oggi dei bei nomi di Feste, Lady Day per l'Annunciazione, Our Lady in Harvest (Nostra Signora del raccolto) per la Dormizione e Our Lady in December per la Concezione della Madre di Dio. Il nome della coccinella, ladybird, viene infatti da Our Lady's bird, e quasi una dozzina di fiori prende il nome dalla Madre di Dio, per esempio, Our Lady's Smock, la 'blusa di nostra Signora' (Cardamine pratensis), e la calendula (marigold) che significa 'Oro di Maria'. Sarebbe molto opportuno utilizzare questi fiori per decorare le icone della Madre di Dio nei suoi vari giorni di festa. In effetti, ci si può chiedere se tale pratica non sia stata l'origine dei nomi stessi. Già nel secolo VIII il Venerabile Beda fece del giglio della Madonna, chiamato anche il giglio di Maria, l'emblema della Dormizione della Madre di Dio, la Vergine Maria, paragonando i petali bianchi al suo corpo perfettamente puro e gli stami dorati alla sua anima splendente di luce celeste. Ancora oggi il detto che una sposa deve indossare qualcosa di blu al suo matrimonio risale al blu liturgico, indossato per le feste della Madre di Dio. Se una sposa indossa qualcosa di blu, sta in realtà chiedendo la benedizione della Madre di Dio per il suo matrimonio. La tragedia terribile è che l’antica venerazione per la Madre di Dio è degenerata nel linguaggio moderno. Il vero significato della parolaccia "bloody" è "By Our Lady" ("per la Madonna"): si tratta quindi di una bestemmia.

Anche in questo caso, nonostante l’iconoclasmo della riforma la nozione di "immagine" (= icona) è sopravvissuta. Nel dialetto sassone orientale (Essex), la gente dirà: " È una cattiva immagine" o "Che immagine che sei!" Significa che l'immagine di Dio (icona =) può essere vista in loro, oppure è perduta in loro. Per quanto riguarda le immagini e l’iconografia in quanto tali, sono sopravvissuti solo nella pietà popolare con i suoi testi biblici o saggezza proverbiale ("Nessun dolore, nessun guadagno", "Quel che non può essere curato, deve essere sopportato"). Erano presenti fino all'inizio di questo secolo e, talvolta, più tardi in famiglie di mia conoscenza.

Per quanto riguarda i nomi di fiori, molti sono collegati con il Salvatore o con i santi. La cotonaria (lychnis coronaria) si chiama "Flanella del nostro Salvatore" a causa delle sue foglie morbide e vellutate. L’hypericum calycinum è comunemente chiamato "erba di san Giovanni" e anche "barba di Aronne". Il verbascum thapsus è generalmente conosciuto come il "bastone di Aronne". La campanula medium è di solito chiamata "campana di Canterbury". Il senecione (jacobaea vulgaris) è chiamato anche erba di San Giacomo, e vi è anche, naturalmente, la margherita di san Michele, così chiamata dalla coincidenza tra la festa e la sua fioritura. La primula è chiamata anche erba di San Pietro. [Tra l'altro un altro nome per l'eglefino è pesce di San Pietro, dato che si dice che questi ne abbia preso uno (Mt 17, 27), lasciandogli sulla schiena i segni fatti dal suo pollice e indice.] L'edredone, allo stesso modo, è anche chiamato anatra di san Cuthbert.

Molte tradizioni erano e sono collegate al ciclo quaresimale e alla Pasqua. Il Sabato prima dell’inizio della Quaresima era ed è chiamato "Sabato delle uova", perché in quel giorno la gente iniziava a consumare le proprie uova, avendo già terminato il consumo di carne. Il proverbio “Marry in Lent, live to repent” ("Sposati in Quaresima, e vivi per pentirti"), ci ricorda il divieto della Chiesa di fare matrimoni durante il digiuno. “After every Christmas comes Lent” ("Dopo ogni Natale arriva la Quaresima"), ci ricorda che l’Anno della Chiesa è stato fissato con un ritmo di feste e digiuni, e induce anche in noi un senso di sobrietà. Il narciso è ancora a volte chiamato "il giglio della Quaresima". Un comune piatto senza carne era il lenten pie (tortino quaresimale). La Quaresima è anche la stagione dei giochi delle biglie. Era così fino a pochi anni fa. La stagione delle biglie finiva a mezzogiorno il Venerdì Santo. Le biglie erano simboli della pietra che è stata rotolata via dal sepolcro alla risurrezione di Cristo.

Il monte Skirrid

La Domenica delle Palme era chiamata anche "Domenica dei fichi", in questo giorno i fichi, frutti di un albero simile alla palma, si mangiavano in torte e budini. Gli asini erano trattati con gentilezza speciale in questo giorno. Per inciso, si dice che il marchio a forma di croce sul dorso degli asini venga dal fatto che il Signore ha cavalcato un asino. Il Giovedì Santo era mantenuto con grande pietà, proprio come il Venerdì Santo. Anche nella mia infanzia tutti i negozi erano chiusi il Venerdì Santo, ad eccezione dei fornai per le focacce della Croce (vedi sotto). Il Venerdì Santo era chiamato Good Friday, "Venerdì Buono", dal vecchio significato della parola "buono", che significa sacro o spirituale, come è ancora il caso di chi chiama la Bibbia "il Libro Buono". Il sambuco era un albero mai usato dai carpentieri perché si diceva essere l'albero dal quale Giuda si era impiccato, ed era chiamato "l'albero di Giuda". D'altra parte una delle ragioni per cui l'albero di pioppo tremolo era popolarmente chiamato "l'albero del brivido", era perché si diceva che Cristo era stato crocifisso su uno di questi alberi. Quindi, in questo giorno i pioppi tremoli rabbrividiscono di vergogna e d’orrore. Sui confini inglesi lo Skirrid era definito una montagna sacra e si dice che la grande fenditura sul suo fianco sia stata fatta dal terremoto alla crocifissione di Cristo. Le chiese delle Marche inglesi furono spesso costruite su terra portata dal monte Skirrid. La stessa terra era anche cosparsa sulle bare a memoria d'uomo, come segno della risurrezione. Un'altra usanza del Venerdì Santo nel sud dell'Inghilterra era il salto della corda, e si diceva che la corda per saltare simboleggiava quella con cui Giuda si era impiccato.

Come il Natale, il Venerdì Santo e la Pasqua sono stati caratterizzati da eventi cosmici. Tutto il creato vi ha partecipato. Così è detto che il biancospino geme al Venerdì Santo, perché è stato usato per tessere la corona di spine. Se la viola reclina il capo, è perché l'ombra della croce cadde su di essa durante la crocifissione. Il pettirosso ha un petto rosso perché ha tirato via le spine dalla fronte di Cristo, macchiandosi così di sangue. L'espressione "touchwood" (toccare legno) deriva ovviamente dalla consuetudine di toccare il legno della Croce per proteggersi dal maligno. Fino ad oggi le focacce della Croce sono mangiate in Inghilterra. Tradizionalmente hanno un potere di guarigione e sono ancora mangiate in alcune parti più o meno allo stesso modo con cui gli ortodossi mangiano la prosfora o il pane benedetto della Veglia. Qualche anno fa è stato registrato il detto di un panettiere dell’Herefordshire: “Bakers are important men - the Birth of our Lord and his Death - we're at them both. We make mince-pies for His Birthday and hot cross buns for His Deathday.” (I panettieri sono uomini importanti - la nascita del nostro Signore e la sua morte - siamo presenti a entrambe. Facciamo tortini di carne tritata per il suo compleanno e focacce calde della Croce per il giorno della sua morte". Il Venerdì Santo era considerato anche un giorno di benedizione per determinate attività. Pertanto, se i semi sono seminati a mezzogiorno di quel giorno, i fiori spunteranno doppi (un segno di nuova vita e risurrezione). Anche il pane cotto il Venerdì Santo si manterrà fresco tutto l'anno. D'altra parte si dice che ogni cucitura fatta in questo giorno sarà disfatta.

Focacce della Croce

Proprio come i russi fanno benedire le uova a Pasqua, così in Inghilterra le "pace-eggs" (uova pasquali) sono benedette in chiesa prima di essere mangiate. In alcuni luoghi continua ancora la tradizione di "far rotolare le uova pasquali" - che consiste nel lanciare per gioco uova pasquali sui pendii. Queste uova che rotolano rappresentano la pietra che è stata rotolata via dalla tomba di Cristo. Nella Domenica di Pasqua, spesso chiamata "Domenica di Dio" o "Santa Domenica", si indossava sempre qualcosa di nuovo (il "berretto di Pasqua"), in segno di nuova vita. Dopo la funzione pasquale, si mangiava la colazione di Pasqua (cioè la rottura del digiuno, che aveva luogo circa a mezzogiorno). Qui le uova (sempre tinte di rosso e solo di rosso - il colore del sangue) si mangiavano con il piatto principale di Pasqua, l'agnello - il miglior agnello di Canterbury. Questo agnello era guarnito con salsa alla menta, un'allusione alla sofferenza amara attraverso la quale era passato l'Agnello di Dio, il Figlio risorto (l'agnello è il piatto tradizionale greco in questo giorno). C'era l'usanza di alzarsi prima dell'alba per vedere la danza del sole per la gioia della risurrezione - una consuetudine che esisteva anche in Russia. Alcuni dicevano che si vedeva il profilo di un agnello sul disco del sole che sorge. Agli scettici si diceva che se non avevano visto la danza del sole, questo era perché il diavolo era così astuto da mettere sempre di traverso una collina per nasconderlo. In alcune parti si sosteneva che si doveva guardare il sole riflesso in una piscina, al fine di "vedere il sole danzare e giocare nell'acqua, e gli angeli che erano alla Resurrezione ritirarsi e avanzare di fronte al sole". Molto del folklore del tempo riguarda la Pasqua. Così: "Qualunque sia il tempo nel giorno di Pasqua sarà quello che prevale al momento del raccolto", o, "Se il sole splende il giorno di Pasqua, splenderà anche a Pentecoste", o ancora, "Se piove la Domenica di Pasqua, pioverà ogni domenica fino a Pentecoste", o anche,"Una Pasqua bianca porta un Natale verde". Il collegamento di una festa con un’altra attraverso il tempo mostra il senso liturgico popolare e come questo si intrecciava con l'anno lavorativo. Quanto al folklore degli alberi, il tasso è stato ed è utilizzato per decorare le chiese a Pasqua, dal momento che l’albero di tasso vive per mille anni e più, ed è quindi un simbolo dell'Eterno, Cristo. Anche i cimiteri erano addobbati in questo periodo dell'anno: i defunti non erano dimenticati. Ancora oggi molti mettono fiori sulle tombe a Pasqua.

Nel 1991 la Chiesa ortodossa celebra la " Kyriopascha", vale a dire la congiunzione della Pasqua e dell'Annunciazione. Un vecchio proverbio a questo proposito è: “When Easter falls in Our Lady's lap, then let England beware of a sad mishap” ("Quando la Pasqua cade nel grembo della Vergine, l'Inghilterra faccia attenzione a un triste incidente"). Speriamo che non sia così.

Hocktide. Foto: Getty Images

Le celebrazioni pasquali continuano per tutta la settimana di Pasqua (Settimana Luminosa) e alla "Hocktide", il lunedi e martedì della settimana seguente, che corrisponde alla "Radonitsa" russa. Un'usanza ancora osservata alla Hocktide è quella dei "sollevamenti" (heaving). La gente del posto si solleva letteralmente l'un l'altra da terra, cantando "Gesù Cristo è risorto". Si dice che questa usanza insolita celebra la resurrezione dei defunti, il sorgere dei santi dalla terra. Non dobbiamo dimenticare che la parola inglese per "Pasqua", "Easter", da "East", si riferisce al sorgere, anche se nel senso della linfa che sorge in primavera e al sorgere del sole.

L’Ascensione era celebrata piamente in passato. Se pioveva in quel giorno, l'acqua piovana era accuratamente raccolta e bevuta. Si diceva che con la sua Ascensione, Cristo aveva santificato il cielo, e così l'acqua piovana in questo giorno aveva poteri curativi. So che ci sono quelli che mantengono questa tradizione fino ai nostri giorni. I vestiti d’altra parte non devono essere lavati il giorno dell'Ascensione, per non “lavare via” la vita di un membro della famiglia.

Whitsun (Pentecoste) significa letteralmente "White Sunday" ("Domenica bianca") dal fatto che molti erano battezzati in questa festa e quindi vestiti di abiti battesimali bianchi, ma forse anche a causa della luce bianca dello Spirito Santo. Nel Somerset, "Terra di Dio", era consuetudine per le donne indossare nastri bianchi sulle scarpe, o almeno portare un fiore bianco, magari una margherita. Era una grande festa e le campane che suonavano in questo giorno erano decorate con nastri rossi per ricordare ai fedeli le lingue di fuoco dello Spirito Santo. Il piatto principale di questa giornata era il vitello, in altre parole, il biblico "vitello grasso", con tortino di uva spina. Questo è diventato un problema con il cambio del calendario nel 1752 perché l’uva spina non è matura per una Pentecoste precoce. Di fatto una vecchia filastrocca dice: “For gooseberry tart at Whitsuntide, trim old wood out 'ere Christmastide” ("Per la torta di uva spina a Pentecoste, pota il legno vecchio prima di Natale").

Anche se i santi sono stati meno venerati dopo la riforma e molte usanze sono state dimenticate, alcuni santi sono rimasti nella tradizione popolare. Ci sono un gran numero di detti che collegano i giorni dei santi con le stagioni di semina e con il tempo. Di gran lunga il più noto è quello legato a san Swithin:

St. Swithin's Day if thou dost rain

For forty days it will remain;

St. Swithin's Day if thou be fair

For forty days 'twill rain no mair (more).

Il giorno di san Swithin se c’è pioggia

Per quaranta giorni rimarrà;

Il giorno di san Swithin se fa bello

Per quaranta giorni più non pioverà.

San Swithin di Winchester

Meno noto è: “Till St. Swithin's Day be past, Apples be not fit to taste” ("Finché il giorno di San Swithin è passato, le mele non son buone da gustare". Di una moltitudine di detti, che meritano un articolo in sé, tra quelli connessi con l'agricoltura possiamo ricordare: “David and Chad, Sow peas, good or bad” ("Per David e Chad, semina i piselli, nel bene o nel male", ovvero, non ritardare la semina dei piselli dopo l’1 e il 2 marzo). “On St. Barnabas Day mow away, grass or none” ("Il giorno di San Barnaba - 11 giugno - taglia, che ci sia erba o no"), o “Barnaby bright, Barnaby bright, The longest day and the shortest night” ("Barnaba luminoso, Barnaba luminoso, il giorno più lungo e la notte più corta"). Queste rime testimoniano l'opera missionaria dei monaci che insegnavano ai contadini del popolo come ricordare i giorni santi. Altri detti in rima includono: “For Lavender, bushy, sweet and tall, tend upon the feast of Paul” ("Perché la lavanda sia folta, dolce e alta, curala sino alla festa di Paolo"), “Dig in old thatch at Annunciation, 'twill triple the yield; what jubilation.” ("Scava nella paglia vecchia all'Annunciazione, ti triplicherà il raccolto, che giubilo") “Of taters you will have the most, Praise Father, Son and Holy Ghost, Plant Parsley fair on Lady Day, Away from Rhubarb and from Tare, Remember! - Say the Lord's Prayer” ("Di patate ne avrai in maggior quantità, lode al Padre, al Figlio e al santo Spirito, se pianti il prezzemolo all’Annunciazione, lontano dal rabarbaro e dalle erbacce, fai attenzione! Di’ la preghiera del Signore"), “Plant Broad Beans on Candlemas Day, one for the Rook and one for the Crow, one for the Nick to rot away, And one with God's blessing to grow” ("Pianta le fave alla Candelora, una per il corvo e una per la cornacchia, una per marcire, e una con la benedizione di Dio per crescere"), “To John the Baptist praise be due, the straw flower buds have just come through.” ("A Giovanni Battista sia dovuta la lode, i fiori di paglia sono appena sbocciati"). Il grande problema con queste parole è che dopo la modifica del calendario nel 1752, la maggior parte di questi detti non è più vera. Per esempio il giorno di san Barnaba, di cui sopra, era il giorno più lungo e la notte più corta, ma dopo il 1752 è caduto l’11 giugno. Ciò che oggi si chiama estate indiana è ancora chiamata estate di san Martino o piccola estate di san Luca. L'esclamazione "By George" era originariamente un appello al santo patrono della nazione per aiuto e intercessione.

Il segno della croce è ricordato in una forma degenerata incrociando le dita per avere fortuna nella promessa solenne da scolaro, "croce sul mio cuore e spero di morire". So di casalinghe che ancora fanno il segno della croce su ogni pane, torta o pasta che cuociono per garantire che venga bene. Tra l'altro fanno la croce nel modo ortodosso - non va dimenticato che l’inversione cattolico-romana risale solo a due o trecento anni fa. Allo stesso modo so di persone che ancora pongono un attizzatoio trasversalmente sul fuoco, facendo così il segno della croce, per assicurarsi che il fuoco non mandi fumo. Fino al XIX secolo si scolpivano spesso croci su porte di casa, davanzali e architravi, per "tenere fuori il diavolo". Ai matrimoni i mugnai erano soliti impostare le vele dei loro mulini a vento in una posizione nota come “the Miller's Glory” ("la gloria del mugnaio"), vale a dire nella forma della croce di san Giorgio, non della croce di sant'Andrea.

Ci sono anche costumi di nascita e sepoltura di grande significato cristiano. Un bambino nato "all’ora delle campane", cioè al momento in cui le campane suonavano per gli offici della Chiesa, l’ora terza, la sesta, la nona e prima della Liturgia e dei Vespri, è ancora considerato da alcuni come oggetto di una speciale benedizione. L’ingresso in chiesa delle donne nel quarantesimo giorno è considerato molto importante, un rimedio sicuro per la depressione post-parto. La prima cosa ad essere messa nella culla di un bambino era il Vangelo. Nel Lincolnshire c'era fino a poco tempo una consuetudine, o forse piuttosto superstizione, di ricevere la confermazione per due volte - si pensava che questo curasse i reumatismi! Nelle Marche inglesi si diceva che la confermazione cura le lombalgie e la sciatica. Nel Northumberland, così come tra i pii contadini romeni di oggi, gli abiti funebri di una sposa e di uno sposo erano una parte integrante di qualsiasi corredo di nozze. Nell’Inghilterra occidentale i fedeli mettevano foglie di ruta, issopo e assenzio nelle bare come simbolo di pentimento. A che punto siamo giunti oggi lontano da una simile pietà!

Nonostante 400 anni di protestantesimo, è ancora consuetudine in zone di campagna di mangiare pesce il venerdì, un semplice residuo del digiuno ortodosso, tuttavia, qualcosa di cui i "neo-ortodossi" di oggi sembrano essere incapaci.

Per quanto riguarda le benedizioni, non si deve dimenticare che l'origine dell'espressione "Good-bye" è “God be with you” ("Dio sia con voi"). Fino alla riforma, l'espressione "Grazie" era meno utilizzata, ed era sostituita da “God 'a' mercy”, (Dio abbia misericordia), che sopravvive ancora nell’espressione Cockney "Lawks 'a' mercy" (il Signore abbia misericordia). Una preghiera popolare prima di coricarsi era ed è "il Padre nostro bianco": “Matthew, Mark, Luke and John, bless the bed that I lie on”; "Matteo, Marco, Luca e Giovanni, benedite il letto su cui mi sdraio"; mi ricordo che questa formula mi è stata insegnata nella mia infanzia.

Una tradizione locale che non posso non menzionare è quella dei vecchi pastori delle paludi dell’Essex. Quando morivano, erano sempre sepolti con un po' di lana di pecora in mano. Si diceva che quando al giudizio finale, si sarebbe chiesto loro perché non avevano frequentato la chiesa alla domenica, avrebbero mostrato la lana e quindi sarebbero perdonati - perché anch’essi avevano avuto cura delle loro greggi in modo simile a quello dell’amore di Cristo.

Di tutti questi frammenti, ricordi della tradizione comune, il più importante a mio avviso è quello della carità cristiana, la pratica della fede. Mi è stato detto innumerevoli volte dalla gente di come nelle nostre famiglie povere di villaggio si cucinava sistematicamente un piatto extra di cibo per la cena. E questo avveniva durante la depressione, quando tutto ciò che mio padre aveva da mangiare erano due croste di pane e una zuppa al giorno. Nessuno sapeva per chi era il cibo in più, ma sarebbe sempre arrivato un vagabondo, mendicante o disoccupato, caduto in disgrazia, e quindi un piatto di cibo sarebbe andato a lui, con le parole: "Dio ti benedica". Se questa non è Ortodossia, allora non so cosa sia.

In queste briciole di Tradizione, cadute come quelle della donna cananea dalla tavola del Maestro, ci viene ricordato che Dio non abbandona i sinceri e i devoti, per quanto lontano dalla Chiesa li abbiano portati i loro "leader". Privati di tante ricchezze della Chiesa, Dio si è ricordato di loro, perché lo Spirito soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai da dove viene né dove va (Giovanni 3:8).

In passato l'Inghilterra è stata chiamata "allegra", non nel senso moderno corrotto, ma nel senso antico del termine, "benedetta". Tali usanze benedicono effettivamente una terra. Dio non ci abbandona, solo noi abbandoniamo Dio. La vecchia cultura e tradizione inglese ha dichiarato che tutta la creazione è con Dio e partecipa alla gioia del suo regno, perché la terra è qui per chiamarci a Dio. Tutto ciò che esiste è semplicemente il riflesso del mondo non-materiale, reale che sta al di là di questo e in cui abbiamo fede. È per questo che, in antico inglese, la parola "ortodossa" era tradotta geleafjul - fedele. Nel momento in cui siamo di fronte a una scelta tra volgerci a "Occidente", a Mammona, o rivolgerci a "Oriente", a Cristo, queste tradizioni ci possono aiutare a fare la scelta giusta. I frammenti che ho descritto sopra, e moltissimi altri, possono ancora un giorno essere reinseriti in quella Tradizione divina che chiamiamo la fede e la Chiesa cristiana ortodossa. Così sia, О Signore!

Arciprete Andrew Phillips

Ottobre 1990

Condividi:
Inizio  >  Documenti  >  Sezione 11